5 Febbraio 2020

Bike sharing a Trieste, la prima esperienza

el sunto Il primo giro col nuovo Bike Sharing a Trieste: bici a ruba, signori curiosi, ciacole in libertà e finalmente un servizio che mancava alla città

Dopo tanta attesa, finalmente ho provato il bike sharing di Trieste, questa mattina.
Avevo già scaricato la app e attivato il servizio ieri (qua l’articolo su come attivare il bike sharing a Trieste e su dove sono le stazioni), e già ieri sera sbisigavo e curiosavo per vedere quante bici ci fossero nelle varie stazioni. Sulla app infatti ti indicano le stazioni più vicine, quante bici ci sono a disposizione e anche quanti stalli sono liberi per chi arriva con la bici e deve restituirla.

Missione: fare un po’ di consegne di libri in giro per librerie e in Piazza Hortis.
Percorso: dal Viale a Piazza Hortis. Top. Ci sono giusto 2 stazioni in entrambi i posti.

Nella app però mi segnala che la stazione del teatro Rossetti non ha più bici a disposizione. Maledeti ciò. Poco male, pensiamo positivo. Vuol dire che il servizio ha successo. Arrivo lì e invece una bici c’è. Con un mulon che sbisiga. Gli chiedo se la sta prendendo o se l’ha appena lasciata. E mi dice che non riesce a prenderla. In effetti, sulla app non risulta quella bici. Segnaliamo la cosa al servizio clienti (direttamente sulla app, si può fare la foto e descrivere il problema) e ci salutiamo, esperimento rimandato per entrambi. Bon, un guasto capita, no mori nissun.

Faccio le consegne a piedi aspettando con ansia il ritorno. Controllo le disponibilità sulla app: piazza hortis 1 bici, stazione marittima 2 bici. Ciò, tutti i triestini di colpo sono diventati ciclisti? Comunque, no furia. Bevo un caffè, faccio altre due robette e poi scelgo stazione marittima. Arrivo lì e ci sono entrambe le bici segnate sulla app. Bene. Una è “normale”, una a pedalata assistita. Ottimo! Ci sono però due signori che guardano incuriositi e si interrogano sul funzionamento. E bon ah, speravo di sperimentare il servizio al riparo da sguardi indiscreti, ma appena mi avvicino alle bici eccoli che arrivano, mani dietro la schiena, a osservare come funziona il tutto.
Scelgo la bici normale, non sia mai che i due mi dicano che “no xe più i ciclisti de una volta“. E’ la numero uno. Ok. Scelgo la numero uno sulla app, faccio partire, sento il click e la luce verde si accende. Ora non serve altro che prendere la bici. Orpo, come si staccherà? Bu. Faccio el muso de tola e fingo disinvoltura anche se no go alba de come se fa. Tiro in su. Non si stacca. Il tempo scorre (solo la prima mezz’ora è gratis). Uno dei due signori mi chiede quanto costa. In triestin. L’altro come funziona. In lingua. Aiuto, troppi input, casin. Il tempo è già a 10 secondi. Ciò speremo che no me magni i bori. Riprovo a tirare. Niente. Guardo la app. Il tempo scorre. I signori attendono risposte. Aiutoooooo! Decido di mollare il colpo in questo primo tentativo fallimentare e di concentarmi solo sulle risposte ai signori. In lingua. Poi in triestin.
Guardo la app. La bici risulta di nuovo disponibile, il tempo si è fermato. Ah bon, quindi se non la stacchi dopo 20 secondi tutti amici come prima.
Con tutto il tempo del mondo, rispondo ai due signori.
Mi domandano se la mia è elettrica. No, quelle elettriche si distinguono facile perchè hanno la batteria dietro. Mi domandano se quelle elettriche sono diverse da quelle a pedalata assistita (no, sono sinonimi), gli spiego i costi e tutto il resto. Sono soddisfatti.

Ora non resta che riprovare a prendere la bici.
Scelgo nuovamente sulla app la numero uno. Click di nuovo. Tempo che riparte. Stavolta, senza ansia da prestazione, provo a tirare verso destra. Bingo! La bici viene via facile (segnatevi: per no far figure de damer come mi, tirare verso destra).
E via libero! La bici “normale” ha tre velocità. Va benissimo. Liscia come l’olio. E via verso il viale sorridente tra la gente. “Ciao! Come xe?” “Funzia?” “Ma quindi Trieste xe per bici?”. Mi offrono un caffè. Grazie ma VOLENTIERI! Go solo 30 minuti gratis! Arrivo alla stazione del Teatro Rossetti in 11 minuti, ciacole per strada comprese. Meraviglioso. Però quasi quasi la prossima volta la bicicletta a pedalata assistita… tanto xe gratis uguale. Ora ci sono ben 4 biciclette qua sugli stalli. Con la mia 5. La riattacco (tirare verso sinistra) e si blocca tutto sulla app in automatico. Top.

Morale: il bike sharing a Trieste è ottimo. Comodo, veloce, semplice da usare (tirare verso destra). Ci sono tante domande e curiosità ancora (chi le sposta poi dalle stazioni con più bici a quelle con meno? Quanto costerà da giugno in poi? Ci sono altre stazioni in arrivo? Chi fa manutenzione? E se arrivo e gli stalli sono tutti occupati?) a cui col tempo avremo risposta.
Per ora il mio giudizio è positivo, e considero il bike sharing a Trieste un punto di svolta. Trovare stazioni senza bici dimostra che la richiesta c’è. Vedere sempre più bici in strada, pian piano, porterà al cambiamento culturale necessario affinché una nuova ciclabile (vedi via Giulia) non sia più vista come l’anticristo ma come una cosa comoda e utile per la collettività. Una stazione a San Giovanni già ora ci starebbe come il pane.

E bon. Trieste xe sempre più anche per bici.

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2 commenti a Bike sharing a Trieste, la prima esperienza

  1. Stefsno ha detto:

    No te xe anda’ su per Scala Santa. Pavido!

  2. Diego Manna ha detto:

    hehehe vero! ma no xe ancora una stazion lassù 😀

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