26 Novembre 2010

Il Porto Vecchio diventa Portocittà: lavori al via nel 2011

Trieste Il Porto Vecchio di Trieste ritorna ad essere patrimonio della città. E’ stata firmata ieri la concessione per 70 anni alla società Portocittà – formata da Maltauro, Rizzani De Eccher, Sinloc e Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo – che consentirà la rinascita dei 65 ettari di aree portuali inutilizzate da anni.

I primi cantieri, per un valore di un milione di euro, partiranno entro la prima metà del 2011. L’area ospiterà insediamenti portuali e attività per la nautica, legate al turismo, alla cultura e al commercio, centri direzionali.

”Sono orgoglioso di aver portato a compimento questo progetto importante – ha detto il presidente dell’Autorità portuale, Claudio Boniciolli – e mi piace pensare che lasciamo, in questo modo, un’eredità preziosa alla città”.

foto: Italia nostra

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76 commenti a Il Porto Vecchio diventa Portocittà: lavori al via nel 2011

  1. Eddy ha detto:

    Speriamo che all’interno di quest’area ci sia spazio per l’acquario sul modello Genova dove si stà rilevando il volano del rilancio dell’intera città!

  2. effebi ha detto:

    quindi è tuto merito di boniciolli ?
    quelli che eventualmente non fossero soddisfatti, e qui abbondano sempre, sanno a chi rivolgersi.

  3. Carlo ha detto:

    gli inmprenditori vogliono sempre guadagnare….. io avrei una proposta !!!

    Demolire tutto il porto Vecchio e fare i 65 ettari di bosco per le passeggiate, alberi, prato, piccoli laghetti x le oche, simile al Hyde Park a Londra. Dovremo imitare questo esempio, ma solo a Trieste pensano solo a guadagnare e non alla salute ai cittadini, un parco è quello che ci vuole per la nostra bella città..

  4. Olga ha detto:

    anche una pista ciclabile dalle rive fino a Barcola attraverso il Porto vecchio.

    Concordo con @Carlo per il Parco in Porto vecchio

  5. Luigi (veneziano) ha detto:

    Un parco in riva al mare al posto del porto vecchio? Bella idea, ma chi paga per il mostruoso lavoro di sbancamento dell’esistente, la creazione del substrato per le piante (non credo proprio che sotto vi siano metri di terra fertile) e la piantumazione delle stesse (per non parlare poi dei laghetti per le oche…)?

    L.

  6. matteo ha detto:

    non so se sia possibile farlo, trattato di pace, regime di porto franco ecc?

  7. omo vespa ha detto:

    saria mejo meter a posto i parchi che gavemo, e tegnirli ben. per el porto anca mi no vedo trope alternative, el esempio de genova me par el piu realistico, anche se non so se convien meter su un acquario. magari i poderia riprender l idea de doge venezian, un bel museo de la marina imperial (bon, dai, ghe metemo anche la marina regia), piu grande, come dio comanda, e a un paso del mar…anche se anche in sto caso xe el pericolo de far bruta copia de musei che gia ghe xe.

  8. Luigi (veneziano) ha detto:

    In realtà, io proponevo una sorta di “museo di Trieste autriaca”, ma anche un museo storico navale mi piace.

    Fra l’altro, lo sapete che vari reperti legati a TS e zone limitrofe oggi stanno al Museo Storico Navale di Venezia, come per esempio le ancore della Viribus Unitis e della corazzata Teghetthoff, varate entrambe a Trieste?

    L.

  9. michele ha detto:

    A me Boniciolli è sempre piaciuto, e sono contento che abbia sbloccato, almeno in parte la situazione.
    Spero che questi 65 ettari vengano usati per avvicinare un po’ di imprese in città. Serve lavoro e iniziativa privata seria, no parchi del mare. Boschi xe tanti in Slovenia.

  10. dimaco ha detto:

    Luigi lo sai ch laviribus unitis fu affondata dagli italiani nel porto di pola? che era unanave neutrale:

    “I due incursori furono tuttavia scoperti ed una volta catturati vennero a sapere che il pomeriggio precedente l’Austria-Ungheria aveva ceduto l’intera sua flotta al neocostituito Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi e che pertanto la nave, avente equipaggio slavo, si trovava in posizione di neutralità.”

    Nota come impresa Pola. non è altro che l’assassinio centinai di marinai neutrali su una nave neutrale.

  11. effebi (censurato) ha detto:

    quoto dimaco
    “Nota come impresa Pola. non è altro che l’assassinio centinai di marinai neutrali su una nave neutrale.”
    per fortuna ora Pola è croata

  12. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Non avevo dubbi che tu fra le versioni che girano sulla Viribus Unitis scegliessi quella che accusava gli autori di aver compiuto un crimine, e che nessuno riconosce come valida, salvo qualche scalmanato.

    Non ti sei però nemmeno accorto che la stessa citazione ti smentisce: essa infatti afferma – ed è cosa che corrisponde ai resoconti di Paolucci e Rossetti – che i due autori dell’impresa non sapevano che la flotta era stata ceduta dall’Imperatore.

    Oltre a ciò, evidentemente non sai che il cosiddetto “Stato degli Sloveni, Croati e Serbi” in realtà fu un’entità inesistente, non riconosciuta da nessuno stato straniero e nemmeno dal re serbo. Entità che si autoproclamò il 29 ottobre 1918, e che sparì il 1 dicembre 1918, quando gli stessi personaggi che “proclamarono” questa entità affermarono di riconoscere l’autorità del re serbo. Per cui spiegami un po’ come fa una flotta ad essere ceduta ad uno stato inesistente.

    Oltre a ciò, non sai nemmeno che negli stessi giorni i rappresentanti dell’imperatore Carlo I stavano discutendo con gli italiani le clausole dell’armistizio e della resa, e che nessuno di questi austriaci aveva affermato che la flotta non era più loro. Anzi: è vero tutto il contrario: nelle clausole armistiziali si affermava che la flotta A/U doveva spostarsi in Italia, dove avrebbe dovuto sapere la propria sorte. Quindi gli austriaci in modo UFFICIALE avevano ceduto la propria flotta alle potenze dell’intesa.

    E infatti proprio così accadde: e nessun rappresentante del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (questo sì stato riconosciuto!) reclamò per sé la flotta, il che dimostra che perfino gli jugoslavi sapevano benissimo che la cosiddetta “cessione” all’inesistente “Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi” non aveva alcun valore.

    Studia meglio, prima di affrontare queste tematiche un filino complesse.

    Luigi (veneziano)

  13. giorgio (no events) ha detto:

    Ma inveze de far posti per sagre dela sardèla,
    no iera mejo far diventar el porto vecio in un porto novissimo, desso che sèmo la cità de mar più in mezo del’Europa?

  14. capitan alcol ha detto:

    giorgio tu sei troppo in-topic

  15. michele ha detto:

    per giorgio: ecco, per esempio.

  16. dimaco ha detto:

    nop luigi. i due asassini si rifiutarono di dire dove esattamente era stata posizionata la mina, dopo che gli fu spiegata la situazione, diedero un orario errato sullo scoppio della stessa perchè erano consapevoli che i marinai sarebbero tornati a bordo e che la mina espodendo avrebbeprovocato un numero enorme di vittime.

  17. dimaco ha detto:

    una azion simile venne fatta dagli inglesi per minare la Tirpliz(gemella della Bismarck), solo che gli inglesi avvisarono i tedeschi per evitare inutil vttime (e la Tirpliz non era una nave neurtrale)

  18. dimaco ha detto:

    è un piacere vedere che finalmente riesci a essere d’accordo con me.

    La domanda invece che nonahtrovatorispostaè:

    “perchè sebbene informati hanno rifiutato di dare l’ubicazione della mina, cosa che avrebbe evitato una strage inutile?”

    solo in virtù di questa loro negligenza sarebbero dovuti finire davanti a un tribunale militare ed essere fucilati e non trattati come eroi.

  19. effebi ha detto:

    altra versione: “qualcuno” sollecitò l’italia a mettere le supposte a una nave dove stava covando pericolosamente il bolscevismo (andava di moda al tempo… ddalla corazzata potionki in poi) …qualcuno doveva fare quello sporco lavoro… lo fecero i due italiani eja eja alalà

    (ops…mè sfuggito…)

  20. effebi ha detto:

    fatto a rovescio ? non mi raccapezzolo… oibò !

  21. dimaco ha detto:

    non dire cazzate effebi, dico solo che si sono macchiati di un crimine molto grave. Se volevano che ad affondare fosse solo la nave, avrebbero potuto dar un’orario più ampio per l’esplosione. E’ una strana coincidenza che la mina sia esplosa con così poco scarto (14 minuti). Avesero alemnotnuto un’ora di forbice.

  22. Matteo Apollonio ha detto:

    W l’Italia!!

  23. Matteo Apollonio ha detto:

    Che cocoli… Scambieve i numeri dei..

  24. effebi ha detto:

    dimaco, ma non ti sembra che siamo TUTTI E DUE… un pò OT da un bel pezzo ?
    solo un pochino eh, sai, lo dico per te, io sto già in castigo dietro la lavagna

    comunquei si, hai ragione tu… più o meno su tutto.

  25. dimaco ha detto:

    Voio solo quel de sua sorela. 😛

    ATornando in thread, non credo che un museo sulla Trieste austriacasia molto ben accetto.. Credo che porterebbe lagentea farsi alcune domande piuttosto scomode.Comincerebbero a chiedersi come mai Triete era uno de maggiori porti europei,dove si costruivano navi da guerra di tonellaggi elevati (e non solo), città multiculturale ecc sia diventata quello che è oggi e ch casualmente il suo declino sia cominciato proprio nel 1918 dopo il passaggio all’Italia. Sono domande che la gente si farebbe, ma il problema maggiore per qualcuno sarebbe dare le risposte

  26. kaiokasin ha detto:

    Tornando al tema.
    Museo Henriquez e Museo di Storia naturale sono stati confinati in periferia (dietro la ex-fiera dove un turista non arriverà mai). Non era meglio concentrare nei magazzini del Porto Vecchio (che non sono facili da utilizzare per altri scopi) tutti questi contenitori, in un unico Polo museale?
    E le residenze in Porto Vecchio sì o no?
    C’è il rischio di speculazioni, ma d’altra parte le residenze mantengono la vitalità del posto (e almeno si mette gente danarosa ad abitare lì, con vista mare, invece di massacrare costiera e carso).
    Che dite?

  27. sergio ha detto:

    @ a Luigi il veneziano, la flotta fu data alla Serbia già il 18 di ottobre, (per gli increduli mi trovo in possesso del proclama originale) fu affisso un placato, dove scriveva che tutti gli ufficiali sottufficiali e marinai, potevano rimanere sotto la nuova bandiera, gli ufficiali e sottuficiali che optavano per rimanere sarebbero stati elevati al grado superiore, il proclama fu firmato da un tenente di vascello certo Method, dunque i servizi segreti italiani che oltretutto erano alleati alla Serbia non dirmi che non sapevano nulla?, quando Paolucci e Rossetti entrarono nel porto di Pola si stava festeggiando la fine della guerra da parecchi giorni, minarono la nave in tutta tranquillità, quando emersero furono avvistati dai marinai della Viribus Unitis, che li presero a bordo, non rispondendo alle domande di cosa facevano furono rinchiusi in una cella, siccome le cariche dovevano scoppiare ad un ora determinata, sapendo di dover affondare pure loro essendo rinchiusi nelle celle, fecero chiamare dai marinai il comandante della nave Contrammiraglio (croato) Vukovic Janko, che appresa la notizia dette subito l’ordine di sgomberare la nave, fece inbarcare Rossetti e Paolucci su una scialuppa che li sbarcò a terra, dove scamparono ad un linciaggio, il comandante della Virubus Unitis morì nello scoppio, Il Paolucci e il Rossetti ritornati in patria presero la medaglia d’oro al valore, e furono nominati senatori, do’ ragione in pieno a DIMACO, ben sapendo la storia il comando italiano non voleva che la flotta andasse alla Serbia o SHS, dopo l’armistizio la flotta fu spartita ai paesi vincenti

  28. sergio ha detto:

    @ a Kaiokasin quoto, se il porto è stato lasciato in queste condizioni e per la deficienza dei nostri politici, e per qualcuno che logicamente speculerà, case per siuri e marine con costi alti, dove poche barche verranno, visto gli altri ormeggi con tanti posti liberi

  29. ufo ha detto:

    Per chi volesse approfondire quanto e come Trieste sia cambiata segnalo la recentissima uscita di “Metamorfosi etniche – I cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e in Istria. 1914-1975” di Piero Purini. Non è esattamente un libro da comodino: piuttosto un mattone zeppo di dati, numeri e statistiche. Valido, lo raccomando.

  30. matteo ha detto:

    la storia di trieste è scomoda per l’italia

    basta vedere come è trattato il museo della guerra e della pace, un gioiello che è invidiato da tutto il mondo

  31. Macia ha detto:

    Fare un porto nuovissimo in Porto Vecchio non si può, dati i nuovi standard di navigazione: lì i fondali sono troppo bassi e sarebbe necessario costruire moli e banchine per la movimentazione dei container, cosa che, di fronte a piazza Unità, la sconsiglierei. Io sarei per la piena integrazione della zona nel tessuto urbano, con musei, negozi, caffè e residence panoramici.

    Chissenefrega di come fu affondata la Viribus Unitis. Non c’entra niente con il post. Comunque, i due proiettili ai lati del Faro della Vittoria, sono suoi.
    Sapere che oggi il più grande museo della marina militare austro-ungarica è a Cittanova (Cittanova!!!) fa un po’ ridere.

    Il Fecia di Cossato ci starebbe bene. Ma vi prego di non dire che non si vogliono strumenti di guerra e morte: anche la Viribus Unitis lo fu.

  32. matteo ha detto:

    cmq riguardo al porto, ma siamo sicuri che possono farlo? da iltuono sembra di no

  33. Macia ha detto:

    @Ufo: ho un ptregiudizio nei confronti dell’editore…

  34. Bibliotopa ha detto:

    In effetti, il Porto vecchio come porto già negli ultimi tempi austroungarici veniva considerato insufficiente credo proprio per i fondali e non per nulla stavano preparando il porto nuovo.

  35. matteo ha detto:

    ma il porto è tutto in declino non solo il porto vecchio

  36. dimaco ha detto:

    sergio concorda con me, è adirittura d’accordo. Mi sa che cadrà 1 metro di neve.

  37. piero visc'iada ha detto:

    è inutile che si affannino con questi progetti che lasciano il tempo che trovano, koper-capodistria resterà sempre un tratto avanti, l’italia non ha mai fatto nulla per trieste

  38. Rupel ha detto:

    a proposito di Viribus Unitis
    mio nonn ha fatto il servizio militare per 9 anni nella marina AU e per due anni propio sulla Viribus Unitis. Lui era sempre mnolto orgoglioso di ció, tutte le volte che avevamo visite, lui sempre mostrava le foto in divisa da marina AU con il grado di Oberstabsbootsmann

  39. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ sergio
    La flotta A/U fu data alla Serbia il 18 ottobre? Questo sovverte decine di migliaia di pagine scritte sull’argomento, e costituisce una novità incredibile! Quali sono le prove, per favore? E spiegami un’altra piccola cosa: come mai nei bollettini di guerra del Regno di Serbia non c’è scritto niente?

    Infine, perdonami: non ti pare una cosa incredibile che la cessione di un’intera flotta sia stata ordinata da un tenente di vascello, e cioè da uno dei più bassi gradi della marina da guerra A/U?

    Dài sergio: un minimo di logica!

    @ dimaco
    E’ perfino divertente leggere i tuoi patetici tentativi di raccontare delle panzane come fossero delle verità, oltre a ciò perfino ridicole. Secondo te, un comandante di una nave al quale è detto che una mina è a bordo, fa rientrare l’equipaggio a bordo perché chi l’ha messa gli ha fornito un orario sbagliato? Ragiona con la tua testa, e cerca almeno di raccontare delle cose un minimo logiche!

    Infine, almeno cerca di leggere almeno un paio di paginette prima di scrivere delle boiate pazzesche: la Tirpitz venne affondata a seguito di un attacco aereo britannico. Dei 1.700 membri dell’equipaggio, ne morirono 1.058, compreso il suo comandante. Era il 12 novembre 1944.

    L.

  40. Luigi (veneziano) ha detto:

    @sergio

    Per cortesia, evita di raccontar frottole: il 18 ottobre la flotta venne ceduta alla Serbia, e nei bollettini di guerra serbi non se ne parla? Oltre a ciò, secondo te un tenente di vascello poteva avere il potere di firmare la cessione della flotta? Ragiona!

    @ dimaco
    Per cortesia, basta balle. Te ne dico solo una: la Tirpitz fu affondata a seguito di un attacco aereo inglese. Dei 1.700 marinai a bordo, ne morirono 1.058, compreso il comandante. Era il 12 ottobre 1944.

    Studia qualcosina, cribbio!

    Luigi (veneziano)

  41. dimaco ha detto:

    luigi, piccolo cenno storico. le carchefurono msse dagli inglesi, non produsero molti danni, però quelli che ci furono impedirono lla nave di governre. L’attacco aereo fu fatto molto più avanti. Per la cronaca storica, tentarono più volte di affondarla tramite attacchi aerei, ma veniva regolarmente coperta dalla cortina fumogena di protezione. Gli inglesi usarono le tollboy per affondarla, perchè nessuna delle altre bombe era in grado di produrre danni , se on superficiali, alla gemella della Bismarck. Tentarono di affondarla per mesi senza riuscirci.

  42. dimaco ha detto:

    Io invece trovo ilò tuo revisionismo storico oltremodo irritante. Qualsiasi cosa sidica sulle porcherie fatte dagli italiani tu rivolti la frittatta. sempre e comunque. Te lo dico una volta per tutte: la leggenda di italiani brava gente è una emerita cazzata. E non si riduce allasola 2 guerra mondiale, o almeno alla favoletta che viene raccontata per cercare di salvare la faccia. Secondo te gli italiani hanno solo subito torti e ingiustizie e non hanno catto nulla per meritarselo. la miaopinione sul museo della marina austiraca o sulla città in tempi austoungarici mipiace, ma è anche vero che nessuno desidera mostrare (omeglio spiegare) pubblicamente lo sfacelo e la distuzione economica di una città solo per meri scopi propagandistici. Tu come rispodneresti alla domanda:
    “Ma se trieste era un città cosi bella e sino al 1918 qui si lavorava, si costruivano navi, si movimentavano merci per miliardi (attuali) e adesso è un miracolo se attraccano 10 navi al mese,come mai adesso è un letamaio, come mai il porto non esiste più 8manco buoni di finire i lavori iniziati da altri), come mai tutto e ridotto a ramengo?”

    voglio proprio semntire cosa risponderesti a uno che ti fa una domanda simile. Veramente.

  43. ufo ha detto:

    @ Macia: si, ho avuto quest’impressione seguendo i tuoi commenti… Contenta tu.
    Non mi esprimo, comunque, sull’editore – ho letto libri molto validi pubblicati da quella casa (compreso “La regione inventata”), ma certo non conosco tutto il catalogo. Suppongo anche da loro ci saranno cose buone e patacche. Io mi limito a parlar bene di questo specifico titolo (dopo averlo letto, va specificato – ho notato che non tutti da queste parti seguono tale regola).
    Sempre sulla stessa falsariga consiglio agli amanti del genere “poche ciacole e sai numeri” anche “Tržaško prebivalstvo v 18. stoletju – priseljevanje kot gibalo demografske rasti in družbenih sprememb” di Aleksej Kalc, come a dire lo stesso argomento spostato nel Settecento. L’editore è Annales Koper – almento questo ti va bene?

  44. Lasko ha detto:

    Il porto vecchio fu oggetto di contestazioni fin dalla suo progetto (grossomodo una copia del porto di Marsiglia), veniva giudicato troppo costoso, poco capiente, con dei bacini troppo stretti e fondali bassi. Leggende parlano di mazzette e interessi poco limpidi.
    Le critiche si dimostrarono tutte corrette e si dovette passare in fretta e furia a costruire il porto nuovo. Chi pensa che si possano portare traffici nel porto vecchio senza demolire tutto, dragare i fondali e costruire un “tubone” autostradale di collegamento e quantomeno male informato.

  45. Lasko ha detto:

    Il porto vecchio fu oggetto di contestazioni fin dalla suo progetto (grossomodo una copia del porto di Marsiglia), veniva giudicato troppo costoso, poco capiente, con dei bacini troppo stretti e fondali bassi. Leggende parlano di mazzette e interessi poco limpidi.
    Le critiche si dimostrarono tutte corrette e si dovette passare in fretta e furia a costruire il porto nuovo. Chi pensa che si possano portare traffici nel porto vecchio senza demolire tutto, dragare i fondali e costruire un “tubone” autostradale di collegamento e’ quantomeno male informato.

  46. Tergestin ha detto:

    La domanda de Dimaco xe legittimissima.
    Tanto xe vero che ne zonteria tante altre vizin, tipo:

    “Come mai apena xe rivada l’Italia nel ’18 le navi veniva fate costruir e salpar per Genova? Come mai se iera terre “italianissime” xe stadi allontanadi tuti i funzionari austriaci e sloveni, specie quei che no ga acetado de italianizzarse? Come mai i Triestini xe emigradi in massa proprio quando xe tornada l’Italia nel ’54? Perche’ per lori no iera case e lavor e per altri si’? Perche’ ogni iniziativa de portar soldi e aprir industrie dei angloameircani iera sistematicamente boicottada da Roma? Perche’ durante le elezioni del ’49 e ’52 ghe xe stadi brogli, accertadi e smaccadi, da parte della DC nazionalista? Perche’ a tutt’oggi i politici Triestini glissa abilmente qualsiasi domanda sull’internazionalizzazion VERA E UNICA POSSIBILE del nostro Porto?” E podessi andar avanti fino a far notte, queste xe solo le domandine piu’ semplici. Ma tanto qua te riva le solite risposte sarcastiche da parte dei soliti elementi.

  47. Luigi (veneziano) ha detto:

    E invece sai qual è la vera storia della Viribus Unitis? Gli italiani avvisarono il comandante Vukovic, che ordinò l’evacuazione della nave. Ma visto che l’esplosione non aveva luogo, allora i marinai tornarono alla spicciolata a bordo. Fino a quando alle 06:44 avvenne effettivamente l’esplosione. Paolucci e Rossetti erano a bordo, ma riuscirono a salvarsi dopo aver chiesto il permesso (!!!) al comandante di gettarsi in acqua. Permesso accordato con stretta di mano.

    Degli oltre 1000 marinai della Viribus Unitis ne morirono circa 300, e già questo fa capire come tutta la tua ricostruzione sia una balla cosmica.

    Fa’ un po’ il confronto con i “buoni inglesi”: sulla Tirpitz morirono in 1058 su 1700, mentre sulla Viribus Unitis morirono in 300 su 1000.

    Infine, è da ricordare che i perfidi Paolucci e Rossetti devolsero l’enorme premio in denaro ricevuto dal governo italiano alla vedova di Vukovic, del quale parlarono sempre in termini estremamente positivi e cavallereschi.

    Leggi un po’ di libri, ragazzo mio, prima di parlare di storia…

    L.

  48. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ tergestin

    Prova ad immaginare qual è la risposta: Trieste era diventato uno dei porti più importanti d’Europa essendo il porto principale dell’Impero Austriaco.

    L’impero Austriaco non c’è più da cent’anni, e non esiste più il monopolio per legge a favore di un porto solo. Per cui, ragazzi, questo significa che bisogna MUOVERE IL CULO senza aspettare che la pappa arrivi dal cielo.

    Ovviamente lo stesso vale anche per la mia Venezia, che soffre della stessa identica malattia di Trieste: tutto è dovuto, e come si stava bene duecento anni fa.

    Sveglia!

    L.

  49. sergio ha detto:

    caro Luigi ti rispondo subito

    sergio
    La flotta A/U fu data alla Serbia il 18 ottobre? Questo sovverte decine di migliaia di pagine scritte sull’argomento, e costituisce una novità incredibile! Quali sono le prove, per favore? E spiegami un’altra piccola cosa: come mai nei bollettini di guerra del Regno di Serbia non c’è scritto niente?
    le prove come ho scritto sopra io le ho, ho un manifesto del 18 ottobre 1918 dove riporta l’arruolamento dei ufficiali sottufficiali e marinai dell’ex marina austriaca, il Method Tenente di vascello era incaricato dell’arruolamento
    Infine, perdonami: non ti pare una cosa incredibile che la cessione di un’intera flotta sia stata ordinata da un tenente di vascello, e cioè da uno dei più bassi gradi della marina da guerra A/U?
    o io ho scritto male o tu hai capito male, se io ho il foglio originale dell’arruolamento datato 18 ottobre 1918, vuol dire che qualcuno aveva dato l’ordine al tenente di vascello Method di farlo stampare, e di affliggerlo, ed occuparsi degli arruolamenti per questo mi pare basti un tenente di vascello o ci vuole un ammiraglio? spero di essere stato esauriente, ti faccio sapere che ho una collezione di documenti e reperti di ogni genere tutto riguardante la marina austriaca, e se avessi letto il libro diario di Paolucci e Rossetti loro dicono che sono stati portati a riva con una scialuppa ho anche questo libro originale dell’epoca saluti sergio

  50. sergio ha detto:

    @ Luigi
    Ovviamente lo stesso vale anche per la mia Venezia, che soffre della stessa identica malattia di Trieste: tutto è dovuto, e come si stava bene duecento anni fa.

    non dirmi che sei anche tu uno dei nostalgici Austriaci

  51. sergio ha detto:

    @ Luigi

    L’impero Austriaco non c’è più da cent’anni, e non esiste più il monopolio per legge a favore di un porto solo. Per cui, ragazzi, questo significa che bisogna MUOVERE IL CULO senza aspettare che la pappa arrivi dal cielo.
    Hai ragione ma
    con questi politici di oggi e mettiamo anche quelli di ieri a Trieste ????

  52. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ sergio

    La “storia ufficiale” (per così dire) della Marina Austroungarica nella Grande Guerra è stata scritta negli anni ’30 del secolo scorso da un grandissimo storico navale, che si chiama Hans Hugo Sokol, in quattro volumi tradotti in lingua italiana dalla Libreria Editrice Goriziana nel 2007.

    Io possiedo quest’opera.

    In nessun punto dell’opera si parla della cessione della flotta al regno serbo. Solo l’Imperatore avrebbe poturo dare ordine di cedere la flotta, e tutti gli atti di Carlo I sono pervenuti a noi in originale. Non esiste nessun atto di cessione al regno dei Serbi. Il decreto di consegna della flotta agli jugoslavi venne firmato da Carlo I – così afferma Sokol – il 30 ottobre dopo essersi consultato telefonicamente con Andrassy. Ma l’imperatore aveva firmato – è sempre Sokol a parlare – sul presupposto che gli jugoslavi rimanessero FEDELI alla Corona! Giammai era sua intenzione cedere la flotta ad uno stato estero.

    Ripeto: questa è la storia UFFICIALE della Marina Imperiale, scritta da uno dei più famosi storici militari A/U su incarico della Lega Navale Austriaca!

    Il Comando della flotta, quelli della Piazza marittima di Pola e del Golfo di Cattaro, nonché i comandanti militari di Trieste, Fiume e Sebenico, ricevettero l’ordine di consegnare la flotta via telegramma, spedito alle 20:30 del 30 ottobre, poche ore prima che i marinai italiani partissero per Pola.

    Il giorno dopo venne preparato il protocollo di cessione della flotta, e formalmente la flotta venne consegnata alle ore 16:45 del 31 ottobre. Circa alla stessa ora, Rossetti e Paolucci salpavano per Pola.

    Se mi fai avere il testo del 18 ottobre, posso cercare di spiegare di cosa si tratti.

    Certo è che gli ordini di arruolamento addirittura di una nuova flotta nazionale non possono provenire da un tenente di vascello, a meno che non si parli di un arruolamento a livello di località singola (nemmeno di distretto o di capitaneria: per quello ci vuole un ufficiale di grado superiore).

    Non sono per nulla un nostalgico degli austriaci: nonostante a Venezia e nel Veneto gli austriaci siano stati i padroni per circa sessant’anni, a differenza che a Trieste nessuno li ricorda con affetto o nostalgia. Qui erano degli affamatori, e portarono molta guerra, molti morti e molta povertà.

    L.

  53. matteo ha detto:

    muovere il culo?

    a si e come? per quello che so non è mica che vai, salve voglio fare questo e quello per il porto, ti mandano a quel paese, noi non contiamo nulla, vedi il prg secretato

  54. matteo ha detto:

    cmq per dare man forte a sergio, la storia la conosco e ho letto anchio la stessa identica cosa, non ho documenti ma

    Quando verso l’autunno del 1918 la situazione bellica si dimostrò ormai irrimediabilmente compromessa per l’Austria-Ungheria, nel tentativo di scongiurare il disfacimento del proprio impero l’imperatore Carlo I decise di cedere l’intera Kriegsmarine allo Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi appena costituitosi. A pochi giorni dalla fine della guerra, il 31 ottobre, l’ammiraglio Horthy consegnò quindi la flotta ancorata a Pola agli ufficiali del nuovo stato jugoslavo. Lo stesso giorno la Regia Marina, vista la generale volontà dello Stato italiano ad opporsi alla nascita di uno stato jugoslavo che avrebbe potuto frenare lo slancio espansionista italiano, si decise a svolgere un’azione che era stata minuziosamente preparata fin dalla primavera dello stesso anno: due ufficiali italiani, Raffaele Paolucci e Raffaele Rossetti, a bordo di uno speciale ordigno chiamato “mignatta”, riuscirono a penetrare nel munitissimo porto di Pola superando indisturbati tutte le difese e minarono la chiglia della nave ammiraglia austro-ungarica, la Viribus Unitis, facendola affondare all’alba del 1º novembre 1918 in quella che divenne pubblicizzata come l'”Impresa di Pola”.
    http://it.wikipedia.org/wiki/K.u.k._Kriegsmarine

  55. Tergestin ha detto:

    “Muovere il culo”…..?
    Anca si’, ma presumo che questo sia nele man e nei poteri dela nostra classe dirigente, politica e amministrativa. Comunque, per chi no lo gavessi ancora capido, ‘sto Portocitta’, se tuto va ben sara’ un flop. Se tuto va mal, xe un dei colpi piu’ duri al cuor dela nostra economia, dato che pode’ imaginar la speculazion edilizia che sta per piombarghe sora, in barba ai trattati internazionali.

  56. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Ma tu hai letto o no quello che hai riportato? Quello che hai riportato SMENTISCE al 100% la “teoria” di sergio, che invece afferma che il 18 ottobre (notare la data!) la flotta venne ceduta al Regno di Serbia (notare il nome del regno!).

    Nella voce di WP si dice invece la stessa identica cosa che ho detto io, con un’unica GROSSA differenza. Secondo Sokol l’imperatore non aveva intenzione di cedere la flotta a un neocostituito stato, ma a un “comitato” che rappresentava i popoli slavi sotto il suo dominio, convinto che questi rimanessero fedeli alla Corona.

    Ripeto per la terza volta: non sono IO a dirlo, ma Sokol.

    L.

  57. mutante ha detto:

    ma cosa c’entrano sti segoni storici con il porto?!

  58. matteo ha detto:

    e a sua volta io ho letto altri che dicevano altro

  59. mutante ha detto:

    fondamentalmente è un progetto privato nel quale, buono o cattivo che sia, i cittadini non hanno voce in capitolo. senza roba faraonica, che fa sempre il gioco di chi specula, basterebbe riaprire le aree alla città.

  60. sergio ha detto:

    @ a Luigi

    Ma tu hai letto o no quello che hai riportato? Quello che hai riportato SMENTISCE al 100% la “teoria” di sergio, che invece afferma che il 18 ottobre (notare la data!) la flotta venne ceduta al Regno di Serbia (notare il nome del regno!).

    Luigi io suppongo che la flotta venne ceduta alla Serbia, questo anche comferma un po’ l’impresa di Paoletti e Rossetti, l’Italia non voleva che Carlo cedesse le navi, anche per non avere nemici potenti sul mare confinante, anche se l’Italia e Serbi erano alleati. Il manifesto come gia’ scritto è di quelli che si incollavano sui muri, è scritto in serbo-croato, e la data confermo è 18 ottobre, anch’io mi sono meravigliato come mai il controspionaggio italiano non avesse avuto notizia di questo fatto, anch’io avevo i 4 volumi in italiano poi imprestati a un veneziano certo Davide Samuelli e mai ritornati, ho anche l’edizione italiana tradotta dal ministero della marina italiana, e l’edizione in tedesco con le cartine il manifesto l’ho in qualche scatolone in soffitta, l’avevo imprestato una ventina di anni e forse più al museo di Pirano per una mostra

  61. Luigi (veneziano) ha detto:

    Davide? Roba da matti! Io lo conosco!

    L.

  62. sergio ha detto:

    o forse il manifesto era indirizzato a questo famoso comitato, bisogna saper che l’ammiraglio Horty nominato da Carlo era sempre il comandante della marina KuK, Carlo purtroppo aveva ritenuto di fidarsi di lui, cosa completamente sbagliata la storia insegna), in ogni caso io penso che la marina italiana sapesse di questo accordo e mando’ Paolucci e Rossetti, quando già si trattava l’armistizio, gesto che non ho mai approvato saluti sergio

  63. sergio ha detto:

    l’ho rivisto dopo parecchi anni un mese fa’ spero che mi ritrovi i libri che gli servivano come saprai per ricercare i relitti delle navi affondate in Adriatico

  64. sergio ha detto:

    @ Luigi non gli avrai mica comperati da lui???? eh eh eh

  65. Luigi (veneziano) ha detto:

    No: li ho comprati a Trieste. Ma ho visto la sua collezione di reperti navali.

    L.

  66. Bibliotopa ha detto:

    Attenzione: fra ottobre e novembre 1918 c’erano due gruppi SHS: da una parte un Comitato degli Sloveni, Croati, Serbi( in quest’ordine!) ma non i Serbi del regno di Serbia, ma i Serbi abitanti nella regioni dell’impero: questo era costituito da cittadini dell’impero austroungarico che si stava disgregando, e facevano parte dei vari Comitati delle nazioni oppresse, se non erro, quindi un pezzo dell’Impero che si stava sfaldando. Dall’altra parte c’era il Regno di Serbia, alleati dei vincitori della guerra, con immagino Croati, sostenitori dello jugoslavismo, cioè dell’unione degli Slavi del Sud. I primi uscirono dalla guerra non come sconfitti ma come nazioni oppresse e quindi liberate e in novembre e dicembre se non mi sbaglio si fusero coi secondi, creando lo Stato dei Serbi Croati Sloveni ( in questo ordine), che poi diventò il regno di Jugoslavia. Ovviamente l’imperatore Carlo intendeva cedere la flotta al primo gruppo, non al regno di Serbia.

  67. Bibliotopa ha detto:

    Scusate.. si parlava del Porto Vecchio..

  68. stefano (romano) ha detto:

    BASTA OT, please.
    Speculazione o no mejo qualcossa che niente. e cmq una mia idea di Trieste e del porto vecchio ce l’ho da tempo ed è questa: http://www.guiarte.com/barcelona/que-ver/el-viejo-puerto.html

  69. Dario Predonzan ha detto:

    Sicuramente Barcellona è un ottimo modello per il Porto Vecchio di Trieste, come lo è anche Amburgo (e non solo).
    L’importante, però, è disporre di uno strumento urbanistico serio e lungimirante per quell’area: cosa che purtroppo a Trieste non c’è. Le destinazioni d’uso previste dalla tanto strombazzata variante per il Porto Vecchio sono le più varie e contraddittorie: per di più è prevista una sorta di autostrada urbana che lo attraverserebbe longitudinalmente e – ciliegina sulla torta – dentro il P.V. sono previsti qualcosa come 8.500 (!) posti auto. L’ideale per la “riqualificazione sostenibile” di un pezzo di città proiettato verso il XXI secolo, no?

  70. brancovig ha detto:

    Parcheggi in porto vecchio

    Bhe dipende

    se poi da li

    i) si fanno partire servizi a circolare di trasporto pubblico (modello ring)

    ii) piste ciclabili

    iii) si chiude il centro al traffico

    iv) si tolgono parcheggi dal centro (san giusto e le rive come parcheggi all’aperto sono obbrobi)

    v) li si concentrano i servizi per i turisti

    potrebbe non essere male

  71. Dario Predonzan ha detto:

    Ma nella variante del Porto Vecchio non c’è nulla di tutto ciò, come non c’è nel piano regolatore comunale e nel piano del traffico (che non esiste, salvo quello del tutto obsoleto degli anni ’90)…

  72. Luigi (veneziano) ha detto:

    Porto Vecchio come Barcellona?

    Guardiamo cosa hanno fatto:

    http://www.goolliver.com/port-vell-il-porto-vecchio-di-barcellona/10710/

    http://www.aviewoncities.com/barcelona/portvell.htm

    http://www.marinaportvell.com/es-page.php?id_pag=1

    La massima attrazione del Porto Vecchio di Barcellona è il mega-acquario. Ora, se ricordiamo le chilometriche discussioni sul Parco del Mare di Trieste (che qui veniva aborrito dai più) mi domando: se fosse nell’area di Porto Vecchio a TS, allora andrebbe bene a tutti?

    Oltre a ciò, mi permetto di ricordare che Barcellona ha 1,6 milioni di abitanti (TS 208.000), e che gli interventi sul suo Porto Vecchio sono stati fatti nel 1992, in occasione delle Olimpiadi, con un costo complessivo pari a qualche miliardo di Euro.

    Chi pagherebbe, a Trieste?

    L.

  73. Julius Franzot ha detto:

    2 giorni fa ero a Amburgo e,in mezza giornata di pausa, mi sono guardato bene la “Stapelstadt” (= magazzini del porto vecchio). L’ area (un’ isoletta sull’ Elba)è circa 1/3 più grande dell’ area corrispondente a TS ed è solcata da canali, che una volta servivano per portare le merci fino ai magazzini. L’ utilizzazione prevalente della zonaè un misto di 80% di uffici di imprese interessate alporto e 20% di approdi privati e qualche locale (ristoranti).Ci sono passerelle pedonali che uniscono tra loro gli edifici.
    Bene, si dirà, questo si può fare anche a TS… Ma io vedo una macroscopica differenza: il porto di Amburgo (quasi solo container) è immenso, con un traffico enorme e pertanto moltissimo da fare in quegli uffici. A TS non esiste una mole di lavoro tale da poter giustificare i magazzini del Porto vecchio trasformati in uffici.Poi, a Amburgo la zona dei magazzini è praticamente in semicentro, attorniata da canaletti e da approdi (disordinati e non belli) per piccole barche. Aggiungiamo il climadi Amburgo, perennemente o piovoso o ventoso, e ci si rende conto che quell’ area non ha nessuna possibilità di avere una valenza turistica.
    Trieste invece: non ha lavoro per uffici legati al porto, in quanto quasi non ha un porto attivo, ha la zona dei magazzini situata direttamente sul mare,in una zona panoramica, ha un clima non certo da Riviera, ma di molto migliore delle piogge continue di Amburgo. Quindi,io ci vedrei bene quel parco, magari conpasseggiata a mare fino a Barcola, una piscina coperta e una scoperta (in stile consono all’ ambiente), locali per mangiare e bere in riva al mare (che quasi non esistono ora), e qualche magazzino adattato a museo (il Revoltella ha le cantine piene di materiale di pregio, ma non ha postoper esporlo) o a locale storico con impronta marinara (come Sydney).
    Le 4 navi che ancora partono e arrivano stanno benissimo al Porto Nuovo e non hanno bisogno di un Porto Vecchio, legalmente inagibile ai camion!

  74. stefano (romano) ha detto:

    Gli ultimi 2 commenti mi fanno capire che se una città nn ha almeno 1 milione d’ab nn ha diritto a un piano che preveda l’investimento in una nuova zona della città da convertire? E allora come si fa a crescere, ad essere attrattivi?

    il caso di Barcellona in realtà nn ha riguardato solo il port-vell nella riconversione ma (io nel 92 ci sono stato) la città in TUTTA la sua completezza. Funicolari e spiagge comprese.

    Se un intervento dei privati (e chi se no!) riesce a portare una minima parte di quel progetto da noi, allora la città ci guadagna almeno in respiro turistico. Se poi (come paventato da molti) si tratta solo di una speculazione immobiliare, allora si rischia davvero un porto S.Rocco in dimensioni raddoppiate. Anche in qs ipotesi forse meglio un quartiere rimesso a nuovo che magazzini pregiati pieni di topi!
    Chi si è informato su qual è il curriculum di Maltauro, Rizzani De Eccher, Sinloc?

  75. stefano (romano) ha detto:

    Scopro ora che Maltauro ha costruito uno dei 2 centri commerciali vicino a casa mia (300m)
    http://www.trivago.it/fiumicino-88284/shopping/market-central-da-vinci-884295/immagini
    http://www.mcdavinci.com/

    Posso testimoniare che si tratta di uno dei migliori di Roma, che è stato costruito velocemente, che sono state fatte prima le strade e le rotonde (compreso anche un parco con panchine).

  76. Giovanna Rosso ha detto:

    Barcellona come modello? Io farei molta attenzione, visto come i loro efficientissimi architetti postmoderni (che ogni tanto fanno capolino anche in Italia) hanno massacrato il loro Porto vecchio. Quello che mi stupisce poi – e che mi inquieta – è che nelle discussioni recenti non si faccia mai il nome di Antonella Caroli che ha studiato la storia del Porto Vecchio di Trieste e, con Italia Nostra, ne ha garantito la sopravvivenza in toto (caso pressochè unico al mondo) fino ai nostri giorni. Ora questo gioiello architettonico e urbanistico viene consegnato a Maltauro, Rizzani De Eccher, Sinloc e qui non si parla d’altro che di acquari, di rotonde e di panchine..

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