5 Novembre 2009

Fincantieri annuncia una riorganizzazione delle strutture. I sindacati: “Non accetteremo esuberi”.

Monfalcone. Nel vertice di ieri a Trieste con i sindacati, l’Ad di Fincantieri Giuseppe Bono ha annunciato un’«operazione di snellimento» per affrontare meglio la crisi del settore cantieristico. L’obiettivo è quello di evitare doppioni in tutte le strutture, lasciando comunque al loro posto gli impianti produttivi. Non si è parlato di tagli all’organico, ma i rappresentanti sindacali si preparano a opporsi ad eventuali esuberi. Di fatto, Bono ha confermato che da 2 anni non ci sono nuovi ordini, anche se le commesse ricevute  prima non sono state ritirate. Thomas Casotto, segretario provinciale della Fiom di Monfalcone, sottolinea che comunque i lavoratori in cassa integrazione sono destinati ad aumentare: a Monfalcone, entro giugno i cassintegrati saranno almeno 500 dipendenti su 1800.
A livello nazionale, i sindacati parlano già di mobilitazione generale, con proteste rivolte, più che all’azienda, al governo, accusato di non aver garantito interventi di sostegno al comparto come è accaduto in altri Paesi.

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6 commenti a Fincantieri annuncia una riorganizzazione delle strutture. I sindacati: “Non accetteremo esuberi”.

  1. Marcus ha detto:

    Sotto l’articolo che xe uscido su Shippingonline che spiega mejo che Fincantieri sta perdendo il cliente CARNIVAL-PRINCESS CRUISES che sembra che vadi a costruir in futuro le loro barche in Germania.
    Unica cosa che no corrispondi al vero xe quel che afferma Bruno Manganaro, Fiom Genova, ovvero che lo stato tedesco sovvenziona il cantier in question.

    Quote
    http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/armatori_e_cantieri/2009/11/05/AMH4Zz4C-navalmeccanica_fincantieri_esuberi.shtml

    05 novembre 2009
    NAVALMECCANICA
    FINCANTIERI, PIANO
    DI ESUBERI PER IL 2010
    E ora per Fincantieri si parla di esuberi. Sinora esclusi dal novero delle possibilità dall’amministratore delegato Giuseppe Bono, si sono affacciati come un fantasma al tavolo chiesto dai sindacati e svoltosi ieri al quartier generale dell’industria navalmeccanica a Trieste. È l’ultima doccia fredda al termine di giorni difficili. La crisi delle commesse è una realtà che agita i sonni di manager e lavoratori da parecchi mesi, ma la svolta che ha fatto precipitare la situazione è di pochi giorni fa. Carnival, storico cliente dei cantieri italiani, ha aperto trattative con la tedesca Meyer Werft per la costruzione di due nuove navi. La partita sarebbe ancora aperta, ma il rischio che gli italiani si vedano sfilare di sotto il naso commesse milionarie è evidentemente molto concreto.

    Così, al tavolo di Trieste, Giuseppe Bono ha prima detto di essere “ottimista”: «Non abbiamo perso nessuna commessa». Ma, allo stesso tempo, «neppure ne abbiamo acquisito». Risultato (per altro già noto ai sindacati) nel 2010 ci saranno «importanti scarichi di lavoro». Per Costa Crociere ci sono in costruzione ancora solo due navi di qui al 2012. A breve verrà consegnato l’ultimo traghetto a Grimaldi Napoli costruito a Castellammare di Stabia. Rimane poco altro nel settore trainante delle navi passeggeri. Commesse pubbliche, sinora nulla all’orizzonte. E, allora, «non chiuderemo nessun cantiere, ma stiamo studiando un piano di riorganizzazione». A questo punto i sindacati hanno fatto la domanda fatidica: si parla anche di esuberi? E la risposta, secondo quanto riferiscono i presenti al tavolo, è stata sì. È la prima volta che la prospettiva viene presa in considerazione. «Dovevamo aggredire il mercato, il mercato ha aggredito noi» è l’unica battuta, amara, che si lascia sfuggire Sandro Bianchi per la Fiom all’uscita dell’incontro. Preannuncia risposte dure, che però arriveranno solo oggi. La Uil tira in mezzo l’esecutivo: «Se il governo non mantiene gli impegni presi al tavolo della cantieristica, Fincantieri potrebbe essere soggetto a una forte riorganizzazione, che potrebbe mettere a rischio gli attuali assetti occupazionali» spiega Mario Ghini. Tiziano Roncone, per la Cisl, riferisce che «di fatto Bono ha fatto capire che non si batte chiodo: nuove commesse, non ce ne sono. La situazione è molto difficile». L’azienda, interpellata dal Secolo XIX, esclude “al momento” interventi sulle risorse umane. Ma sono tutti e tre i sindacati, con le loro dichiarazioni, a confermare che di riduzione dell’occupazione si è parlato. Il piano è questo: i singoli cantieri contano oggi strutture amministrative separate. Alcune delle attività gestite localmente sito per sito, saranno accentrate. Si tratterebbe, quindi, di un intervento sui colletti bianchi. Ma per ora non c’è nulla di certo. Fincantieri, 9.000 dipendenti, oggi ha in corso un programma di cassa integrazione che coinvolge nei diversi cantieri circa mille persone.

    Bruno Manganaro, Fiom Genova, invoca commesse pubbliche e interventi dello Stato, come quelli tedeschi a sostegno di Meyer Werft: «Proporre anche in questo momento, come fa qualche altro sindacato (la Cisl, ndr.), la strada del mercato finanziario è folle». Camillo Costanzo, Fiom Liguria ricorda il tavolo aperto col ministro Scajola e dice: «Avevano promesso commesse pubbliche subito cantierabili, è un mese che aspettiamo risposta, porteremo i lavoratori a manifestare sotto il ministero». «È impensabile che dopo la crisi vissuta dal settore auto e da quello elettrodomestico, anche il comparto cantieristico corra il rischio di essere lasciato in balia dei mercati» rincara Ghini. Ma Scajola da parte sua, ieri ha parlato di commesse militari da Paesi esteri, ma non di commesse pubbliche. Per una volta, sindacati e Bono potrebbero essere sulla stessa linea nel chiedere al governo nuovo ossigeno.
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  2. effebi ha detto:

    e chi ga dito che el governo tedesco no sovenziona !? xe ovvio che nissun in europa “pol più sovenzionar” ma… xe modo e modo per sovvenzionar….
    e un modo se lo trova sempre (quando se vol, se pol)

    xe de capir come mai, all’improvviso un armator cussì importante, “L’ARMATOR MONDIALE” (american) se rivolgi alla germania e no più all’italia….
    guarda caso proprio quando riva a presidente del america un obama che col nostro berlusca no va proprio d’amore e d’accordo

    xe modo e modo anche per “castigar” i birbantelli che se missia coi russi e coi libici.

    ….ghe vol star in riga… e no far i capricci.

  3. lanfur ha detto:

    Sennò sarebbe ora che i vertici si diano da fare e trovino mercati alternativi alle navi da crociera. Prima di restare col classico cerino in mano.

  4. effebi ha detto:

    penso che la “sudditanza” di Fincantieri a quell’unico armatore sia stata quasi “imposta” dallo stesso, con la “consapevolezza” del sindacato

  5. Marcus ha detto:

    @ effebi
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    e chi ga dito che el governo tedesco no sovenziona !?
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    La cantieristica navale xe un industria che devi render per questo xe normale che i cantieri nel mondo no i vien sovvenzionadi statalmente. Bisogna sottolinear che una cosa xe che lo stato te garantisci un prestito fatto con la banca che devi esser restituido e l’altra xe quando lo stato finanzia a fondo perso come che xe nel caso Fincantieri. Comunque Manganaro sostien una ipotesi che xe impossibile saver, perciò no se la pol nianche affermar.

  6. Marcus ha detto:

    @ lanfur
    Lo stanno già facendo ma no qui de noi!?
    Quote
    http://marinelink.com:80/en-US/News/Article/332414.aspx

    Fincantieri Cantieri Navali Italiani S.p.A is investing and committing more than $40m in 2009-10 facility improvements at its mid-tier United States shipyards, Marinette Marine Corporation (MMC) and Bay Shipbuilding Company.

    The currently approved improvements are the beginning of a five-year $100m plan to modernize the shipyards to support the construction of the U.S. Navy’s Littoral Combat Ship (LCS) and other government and commercial projects.

    “We are honoring the commitment we made when we bought the U.S. yards,” said Giuseppe Bono, Fincantieri’s CEO. “We are not just transferring our experience in designing and building complex vessels. Through these capital expenditures, which also will benefit our other U.S………………
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