“Si può fare.” Lo slogan che ha scelto il Partito Democratico per la campagna elettorale che precede le imminenti elezioni è semplice e diretto.
La trovata propagandistica è stata quella di tradurre la frase nei diversi dialetti italiani, su e giù per lo stivale, per arrivare proprio al cuore di tutti. In ciascuna regione, città, contrada “Si può fare” si è trasformato nella parlata locale.
Anche a Trieste. Lo slogan è diventato “Xe pol far.” Peccato che la traduzione, tre parole appena, sia clamorosamente sbagliata. La versione corretta sarebbe “Se pol far”: il “si” impersonale dell’italiano diventa “se” in triestino, non “xe”, terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo essere.
Lettera diversa e suono diverso. Esse sorda quella di “se”, esse sonora quella di “xe”. Insomma l’errore è abbastanza grossolano e direi imperdonabile: su tre parole sbagliarne una non mi sembra un buon inizio. Il verbo essere poi…
Chissà di chi è la colpa? Da pignolo, forse per deformazione professionale, mi stupisco sempre quando trovo una parola straniera (un nome, una località, un titolo) trascritta in maniera errata. Possibile che non ci sia nessuno a cui chiedere conferma? Possibile che non si controlli prima di mandare in stampa?
Certo oggi c’è il correttore automatico che spesso modifica e “corregge” anche quello che non vorremmo. E poi i responsabili della promozione elettorale del PD non saranno triestini, non avranno avuto un dizionario a portata di mano e hanno trovato più esotica la “x”.
La frase incriminata è stata riportata sulla maglietta lanciata in questi giorni in tutta Italia. Adesso sul sito del PD la frase è corretta: probabilmente perché è scritta in veneziano, che poi in questo caso è come la grafia triestina. Correggeranno anche le magliette?
Mah. A tutti quelli che non si sono accorti dell’errore consiglio le registrazioni della trasmissione radiofonica “Non è mai troppo tardi… nemmeno per il triestino!” di Alessandro Fullin ed Emanuela Grimalda, andata in onda su Radio Rai regionale fino a dicembre. In maniera ironica, e a volte surreale, si può imparare e ripassare il nostro amato dialetto.
ma varda sti qua che zurli… Cmq, ste registrazioni, se le trova de qualche parte sul web?
sia sulle magliette che sul sito ci sono sempre state le due versioni. Una triestina e una veneta. Se le tue osservazioni si basano su quello che ha scritto il Piccolo, vedi di informarti meglio la prossima volta…
e alora xe sbaglià doprar quela veneta.. :-S
Giorni dopo, su NetMonitor ( che mi pare sia da seguire, per chi è interessato alla politica sulla Rete ), …
http://netmonitor.blogautore.repubblica.it/2008/03/01/xe-pol-far-walterloo-e-monty-python-la-satira-dei-blog-ne-ha-per-tutti/