6 Marzo 2024

L’intervista al critico d’arte Giancarlo Bonomo

el sunto L'intervista di Maria Fuchs a Giancarlo Bonomo, critico d'arte e curatore dell'arte presso Società delle Belle Arti

Oggi ho il piacere di intervistare il critico d’arte Giancarlo Bonomo, che ho avuto il piacere di conoscere quando facevo parte del gruppo Movimento Arte Intuitiva.
Noto anche per essere curatore dell’arte presso Società delle Belle Arti e del Circolo degli artisti “Casa di Dante”. Inoltre: Direttore artistico presso Auxilia Foundation, Fondatore presso Movimento Arte Intuitiva, Fondatore presso Eclipsis Style Project, Precedentemente curatore dell’arte presso Van Gogh Alive – The Experience, Precedentemente curatore dell’arte presso Impressionisti Francesi – da Monet a Cézanne, Ex curatore dell’arte presso Palazzo Pepoli Campogrande – Bologna, conduttore televisivo presso Sky, Precedentemente curatore dell’arte presso La Biennale di Venezia.
Tutte esperienze importanti, quale la ha influenzata maggiormente?

Tutte sono state importanti e complementari, pur in modo diverso. La televisione è molto formativa perché impone l’arte dell’improvvisazione anche in situazioni spesso impreviste. La curatela di eventi, invece, insegna il metodo, la costruzione pratica ‘sul campo’ di una offerta culturale che, si spera, possa costituire un valore aggiunto per il pubblico partecipante. Le influenze, dunque, sono molteplici.

Io ho un bellissimo ricordo del gruppo Arte Intuitiva: raggruppava varie attività artistiche. Come è nata e come è finita?

E’ stata una scuola di pensiero, di arte e di vita, nata dalla volontà di pochi di costituire un collettivo di ricerca sulla espressività artistica, ponendo al centro la dimensione superiore dell’Intuizione, che tutti abbiamo. Nacque nel 1996 in un caffè storico di Trieste, ed è proseguita per 20 anni, organizzata in laboratori di formazione. Fummo a modo nostro dei pionieri per l’interazione e la voglia di fare squadra con un pensiero filosofico innovativo. C’erano scambi, proposte, diversità.
Un collettivo che definirei multimediale ‘ante litteram’. Oggi, i tempi sono cambiati e non sarebbe più possibile ricostituire una magia come quella. C’era voglia di fare, di incontrarsi. Oggi i social si sono mangiati tutto, purtroppo.

Che cosa ne pensa del suo noto collega, Vittorio Sgarbi?

L’ho conosciuto proprio ai miei inizi, nel 1993, quando era già famoso. Penso bene come studioso e critico dell’arte almeno fino al’600, dove è davvero competente. Come personaggio televisivo invece, lo trovo diseducativo sotto il profilo pedagogico, specie nell’eloquio troppo disinvolto, diciamo, anche se capisco l’esigenza di fare spettacolo e ascolti. Ma penso ai giovani, e mi pongo il problema di cosa possano assimilare da un certo linguaggio aggressivo e scurrile. Detto questo, ha avuto il grande merito di aver rivitalizzato, a suo modo, l’interesse per l’arte, catturando l’attenzione di tutti, anche dei profani in materia, e di aver recuperato la memoria di molti artisti dimenticati. Il continuatore dell’opera divulgativa di Zeri, senza dubbio. Coltivo comunque tanti bei ricordi di cose fatte assieme, comprese alcune pubblicazioni.

Ora a Roma, c’è la mostra: Un viaggio nell’arte pittorica di Sergio Favotto, alla scoperta dell’inedito progetto decorativo realizzato per la celebre abbazia di Montecassino. Un Cielo nuovo per San Benedetto patrono d’Europa che farà risplendere lo spazio infinito che, dal 1678, fu di Luca Giordano. Oltre alla presentazione del volume: ‘SAN BENEDETTO – affreschi, bozzetti e dipinti per l’abbazia di Montecassino’, con un suo intervento.
Ci spiega meglio?

Non è una mostra, ma la presentazione di un progetto, come ha descritto lei. Abbiamo presentato a Roma un volume contenente le immagini del ciclo di pitture dedicate alle storie di San Benedetto da Norcia (più di mq 450) di Sergio Favotto già realizzate, che sostituiranno gli affreschi di Luca Giordano distrutti nei bombardamenti del 1944. Un progetto ambizioso che attende solo il via libera del Vaticano per concretizzarsi.

Quali sono i suoi prossimi progetti artistici?

Sono molti, principalmente a Firenze, Bologna, Roma, Assisi.
Nell’immediato, una grande mostra concettuale con apparati tecnologici che inaugureremo il 9 marzo presso la Casa di Dante di Firenze, cui tengo particolarmente. Poi, nel corso dell’anno, due eventi multimediali dedicati a Picasso e de Chirico, anche questi con un grande apporto tecnologico.

C’è una domanda che vorrebbe che le fosse fatta?  

Sì. Se sono contento del mio percorso. La risposta è affermativa. Perché, in fondo, avendo coltivato la mia passione, non ho mai lavorato veramente, nel senso di aver ‘subìto’ un altro lavoro che magari non avrei amato in alcun modo.
In questo senso sono un privilegiato.

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