rubrica a cura di Paolo Geri
Giuseppe Tuntar (1882-1940) è stato di gran lunga il principale esponente politico – socialista prima e comunista poi – che il movimento operaio e contadino del Friuli Orientale sia riuscito ad esprimere negli anni a cavallo della prima guerra mondiale. Per circa un ventennio Tuntar è stato uno dei protagonisti dei fatti storici avvenuti non solo nel Goriziano ma nell’ intera Venezia Giulia.
Tuntar nasce in Istria, a Visinada nel 1882, da una famiglia di contadini poveri che, per permettergli di studiare, lo fanno entrare in seminario a Capodistria. Ma la vita del sacerdote non fa per lui e così, terminato il liceo, si trasferisce a Graz per frequentare l’ Università. Nel 1905 entra nel Partito Socialista ed inizia a Visinada – dove nel frattempo è ritornato abbandonando per mancanza di denaro gli studi – la sua frenetica attività politica. Diventa corrispondente del quotidiano socialista triestino “Il Lavoratore” e del periodico di Pola “Il Proletario”. Subito si distingue per il suo inesauribile dinamismo che lo porta a percorrere in lungo ed in largo l’ Istria a tenere riunioni e comizi. Diventa molto popolare anche per le sue qualità oratorie e per l’ entusiasmo che riesce ad infondere nei militanti con i suoi discorsi. Nel 1908 viene eletto segretario dei socialisti istriani, carica che mantiene fino al 1910, quando si trasferisce a Gorizia per ricoprire il posto di direttore alla Cassa Distrettuale per Ammalati da pochi mesi passata sotto amministrazione socialista.
Diventa subito un personaggio scomodo e temuto dagli avversari politici che usano ogni tipo di mezzo per ostacolarne l’ attività: contro di lui vengono pubblicati sui giornali locali articoli di fuoco, spesso gli viene negata la parola nei contraddittori e talvolta gli viene anche impedito con la forza di entrare nelle sale dove si tengono i comizi degli avversari.
Tuntar si conquista subito la simpatia della base socialista: diviene popolare e tutti lo conoscono perchè continuamente si reca nei diversi centri a tenere comizi e a stimolare la costituzione di nuovi gruppi e sezioni di partito. Tuntar è certamente il primo dirigente socialista che nel Goriziano si renda conto dell’ importanza della questione contadina e della necessità di conquistare al socialismo tutti quei lavoratori della terra che il movimento cattolico di monsignor Faidutti riusciva così bene a controllare. Gli anni che precedono lo scoppio della prima guerra mondiale vedono costituirsi la Federazione Socialista Friulana che riesce finalmente a raggruppare tutte le locali organizzazioni socialiste e di cui Tuntar diviene il primo presidente.
Nel maggio del 1910 iniziano le pubblicazioni del settimanale “Il Socialista Friulano” che avrà per molti anni proprio in Tuntar uno dei principali animatori. Lo scoppio della guerra arresta però l’ ascesa del Partito Socialista che nel 1913 alle elezioni della Dieta Provinciale, alle quali anche Tuntar era candidato, aveva ottenuto un indubbio successo raddoppiando i voti. Il periodo bellico è particolarmente duro e doloroso per Tuntar: perde un figlio e si ammala di asma, una malattia di cui non riuscirà più a liberarsi e che in diverse occasioni lo costringerà per lunghi periodi a letto e lo obbligherà anche ad entrare in sanatorio. In quegli anni è sfollato a Trieste e vive in grandi ristrettezze economiche dato che la sua unica fonte di guadagno per mantenere la famiglia è rappresentata dalle poche corone che “Il Lavoratore” gli elargisce per le sue traduzioni in italiano dei bollettini di guerra del comando austriaco.
Solo agli inizi del 1918 Tuntar si ristabilisce e riprende il suo posto di lotta: ben presto riesce ad emergere nella sezione socialista triestina e a distinguersi dai vecchi dirigenti austromarxisti come Pittoni e Puecher per le sue posizioni decisamente rivoluzionarie.
Grande ammiratore di Lenin e della Rivoluzione d’ Ottobre, propaganda la presa del potere nella Venezia Giulia da parte dei lavoratori ed invita il partito a prepararsi a questa evenienza perchè ben presto l’ Impero Austro-Ungarico si sarebbe sfaldato e così si sarebbe potuta proclamare l’ indipendenza della regione che sarebbe stata retta da un governo di tipo sovietico. Su queste posizioni riesce a portare la maggioranza degli iscritti non solo a Trieste ma anche nel Goriziano ed infatti nel 1919 viene eletto presidente sia del Comitato Politico Provinciale di Trieste che di quello di Gorizia. Quello stesso anno, proprio a sottolineare la sua posizione dominante all’ interno del partito, al congresso socialista di Bologna viene eletto nella Direzione Nazionale. Nel “biennio rosso” Tuntar è alla testa delle grandi lotte operaie e contadine.
Nel 1920 aderisce alla frazione comunista e viene delegato al congresso nazionale di Livorno. Il 21 gennaio 1921, assieme a Gramsci, Bordiga, Terracini e agli altri delegati comunisti, è tra i fondatori del Partito Comunista d’ Italia. Quando rientra a Gorizia, dove continua a ricoprire la carica di direttore della Cassa Ammalati subito si attiva per far aderire al nuovo partito i militanti socialisti: nell’ arco di pochi mesi la quasi totalità degli iscritti e delle organizzazioni politiche e sindacali socialiste passano al Partito Comunista d’ Italia. Alla fine di gennaio Tuntar, con un colpo di mano, assieme ad alcuni compagni si impossessa a Trieste della tipografia de “Il Lavoratore” trasformando il giornale in organo del Partito Comunista e divenendone il primo direttore. Alle elezioni politiche del maggio 1921 i comunisti ottengono un clamoroso successo e Tuntar viene eletto deputato, il primo deputato italiano della provincia di Gorizia.
Alla Camera tiene diversi discorsi nei quali difende gli interessi delle popolazioni della Venezia Giulia: porta all’ attenzione del parlamento il dramma dei licenziamenti in massa degli operai dei cantieri navali giuliani e delle disdette inviate ai contadini friulani dal proprietari terrieri. Il suo discorso più famoso, pubblicato poi dal partito in migliaia di copie sia in italiano che in sloveno, è certamente quello che tiene il 20 luglio 1921 quando denuncia i soprusi commessi contro le popolazioni della Venezia Giulia, soprattutto di quelle slave, dalle autorità civili e militari di occupazione. Licenziato dalla Cassa Ammalati rimane privo di qualsiasi fonte di guadagno visto che l’ attività parlamentare allora non era retribuita. I fascisti cominciano a perseguitarlo: viene infatti più volte aggredito, contro la sua casa vengono esplosi anche colpi di pistola e a Cagliari, dove era stato inviato dal partito a tenere comizi, viene ferito gravemente.
Nel 1924 decide di abbandonare Gorizia e cercare migliore fortuna in Argentina. Parte con la moglie ed i tre figli e si stabilisce a Buenos Aires dove, per vivere, si adatta a svolgere diversi mestieri. Riprende il suo posto di lotta nelle file del Partito Comunista Argentino e fonda diversi circoli comunisti e antifascisti italiani. Licenziato per rappresaglia diverse volte, viene anche arrestato. Prima di partire per l’ Argentina, dove morirà nel 1940, era stato avvicinato da un segretario del Presidente del Consiglio Mussolini che gli aveva offerto soldi e lavoro in cambio dell’ adesione al fascismo. Tuntar aveva rifiutato sdegnato.
A chi fosse interessato ad approfondire la biografia di Giuseppe Tuntar consiglio il libro di Luciano Patat pubblicato nel 1989, per conto dell’ Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine, nella collana “Quaderni dell’Istituto”..
giusto per capir la differenza con oggi, gavevo letto che Tuntar, co iera deputato, viaggiava sempre de notte per dormir in treno e risparmiar. Inoltre alle prime sedute del Parlamento, sicome el partito no gaveva soldi e no rivava a pagarghe de dormir, el dormiva letteralmente soto i ponti. Solo più tardi lo ga comincià a ospitar compagni romani.