Un recente commento all’articolo di Marco Barone sulla situazione poco sotto l’apertura delle scuole, ci consente di ricordare gli sviluppi della richiesta di chiarimenti in ordine alla volontarietà dei contributi richiesti alle famiglie dalle scuole, richiesta che è stata inoltrata (ultima di innumerevoli azioni dirette a fare chiarezza) dall’Associazione goriziana Essere Cittadini al ministro Carrozza, alla Direzione centrale istruzione della nostra Regione e alla presidente Serracchiani.
Ha risposto, due mesi fa, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame, ricordando ( ma lo sapevamo già) che “ l’assoluta volontarietà dei contributi in oggetto, l’obbligo di informare e rendicontare alle famiglie i singoli progetti finanziati con tali fondi, a garanzia dei principi di pubblicità e trasparenza, ed anche la possibilità di avvalersi delle detrazioni fiscali di cui all’art.13 della legge n.40/2007” sono stati ribaditi anche di recente da circolari ministeriali e della Regione.
E si sottolinea anche che il Miur ha condannato “comportamenti illegittimi quali subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento dei contributi, configurando per i soggetti che sono responsabili gravi violazioni dei propri doveri d’ufficio, da punire con conseguenti provvedimenti di carattere sanzionatorio e disciplinare.”
Anche la Direzione scolastica regionale “ è intervenuta più volte per rimproverare taluni Dirigenti scolastici colpevoli di comportamenti difformi dalle direttive, al fine di garantire il diritto allo studio e la gratuità del sistema scolastico.”
E quindi? La Direzione comunica che è in fase di avvio un monitoraggio regionale delle scuole per rilevare eventuali violazioni impartite sui contributi delle famiglie.
Perciò dovremmo aver chiarito : chi ritiene di poter contribuire a progetti delle scuole, può effettuare una erogazione liberale, detraendone il 19 per cento dalle tasse ( per l’ampliamento dell’offerta formativa, per l’edilizia scolastica o per l’innovazione tecnologica). I contributi, sempre volontari, per materiale scolastico o per il funzionamento amministrativo, non sono deducibili. Chi non può o non vuole, manderà comunque i figli a scuola e non dovrà né giustificarsi né esibire la propria dichiarazione dei redditi: la scuola pubblica garantisce il diritto allo studio fino alla terza classe delle superiori. Da quel livello d’istruzione in poi si pagano le tasse all’Erario, portandole in detrazione negli appositi righi della dichiarazione dei redditi ( sempre per il 19 per cento).
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