31 Agosto 2012

Festival Vegetariano: parte oggi la rassegna “No impact cinema”

Collateralmente alla parte espositiva del Festival Vegetariano, parte quest’oggi anche “ No impact cinema”, un ciclo di undici proiezioni che esplora le tematiche ambientali ed il rapporto uomo – natura, le problematiche dello sfruttamento delle risorse, le questioni attinenti l’alimentazione umana e l’impatto che le attività di produzione agricola determinano sugli ecosistemi.
La rassegna è realizzata dagli operatori della Mediateca.GO “Ugo Casiraghi” della Provincia di Gorizia, in collaborazione con il Kinemax di Gorizia. Le proiezioni, tutte ad ingresso gratuito, si tengono nella sala 3 del Kinemax. Trovate il programma sul sito www.festivalvegetariano.it.

Tra le diverse proposte segnaliamo, domenica, alle 17.45, il film di Frèdéric Back “ L’uomo che piantava alberi”, premio Oscar 1988 per il miglior film d’animazione, tratto da un racconto famosissimo di Jean Giono. La storia nella sua brevità è di tale perfetta suggestione che moltissimi lettori la ritennero il resoconto di un fatti realmente accaduti agli inizi del secolo scorso, e che il pastore Elzéard Bouffier fosse realmente esistito.
Lo stesso scrittore ritenne di precisare pubblicamente che si trattava di un’invenzione letteraria: un uomo che pianta, poco per volta, 100 mila querce, faggi, betulle in una valle delle Alpi francesi, e trasforma in un paradiso verdeggiante e ricco di acque quella che prima era una terra desolata,inaridita, abbandonata non solo dalle piante ( tranne l’eroica lavanda selvatica) ma anche dagli uomini e dalla loro civiltà. E nella sua opera di creazione il pastore rinuncia persino al suo gregge e preferisce dedicarsi alle api, divine operaie portatrici di vita e fertilità.
Se Elzéard Bouffier è personaggio di fantasia, esiste però un adolescente tedesco che ai giorni nostri ne ripercorre le orme. Il suo nome è Felix Finkbeiner, da solo ha piantato in quattro anni, più di un milione di alberi. Ha anche fondato un’associazione, conosciutissima ovunque, anche in Italia ( mi verrebbe da dire “persino”) che si chiama con sufficiente eloquenza “ Stop talking, start planting “. Emblematica l’immagine dei manifesti che la promuovono: un bambino impedisce ad un adulto di parlare, chiudendogli, con la mano, la bocca. L’obiettivo dell’associazione è quello di piantare un triliardo di alberi in un decennio.
Grazie al sito “ Le parole e le cose”, in un articolo di Daniele Balicco, veniamo a sapere che Finkbeiner è stato ricevuto nel 2010 dall’assemblea dell’Onu. Di fronte alla seduta plenaria del Palazzo di vetro, senza alcuna agitazione, scandendo parola per parola, il tredicenne tedesco ha detto: “Io non mi fido di voi adulti. Parlate e non fate nulla. Per quale ragione, alla mole di analisi e di studi che avete finanziato e state finanziando da decenni corrispondono azioni così irrisorie, se non ridicole, sicuramente inefficaci? State vivendo in una favola che presto si trasformerà in un incubo. È il vostro futuro, ma sarà il mio presente. Non c’è più tempo, svegliatevi”. ( http://www.leparoleelecose.it/?p=1646 )

Concluderà la rassegna “NOIMPACTMAN. L’esperimento di una famiglia ecologicamente corretta nel cuore di New York “, sempre domenica, alle 21: video racconto di una famiglia americana che nel 2006, in un grattacielo di Manhattan, ha provato a vivere senza sprechi, riducendo quanto più possibile le attività che determinano impatto negativo sull’ambiente. L’esperienza ha richiesto un cambiamento radicale della vita quotidiana, a maggior ragione quella che si svolge in una metropoli americana: dall’aria condizionata all’ascensore, dai pannolini usa e getta all’alimentazione preconfezionata in montagne di contenitori di plastica ( difettuccio non da poco anche sugli scaffali dei vegetariani e dei biologici), dai trasporti all’ascensore, dai consumi energetici all’uso di sostanze chimiche e detersivi aggressivi…bene, anzi male, il no impact ormai è impossibile, ma è possibile e assolutamente necessario compiere scelte dirette a ridurre l’impatto delle nostre vite sull’ambiente. Primo nemico da battere: tutto ciò che è stato prodotto per essere buttato via.

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