25 Febbraio 2012

Gorizia: prevista la realizzazione di diciassette alloggi ATER

Diciassette alloggi saranno realizzati dall’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (ATER) della Provincia di Gorizia.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione Territoriale e Lavori Pubblici, Riccardo Riccardi, ha infatti ammesso a finanziamento due interventi dell’ATER isontina, per un importo complessivo di due milioni e 641 mila euro.

Il primo intervento, per una spesa di due milioni di euro, consentirà la realizzazione di otto alloggi attraverso il recupero di un edificio situato in via Formica, 12, a Gorizia.

Il secondo intervento, per il costo di 641 mila euro, permetterà di realizzare altri nove alloggi, recuperando un edificio che si trova in via Pola, 1, sempre a Gorizia.

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11 commenti a Gorizia: prevista la realizzazione di diciassette alloggi ATER

  1. texgiulio ha detto:

    segnalo questo articolo chiedendomi perchè la ditta romana che aveva iniziato i lavori ha smantellato tutto ed ora oggi si legge che ci saranno altri finanziamenti sempre per quei 9 alloggi?

    http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/09/24/GO_04_GOD3.html

  2. Miki ha detto:

    L’edificio di via Pola è un rudere e cade a pezzi. L’altra settimana hanno smantellato l’intera impalcatura esterna e (almeno fatto) pulizia. Hanno portato via anche tutti i materiali da costruzione. Ben venga un edificio nuovo e ristrutturato, ma penso che i tempi reali saranno molto lunghi così anche i costi.

  3. matrix ha detto:

    Alloggi per chi? Le graduatorie per l’essegnazione sono bloccate dall’impugnazione della legge che prevedeva 10 ani di residenza in Italia d cui 5 in Regione. A parità di condizioni e requisiti non riesco a trovare un buon motivo per non dare priorità a chi vive già da tempo nel nostro Paese.

  4. Andrea S ha detto:

    concordo con matrix, priorità agli abbienti italiani! e non è razzismo, è solo che in Italia si tende prima a pensare al prossimo al di la’ del confine, e dopo al vicino di casa che magari non arriva a fine mese.

  5. maria ha detto:

    La ditta romana Staccone che doveva ristrutturare l’edificio di via Pola già ad agosto, si è trovata sul contratto dettagli tecnici che non corrispondevano alla reale situazione della struttura (es. grossezza dei muri) e per non incorrere a cedimenti o ad altri disagi, ha chiesto di ristipulare il contratto, evidentemente ha aspettato che l’Ater decidesse, ma se ha tolto le impalcature, forse non se ne fa niente.

  6. Kaiokasin ha detto:

    4. priorità agli abbienti italiani?! Surreale!

  7. G.B. ha detto:

    esperienza sulla mia pelle: anni ’83-’84 vado all’IACP (così sinchiamava all’epoca) per chiedere di fare domanda per l’assegnazione di un alloggio (all’epoca il mercato degli affitti era proibitivo per qusi tutti con le speculazioni vergognose): l’impiegato mi ha fatto le seguenti domande: sposata?,separata?,con figli?, esule?,profuga?,e per finire (senza offendere nessuno) terrona?. alla mia risposta negativa a tutte le domande l’impiegato mi ha detto: per lei non ci sarà MAI un alloggio (avrei voluto registrare il tutto). Ho ribadito che sono solo una goriziana che ha bisogno di un appartamento a Gorizia!!!
    Se però volevo acquistare ero la prima in lista: ero interessata ma quando mi è stato detto che l’appartamento costava all’epoca 75 milioni e che decidevano loro quale darmi secondo il nucleo familiare e quindi avrei avuto solo un monolocale!!!
    Ho avuto la fortuna di acquistare poco dopo un appartamento di 50 mq + autorimessa in muratura al prezzo di 60 milioni (l’appartamento era solo da tinteggiare!!!).
    Questa è l’Italia.

  8. matrix ha detto:

    Attenzione che l’impugnazione della legge che stabilisce i requisiti in merito alla residenza in Italia e in Regione non vale soltanto per poter ottenere un alloggio ATER ex IACP ma anche per la carta famiglia e tutti una serie di benefit (soldi dei contribuenti).Chi come il sindaco Cosolini (vedi articolo da il Piccolo di ieri) si fa promotore di una rivoluzione del welfare spieghi ai cittadini che a parità di requisiti non si fa distinzione su chi magari in Regione ci è nato e chi dimostra di averci vissuto soltanto durante l’ultimo anno. Credo siano politiche quantomeno irresponsabili che nulla hanno a che vedere con l’integrazione e che si nascondono dietro questi figuri, paladini della difesa dei diritti di tutti..

  9. texgiulio ha detto:

    Alcuni sindaci, vista la sentenza del tribunale di Udine del 2010 che ha obbligato un comune a riconoscere il contributo del Bonus bebè, oltre al pagamento delle spese processuali (sentenza in link) ad un comunitario, ma no residente in regione da 5 anni, forse ritengono sia meno oneroso per le tasche dei cittadini che governano riconoscere il contributo, piuttosto che accolarsi anche le spese legali. Matrix dichiara sulle intenzioni di questi sindaci “Credo siano politiche quantomeno irresponsabili che nulla hanno a che vedere con l’integrazione e che si nascondono dietro questi figuri, paladini della difesa dei diritti di tutti..”. Personalmente li ritengo più che paladini coscienziosi con i soldi dei loro cittadini.

    http://www.asgi.it/public/parser_download/save/tribunale_udine_ordinanza530_2010.pdf

  10. Kaiokasin ha detto:

    Secondo me l’intervento n. 4 è razzista e andrebbe tolto. L’integrazione si fa con i nuovi residenti, altrimenti chi si dovrebbe integrare? I requisiti per l’accesso al welfare devono essere il reddito, la composizione del nucleo familiare, lo stato di salute, ecc. (7. non mi risulta che gli originari delle regioni meridionali abbiano alcuna precedenza). Gli immigrati mica si fermano qua perchè trovano casa o bonus bebè, se non c’è lavoro vanno altrove. E quei pochi che ci sono devono solo pagare le tasse e garantire le nostre pensioni senza avere niente in cambio? Ma perchè mai?

  11. Kaiokasin ha detto:

    Dal bilancio sociale 2010 dell’Ater di Trieste
    http://www.ater.trieste.it/wp-content/uploads/ATER_BilancioSociale_2010.pdf
    risulta che i titolari di alloggi Ater extracomunitari sono 352 su 10.417 (3%). Numeri terrificanti, nevvero?

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