30 Gennaio 2011

Sella Nevea, il Wwf: “Caso esemplare di fallimento della politica sciistica regionale”

Nota stampa del WWF FVG

Sella Nevea, già in crisi dopo il mega investimento sul Sella Prevale, rappresenta davvero un modello esemplare di intervento nel settore sciistico del Friuli Venezia Giulia”: così il Wwf del Friuli Venezia Giulia commenta polemicamente la notizia del flop di presenze registrato dal polo sciistico nostrano ad un anno dal completamento del collegamento transfrontaliero con Bovec.

Un modello, quello seguito a Sella Nevea, nefasto e fallimentare sotto diversi punti di vista.

In primo luogo – fa notare l’associazione ambientalista – l’intervento pubblico prescinde dal rispetto del territorio, anche quando questi presenti valori di eccellenza come attestato – ed è questo il caso – dalla presenza di un sito di Interesse Comunitario (SIC): se non si vogliono esaminare le impressionanti fotografie dell’intervento su sella Prevala (edifici tecnici, piloni e strutture aeree, barriere paravalanghe, spianamenti del suolo ecc.) basterà ricordare infatti che gli uffici tecnici della Regione, pur oggetto di immaginabili pressioni, hanno emanato una secca valutazione ambientale di incidenza negativa. Bene, la Giunta ha aggirato l’ostacolo decretando il pubblico interesse dell’opera: a quel punto la strada alle ruspe e alle mine è stata aperta.

In secondo luogo, a Sella Nevea si misura l’effetto di trascinamento dell’investimento sbagliato: il polo sciistico nasce verso la metà degli anni sessanta in un’area difficilmente accessibile (19 km di strada tortuosa) e a rischio valanghe (memorabile quella del 1976) e già alla fine anni settanta viene definito “indifendibile” da una commissione costituita all’uopo dalla Regione. A meno che, naturalmente, gli investimenti già fatti non vengano difesi da altri e sempre più massicci investimenti: così si impegnano ingenti quantitativi di denaro pubblico per un enorme piano antivalanghe, completato appena nel 2000, per ulteriori piste e ulteriori impianti di risalita (mentre altri, realizzati senza criterio, vengono abbandonati al degrado dopo l’abbattimento di ettari di bosco): l’ultimo, in ordine di tempo, è appunto la funivia di Sella Prevala.A questo punto – dopo l’euforia dell’anno scorso (ma non era quello l’anno zero?) – si scopre che per rendere, eventualmente, redditizio l’investimento, ci vogliono strada di accesso nuova, parcheggio, mega alberghi e infine, ulteriori impianti: una pista da discesa e una nuova seggiovia.

In terzo luogo, si conferma che il cuore dell’investimento in piste e impianti di risalita, di norma in perdita gestionale (specie se funivie), è rappresentato dalla possibilità di far fruttare l’investimento in seconde case: il polo sciistico di Sella Nevea, infatti, nasce in concomitanza con una massiccia e deturpante speculazione edilizia il cui valore di mercato è scivolato nel tempo, inesorabilmente, verso il basso: gli impianti dovrebbero (condizionale) servire appunto a farlo risalire.

In quarto luogo, infine, la realizzazione degli impianti viene fatta senza una seria analisi di mercato, ma soltanto sulla base di pressioni localistiche: posto che gli skipass venduti in tutto il Friuli Venezia Giulia – regione non vocata allo sci da discesa, come ricordano le analisi regionali già a partire dagli anni ottanta – rappresentano meno di un quarto degli ski pass venduti dalla sola Val Gardena, ampliare l’offerta di un polo vuol dire, ispo facto, limitare lo sviluppo di un altro.

Non è casuale che all’inaugurazione di Sella Nevea del 28 dicembre 2009 sia mancato provocatoriamente il rappresentante politico dello Zoncolan e che sia partita una bordata di polemiche da parte di chi vorrebbe invece puntare su Pramollo (a sua volta contestato da quelli che si domandano che senso abbia portare con un gigantesco impianto di arroccamento da Pontebba, sciatori italiani sulle piste di Nassfeld che già fatturano, da sole, il doppio di quel che fatturano, tutte insieme, le piste friulane).

Di modo che le dichiarazioni del sindaco di Chiusaforte sui progetti di scialpinismo appaiono un caso di pentimento ritardato e quelle sul turismo della prima guerra – dopo aver costruito un impianto che devasta il Canin e sfiora anche un ospedale militare in quota – un caso di malafede.

Continuiamo così, facciamoci del male.

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6 commenti a Sella Nevea, il Wwf: “Caso esemplare di fallimento della politica sciistica regionale”

  1. capitan alcol ha detto:

    Proviamo col vendere scarpez ai cinesi?

  2. Fufo ha detto:

    So che arrivo in ritardo, ma voglio commentare ugualmente: come dice l’articolo appunto, nota stampa WWF, è di parte.
    Chi lo ha scritto ovviamente non scia o non è mai stato a sciare sul Canin, perchè altrimenti si renderebbe conto che sta scrivendo una pura fesseria.
    Il Canin è l’unico polo della nostra regione che si trova a quote decenti. Gode di un ottimo innevamento naturale (è la terza località più nevosa in Europa).
    Qui per la prima volta si è realizzato un polo che congiunge Italia e Slovenia, unendo con l’impianto FuniFor Sella a Bovec, un sogno degli sciatori che inizia dagli anni ’70.
    Ha possibilità praticamente infinite di ampliamento (non mi sembra lo stesso per lo Zoncolan), sta diventando una delle mete preferite dai sciatori sloveni.
    Si diceva della strada?
    Per chi arriva da TS e GO è splendida: percorri la valle dell Isonzo e non spendi neppure per l’autostrada…
    Ma dai…. andate sul Canin e vedete che neve c’è, non la poltiglia dello Zoncolan.
    Mandi 🙂

  3. Fufo ha detto:

    Per quel che riguarda invece gli impianti sloveni, c’è stato un problema del ritardo della realizzazione del collegamento lato italiano: questo infatti doveva essere realizzato mooolto prima. Gli sloveni infatti hanno completato la seggiovia Prevala già per la stagione 2005/2006 e non vedendo nulla da parte italiana, hanno un po’ perso il treno.
    La stazione di Bovec ha perso appeal, con tre stagioni che avrebbero dovuto vederla già collegata a Sella.
    Ora si prevede una ricapitalizzazione dell’azienda gestore degli impianti e futuri investimenti.
    Comunque al di la di tutto “KCanin” rappresenta un evento straordinario di unione dei popoli al quale dovremmo guardare con più lungimiranza…

  4. alpino ha detto:

    @Fufo,
    chi scia sa anche che le piste dal lato sloveno sono precarie mal tenute e soggette a neve che milla nel pomeriggio, hanno solo un gatto e gia in altro thread si parlava di come non investano piu di tanto e della scarsità di personale. Collegare i due versanti è culturalmente bello ma logisticamente a che serve se chi scia dalla parte italiana non ne vuol sapere di sciare in quella slovena?..
    Il Canin e Sella inutile menarsela non hanno mai attratto le persone più di tanto, c’è chi preferisce tarvisio ma soprattutto sloveni stessi prediligono tutti pramollo, e piancavallo oppure il vicino veneto, il canin rimane semplice meteora per il turismo invernale..

  5. francesco ha detto:

    Concordo con Fuffo. Questa nota mi pare polemica, disfattista e basta.
    E mi dispiace dirlo poichè apprezzo le motivazioni ed il lavoro del WWF tanto che ne sono stato iscritto per anni.

  6. Fufo ha detto:

    @5 non sarei così assoluto, è ovvio che chi ha bambini piccoli preferisca lo Zoncolan, ma in giornata dalla Slovenia, CHI SA SCIARE, non ha dubbi sulle qualità del KCanin.
    La neve è in assoluto il TOP.
    Per quel che riguarda il versante sloveno, dimentichi la pista del Prevala, io ci sono stato l’anno scorso a fine Aprile, c’era ancora neve polverosa…
    E questo la dice tutta sul Canin.
    Ribadisco per l’ultima volta e per chiarezza:
    Il KCanin E’ L’UNICO polo sciistico friulano attualmente operativo, che si presta ad un numero praticamente infinito di ampiamenti del demanio sciabile.
    E’l’unico centro che presenta caratteristiche nevoso climatiche, e quote adatte ad uno sviluppo credibile delle piste.
    Questa non è una mia opinione, ma quella di qualsiasi operatore del settore (vedi funiforum.org).

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