6 Dicembre 2010

Luigi Tavano presenta “La città di Gorizia. Appunti ed immagini di storia socio-religiosa”

Esce per i tipi delle “Edizioni della Laguna” l’ultimo lavoro di Luigi Tavano “La città di Gorizia. Appunti ed immagini di storia socio-religiosa”. La pubblicazione sarà presentata dall’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Gorizia e l’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei giovedì 9 dicembre nella Sala del Consiglio provinciale alle ore 18. La presentazione del volume è stata affidata a tre studiosi della città: Lojzka Bratuž, storica della letteratura slovena ed esponenete della comunità slovena; Lucia Pillon, archivista e conservatrice della memoria della città; Marco Plesnicar, neo presidente dell’ICM e giovane storico e ricercatore. Coordina la serata, Liliana Ferrari, docente all’Università di Trieste e successore di Tavano alla presidenza dell’ISSR.

Il lavoro di Luigi Tavano, già autore de “La diocesi di Gorizia 1750-1948”, è dedicato alla storia religiosa della città dalle origini al 1947. Tavano ha rielaborato e integrato un suo studio del 1998, uscito sulla rivista “Studi Goriziani”, arricchendolo anche di una sessantina di immagini ed alcune inedite piante della città, tra cui la rielaborazione di quella settecentesca del Kastner. Il percorso di Tavano parte dalla prima menzione, documentata in fonti storiche, di Gorizia del 1001, per poi giungere ad esaminare gli aspetti della Controriforma in città; si occupa della Riforma cattolica per arrivare alla fine della diocesi attemsiana; scandaglia l’Ottocento e conclude la sua ricerca con l’analisi della vita religiosa della città fra le due guerre e sino al 1947.
La pubblicazione è ricca anche di dati storici sino ad ora sconosciuti. Luigi Tavano, che ha ulteriormente approfondito la sua ricerca sulle fonti, ha potuto identificare l’identità del primo goriziano divenuto vescovo in Istria nel XIV, tal “Cancianus de Goritia”. Il sacerdote si è poi soffermato sullo studio delle piante storiche raffiguranti la città, tra cui quella del 1822, conservata al monastero delle Orsoline, che evidenzia come tra la fine del Seicento ed il 1918 il convento delle monache di Sant’Orsola rappresentasse la più grande proprietà della città. Il complesso, devastato nella prima guerra mondiale, si estendeva a forma di quadrilatero nell’area compresa tra le attuali vie Rastello, Morelli, Crispi e piazza Vittoria.

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