28 Settembre 2010

Basket a Trieste: il politico e il sognatore

“Un uomo che è stato capace di sognare….”

...uomini capaci di sognare, Giovanni Maggiò e Giuseppe Stefanel

Una storia come tante, una favola casertana riproposta da “Sfide” su RaiTre che sembra il manifesto della pallacanestro vera, quella romantica e fatta da mille sfaccettature, quella fatta da giovani scugnizzi italiani e da “marziani” venuti da lontano; peccato che tutto ciò sia il ricordo sbiadito di un’epoca che non c’è più, di persone dai valori ormai sconosciuti, di situazioni riscontrabili solo negli archivi sbiaditi del tempo.

Parallelismi tristi con la realtà triestina, un uomo “che è stato capace di sognare” come Giuseppe Stefanel (e ancor prima il padre), un mito immarcescibile come Dino Meneghin, non giovani scugnizzi ma rampanti vichinghi nordici come Pilutti, De Pol, Cantarello, e un “visionario” del parquet come Boscia Tanjevic.
Purtroppo le meravigliose favole a 900 km di distanza, non collimano per il lieto fine: Trieste vedrà svilire i sogni scudetto in un’estate, quando Bepi Stefanel farà le valigie, piene di giocatori che avevano fatto le fortune del Palazzetto di Chiarbola, e se ne andrà a Milano, vedrà con gli occhi di chi è stato defraudato moralmente il tricolore cucirsi su maglie biancorosse che non erano alabardate…. una  casa del basket (Palatrieste) eretta troppo tardi, e un triste declino dal denominatore comune: la politica!

E’ la storia che sostanzia un male oscuro sportivo: la politica!
Perché Trieste non è più tornata a respirare aria nobile nella pallacanestro? PERCHE’ E’ STATA GOVERNATA DALLA POLITICA!
Certo, non è che abbia mai avuto grande respiro imprenditoriale locale, ma il politico per strutturazione non può essere un sognatore (vedi Giovanni Maggiò e Bepi Stefanel) ma è un calcolatore, il politico non si emoziona per qualcosa che non ti torna nulla di materiale, il politico non ci mette del suo pur di raggiungere un sogno.
Illy, Cosolini, Dipiazza si sono succeduti regalando basket a Trieste esattamente come si destina l’8 per mille allo Stato, un dovere morale ma prima politico verso la tradizione, nel modo asettico e poco viscerale da non riuscire (a parte qualche sussulto) a entusiasmare veramente la piazza.

Finchè ci sarà la politica nello sport mancherà l’anima, e dio solo sa quanto ci sia bisogno di “portatori sani di sogni”, folli surrealisti che vedano nella sublimazione sportiva il proprio obiettivo, qualcuno che si convinca che per le grandi imprese c’è bisogno dell’irrazionalità più spinta, ben sapendo che, nel caso si raggiungesse lo scopo, la storia ne lascerebbe i segni indelebili.

“  Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni” (Paulo Coelho)

6 commenti a Basket a Trieste: il politico e il sognatore

  1. effebi ha detto:

    “E’ la storia che sostanzia un male oscuro sportivo: la politica!
    Perché Trieste non è più tornata a respirare aria nobile nella pallacanestro? PERCHE’ E’ STATA GOVERNATA DALLA POLITICA!”

    ma chi doveva governarla !? mah !

  2. effebi ha detto:

    “Finchè ci sarà la politica nello sport mancherà l’anima”

    mi sa che senza le flicche elargite dalla “politica” i sognatori rimangono…a letto.

  3. brancovig ha detto:

    Non sono d’accordo con l’articolo. Qui la politica no può essere considerata responsabile.

    Nello sport professionistico ci vogliono i soldi per gli stipendi e quindi gli imprenditori per gestirlo in modo aziendale. Chi manca all’ appello sono quest’ultimi.

    La politica deve impegnarsi nel sostenere lo sport come fatto sociale educativo lo sport dove sono protagonisti i bambini, i cittadini.
    Non lo sport professionistico

    Poi non la farei così cruciale, vedo decisamente meglio una città dove viene praticato con intensità lo sport a livello giovanile e dilettantistico che una città di spettatori per lo sport professionistico.

  4. Raffaele ha detto:

    Mi permetto di rispondere rispettoso delle vostre idee, ma forse l’articolo non è stato capito, errore mio!
    Siccome si prendono sempre nella vita esempi positivi, non si può che fare paragoni con l’eccellenza; per cui non dico che la politica non sia stata importante a supportare il basket in città, ma fatto in questo modo è nocivo, poca conoscenza e poca passione comporta solo un esborso di finanze utili per investire in cosa migliori. Mi si chiede chi doveva governarla? L’imprenditoria APPASSIONATA, ma non parlo solo quella locale (silente e già bacchettata a dovere) ma anche quella fuori dalle mura locali, mai cercata da addetti ai lavori nella pallacanestro (o solo di striscio). “Senza le flicche elargite dalla politica (Acegas=soldi dei cittadini!) i sognatori restano a letto..”, e che restino pure, magnati e politica dovrebbero stare ben distanti, o c’è uno o c’è l’altro, se ci sono entrambi….puzza di bruciato!
    “Poi non la farei così cruciale, vedo decisamente meglio una città dove viene praticato con intensità lo sport a livello giovanile e dilettantistico che una città di spettatori per lo sport professionistico”, è una visione democratica e socialmente corretta, ma chi ha vissuto forti emozioni guardando l’Hurlingham prima di Rich Laurel , o la Stefanel di Bodiroga….forse ha qualche idea differente, e forse l’investimento nello sport in quel caso può addirittura avere dei rientri economici…
    Ho risposto solo perché trovo interessante il contraddittorio, anzi, felice di una vostra opinione!

  5. arlon ha detto:

    El problema no xe la politica in sé, el problema xe la qualità scadente e disinteresada dela politica nostrana.

  6. effebi ha detto:

    IMPRENDITORIA APPASSIONATA

    ma l’imprenditore DEVE occuparsi di sport ? e se lo fa, quando lo fa… perchè lo fa ?

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