29 Aprile 2010

Memorie di uno geisho/6: il mezzo è il messaggio

Avere una Autobianchi Y10 del ’91 come mezzo di locomozione in città è una roba grande. Cioè, è il massimo, e per una serie di ragioni.

Mi spiego.

Primo: ha quasi 20 anni di vita, ergo a novembre la rottamo, ergo posso adottare uno stile di guida aggressivo ai semafori e nelle rotonde. Tanto che mi frega se la gratto.

Secondo: essendo una citycar è per definizione adatta alla città, date le sue misure molto minimal. Questo fatto mi permette di piazzarla nei buchi più impensabili, sburtando a destra e a sinistra, sempre a non più di 200 metri dal Teatro. Tanto che mi frega se la striscio.

Terzo: è ridotta da far schifo, essendo vecchia e presa abbastanza di merda. E la chiusura centralizzata non funziona. Pertanto posso permettermi di non preoccuparmi di lasciarla aperta, visto che la targa [TV] bene in vista, quello strato di polvere che la ricopre e le condizioni pietose in cui versa fanno pensare a chi la guarda che il possessore non deve essere un autoctono. Tanto che mi frega se non è trendy.

Quarto: è maneggevole come un go-kart e possiede una ripresa spaventosa. In più ha il catalizzatore a puttane e fa un rumore della madonna. Questo fa sì che chiunque sia dietro di me in mezzo al traffico sia costretto a sorbirsi i suoi miasmi e borborigmi senza speranza – dato che è quasi impossibile passarmi – e pazienza se mi insulta e bestemmia. Tanto che mi frega, sono ateo.

Ma la cosa bella è che l’auto riflette perfettamente la natura del proprietario: grezza, chiassosa, malridotta, cattiva, senza rispetto per nessuno.

Vigili e cinefili asiatici compresi.

Tanto, che mi frega.

Film in concorso:

La palma del film “flop” la vince Invisible Killer, film cinese su quanto sia pericolosa internet libera. Videogiocatori online, una tresca smascherata, due webgiornalisti alla ricerca della verità, una investigatrice che deve mettere a posto i tasselli di un puzzle nel quale nessuno è pienamente colpevole od innocente. L’idea di partenza sarebbe anche buona, peccato che lo spessore del film sia talmente lieve da passare quasi inosservato, ricalcando in pieno gli stilemi del genere. Ma anche il trailer del nuovo film di Zampaglione non scherza.

Come film “top” scelgo Slice, thriller-horror psicologico thailandese che scava a fondo nella vita di due emarginati ragazzi di campagna e nel fortissimo legame che intercorre tra loro. Legame che porterà a conseguenze catastrofiche per chi è entrato in contatto con loro. Ottimo script, bella storia e sorprese abbastanza imprevedibili riservate nel finale.

La perla del giorno:

“Se una mosca vola attorno alla scodella, prima o poi ci fara il nido sopra” (detta dal web editor al suo collega nel film Invisible Killer).

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