24 Febbraio 2010

Il 28 febbraio e l’ 1 marzo arriva in tv la fiction sulla principessa Sissi

Domenica 28 febbraio e lunedì 1 marzo andrà in onda su Rai Uno la fiction sulla principessa Sissi, girata a Trieste. La produzione Rai Fiction in collaborazione con la Sunset Austria e EOS Entertainment andrà in onda in Italia, Austria e Germania. A interpretare la principessa austriaca sarà Cristiana Capotondi mentre Martina Gedeck sarà l’ arciduchessa Sofia e David Rott vestirà i panni dell’ imperatore Francesco Giuseppe. C’è stata particolare cura nella ricreazione degli ambienti e numerose riprese sono state girate al castello di Miramare, per la cui realizzazione, ha spiegato la Rai, è stata trasportata a Trieste una nave storica successivamente ormeggiata nelle acque del Mediterraneo.

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74 commenti a Il 28 febbraio e l’ 1 marzo arriva in tv la fiction sulla principessa Sissi

  1. effebi ha detto:

    Ma Sissi era l’amante di Massimiliano ? No, quella era la Dama Bianca… che bello, il ualzer ! le uirstel ! e la zaker a Salisburgo…

    Menia chiederà il ritiro del filmato, chissa invece se qualche rifondatore si ricorderà di clebrare i moti dei fuochisti triestini

    “l’eccidio del 14-15 febbraio 1902, quando in piazza Grande (oggi piazza dell’Unità d’Italia) la truppa disperse con le armi un corteo di fuochisti del Lloyd Austriaco provocando 14 morti tra gli scioperanti.”

    sorbole ! 14 morti…

    (post previsti 400…500)

  2. ciccio beppe ha detto:

    Solo quell’interventista di Beccaris ne fece 80. Come vedi solo la condizione socio-economica delle vittime non cambia. La nazionalità in questi casi è solo un’ottima scusa per muovere carne da cannone.

  3. cagoia ha detto:

    comincio a contribuiri anche mi per rivar ai 400 post

    da QUADERNO DI DOCUMENTAZIONE STORICA Pubblicato dalla Camera del Lavoro di Genova

    “Tutto iniziò il 6 maggio (ndr. 1898), quando arbitrariamente la questura di Milano vietò la diffusione di un manifesto socialista diretto alla cittadinanza : essendo stato arrestato un operaio che distribuiva il manifesto, gli operai dello stabilimento Pirelli chiesero la liberazione del loro compagno. Nacquero i primi tafferugli ed inutilmente Turati ed altri dirigenti socialisti intervennero per placare gli animi. La questura chiese l’intervento dell’esercito, che si scontrò con alcune centinaia di donne e bambini che sfilavano cantando l’Inno dei Lavoratori. Furono lanciate pietre dai dimostranti e la truppa rispose sparando sulla folla: si contarono tre morti, un agente in borghese mischiatosi a scopo provocatorio tra i dimostranti e due di questi.
    Il giorno successivo, 7 maggio, entrarono in sciopero le sigaraie di via Moscova, che scesero in piazza insieme agli operai dello stabilimento Pirelli. Il generale Bava Beccaris proclamò lo stato d’assedio, trasformò Piazza del Duomo in quartier generale, concentrando cannoni, artiglieria e fanteria ed ordinando di sparare a vista contro ogni assembramento di più di tre persone. Si sparerà anche sui tetti: fra i caduti vi furono ragazzi di 12- 13 anni, tutti inermi.. L’8 ed il 9 maggio furono i giorni della carneficina, che si concluse con un bilancio ufficiale di 80 morti e 450 feriti. Secondo Paolo Valera i moti furono 126, di cui 118 identificati, e fra essi diversi bambini di 10-12-13-14 anni, una bimba di 9 anni, uccisa alla finestra della sua casa, ed un bambino di 3 anni e 6 mesi.
    L’episodio più famoso fu l’assalto del convento dei frati cappuccini di piazza Monforte che, secondo i militari era un “covo di rivoluzionari”, che fu devastato a cannonate: attraverso la breccia aperta penetrarono i soldati che arrestarono una trentina di frati e di vecchi mendicanti con la scodella della minestra in mano.
    Ma oltre alla repressione violenta e sanguinosa che colpì tanti innocenti, si scatenò quella non meno dura contro i presunti capi della rivolta. Furono arrestati i socialisti Turati, Bissolati, Costa, Morgari, Lazzari e la Kuliscioff , il repubblicano De Andreis ed il sacerdote Don Albertario, acerrimo nemico dei socialisti.
    I tribunali militari condannarono centinaia di imputati a secoli e secoli di carcere. Filippo Turati fu condannato a 12 anni di reclusione, Don Albertario a 3, la Kuliscioff a 2, Costantino Lazzari, Paolo Valera, Caldara, l’on. De Andreis e l’on. Morgari a pene fra i 2 e i 3 anni.
    Furono sciolte le Camere del Lavoro, il Partito socialista, le Società operaie, l’Umanitaria.
    E mentre Bava Beccaris indirizzava l’11 maggio un messaggio alle sue truppe per avere “…reso un grande servizio al Re, alla Patria, alla Civiltà “, altri messaggi di ringraziamento giunsero al generale massacratore da parte del sindaco di Milano e da varie associazioni “patriottiche” ed infine dallo stesso re con la concessione di una “ricompensa”.
    Scrive a tal proposito U. Alfassio Grimaldi: “ La borghesia esprime il suo “giubilo feroce” per la vittoria delle truppe. E’ in questo clima che Umberto firma il famoso messaggio a Bava Beccaris -diversamente inconcepibile, essendo rivolto ad un generale che in realtà non aveva combattuto nessuna battaglia-; che cioè firma è stato detto, il proprio atto di morte: “Roma, addì 6 giugno 1898, ore 21,20. Ho preso in esame la proposta delle ricompense presentatemi dal ministro della guerra a favore delle truppe da lei dipendenti e col darvi la mia approvazione fui lieto e orgoglioso di onorare la virtù della disciplina, abnegazione e valore di cui esse diedero mirabile esempio. A Lei poi personalmente volli conferire motu proprio la Croce di Grand’Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia, per rimeritare il servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà e perchè Le attesti col mio affetto la riconoscenza mia e della Patria. Umberto “. E’ un lusso di ringraziamenti di lodi, di ricompense, “ sottolinea Napoleone Colajanni.”
    A tutto ciò si aggiunse il 16 giugno da parte dello stesso Umberto la nomina a senatore del generale.

    sorbole! più de 100 morti

  4. effebi ha detto:

    Ma a Trieste questo episodio, che un tempo era molto celebrato è stato messo in soffitta. Rimangono le austro-nostalgie come fosse stato un mondo perfetto, mentre mi sembra che la stessa Sisi non era proprio di questa idea.

  5. ciccio beppe ha detto:

    … 114 morti, 500 commenti, una principessa Sissi interpretata da un’attrice italiana in una fiction girata a Trieste.
    Me la vedo brutta.

  6. ciccio beppe ha detto:

    e tra un po’ qualcuno riesumerà anche … oddio non voglio pensarci!

  7. effebi ha detto:

    3 potrebbe essere off-topic -qui non si parla dell’Italia 🙂 –

  8. piesse ha detto:

    Tito iera nipote illegittimo de Sissi! O_O

  9. ciccio beppe ha detto:

    piesse Noooooo TITO Nooooooooo!!! 😉

  10. cagoia ha detto:

    @7
    gnanche de scioperi

  11. effebi ha detto:

    8 – può essere…

    “Nella biografia dedicata all’Imperatrice, B. Hamann descrive Elisabetta come una forte anti-clericale, e pre-comunista…”

    🙂 odiava anche gli italiani……

  12. piesse ha detto:

    ahaha, bisogna movimentar i commenti.. Ultimamente xè un po’ spenti.. no me diverto più! 🙁

  13. effebi ha detto:

    10 – lei avrebbe partecipato a quelle manifestazioni (vedi 11)

  14. cagoia ha detto:

    13 – probabilmente anche a quelle de Milano

  15. effebi ha detto:

    14 – condivisione della memoria 🙂

  16. piesse ha detto:

    11 – beh, pol esser!
    😀

  17. matteo ha detto:

    vival’A

  18. cagoia ha detto:

    Guera iera e poco se magnava,
    ma Imperator iera Francesco Giusepe
    e dopo de lu solo paiazi

    Manlio Malabotta (Trieste 1907 – 1975)

  19. matteo ha detto:

    ops

    viva l’A
    e po bon

  20. Piero Vis'ciada ha detto:

    – cantando: “…e zo per la Galizia e su per i Carpazi vestidi de pajazi ne tocherà morir”

  21. matteo ha detto:

    Il Vivante, che per le sue idee politiche ha sempre considerato la questione economica più importante di quella nazionale, passa ad esaminare gli aspetti economici del problema, sottolinea l’importanza del protezionismo statale nei traffici triestini e giunge alla conclusione che l’Italia non potrà giovare allo sviluppo di quel porto. La situazione attuale dimostra che le deduzioni del Vivante sull’importanza dei privilegi erano fondate.

    Angelo Vivante è morto suicida il 1° luglio 1915.
    http://xoomer.virgilio.it/histria/storiaecultura/recensioniebibliografia/irredentismoad.htm

  22. Rakija ha detto:

    L’ episodio citato da Effebi xe del 1902. La Sissi la xe defonta nel 1898.

  23. effebi ha detto:

    21 Come Rodolfo il figlio viziatello della inquieta Sissi e del povero nostro Franz.

    Lei era convinta che suo marito avrebbe fatto meglio a seguirla su qualche isolotto tranquillo, dopo aver abdicato. Lui, invece, continuò giudicando più interessante far da imperatore a sudditi che non desideravano esserlo.

  24. effebi ha detto:

    22 – l’ho citato per le sue “passioni sociali e politiche”

    ho citato anche Menia, ma nessuno se nè accorto, strano….

  25. cagoia ha detto:

    @24
    el xe compreso mela mia 18

  26. arlon ha detto:

    #5: … 114 morti, 500 commenti, una principessa Sissi interpretata da un’attrice italiana in una fiction girata a Trieste.
    Me la vedo brutta.

    Cossa altro zontar?

    Me speto sai un polpeton invardabile e indigeribile 😀

  27. matteo ha detto:

    pero vivante el gavava ragion

  28. ciccio beppe ha detto:

    26: Pupo che interpreta l’anarchico Lucheni? 😉

  29. effebi ha detto:

    No l’anarchico lo vuole interpretare Filiberto 🙂 (gli manca questo)

  30. Mauro Franza ha detto:

    Sob, ciò i regnanti austriaci li vedemo solo in fiction, quei nostri a Sanremo.

    Ahia che maaal

  31. cagoia ha detto:

    Sob, ciò i nostri regnanti austriaci li vedemo solo in fiction, quei vostri ve li sorbì a Sanremo.

  32. Piero Vis'ciada ha detto:

    – ma no ghe xe nisun nipotin de Carlo Piria che podemo mandar al Zechino d’Oro ?

  33. arlon ha detto:

    @ cagoia: grande 😀

  34. Bibliotopa ha detto:

    xe anche de dir che Elisabetta, Sisi, (Sissi in italian) no xe mai stada “principessa”.
    La iera fia del duca Max “in ” Baviera quindi prima de sposarse al massimo duchessa, e po la xe deventada direttamente Kaiserin, imperatrice.
    Principessa, mai: xe una fiaba per i fioi: iera una volta una principessa, el re doveva sposar la sorella, e inveze el la ga scelta a ela… e vissero contenti e felici ed ebbero tanti figli… cussì conta le fiabe.. in effetti go visto una pupolo sul supplemento del Piccolo coi programmi dela television, e me ga parso de veder la Cenerentola de Disney.

    E per quei che sta ancora combattendo le guerre de indipendenza contrapponendo Savoia a Asburgo, savevi che le famiglie, dopo la prima guerra, se ga inveze ben imparentado, perchè la sorella de re Umberto, Maria de Savoia, ga sposado nel 1939 el fradel del imperatrice Zita?

  35. enrico maria milic ha detto:

    mi go el poster de sisi in cameretta.
    e vu?

  36. Richi ha detto:

    Mi in camereta adesso no go poster, ma co’ iero muleto ne gavevo eccome: pero’ le tipe raffigurade no penso le fossi de discendenze reali.

  37. effebi ha detto:

    http://www.monarchia.it/nascita_umberto.html

    Questo invece dovrebbe essere un principe vero che, se gli Aosta vincessero la “disputa” con i Savoia, potrebbe essere il “RE DELL’ADRIATICO-EGEO”

    RE D’ITALIA, DI CROAZIA E DI GRECIA…

    BINGO !!!

  38. effebi ha detto:

    …il papà intanto lavora alla Pirelli (sempre meglio che andare a gracchiare a sanremo…)

  39. cagoia ha detto:

    te capirà … adriatico, egeo, aosta, savoia

    in confronto a
    “Sua Maestà Apostolica Imperiale e Reale Francesco Giuseppe, Imperatore
    d’Austria, Re d’Ungheria, Re di Boemia, Re di Galizia e Lodomiria, Re di
    Croazia, Slavonia e Dalmazia, Re di Gerusalemme, Duca di Stiria,
    Salisburgo, Carinzia, Carnìola e della Marca Slovena, Duca di Slesia e
    Bucovìna, Principe di Bressanone e di Trento, Margravio d’Istria, Conte
    Principesco di Gorizia e Gradisca, Signore di Cattaro e di Trieste”

  40. effebi ha detto:

    ah si, poi noi italiani possiamo vantare di aver avuto anche ‘impero d’austria:
    L’ULTIMA IMPERATRICE…
    http://it.wikipedia.org/wiki/File:Kaiserin_Zita.jpg

    🙂

  41. effebi ha detto:

    “tradita” dalgi ungheresi: nemmeno a loro andava già sta storia dell’impero austro-ungarico…. guarda te !

  42. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ cagoia

    Re di Lodomiria mi ha sempre fatto impazzire…

    L.

  43. chinaski ha detto:

    qualcuno si ricorda di “topolino e il mistero di tapioco sesto”? tapioco sesto, un povero barbone che capita a casa di topolino, in realta’ era il re di pampania. aveva perso la memoria dopo esssere stato spodestato dal perfido gambadilegno…

  44. Piero Vis'ciada ha detto:

    – Mi go un unico “re” a cui me inchino:

    “Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e d’Epiro, conte e duca di Drivasto e di Durazzo”

  45. Bibliotopa ha detto:

    anche mi sta Lodomiria me ga sempre piasso, anche perchè adesso la se ciama tuto altro.
    per el re de Gerusalemme, ghe ne xe no so quanti altri che pretendi tale titolo, me par anche i Savoia, po per quel che el servi..
    “c’era una volta un re..”
    ovviamente savè tutti che Elisabetta iera anche zia o prozia del ultima Regina d’Italia, Maria Josè del Belgio, xe vero?
    e.. de quanti anni no i se fazeva più incoronar re de Boemia? e mal ghe ga portado, perchè xe stai propio i Boemi fa i principali sostenitori dela distruzion del Impero a fine guerra.. gavè presente Masaryk?

  46. matteo ha detto:

    principe re de cosa? tuti nasemo con gnente e morimo con gnente

  47. DaVeTheWaVe ha detto:

    @44: sì, ma ciamarlo “altezza” imperiale… el iera alto un metro un tappo e un barattolo =)

  48. Piero Vis'ciada ha detto:

    48 DaVeTheWaVe

    – ma de chi te parli ? che altezza imperiale ?

  49. Mauro Franza ha detto:

    De Totò

  50. effebi ha detto:

    ecco adesso tutti potranno sospettare che DaVeTheWaVe e Mauro Franza sono la stessa persona

  51. abc ha detto:

    @ Bibliotopa 34.

    A dire il vero i Savoia e gli Asburgo-Lorena erano strettamente imparentati già da prima.

    Carlo Alberto aveva sposato Maria Teresa di Asburgo-Toscana, sorella del vicerè del Lombardo-Veneto Ranieri, mentre Vittorio Emanuele II si era maritato con la figlia di Ranieri, Maria Adelaide di Asburgo-Lorena, che perciò era sua cugina. Quindi sia la madre che la nonna paterna di Umberto I erano Asburgo-Lorena.

    In pratica il nonno materno di Vittorio Emanuele II era fratello del nonno di Francesco Giuseppe.

    Inoltre il nonno materno di Umberto I era fratello del nonno materno di Vittorio Emanuele II e del nonno di Francesco Giuseppe.

    Quindi pure Vittorio Emanuele II era cugino in secondo grado del proprio figlio.

    Cioè il vicerè del Lombardo Veneto Ranieri era cognato di Carlo Alberto, avendone sposato la sorella, ma anche zio della moglie dello stesso Carlo Alberto.

    Se ti vuoi sbizzarire, basta andare su wikipedia.

  52. abc ha detto:

    @ Bibliotopa 45

    La Lodomiria penso che oggi si trovi in Ucraina.

    Il titolo di Re di Gerusalemme fu anche dei Savoia.

    Il nonno materno di Maria José era fratello di Sissi.

  53. Bibliotopa ha detto:

    @abc,52 e 53, le parentele precedenti le sapevamo credo tutti, e anche da prima della lettura di wikipedia, perchè si trovano in tutti i libri di storia, perfino su quelli di scuola.
    Quello che volevo sottolineare, perchè è meno noto, è che DOPO la prima guerra mondiale le due famiglie si sono riemparentate e rappacificate, mentre vedo che qua ci sono ancora i tifosi che giocano a “Greci e Troiani” contrapponendo Asburgo e Savoia.
    Ci vuol poco a supporre che la Lodomiria sia in Ucraina, visto che è sempre associata alla Galizia, ma a me piacerebbe saperne,e wikipedia non mi aiuta, come si chiama adesso, quale ne è il capoluogo, come venne eretta a feudo e quando e in che occasione venne a far parte dei domini asburgici: in occasione di qualche spartizione della Polonia? il tutto,possibilmente, da quelli che si riempiono la bocca nel copiare il Grande Titolo di S M Apostolica.. etc. etc…
    per inciso, mi piacerebbe sapere pure in che occasione diventò Signore di Cattaro: fecero a Cattaro una qualche dedizione come quella del 1382? tenete presente che nelle Bocche di Cattaro c’è Perasto, quella della deposizione della bandiera veneta dopo il Trattato di Campoformido: “ti con nu e nu con ti”.

  54. Mauro Franza ha detto:

    La Lodomeria ora è divisa tra Polonia e Ucranina. La città di Volodymyr, principale città della Lodomeria si trova in Ucraina, circa 70 km a nord di L’viv (Leopoli)

    Ciao da Mauro, o no son Mauro?!?

  55. Mauro Franza ha detto:

    Si Ucranina, go i dedi inverigolai…. Ucraina, ovio.

  56. effebi ha detto:

    Era tutto un mescolamento di sangue blu,
    se vi divertite a risalire partendo dai due ultimi inperatori d’austria (l’asburcico Carlo e la borbonica moglie Zita) arriverete al ‘500 tovando lo stesso pro-nonno

    poi noi si sta qui a chiederci se Marisa Franza in effetti non sia Piero Vis’cicciobeppe … dai !

  57. effebi ha detto:

    forse anche no, ma il loro bis-pro-nonno sarà probabilmente lo stesso…

  58. Richi ha detto:

    L’importante, tornando a noi, xe che la Rai fazi la fiction per ben, come i ga fato con Basaglia e non meterme Claudio Amendola a far Franz Joseph e Marisa Laurito a far Maria Teresa (i saria capaci).
    Speremo ben.

  59. abc ha detto:

    Mi scuso per aver riportato all’attenzione, nel mio commento 52, alcuni legami di parentela fra Savoia ed Asburgo, che sono citati pure nei libri di storia per le scuole.

    Di questo non mi ero accorto, ma si vede che è così, basta controllare, ma ne prendo atto.

    Sono dispiaciuto per aver fatto presente che la Lodomiria è esistita, visto che due altre persone qui sopra hanno trovato buffo questo nome.

    Ringrazio chi mi ha fatto presente che l’anno 1939 viene “dopo” la prima guerra mondiale, avendomelo evidenziato in maiuscolo.

  60. effebi ha detto:

    Ho letto che dopo l’assassinio di sissi per mano dell’anarchico italiano Luigi Licheni a Trieste ci furono dei gravi disordini, qualcuno ne sa qualcosa, da chi furono organizzati ? Era il 1898, e Trieste faceva parte dell’impero.

  61. matteo ha detto:

    da quelli che credevano nel impero, credi che erano tutti per l’italia?

  62. effebi ha detto:

    non capisco la domanda, e in compenso non capisco la …risposta:

    cioè a Trieste città facente parte (felicemente) dell’impero ci furono tumulti perchè la principessa (imperiale) era stata assassinata ?

    e contro chi si scatenarono i manifestanti (quelli che credevano nell’impero) ?

  63. matteo ha detto:

    hai dati che discordano con la mia tesi?

    perche no? infondo la classe operaia era per lo piu per il socialismo

    contro l’italia

    nella prima guerra mondiale fu incendiato il piccolo e le scuole della lega nazionale

  64. effebi ha detto:

    battisti cesare, socialista…

    forse ci sono cose che ti dovresti chiarire

    “piccolo e le scuole della lega nazionale” da chi ? dai socialisti ? dai…

  65. Luigi (veneziano) ha detto:

    L’assalto alla sede del Piccolo fa parte di una serie di devastazioni che ebbero luogo fra il 23 e il 24 maggio 1915, alla notizia dell’entrata in guerra dell’Italia.

    I manifestanti provenivano soprattutto dai quartieri popolari di Barriera, San Giacomo e Cittavecchia.

    Un primo assalto al Piccolo non ebbe successo, così il primo edificio che venne dato alle fiamme fu la sede della Lega Nazionale. Più o meno contemporaneamente, veniva bruciato il ricreatorio della Lega nel rione di San Giacomo.

    Non riuscendo ancora a entrare nel palazzo Tonello – sede del Picoclo – la folla si accanì quindi contro il monumento di Giuseppe Verdi, imbrattato e ammaccato a martellate.

    Si passò quindi alla sede della Ginnastica Triestina, bruciata anch’essa. Qui si ebbe anche un morto.

    Venuta sere, venne ritentato l’assalto al Piccolo, finalmente devastato. Tipografia e redazione vennero date alle fiamme.

    Nel frattempo, vennero attaccati e distrutti vari caffè del centro, oltre ad una serie di negozi gestiti da regnicoli o irredentisti triestini.

    Vennero quindi devastati i caffè Volti di Chiozza, Fabris, San Marco, Milano, Edison e Stella Polare.

    Decine furono gli immobili presi d’assalto, in una furia devastatrice che continuò anche il giorno successivo, fino a quando le forze dell’ordine – precedentemente inattive – non iniziarono ad intervenire per sedare i disordini, grazie anche all’afflusso di alcuni reparti dell’esercito.

    Il 23 maggio – intanto – le autorità austriache avevano commissariato e quindi esautorato il governo della città, che era di ispirazione liberal-nazionale italiana. Tutte le associazioni irredentiste furono sciolte e venne imposto lo stato d’assedio.

    I rappresentanti più in vista del ceto politico filoitaliano vennero arrestati e spediti al confino in una serie di campi in Austria e in Ungheria.

    Circa diecimila sudditi italiani vennero espulsi o comunque invitati “spintaneamente” ad andarsene. Alcuni “regnicoli” erano addirittura triestini di seconda generazione, e non avevano mai messo piede sul suolo del Regno d’Italia. I maschi in età di servizio militare vennero invece arrestati ed internati.

    Questi disordini vennero artatamente manipolati dal governo austriaco e da quello italiano: il primo li presentò come una prova della fedeltà della città verso la corona, mentre il secondo li utilizzò come arma di propaganda per dimostrare la “barbarie” delle autorità austriache.

    In un secondo momento – alla fine della grande guerra – gli italiani crearono una seconda versione dei fatti, per cui sarebbero stati gli sloveni del circondario ad attaccare il Piccolo e le associazioni italiane o filoitaliane, venendo in ciò istigate dagli austriaci. Si rivangarono quindi anche i disordini del luglio 1868, quando la milizia territoriale slovena aveva attaccato il centro città nel corso di un tumulto popolare (due morti). In tal senso, si disse, c’era un filo rosso di violenze slovene contro “Trieste italiana”.

    Questa ricostruzione però s’inserisce nel quadro totalmente diverso del 1918/1919, col nazionalismo italiano aggressivamente rivolto verso gli sloveni, nel quadro delle contrapposte rivendicazioni territoriali fra il Regno d’Italia e il neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.

    E’ da ricordare – per completare il quadro – che la città più “tedesca” del Regno d’Italia – Milano – e cioè quella nella quale maggiore era la colonia di tedeschi ed austriaci, conobbe anch’essa dei disordini, sia pure in scala molto minore ed ovviamente di segno opposto. Fra il 24 e il 25 maggio 1915 vennero attaccati alcuni negozi ed esercizi commerciali di cittadini austriaci.

    Luigi (veneziano)

  66. effebi ha detto:

    si questi fatti mi sono noti, anche queli del ’68, ma io al mio -62- mi riferivo proprio ai tumulti a Trieste dopo l’assassinio di Sissi nel 1898 (visto che poi l’argomento era questo) avvenuto per mano dell’anarchico italiano Luigi Licheni.

    l’anarchico poteva essere considerato filoitaliano… !!??

  67. Luigi (veneziano) ha detto:

    Sono andato a controllare i quotidiani austriaci dei giorni immediatamente successivi al fatto (10 settembre 1898). Nessuno riporta notizia di disordini a Trieste. (Nota Bene: La biblioteca nazionale austriaca ha un fantastico servizio di consultazione in linea dei quotidiani storici, dal 1719 al 1939).

    Si parla di un paio di centinaia di persone che il giorno 11 stanno nel centro della città a commentare la notizia.

    Niente di più.

    Un anarchico di quel tipo “filoitaliano” è una contraddizione in termini. Non esistevano anarchici nazionalisti.

    L.

  68. Bibliotopa ha detto:

    68 effebi, ti riferisci all’episodio che creò il nome di “leccapiattini”, perchè alla fine dei tumulti qualcuno vuotò le consumazioni lasciate nei caffè di Piazza grande?
    sembra che l’accapigliamento nascesse perchè uno o due giorni dopo l’assassinio era domenica e in piazza suonavano le orchestrine, fatto che che alcuni ritenevano incompatibile col lutto ufficiale.

  69. effebi ha detto:

    significa che le notizie riportate in rete dei fatti del 1898 non hanno fondamento, ma non non è una novità, in effetti non avevo nemmeno io riscontri e mi sembrava appunto strano che l’assassinio per mano di un anarchico avesse ripercussioni violente di stampo antitaliano.

    ma su sta sissi-finction nessuno ha da commentare ? ma è finita così davvero ?

  70. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ bibliotopa
    L’assassino ebbe luogo il 10 settembre. Era un sabato. La notizia apparve sui giornali dell’11 settembre, ovviamente domenica.

    I disordini sarebbero avvenuti quindi questa domenica, e i giornali ne avrebbero parlato il giorno successivo.

    Ho controllato i seguenti quotidiani austriaci del 12 settembre 1898:

    1. Wiener Zeitung: breve cronaca dei fatti dell’11 settembre a Trieste (pag. 4). Si dà conto del fatto che le amministrazioni cittadine hanno esposto la bandiera abbrunata a mezz’asta, così come tutte le navi in porto.Tutti i giornali del mattino hanno dato la notizia della morte di Sissi e sono usciti con la testata in lutto. Il sindaco Dompieri ha inviato un telegramma di condoglianze. In tutte le chiese di ogni credo s’è pregato per la principessa. Il consiglio comunale s’è riunito in seduta straordinaria. Le associazioni “Austria” e “Gioventù Triestina” hanno preannunciato la presenza ai funerali con delle corone funebri. E questo è tutto.
    2. Innsbrucker Nachrichten: nessuna cronaca da Trieste
    3. Montags-Zeitung: nessuna cronaca da Trieste
    4. Neue Freie Presse: nessuna cronaca da Trieste. C’è un interessante ritratto di Lucheni (chiamato anche “Luccheni”).
    5. Pester Lloyd: nessuna cronaca da Trieste

    L.

  71. Bibliotopa ha detto:

    Forse sarebbe da leggere la cronaca dei giornali locali. Io credo di averne letta la ricostruzione sui quaderni dell’associazione Maria Theresia.

  72. effebi ha detto:

    quindi qualcosa accadde a trieste in quei giorni !? c’è qualcosa in rete ? anche sui “leccapiattini” ?

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