26 Gennaio 2010

Pallacanestro Trieste 2004: il diavolo e l’acqua santa

La resa dei conti: il diavolo e l’acqua santa
Un campionato che ha poco da dire ormai, ci si avvicina a grandi passi verso la resa dei conti, cioè il bilancio di un annata sportiva per l’Acegas Aps Trieste: il “diavolo” e l’ “acqua santa” rappresentato i due punti di vista del partito pro o contro progetto di Matteo Boniciolli. Li vediamo per macro aspetti:

GESTIONE SOCIETA’
D: “la mia azienda sono io”, con queste parole Matteo Boniciolli ha fatto trasparire il suo interesse a curare i propri interessi di allenatore, ora in quel di Roma con la Lottomatica. C’è però un grosso equivoco di fondo: a Trieste la sua azienda non è lui ma è la Pallacanestro Trieste 2004 la quale, per mano dei vertici, cioè il Presidente Roberto Dipiazza e Massimo Paniccia, ha dato le chiavi della società e ogni potere decisionale al consulente operativo. Per questo motivo la distanza e la poca presenza in terra giuliana, hanno dato il via ad una serie di situazioni gestite in maniera superficiale, a tratti imbarazzante, con la conseguente perdita di credibilità del progetto inaugurato un anno fa; Dipiazza e Paniccia tacciono forti delle responsabilità delegate, presto il consulente operativo dovrà rispondere in prima persona, non della SUA azienda ma di quella di una città (la sua), degli appassionati e di chi investe (1 milione di euro) nel prodotto basket!
A: Matteo Boniciolli ha sempre chiesto e preteso fiducia per quello che stava facendo, garantendo dal primo secondo d’insediamento, la gestione oculata e attenta anche a distanza di chilometri. Il primo anno è stato vincente, pur essendo da un certo punto Boniciolli di stanza a Bologna, quindi l’annata storta attuale non può minare quanto costruito fino ad ora. Qualsiasi poi operazione in seno alla Pallacanestro Trieste 2004 è stata valutata tempestivamente e in prima persona da Matteo Boniciolli, dalla questione tifosi fino al “allontanamento” di Stefano Crotta e Andrea Cigliani. Per finire, il progetto inaugurato lo scorso anno aveva come presupposto il rilancio del settore giovanile, senza porre precisi obiettivi di classifica alla prima squadra, considerando la compravendita dei diritti come LA via principale ai piani alti. A sua volta il delegare a cascata i compiti con competenze ben precise ai vari Bernardi, Comuzzo, Pompeo, Dalla Costa, Modolo, ecc., pone tutti i tasselli al loro posto per una visione d’insieme testata giornalmente, della società.

PROGETTO
D: Il progetto portato avanti da Matteo Boniciolli è stato da subito molto articolato e credibile, basato sulla massima attenzione verso il settore giovanile, ma anche su aspetti strutturali come infrastrutture, coinvolgimento popolare e imprenditoriale. Il settore giovanile ha degli ottimi (e ben pagati!) allenatori, come Comuzzo e Pompeo, ma nessun giocatore o quasi (Sauro per ora rimane una incognita) nel giro della Nazionale. I vari Candussi, Turel, Mian sono sfuggiti di mano prima ancora di avviare una pseudo trattativa, l’impressione è che la bontà e i frutti da raccogliere questo anno siano conseguenti al grandissimo lavoro fatto dalla Azzurra Team Trieste che, collaborando con la Pallacanestro Trieste 2004, garantisce solidità prestando giocatori di livello. Infrastrutture, i campi all’aperto di via Locchi tanto decantati non hanno visto la posa della “prima pietra”, il coinvolgimento popolare e i tornei di basket previsti per accattivare i cittadini si sono sgonfiati dopo qualche “lancio” di inizio avventura, non parliamo il consueto fallimentare tentativo di convogliare investimenti a livello locale, esauritosi in poche migliaia di euro. Se a tutto questo ci aggiungiamo una prima squadra che diverte solo un paio di volte in un stagione, il bilancio è deprimente….
A: I conti si fanno alla fine, siamo a poco dal giro di boa del mandato avuto da Matteo Boniciolli (triennale ndr.), e un progetto basato sulla valorizzazione del vivaio abbisogna di una tempistica adeguata e non frettolosa; il fatto poi che si sia investito su importanti competenze come timonieri del movimento giovanile, è sintomo forte della volontà di far crescere il progetto. Per quello che concerne i playground di via Locchi il progetto c’è ma è stagnato dagli impedimenti burocratici comunali; media e organizzazione eventi hanno avuto un incedere a rilento, ma da quest’anno si è deciso su un cambio di rotta in tal senso, mentre per l’iniziativa “100 x 1000” era l’ennesimo tentativo di coinvolgere l’imprenditoria locale, anche questa volta (a parte poche eccezioni) sorda a questo tipo di chiamata.

LE SCELTE
D: Delle scelte di mercato parleremo più avanti, quello che ha più sconcertato sono alcune scelte fatte fino ad oggi e altre in procinto di essere portate avanti, forse partendo da quella più eclatante e di recente applicazione: la rinuncia a Stefano Crotta e Andrea Cigliani. Pienamente d’accordo con la scelta di sfoltire la rosa, visti perso l’obbiettivo play off e messa in cassaforte la salvezza, di certo assurda è la decisione di privarsi di due atleti triestini (il nome della “triestinità” era stato un vessillo di Matteo Boniciolli), under e quindi in linea con la filosofia societaria e dai contratti debolissimi; le giustificazioni sono ancora forse più criticabili, ma i fatti inquietano….
Anche l’ormai accertata rinuncia a coach Bernardi richiama il più banale luogo comune da bar dello sport: risultati che non arrivano, allenatore bocciato!
Si pensava che a Trieste vi fosse una cultura cestistica di spessore maggiore, quella che è supportata da memoria lunga (vedi splendida promozione in A Dilettanti) e quella del lavoro giornaliero in palestra; chiunque avesse visto all’opera il coach romagnolo, non potrebbe rimarcare la caratura superiore e il valore aggiunto di questa società. Che Boniciolli stia preparando il “one man show” a Trieste ponendosi alla guida tecnica in prima persona?
A: Le scelte fatte ricadere sui due giovani triestini sono frutto di una scelta conclamata di coach Bernardi, visibile dai minutaggi concessi nelle ultime uscite di campionato. Essendo under fra l’altro hanno maggiori margini di mercato, e il loro “allontanamento” non rappresenta una bocciatura. Massimo Bernardi è a scadenza di contratto, il suo mancato rinnovo è causa di una stagione che nei numeri lo condanna, inoltre la squadra nel corso del campionato non ha avuto il miglioramento minimo che si pensava potesse avere, visto il potenziale. Il coach ha dato colpe a destra e a manca, mai a se stesso.

(fine prima parte)

Raffaele Baldini (www.cinquealto.blogspot.com)

2 commenti a Pallacanestro Trieste 2004: il diavolo e l’acqua santa

  1. enrico maria milic ha detto:

    bel pezzo, molto interessante.grazie raffaele.

  2. Radimiro ha detto:

    Comunque io resto dell’opinione che e’ assurdo confermare Bernardi per il prossimo anno, dopo questa stagione disastrosa.
    In questo campionato che resti o meno non cambia nulla, tanto la “frittata” e’ fatta. Ci sono alcuni allenatori Triestini che potrebbero fare bene. Tanto peggio di cosi’ non e’ possibile, vista l’inconsistenza di Jesolo S. Dona’ !

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