Trieste. “Luca Tornatore? La verità è che è un rompipalle come ogni buon scienziato dovrebbe essere”. Parla Pierluigi Monaco, compagno di stanza di Luca all’Osservatorio Astronomico, e si dice sicuro dell’estraneità ai fatti del collega: “Non l’ho mai visto lanciare un oggetto contro la polizia”. Eppure è questa l’accusa, la spada di Damocle che pende sulla testa di Luca, il ricercatore dell’Università di Trieste, residente a Quarto d’Altino, arrestato la notte del 14 dicembre a Copenhagen. Da quei giorni di conferenze e manifestazioni sul clima, Luca non ha fatto ritorno. Ha bruciato la sua 38esima candelina, trascorso il Natale lontano dagli affetti, sentito il rimbombo del nuovo anno dalla cella. Così avanti, fino all’udienza fissata per mercoledì prossimo. Quando Tornatore potrebbe tornare a casa, oppure vedersi confermare la reclusione.
A casa ha lasciato la madre, la compagna Federica e una figlia di 5 anni. Nell’ufficio, la sua scrivania con qualche carta arruffata su un angolo, prima della partenza per la capitale danese. “Fa una tristezza infinita vederla così, vuota” dice Gabriella, dall’altro lato dell’ufficio. Anche lei, da poco vincitrice di un programma europeo per la ricerca, è nel team di Luca. Insieme simulano galassie.
E l’apporto di Tornatore al gruppo di ricerca è indispensabile. “Da noi è un programmatore unico nel suo genere” afferma Pierluigi che spiega: “La scienza ha bisogno di persone che sappiano programmare bene e lui è uno dei pochi a farlo”. Si tratta di far funzionare macchine informatiche come la nuova SP6 collocata a Bologna, cose da 10 mila processori, leggi milioni di euro.
Ai corsi base ti spiegano che alla domanda “chi sei?”, un russo risponde in base al suo mestiere. Ecco, Luca risponderebbe: “Sono un pre-cog”. Un precario cognitivo. Dopo gli studi universitari a Padova, Luca è approdato nella città giuliana grazie ad un dottorato curato da Stefano Borgani. Oggi è assegnista di ricerca con un contratto in scadenza. Da cui la posizione precaria. Ha alle spalle 27 pubblicazioni scientifiche e un indice di classificazione internazionale – basato, oltre che sulle pubblicazioni, sulle citazioni di altri autori- che, normalmente, gli varrebbero un posizione tra ricercatore e professore associato. Da cui la conoscenza.
Luca Tornatore ha il pregio, per alcuni il difetto, di essere un attivista. “Di vecchissima data” racconta ancora Pierluigi. Ha una storia nei centri sociali veneti, in particolare Attac. Giunto a Trieste nel 2000, ha manifestato contro la costruzione del CPT (ora CIE) di Gradisca. E’ passato attraverso i G8: quello ambientale di Trieste -moderando una conferenza con Andrea Fumagalli – e quello più crudo di Genova. C’era alla contestazione a Nolte e nell’onda, la mobilitazione del mondo accademico contro i tagli all’università, recentemente posta “in vendita” da lui e dai suoi colleghi -ricercatori e studenti -per l’inaugurazione dell’anno accademico triestino presenziata da Fini.
C’era senza mai esser violento. “Se l’avessero accusato di aver offeso verbalmente qualcuno ci avrei potuto credere, ma così proprio no” ha dichiarato la moglie Federica.
“Era da più di un mese che lo vedevo impegnarsi per i preparativi della conferenza sul clima”. Nella credenza, condivisa dal compagno d’ufficio Monaco, che lo scienziato debba farsi “cittadino attivo”, sfruttando anche la sua predisposizione: “L’approccio dei sistemi complessi, come può essere quello dei cambiamenti climatici, è molto simile a quello della simulazione della galassie, si tratta pur sempre di fare delle predizioni considerano migliaia di variabili”. Aveva una sensibilità scientifica sull’argomento, Luca Tornatore. E questo l’ha fatto scendere dall’albero e prendere una posizione: nella città danese era uno dei relatori di “See you in Copenhagen”, la nuova contestazione figlia del popolo di Seattle. Quel movimento raccontato da Naomi Klein.
E’ stato arrestato mentre tornava da un incontro a cui interveniva proprio la Klein. Coinvolto, stando all’accusa, negli scontri al quartiere di Christiania. A differenza dei tanti fermati, Luca è ancora dentro. “Ho provato a mandargli del materiale di lavoro e un libro, dubito gli sia arrivato – dice Gabriella – una delle risposte è stata che la biblioteca è abbastanza fornita, anche di titoli italiani”. “Ormai, noi ci sorridiamo su – confida Pierlugi – siamo convinti della sua innocenza e che tornerà presto a sedersi qui, affianco a noi”.
Slitta la serata dedicata a Tornatore, inzialmente organizzata per martedì prossimo al Teatro Miela. Tra i volti noti – che avevano confermato l’adesione – c’erano: Paolo Rumiz, Luca Casarini e, attraverso un video-messaggio, Moni Ovadia.
In attesa del risultato dell’udienza, fissata per mercoledì 13, gli organizzatori hanno preferito rimandare la serata che avrà luogo, molto probabilmente, venerdì 15.
Già domani – sabato 9 – avrà luogo la serata musicale, con annessa raccolta fondi per sostenere le spese legali di Luca Tornatore, pubblicizzata da www.globalproject.info . L’appuntamento è alle 21 a Monfalcone, presso l’officina sociale di via Natisone.
Un bel affresco, adesso so qualcosa di più
Brava bionda, proprio ben fatto
LUCA LIBERO
la serata al miela è stata spostata al 15
Santo subito! E patrono al posto di Santa Barbara.
piccola precisazione: la poesia che appare nella foto viene comunemente attribuita a brecht, ma in realta’ e’ del pastore protestante martin niemöller.
sapete dove trovare informazioni sulla serata al miela, o chi interverrà?
Politico, attivista o lavoratore???…!!!
Speremo che la SP6 no la vendi, dato che sa doperarla solo Lui.
la foto di un eroe.
Se tanto mi da tanto e se lavorerà in futuro con partita iva, farà la fine di Casarini suo collega o forse ex-collega dei centri sociali del Veneto.
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http://www.youtube.com/watch?v=tSmVwUM5vEU
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Il seguente collegamento esprime meglio la mutazione genetica del Luca Casarini.
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http://www.youtube.com/watch?v=edZojBo-Nw0
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