Fuori di lui, il noto giornalista Beppe Severgnini del Corsera dichiara che gli piacerebbe vivere a Trieste. Ma lui no sa quel che savemo noi… (segnalato da Alberto Bellan)
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Troppo triestini
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Triestini e napoletani
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The origin of Nosepolis
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Tachite al Tram
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Magnar ben, per bon – Cucina triestina in dialetto
Magnar ben, per bon – Cucina triestina in dialetto
xe mejo ch’el vadi a pavia con nebion e i musati!!!
Go gira’ ‘bastanza ( non quanto BS, ovvio che no )
E credo di sapere bene quanto ‘costa’ – in valuta professionale – essere tornato a Trieste. Ma.
Ma prima della solita autocommiserazione mi chiedo ( e chiedo a voi, dalla Redazione in su ): perche’ in tanti vorrebbero vivere qui?
E ancora: dove vorrebbero vivere coloro i quali NON vorrebbero viverci ?
Forsi ga ragion quel signor che go sentito dire:”Mi? Mi abito a Trieste, ma vivo Altrove…”
io in breve:
se non fosse per i bambini, non sarei qua, almeno in questa fase della mia vita. è molto più semplice e salubre farli crescere qua che in altri posti, per vari motivi.
poi, i miei “plus” per trieste:
– ambiente, mare, carso, eccetera blah blah
– luogo degli affetti
– affetto per quello che è la città, ma solo nella nostra mente
pochetto eh?
enrico
beh, pensa a quelli che vivono a busto arsizio…
con tutte le sue magagne, alla nostra “dirty old town” ci si puo’ anche affezionare (senza esagerare, pero’)
ho vissuto a gorizia fino a vent’ anni… la cosa che mi piaceva di piu’ di quella citta’ era il confine… bastava fare qualche centinaio di metri e ci si trovava nel paese di Altrove… mi ricordo, negli anni ottanta, il caffe’ turco nei bar di nova gorica… e le fughe in bicicletta verso est, si andava a lubiana e ci si immaginava di essere a praga… e verso zagabria si incontravano gia’ i bosniaci con i loro “strani” copricapi…
quando passo per la casa rossa, e vedo il casino’ a fianco del cimitero ebraico, mi viene da piangere. mia nonna era nata li’ vicino, nel 1906, e suo padre, un mezzo zingaro, era il custode del cimitero.
l’ altra sera, sotto casa mia, in via del bosco, sono passati tre musicisti ungheresi che suonavano la fisarmonica, cosi’ solo per il gusto di suonare. questo per me e’ un buon motivo per continuare a vivere a trieste.
grande martino!!!
: )
Condivido l’ultimo commento di Bulow
Certo Trieste è in una posizione fantastica ma quello che la rende unica è il suo essere, in un certo senso città di frontiera. Ancora oggi è un punto d’incontro. Io mi sento bene quando cammino ed osservando, giovani o meno giovani che camminano vicino a me, qualche volta faccio fatica per capire il loro linguaggio e la loro provenienza.
Anche mi go girado bastanza.
TS xe un logo strambo, come che te va via de boto te se inacorzi de cos’ che ghe xe de bel, che in altri loghi no xe.
Dio, se solo la fusi più vitale e veramente verta al mondo, cos’ che no meritassi sta zità!
Confrontata con tutte le cittá della sua taglia ( popolazione,posizione geografica,ampiezza del territorio,reddito pro capite,clima e attrattive naturali )Trieste e’ nella TOP 5,claro que si’.
Se poi la metemo in gara in categoria superiore – con parigi,new York e company – ben bon: la me ciapa forte in vitalita’ e apertura ( specie se te son giovine e sano ) , ma come la magnemo col resto ?
Eppoi, come diseva Andy Warhol in una song de Lou Reed, the good thing in a small town is that you can hate it, so you have to leave…
PS Lou vive a Brooklin, non a New York !
Più a nord non ti godi l’estate, più a sud non ti godi l’inverno, più a est saresti troppo ‘spaesato’ più a ovest saresti troppo ‘appaesato’.
Io ho viaggiato abbastanza e vissuto anche a Vienna, Pisa, Francoforte, Magonza e Stoccarda. Devo dire che, quando torno a Trieste, la prima cosa che mi colpisce è la sua posizione ed i suoi colori. Poi arrivano i motorini e la prima sensazione di fastidio.
Penso che a chi viene da altre parti capiti qualcosa di simile: all’inizio abbagliati da Miramare, il Golfo e i Carso, ma poi, muovendosi per la città si nota una marea di gente “sempre di corsa”, tanto più di corsa quanto più sono pensionati e casalinghe. Poi la scortesia nei negozi, i “veci” che guardano male e insultano per niente, gli ospiti abituali dei bar che sanno tutto e pretendono di insegnare ai “nuovi”, gli sportelli, dove si viene subito respinti, con un mediocrissimo “non so cosa dirle”, salvo poi ottenere quanto spetta dopo una serie di velate minacce.
Aprasi il Piccolo per consultare le ire della Citta: ogni sera una miriade di microeventi, dispersivi, che spesso lasciano trapelare l’ansia di mettersi in vista a qualunque costo o di ottenere più denaro pubblico possibile. A giugno atmosfera di saldi: ormai la gente ha messo la testa in vacanza, ovviamente sono tutti in barca, a Grado, nella casa di montagna… “se vedemo in setembre”. Le ferie più lunghe del mondo? Una città di agiati benestanti? Non sempre…
Se uno poi guarda da vicino, si accorge che la tintarella si prende gomito a gomito a Barcola, che la gente magari anche lavora e va a fare la spesa, ma di nascosto, ufficialmente “tutti al mare”.
Arriva una persona “nuova”: ma chi lo conossi? Con chi iera a scola? Cossa fazeva el padre? Cossa te dixi, se un ghe domanda a Camber se lo conossi, i ghe disi qualcossa?
La Cosa Nostra triestina ha la sua impeccabile organizzazione, agisce nell’ombra, non colpisce cruentamente, ma con l’arma dell’esclusione e del pettegolezzo.
A me Trieste sta stretta e passo un paio di mesi all’anno sulle rive del Reno, almeno per ascoltare altri pettegolezzi.
son d’acordo col julius, bela la natura ma chi che ghe vivi xe mejo no comentar perché se pol solo dir brute parole……
semo sorapopolai e ghe xe una intoleranza difusa!
quel che no me va zo, xe ancora i comenti contro i sciavi mentre pei neri che i vendi monade e accatona e i zingheni che gira xe i meno pezo….. sempre dal punto de vista dei taliani….
semo ala ricerca de una identitá perduta ma che gavemo soto i oci. volemo eser grandi e fighi ma risultemo pici e mussi.
volemo esser bobe e ganzi ma semo ridicoli e ignoranti.
volemo esser… ma NO SE POL.
Vivo, anche se part-time, a Trieste da circa tre anni. Ho peregrinato, negli ultimi dieci anni, sia in Italia che nella ex-Jugoslavia.
A Trieste sto davvero bene. Mi immagino spesso questa città come una bella signora un po’ attempata. Una di quelle che si incontrano, nelle loro pellicce, la domenica pomeriggio d’inverno al Rossetti.
La signora, anche se un po’ pettegola, cerca sempre di darsi un tono, per così dire “signorile”. E spesso ci riesce. Fino a quando non inizia a lamentarsi. E allora non si ferma più.
La cosa insolita è che si lamenta per cose che, viste dagli occhi di un “taliano”, non esistono. Avrò sentito mille volte, in questi anni, dire che “Trieste xe umida.” Sono nato a Reggio Emilia e posso garantire che ho visto ben pochi posti meno umidi di Trieste.
Oppure protesta per servizi che funzionano (il trasporto pubblico ad esempio) molto meglio che in altre città.
Basta un poco di pazienza, però, per superare le lamentele e accorgersi che questa signora ha tanto da dire. Le sue migliaia di ricercatori, un mondo culturale forse un po’ “carsico” ma molto ricco, un umorismo e una autoironia che nel resto d’Italia si sono persi chissà dove.
Quasi sempre, la nostra bella signora, verso la fine della conversazione, dice che vorrebbe tanto andarsene altrove. Ho capito, col tempo, che in realtà non si tratta dell’espressione di un vero desiderio quanto piuttosto di una sorta di intercalare. Perchè, se il taliano curioso prova ad approfondire e chiede per dove, come e perchè la signora vorrebbe lasciare la città, non ottiene una vera risposta ma solo un’alzata di spalle e qualche parola smozzicata su luoghi lontani e non meglio individuati.
Poi, senza fretta, si torna a parlare d’altro e, poco prima del commiato, la signora non perderà occasione per segnalare cortesemente al taliano che così bianchi non si può stare e che un poco di sole bisogna pur prenderlo, è quasi estate.
The Lady is a Tram(p)…
I DIECI MOTIVI PER VIVERE A TRIESTE
tratto dal sito del Corriere, scritto da un triestino adottivo
1. I dati ufficiali dicono che è seconda in Italia per qualità della vita, ma a Siena non c’è il mare. E qui trovi il mare più bello, senza uscire dalla città. Lo sanno bene quelle migliaia di triestini già perfettamente abbronzati a metà giugno
2. Se a piazza San Pietro togliete San Pietro e a piazza San Marco togliete San Marco, scoprirete facilmente che Trieste ha la piazza più bella d’Europa, l’unica che ha come quarto lato il mare. Di sera poi…
3. I caffè austro-ungarici e l’espresso migliore d’Italia
4. A luglio e agosto, almeno tre eventi culturali di livello per sera: non sai cosa scegliere
5. Città dominata da gatti e vecchi: i primi non prendono l’autobus, i secondi recriminano se ha un solo minuto di ritardo. Fantastico
6. Si lamentano di criminalità e prostituzione: io, bresciano, sorrido bonariamente
7. Gli italiani vanno in vacanza in Croazia, i triestini ci vanno nei fine settimana
8. San Daniele del Friuli è più vicina di quanto si possa pensare
9. Tutti vanno a vedere Postumia, ma Trieste possiede la cavità turistica più profonda del mondo. Quanti lo sanno?
10. Ebrei, protestanti, greci e serbo-ortodossi, anglicani, cattolici: ognuno ha la sua chiesa, ognuno celebra le sue ricorrenze, un modello di convivenza pacifica senz’altro da imitare.
Che volete di più?
“Il buon soldato sc’vèik” ga el nick più boba del mondo, quasi quasi ghe lo rubo.