22 Febbraio 2009

Il Pd tace mentre la destra triestina si spacca sulle ‘ronde sicurezza’

La destra locale si divide sull’opportunità di costituire le ‘ronde sicurezza’ nel territorio del Friuli Venezia Giulia. Le ronde verrebbe rese possibili dai provvedimenti sulla ‘sicurezza’ del Governo romano.

Una corrente della Lega e i neofascisti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore si schierano a favore della creazione delle ronde e dichiarano di avere già pronti dei volontari. Racconta il leghista Giorgio Marchesich a Panorama:

Quattro mesi fa ha fondato a Trieste i Volontari verdi: “Siamo i duri e puri del partito: seguiamo la corrente indipendentista di Mario Borghezio”. […] “Vogliamo combattere la microcriminalità, ma il controllo del territorio è anche un atto di identità politica”. […]. “I cani sciolti non sono apprezzati dai potentati” replica Marchesich. I Volontari verdi hanno escogitato le ronde in macchina. Ogni sera un paio di automobili girano per la città, come due volanti della polizia. La prima impresa, spiega Marchesich, è stata “derattizzare dai rom alcuni bar della periferia”. Senza violenza: solo spray al peperoncino e, in casi estremi, “qualche calcio nel sedere”. […] Accanto a lui Dario Dussi, 52 anni, annuisce ingrugnato. Di giorno lavora come amministrativo. Di sera veste in tenuta militare dalla testa ai piedi. “Non siamo tanto amati dalle forze dell’ordine” ammette “ma continueremo a vigilare: in questa città ci vogliono ordine e disciplina”.

Va notato che il segretario della Lega di Trieste, Massimiliano Fedriga, si era tempo fa dissociato dalle ronde padane.

Il Movimento Sociale di Trieste invece fa sapere sul Piccolo di ieri, tramite Stefano Salmè, “di aver messo a disposizione del territorio provinciale un “corpo di 100 volontari, tutti cittadini italiani, epserti di arti marziali o ex appartenenti a forze armate o corpi di polizia”.

Il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza afferma al Corriere:

“Questo provvedimento è sbagliato. Io qui non consentirò di farle [le ronde]. E penso di poter parlare anche per Udine, Pordenone, Gorizia. Nel Friuli Venezia Giulia non abbiamo queste esigenze”.

Roberto Antonione, senatore di Forza Italia, dichiara che la polizia “ha da noi un’efficienza tale che in regione non ha senso organizzare cose del genere”.

La posizione del Pd di Trieste del Friuli Venezia Giulia sul tema?

Non ci è pervenuta…

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9 commenti a Il Pd tace mentre la destra triestina si spacca sulle ‘ronde sicurezza’

  1. Dejan Kozina ha detto:

    Bravo Dipiazza. Non mi capita spesso di dirlo, ma quando ci vuole ci vuole.

    Una delle poche voci sensate in un panorama nazionale che non solo sembra aver scartato del tutto l’idea di risolvere razionalmente i problemi, ma pare addirittura compiacersi nel gridare “al fuoco” in un cinema affollato. Impagabile ed istruttivo lo scambio di battute: al sindaco triestino che afferma “la sera si può passeggiare al buio senza temere alcunché” il cronista replica con “Addirittura? ”, evidente segno di una disparità di impatto del problema tra Trieste e l’Italia altra. A doppio taglio, invece, la frecciata a Veltroni e Rutelli attribuibile almeno in parte a dovere di schieramento: quanto affermato per Roma non può non valere anche per quelle metropoli a guida leghista o di destra che lamentano gli stessi problemi. Ci fosse una sincera intenzione di affrontare il tutto per risolverlo, chiamerebbero Dipiazza in giro a far lezione; se invece il problema tutto sommato fa comodo, perché porta voti e consente di scaricare ogni colpa su una minoranza…

    Spassosissimo il pezzo di Global Project nella parte riferita ai ?evap?i?i – promossi al nobile rango di cibo tradizionale triestino, nientemeno. In occasione del recente exploit del sindaco di Lucca (obbligo per i ristoranti etnici di servire piatti tradizionali lucchesi) da varie parti si è udita l’idea di adeguarsi – obbligando le pizzerie a servire jota e patate in tecia; va dunque constatato che la multietnicità di Trieste non è ancora svanita del tutto e che dopo sessant’anni un piatto di inesorabili origini balcaniche può aspirare a diventare parte del patrimonio culturale patoco. I primissimi ?evap?i?i si sono visti dalle nostre parti infatti appena alla fine degli anni Quaranta e proprio dalle parti mie, alla Majenca, quando un privato si è presentato con una piccola griglia a carbone posta sul pianale di un motocarro e si è messo a servire questo cibo esotico (all’epoca nessuno diceva “etnico”) e misterioso. I cosi devono essere piaciuti, visto i risultati, ed ora ci troviamo a considerarli nostri tout-court (il che non toglie che provengano effettivamente dallo stesso mondo ottomano da cui viene il kebab, piaccia o meno). Fin qui la parte ironica -e poi basta, perché tutto il resto è da piangere.

    Sia Global Project che il Piccolo danno ampio spazio alle dichiarazioni tranquillizzanti di questo o quel politico che illustrano le buone intenzioni, l’assoluta legalità e l’innocuità delle ronde di vigilantes messe in piedi o progettate. Salvo poi leggere su Panorama le dichiarazioni del Marchesich che, ben prima che una norma di legge legittimi un qualsiasi comportamento del genere, candido come la neve ammette di aver posto in atto delle spedizioni punitive. Non vedo infatti nelle parole del Marchesich alcun accenno a motivi di autodifesa, a provocazioni ricevute o, come per gli altri intervistati da Panorama, comportamenti criminosi da parte delle vittime della spedizione – li hanno presi di mira esclusivamente perché rom. Dall’articolo si desume che i nostri “eroi” hanno deciso di propria iniziativa di “derattizzare dai rom alcuni bar”, ammettendo pure l’uso improprio di quello spray al peperoncino che la legge ammette esclusivamente a scopo di difesa personale, come pure l’uso della violenza fisica. “Qualche calcio nel sedere” che il Marchesich sembra considerare un modo accettabile di esprimere la propria opinione (fin quando è lui a darli, suppongo).

    Logica vorrebbe che ad una tale confessione a mezzo stampa facesse seguito un’indagine d’ufficio da parte della magistratura. Dichiaro aperte le scommesse. Nel frattempo prendo atto che è tornata di moda la “responsabilità collettiva” basata sull’etnia. Cosa mai può andar storto?

  2. Adriano ha detto:

    Questi benpensanti potrebbero istituire anche delle “ronde fiscali”
    per dare la caccia agli evasori.

  3. bulow ha detto:

    sarebbe utile fare un bilancio di questo primo anno di governo.
    vado in ordine sparso:

    1) creazione delle milizie di partito

    2) introduzione del reato di immigrazione clandestina

    3) esclusione degli immigrati irregolari dal servizio sanitario

    4) patto militare con la libia per il pattugliamento della frontiera con il ciad (con il voto favorevole del pd)

    5) patto di ferro con il vaticano sulle questioni “etiche”

    6) “riforma” della contrattazione collettiva in senso corporativistico

    7) smantellamento della scuola pubblica e potenziamento di quella privata

    8) svuotamento delle prerogative del parlamento tramite l’ uso della decretazione d’ urgenza

    9) immunita’ per le “alte cariche dello stato”

    10) …

    prossimamente:

    1) nazionalizzazione delle banche

    2) esclusione degli immigrati regolari dallo stato sociale

    3) divieto di sciopero senza referendum preliminare tra i lavoratori, con quorum del 50% degli aventi diritto

    4) …

    messe tutte in fila, fanno un certo effetto.

  4. bulow ha detto:

    dimenticavo.

    bozza alfano-violante:

    trasferimento della funzione investigativa dalla magistratura alla polizia giudiziaria (leggasi: ministero dell’ interno).

  5. furlàn ha detto:

    Potrebbero istituire ronde che girino i bar alla ricerca di loschi figuri che sparano spray al peperoncino in faccia ( e menano calci in culo ) a degli inermi cittadini. Ne avranno il coraggio? Queste ronde creano più problemi di quanti sperano di risolverne.

  6. bulow ha detto:

    continuo:

    introduzione delle classi differenziali per i bambini stranieri.

    raccolta delle impronte digitali dei bambini rom.

  7. Julius Franzot ha detto:

    E’l’ennesimo tentativo di mettersi in luce ad ogni costo.

  8. michele ha detto:

    Un bravo a Di Piazza anche da parte mia.

    Attualmente vivo a Trieste, ma in passato ho vissuto a Roma, Bologna e Milano. E ho avuto la fortuna(?) di conoscere molto bene la realtà della periferia di Padova, in particolare quella che comprendeva il famoso “muro” eretto da Zanonato.

    Sono fermamente convinto che un problema “sicurezza” esiste in Italia, così come sono convinto che finora le forze politiche di sinistra non siano state capaci di dare delle risposte convincenti a tutto quell’elettorato che vive nelle periferie delle grandi città italiane.

    Ricordo ancora Ferrero, allora ministro, quando arrivò a Padova a manifestare la solidarietà sua e del suo partito nei confronti degli immigrati che popolavano il quartiere che circondava il Centro Giotto e il “muro”; non accorgendosi che si trovava in una delle più grandi aree di spaccio di droga (in particolare eroina) presenti in Europa; non accorgendosi che le famiglie italiane che vivevano in quella zona avevano dei disagi enormi ed erano costrette a vivere in un evidente degrado.
    Lo stesso si può dire per Roma, dove l’amministrazione di Veltroni non ha mai voluto affrontare veramente il problema, cercando sempre soluzioni temporanee che, col tempo, si sono rivelate insufficienti. Vedi poi la vittoria di Alemanno…

    Ecco, qui sta una sintesi dei problemi del PD e del resto della sinistra italiana: un estremo radical-chic nel prendere sottogamba questi temi ed un’evidente lontananza dalla gente, dal territorio. Non riescono a sintetizzare i concetti di solidarietà e legalità, a volte pare che questi debbano per forza essere l’uno l’antitesi dell’altro.
    Chi da tempo cerca di prendere il problema di petto viene emarginato (vedi Cofferati) o ignorato (vedi Cacciari).

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