“È un inganno ai danni degli ignari firmatari la petizione lanciata da Ares Pecorari, referente del gruppo facebook “Trieste in Bici”, e diffusa a mezzo stampa nella giornata di ieri – denuncia Tiziana Ugo presidente di FIAB Trieste Ulisse – “la maggior parte delle firme raccolte risale a quattro anni fa ed il testo originale della petizione, che è stato ripetutamente cambiato, non prevedeva all’epoca il progetto dell’ovovia“.
In origine la petizione aveva come titolo : “IL CENTRO DI TRIESTE #CARFREE … La Città ritorna alle persone!”. Molte persone avevano firmato affidandosi alle richieste presenti in quel testo: 1) il centro di trieste #carfree (chiusura graduale alle auto private); 2) forte sviluppo della mobilità pubblica multimodale; 3) riqualificazione dello spazio pubblico urbano.
Richieste decisamente diverse da quelle della cabinovia attualmente promossa, che non è mai comparsa fino ad aprile 2022, quattro anni dopo che la maggior parte delle firme era stata raccolta.
Numerosi aggiornamenti alla petizione sono stati fatti e divulgati in questi anni, con titoli decisamente diversi: “strade scolastiche e isole ambientali” (agosto 2020), “Trieste città dei giovani” (settembre 2021), “la costiera va riprogettata” (settembre 2021), “Trieste mobilità 2040 (aprile 2022), fino ad arrivare all’ultimo aggiornamento “CABINOVIA METROPOLITANA TRIESTE – CARSO per un progetto sostenibile “Trieste mobilità 2040″”.
Nonostante tutti questi aggiornamenti il titolo della petizione, “IL CENTRO DI TRIESTE #CARFREE … La Città ritorna alle persone!” è rimasto invariato, e dunque ancora oggi chi firma questa petizione non è consapevole delle modifiche fatte .
Tra i firmatari figurano anche nomi noti nella battaglia contro l’ovovia, tra i quali la presidente della FIAB Trieste Ulisse, associazione che ha scelto di entrare nel Comitato No Ovovia e sta sostenendo da oltre un anno la campagna contro la costruzione di quest’opera inutile, impattante e insostenibile.
“Non serve abbattere più di mille alberi del prezioso bosco Bovedo e costruire una costosa e inutile ovovia per dare una soluzione intermodale alla nostra città e portare le bici in Carso – conclude Tiziana Ugo – ci sono altre soluzioni più economiche e rispettose dell’ambiente come far ripartire il nostro amato tram e potenziare il trasporto pubblico che va sull’altopiano con autobus elettrici attrezzati di portabici come avviene già in altre città italiane”.
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