23 Agosto 2023

Intervista a Gaetano Longo

el sunto L'intervista di Maria Fuchs a Gaetano Longo, poeta, scrittore e traduttore

Oggi ho l’onore di intervistare Gaetano Longo, noto poeta, scrittore e traduttore.

Dal 1991 al 1993 è stato reporter di guerra in America Centrale e nella ex Yugoslavia e nel 1992 ha co-prodotto con la TV cubana il documentario “Yugoslavia Adios” del quale è stato anche sceneggiatore.
Dal 2002 al 2016 è stato Console Onorario della Repubblica di Colombia e dal 1999 al 2014 ha diretto il Festival di Poesia di Trieste e il Premio Internazionale Trieste-Poesia.
Dirige la collana “Zeta Internazionale” dell’editore Campanotto di Udine e ricopre gli incarichi di vice presidente della “Fondazione Mihai Eminescu” di Craiova (Romania) ed è membro della presidenza del Festival Internazionale di Poesia dell’Avana.
Nel corso della sua carriera letteraria ha ricevuto riconoscimenti e premi a livello internazionale tra i quali quello dell’Accademia Eminescu di Romania, per l’insieme della sua opera poetica e, nel 2019 il Premio per il Romanzo Giallo della Fiera del Libro dell’Avana per il romanzo “Havana Story o la semplice arte di non poter scrivere”.

Tra le tante esperienze, a quale è più legato?

Direi tutte. Alcune più impegnative, altre meno. Ma tutte interessanti. Sia dal punto di vista letterario che da quello umano.

Il noto Festival Internazionale della Poesia è stato interrotto bruscamente dopo vari anni di successi: verrà ripreso?

Onestamente mi sembra molto difficile. Purtroppo!
Era un festival molto conosciuto a livello internazionale e il Premio che davamo alla carriera a un grande poeta era molto ambito. Dopo quello del festival di Struga,
in Macedonia, era considerato il premio di poesia più importante a livello mondiale. Ho trovato addirittura articoli di università americane che ne parlavano. Qui sono passati grandissimi nomi come il colombiano Alvaro Mutis, il franco-marocchino Tahar Ben Jelloun e il premio Nobel nigeriano Wole Soynka. Era un premio “povero” dal punto di vista economico, ma posso assicurare che tutti i grandi desideravano riceverlo.
Durante i miei anni a Cuba i poeti di tutto il mondo conoscevano il nostro festival e me ne chiedevano notizie. E’ stata una grande avventura. Credo che con Franco Puzzo, editore che pubblicava i libri dei premiati, e con Adriano Doronzo che era il presidente del
Club Anthares che come associazione culturale organizzava l’evento, abbiamo fatto un grande lavoro.
E sempre con pochi soldi. Credo che Trieste abbia perso moltissimo a livello culturale. Negli importanti circoli culturali del mondo si parlava della città. E pur lavorando tutti noi gratuitamente, ci vogliono soldi e, soprattutto, l’interesse delle istituzioni. E questo c’era solo a parole. Mi dispiace dirlo, ma è la verità.

Ricordo con grande allegria il suo libro “Libero. Storie di un oste triestino”. Che ricordo ne ha?

E’ stato il mio primo romanzo ed era andato molto bene. Mi ero divertito a scriverlo. Attraverso la vita dell’ultimo oste di Trieste avevo raccontato una parte della storia della città e dei suoi personaggi. Mi ero basato sulla biografia di Libero. Sui suoi racconti. Anche se molto avevo inventato e ci avevo messo di mio.
Libero si divertiva con questo. Di alcune parti del libro mi diceva: Questa no xe roba mia ma me piasi.
Poco più di una decina di anni fa il professor Walter Grunzweig lo ha tradotto in tedesco ed è stato pubblicato da una casa editrice austriaca. Da quello che mi era stato detto aveva venduto molto in tutti i paesi di lingua tedesca e solo un paio di anni fa ero stato invitato per presentarlo ad una fiera del libro in Germania.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

Ci sono varie cose, ma devo pensarci. La Colombia mi ha chiesto di riaprire il consolato a Trieste, per esempio.
Per quanto riguarda l’attività letteraria, quest’anno dovrebbe uscire un mio nuovo libro di poesie, un volume di racconti del cubano Alberto Marrero da me tradotti e, in Brasile, la terza edizione di un’antologia della mia poesia. E per quanto riguarda la narrativa, sempre in Brasile, il prossimo anno, dovrebbe essere pubblicato il mio Hotel Tropical. Al momento sto lavorando a un romanzo ambientato durante la guerra nella ex Yugoslavia dove ho lavorato come giornalista. Mi costa molto perché è molto personale e racconto cose molto intime e che mi hanno molto segnato. Vedremo come va…

Dal punto di vista intellettuale, lei è presente in vari paesi del mondo. Quali differenze ha riscontrato?

Le differenze sono sempre tante. Ma molti paesi sono accumunati per il rispetto per gli scrittori e soprattutto per i poeti. A Cuba, per esempio, essere uno scrittore è una professione. A Medellìn, in Colombia, durante il festival di poesia mi avevano chiesto scusa, perché durante una mia lettura c’erano “solo” un migliaio di persone. E potrei fare una lunga lista di altri esempi.

1 commenti a Intervista a Gaetano Longo

  1. Sandra Lucarelli ha detto:

    Intervista molto interessante. Non conoscevo questo Autore,forse perché più noto all’estero che in Italia. Complimenti anche a Maria Fuchs che in pochi e sintetici tratti é riuscita a mettere a fuoco il personaggio e la sua vita , culturale, artistica ed umana.

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