17 Maggio 2023

Casa Stipancich, teatro e poesia: l’intervista a Diego Menegon

el sunto Diego Menegon è noto soprattutto per la divertente serie "Casa Stipancich". L'abbiamo intervistato per conoscere altri suoi interessanti progetti

Trieste nasconde vari artisti, molto talentuosi. Partecipando al corso di scrittura creativa, simpaticamente intitolato: SCRITTURE MAL EDUCATE!, creato da compianto scrittore Pino Roveredo, ho avuto modo di conoscere e vedere all’opera vari artisti, tra cui il triestino Diego Menegon: noto per la sua CASA Stipancich.
Nel corso di scrittura creativa scriveva vari testi, passando con estrema semplicità da quelli più comici a quelli più profondi e filosofici.
Abbiamo voluto conoscerlo meglio con questa inedita intervista.

Sei molto noto per Casa Stipancich: ci racconti com’è nata e come è cresciuta?

casa stipancich diego menegonAllora… “Casa Stipancich” è nata un po’ per gioco, per prova, ho provato la prima volta ad interpretare due nonni, tipicamente triestini, provando a registrare la voce maschile (Ciano) e quella femminile (Marisa) che parlavano un italiano contaminato dalla loro evidente influenza triestina. Sembrava piacere e divertire alcuni amici e allora ho iniziato a pubblicare online.
Il tutto, poi, dopo diversi anni, si è evoluto, espandendosi, dando spazio anche ai vicini di casa, Giangiulio e Loredana, con le loro tipicità, caratteristiche di una coppia più giovane, ma sicuramente anomala…
Attualmente mi ritrovo a pubblicare ogni lùnedi un nuovo episodio, con parole che Marisa si azzarda a tradurre dal triestino e con storie che nascono dal vivere delle due famiglie.
Spesso mi ispiro a frasi o a cose che sento per strada o dagli amici, la vita di ogni giorno.

Tu scrivi anche bellissime poesie che sono anche dei bei messaggi . Hai mai pensato di metterli in scena?

No, beh, a volte mi piace esternare i miei pensieri sulle cose che mi passano per la testa, su quelli che sono i miei valori… Ma non ho mai pensato di raccoglierli o di metterli addirittura in scena. Sono semplici pensieri, niente di più…

Collabori anche con la COMPAGNIA TEATRALE MAGNOLIA con la quale (pochi giorni fa) avete messo in scena lo spettacolo da voi creato e intitolato: DELL’OPPRESSIONE E DELLA LIBERTÀ, con i bravissimi Michele Amodeo, Simone Starce anche Silvia Padula, grazie alla collaborazione di CASA DELLA MUSICA/SCUOLA DI MUSICA 55: ci racconti qualcosa di più a riguardo?

Sì, beh, faccio parte da un paio d’anni dell’Associazione Magnolia, nella quale abbiamo formato la Compagnia Magnolia, appunto. Abbiamo già portato in scena 3 diversi spettacoli, “This-agio”, “Ma non è amore” e “Dell’oppressione e della libertà”.
Da giovane non avevo mai considerato la possibilità di salire su un palcoscenico e mostrarmi, sono sempre stato timido, ma ho conosciuto e sto apprezzando il valore ed il potere, la forza che il teatro ha. Ti riempie dentro e ti fa trasmettere il bello agli altri! Il 10 giugno saremo di nuovo in scena con “Ma non è amore” in Sala Luttazzi, al Magazzino 26 in Porto Vecchio.

C’è qualche domanda che volevi che ti facessi?

No, beh, mi imbarazza molto questa cosa… anzi, vorrei ringraziarti per aver voluto farmi le tue domande.

Sei molto poliedrico: quali sono i tuoi prossimi programmi?

Diego Menegon“Poliedrico” è una roba brutta? Ahahah! I miei programmi comunque non sono ben definiti. Cioè, sicuramente non a lungo termine. Innanzitutto desidero continuare il mio percorso di crescita a livello teatrale, con il prossimo spettacolo, in programma a giugno. Poi, per quanto riguarda Casa Stipancich, mi diverto a continuare la storia parallela delle due famiglie. Poi, chissà… Vedremo cosa mi offre il futuro!

Come ti definiresti?

Io? Beh, è sicuramente difficile definirmi in poche parole, ma spesso mi piace definirmi come un “mona”! Mona nel senso più bello del termine. Un mona che FA il mona, ma che si diverte ad esserlo, un po’ in tutto. Con la consapevolezza di esser comunque una persona sensibile, con dei valori, ma che non disdegna di vivere anche con il sorriso e facendo “monate”!

Segue un breve testo di Diego:

ESSERCI
Esserci è più di essere, esserci significa moltissimo!
Esserci può voler dire “tutto” in certi momenti
Esserci per qualcuno, esser una valvola di sfogo, un orecchio che ascolta
Come quando senti di scoppiare, di voler scoppiare in lacrime
E c’è la spalla, c’è l’abbraccio, c’è l’anima che ti accoglie
Quando meno te l’aspetti, ti arriva un messaggio
Quando proprio senti il bisogno, sai con chi parlare
Esserci è molto, molto più di essere
Esserci può voler dire “tutto”!
(Diego BlueDee Menegon)

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