20 Gennaio 2023

Alle tre del mattino

el sunto Sesto appuntamento con la rubrica dedicata a dei brevi racconti horror ambientati a Trieste. La rubrica ha cadenza mensile

Scrivo queste righe in uno stato di tensione insostenibile. Fra poco l’orologio scoccherà le tre del mattino e, allora, io non esisterò più.
Contemplo già la pistola, posata di traverso sul ripiano del tavolo in salotto. Vicino a essa, è posato il diario di un mio caro amico, dal quale estrapolerò un passaggio saliente in modo da lasciare ai posteri una chiara visione dell’orrore che mi attanaglia.
Mi crederete un debole, ma vi assicuro che non lo sono. Quando avrete finito di leggere quello che, tra i brividi del terrore, sto scrivendo, forse riuscirete a comprendere le mie ragioni.
È tutta colpa della statuetta posta vicino al diario e alla pistola. Quella terribile e oscena raffigurazione di una creatura finora sconosciuta alle scienze, che supera di gran lunga ogni deformità aberrante della Natura.
Ma cerco di andare per ordine, anche se ho poco tempo. Qualche giorno fa, ricevetti una strana cassa da un corriere espresso. Era una comune scatola da imballaggio, in legno, che sapeva di terra marcia. Appena l’aprii, trovai al suo interno il diario del mio amico e questa strana e deforme statuetta, scolpita in legno scuro, completamente nera.
Spinto dalla più estrema curiosità, mi misi subito a leggere il diario. Era del mio caro amico Lorenzo Mortini, docente di antropologia all’Università di Trieste. Sapevo della sua missione nel cuore dell’Africa Nera, più precisamente nelle sconfinate regioni del Congo. E sapevo anche della sua improvvisa scomparsa. I giornali locali ne avevano scritto in alcune occasioni. Da quanto sembrava, le ricerche erano appena state sospese, e del mio amico non rimaneva che uno sbiadito ricordo.
Lessi con avidità le pagine del suo diario, provando una tensione sempre crescente. Finché non giunsi all’ultima nota, che riporto di seguito per diritto di cronaca:

22 giugno 2020, giungla del Congo.
Stamani ho deciso di mandare indietro Carlos e di proseguire da solo alla ricerca di Terlizzi. Carlos è fidato, e non posso correre il rischio di perdere la cassa, se mi succedesse qualcosa. La statuina nella cassa, trovata in una capanna abbandonata, è la prova che cercavo. Da notare gli artigli spropositati, i caratteri da rettile, il corpo robusto e possente con zampe quasi da leone. Il “popolo delle nebbie” esiste e la leggenda del Dio N’Gongo non è pura invenzione.
Tutti i miei appunti sono in questo diario, che contiene anche un resoconto completo dello smembramento della mia spedizione.
Sì, qualcosa di tremendo sembra spiarci attraverso le felci, ci bracca giorno e notte, senza tregua.
Chiunque la riceva, deve prendersi cura della statuina: sono convinto che il suo valore antropologico sia incalcolabile.
Oh, avverto un fruscio nella boscaglia… forse ho ritrovato Terlizzi. Vado a controllare…

Ho svolto alcune ricerche in internet per capire l’origine di questo fantomatico Dio N’Gongo, ma non ho trovato nulla in merito. E adesso, quella sua odiosa statuina mi osserva con quei suoi occhi da rettile, quel muso allungato da coccodrillo, dalle zanne minacciose. Provo repulsione solamente a guardarla.
Da quando questa sua rappresentazione si trova in casa mia, sono attanagliato da strani incubi, in cui una creatura mostruosa, avversa a ogni legge naturale, mi rincorre finché non mi afferra con le sue fauci e mi dilania le carni. E un ringhio basso, gutturale, si alza da qualche parte del mio salotto, dagli angoli poco luminati, specie la notte. Da qualche giorno vivo in uno stato di tensione e terrore, tanto che, ormai, sono convinto di essere giunto alla fine.
Che il Cielo abbia pietà per la mia anima!
Oh, qualcosa si sta avvicinando, lo sento in modo chiaro! Sono passi pesanti lungo le scale del palazzo, avverto persino lo strisciare di artigli affilati. E adesso, proprio adesso, avverto un odore particolare appestare la stanza: è odore di marcio, di carne putrefatta.
Oddio, sento qualcosa raschiare la porta di ingresso… sembra essere una zampa… No, quella fauci da coccodrillo non mi avranno vivo!
Presto! La pistola! La pistola!

Qua trovi i libri dell’autore Davide Stocovaz.

Tag: .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *