Il 27 gennaio è il giorno della memoria, in commemorazione delle vittime dell’Olocausto.
Qualche giorno fa è stata posata una pietra d’inciampo in memoria di Clementina Tosi, uccisa nella Risiera di San Sabba per aver aiutato la Resistenza contro i nazisti. Da quella storia vera è nato un libro, scritto da Alessandro Slama, nipote di Clementina, e illustrato da Roberta Zucca. Il libro si trova in libreria oppure online a questo link.
Questo l’inizio della recensione di Una mamma nel paese dei libri, che trovate completa nel suo blog.
“Mamma, ma è una storia vera?”, mi ha chiesto Beatrice (6 anni) appena abbiamo finito di leggere insieme il libro.
“Sì, lo è. E sono fatti accaduti nella nostra città, Trieste.”
Non è la prima volta che affronto con mie figlie temi sociali e storici complessi, forti, drammatici. In queste occasioni, i libri diventano strumenti che racchiudono nelle loro pagine informazioni e riflessioni che ci aiutano a costruire idee e ideali. I libri belli sono capaci di fare questo valorizzando allo stesso tempo anche l’estetica e facendosi portatori d’arte.
Arte ed etica. Due termini che possono stare insieme?
Credo che non sia errato dire che l’arte ha un valore etico tanto più grande quanto più è forte la sua capacità di risvegliare le coscienze e tener vivi i ricordi. Proprio l’altra settimana ero a una conferenza dove il teologo Vito Mancuso incitava a leggere sulla carta per imparare poi a leggere il mondo e la vita, ed è con questo spirito che insieme a Ginevra e Beatrice mi avvicino ai libri, soprattutto ai libri come quello che sto per presentarvi.
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