15 Luglio 2013

Da destra e sinistra per l’eutanasia legale

Continua a Trieste la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare l’eutanasia. Si stanno infatti raggiungendo in città le 4.500 firme raccolte nell’arco di quasi 4 mesi. Oltre le firme dei cittadini, che continuano a dimostrare grande interesse per la proposta di legge dell’Associazione Coscioni, si continuano a registrare anche quelle di rappresentanti delle istituzioni e personalità locali.

Ad avere firmato di recente al tavolo organizzato dai Radicali e dalla Associazione Coscioni, sono i consiglieri regionali Giulio Lauri di Sel e Roberto Dipiazza di Autonomia Responsabile. Oltre alle loro firme anche quelle della ex consigliera comunale del Pd Cogliati Dezza, nonchè direttrice del Distretto 2 dell’Azienda Sanitaria Triestina e del consigliere provinciale della Lega Nord Paolo Polidori. La trasversalità di queste firme dimostrano, secondo gli organizzatori della battaglia politica, quanto il tema dell’eutanasia legale sia sentito e sostenuto a prescindere dall’appartenenza partititica così come dev’essere riguardo ai diritti civili e, in particolare, all’autodeterminazione delle persone. Questa, concludono gli organizzatori, è la laicità che chiediamo ai nostri rappresentanti politici.

Tra le personalità locali ad aver detto si ad una legge che regolamenti l’eutanasia il giornalista e scrittore Paolo Rumiz e Claudio Boniciolli già presidente dell’Autorità Portuale di Trieste.

La raccolta firme prosegue fino al 15 di settembre ed a questo link si possono consultare luoghi ed orari di raccolta ai tavoli triestini
Sabato 13 luglio a Trieste, presso il bar Verdi, alle ore 10,30 sono stati  presentati i quesiti referendari “Cambiamo Noi”.

Divorzio breve
Il referendum elimina i tre anni di separazione obbligatoria prima di chiedere divorzio, la cui domanda potrebbe essere fatta contestualmente alla separazione Effetti: riduzione del carico giudiziario e sociale connesso alla durata dei procedimenti di divorzio.

Niente carcere per fatti di lieve entità della normativa sugli stupefacenti
Se vincesse il referendum, verrebbe eliminata per tutte le violazioni che riguardano fatti di lieve entità (ad es coltivazione domestica, possesso e trasporto di quantità medie, condotte border line tra consumo e piccolo spaccio) la pena detentiva mentre rimarrebbe la sanzione penale pecuniaria della multa da 3mila a 26 mila euro.

Libertà di scelta nella destinazione dell’otto per mille.
Viene abrogata la disposizione che prevede che anche l’8×1000 di chi non esprime alcuna indicazione venga ripartito tra le confessioni religiose. Effetti: la quota relativa alle scelte non espresse (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno) rimarrebbe in capo al bilancio generale dello Stato anziché essere ripartita in favore soprattutto (al 90%) della Conferenza episcopale italiana. Non si arrecherebbe alcun danno alle attività caritatevoli, visto che il fondo 8×1000 si è moltiplicato per cinque negli ultimi 20 anni, arrivando alla cifra record di un miliardo e cento milioni di euro l’anno!

Per abrogare il reato di clandestinità, un reato aberrante che punisce una condizione anziché una condotta; e per eliminare quelle norme che incidono sulla clandestinazzazione e precarizzazione dei lavoratori migranti. (2 Quesiti)
1). Il primo quesito che abroga l’articolo 10 bis, del T.U. sull’immigrazione, cancella la norma che introduce un reato aberrante che criminalizza una condizione anziché una condotta.

2). Il secondo quesito abroga quelle norme che costringono centinaia di migliaia di migranti al ricatto continuo dei datori di lavoro (creando l’effetto “concorrenza sleale” con i lavoratori italiani) oppure che li obbliga al lavoro nero o al servizio della microcriminalità.

Il referendum infatti prevede l’abrogazione degli articoli 4 bis e 5 bis del testo unico immigrazione, entrambi incidenti sul permesso di soggiorno perché legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro paese – anche di cittadini da anni in Italia – alla stipula di un contratto di lavoro.

Si tratta in sostanza di eliminare le due norme più restrittive che hanno caratterizzato il pacchetto sicurezza del 2009 fortemente voluto da Maroni e la legge Bossi-Fini del 2002, per ritornare almeno ad un regime simile a quello introdotto dalla legge Turco-Napolitano del 1998.

I referendum si possono già firmare la mattina presso tutte le segreterie comunali e della Corte d’Appello o dei Tribunali, oppure il pomeriggio presso i gazebi radicali in via delle torri il giovedì ed il sabato dalle ore 16,30 alle ore 19,30 .Presso la sede di SEL in via Martiri della Libertà 18 negli orari di apertura : Lunedì – Giovedì dalle 16.00 – 19.00 – Venerdì 9.00-12.00.

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5 commenti a Da destra e sinistra per l’eutanasia legale

  1. sfsn ha detto:

    Bela la foto: me par che per l’eutanasia DiPiazza sia un ottimo testimonial!

  2. aldo ha detto:

    per l’eutanasia legale e anche per i referendum di “cambiamo noi” e per quelli sulla giustizia: FIRMARE, FIRMARE, FIRMARE!

  3. aldo ha detto:

    era ora che ricominciassero delle battaglie libertarie in mezzo a questo letamaio montante fatto di razzismo, moralismo e giustizialismo

  4. ikom ha detto:

    tutti a firmare

  5. Kaiokasin ha detto:

    Bravi! Quello sull’ergastolo è un po’ inutile perchè di fatto già non esiste più dal 1975, ma comunque male non fa toglierlo di mezzo anche formalmente. L’unico dubbio sulla responsabilità civile dei magistrati, che magari andrebbe rivista, ma messa così voglio vedere chi farà ancora una causa al Cav con il rischio di dover poi risarcigli i danni.

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