18 Giugno 2013

Trieste per l’ambiente: a che punto siamo?

di Eleonora Degano

Ndr. Pubblichiamo con molto piacere l’intervista di Eleonora Degano, studentessa del master in giornalismo scientifico della SISSA. Qui il suo blog. 

Ad oggi sono 4,733 i firmatari del Patto dei Sindaci, grandi centri urbani e piccoli comuni che hanno raccolto la sfida ecologica dell’Unione Europea. Entro l’anno successivo alla firma, devono presentare un Piano d’azione per l’energia sostenibile (PAES), in cui delineano come intendono raggiungere, entro il 2020, l’obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2. Il comune di Trieste ha aderito il 18 giugno 2012, e l’iniziativa è stata presentata dal sindaco Roberto Cosolini presso l’Area Science Park, nell’ambito della GreeNordEst week.
In concomitanza con il Patto dei Sindaci, è nato l’Ufficio Risparmio Energetico ed Energie Alternative del Comune di Trieste. L’ufficio è diretto dall’Ing. Fabio Morea, con cui ho fatto una chiacchierata per capire in cosa consiste questo servizio d’informazione, rivolto sia ai privati che alle imprese.

Di cosa si occupa esattamente l’ufficio?
L’ufficio ha lo scopo di informare i cittadini e le aziende sulle energie alternative, e di educarli al risparmio energetico. E’ stato attivato il 19 aprile 2012, circa due mesi prima dell’ufficiale adesione al Patto dei Sindaci: da gennaio a dicembre abbiamo ricevuto 191 richieste. Di queste, 140 erano di privati che volevano intervenire sulla propria abitazione: giovani coppie che affrontavano la prima casa o la prima ristrutturazione, ma anche persone più anziane che si erano interessate alle questioni energetiche grazie ai comunicati stampa e alle conferenze che hanno circondato la firma del Patto dei Sindaci. Le altre richieste erano di architetti o progettisti di aziende, interessati ad informarsi sulle normative. Fino ad oggi le domande più frequenti hanno riguardato gli impianti fotovoltaici, e mi ha colpito l’interesse che l’iniziativa ha suscitato sia da parte di chi deve, sia da parte di chi vuole approfondire il tema del risparmio energetico. Aiutiamo le persone anche a definire quali sono le priorità di intervento, quando si progetta una riqualificazione energetica.

E quali sono queste priorità?
Senza dubbio le azioni conservative: isolamento termico degli edifici, sostituzione dei serramenti, riqualificazione degli impianti termici. In questo modo, le azioni di produzione di energie alternative andranno poi a lavorare su un fabbisogno ridotto. Tutto ciò, ovviamente, in funzione dei limiti di budget e delle caratteristiche dell’edificio.

Meno produzione e più risparmio, quindi.
Produrre energie alternative è relativamente facile, e di certo fa bella figura: ma produrre energia per poi sprecarla non ha senso, quindi la priorità del PAES di Trieste sarà il risparmio energetico in tutte le sue forme, lasciando al secondo posto la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si vuole rendere i cittadini consapevoli del costo dell’energia, e di come questo sia tutto fuorché svincolato dalla quotidianità: piccolezze come abbassare i termostati, spegnere le luci, effettuare una buona manutenzione ordinaria.

Tornando agli impianti fotovoltaici: sono un buon investimento economico/ecologico?
Lo sono per chi consuma energia di giorno, e per questo a beneficiarne maggiormente sono uffici e centri commerciali, specialmente d’estate quando si utilizzano gli impianti di condizionamento. L’energia prodotta a partire da quella solare può essere usata per le esigenze domestiche, oppure venduta alla rete elettrica se in eccesso.  Il primo incentivo esistente riguarda lo scambio sul posto, la possibilità per un piccolo generatore fotovoltaico di vendere energia direttamente alla rete. Quest’ultima ha l’obbligo di acquistare l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici ad un prezzo convenzionale. L’impianto minimo per uso familiare, da 1 kW, ha un costo di circa 2200 euro: produce 1100 kWh, con un controvalore massimo di 230/240 euro all’anno, permettendo di recuperare l’investimento iniziale in circa 10 anni. Al giorno d’oggi è inoltre possibile detrarre dall’IRPEF il 36% della spesa; nel caso di lavori conclusi entro il 30/6/2013, invece, si arriva a una detrazione del 50%.

Per informazioni e contatti sugli incentivi e sulle energie rinnovabili per la città di Trieste, si rimanda alla pagina dell’Ufficio Risparmio Energetico ed Energie Alternative.

Eleonora Degano

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4 commenti a Trieste per l’ambiente: a che punto siamo?

  1. denis furlan ha detto:

    Certo, tutto molto bello, come la mettiamo con la soprintendenza???

  2. Kaiokasin ha detto:

    190 richieste di informazioni in 300 giorni di lavoro (circa) non mi pare un risultato granchè positivo. Si è pensato a bonificare le pareti esposte alla bora isolate con piastrelle di eternit, sostituendole con prodotti più eco-compatibili? E di intervenire sul patrimonio edilizio pubblico, che in gran parte di casi è un colabrodo energetico?

  3. denis furlan ha detto:

    La detrazione fiscale sugli impianti fotovoltaici è stata da un bel pò prorogata al 31/12/2013, sarebbe meglio aggoirnarsi in materia normativa!!!

    @kaiokasin: il problema è sempre il solito: le piastrelle di eternit si trovano su condomini, ovvero laddove ci si sbaruffa anche per due briciole sulle scale, figuriamoci mettere d’accordo tutti su un intervento di bonifica che nel migliore dei casi ha un costo di €10.000

  4. Kaiokasin ha detto:

    # 3 sui condomini hai senz’altro ragione (le ESCO http://it.wikipedia.org/wiki/Energy_Service_Company potrebbero dare una mano). Penso che questo ufficio, oltre a dare informazioni che va sicuramente bene (forse sono stato troppo critico qui sopra), dovrebbe rastrellare finanziamenti europei (http://www.aess-modena.it/it/progetti.html) per interventi concreti sugli edifici comunali e pubblici. Cioè fare oltre che informare.

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