7 Maggio 2011

Il Papa atterrerà alle 16.15 all’aeroporto di Ronchi, alle 16.45 l’arrivo ad Aquileia

Niente bandierine ad accogliere l’arrivo del Papa a Ronchi e ad Aquileia. L’Arcivescovo De Antoni ha chiesto ai suoi sacerdoti di versare due mensilità nel fondo di solidarietà per i lavoratori impoveriti dalla crisi. Ecco perché l’Arcidiocesi ha deciso di rinunciare ai gadget e ad ogni spesa non strettamente necessaria, come le bandierine. I risparmi finiranno infatti in quel fondo.

Secondo il programma, Benedetto XVI giungerà all’aeroporto di Ronchi dei Legionari alle 16.15 di questo pomeriggio. Ad accoglierlo saranno gli ospiti del Piccolo Cottolengo don Orione di Santa Maria La Longa, i bambini dell’Istituto Cerruti di Capriva, dell’Istituto psicopedagogico di Medea, i volontari del centro della sofferenza di Gorizia e i ragazzi delle parrocchie di Ronchi. Fra i vip il Patriarca di Venezia, Angelo Scola, l’arcivescovo Dino De Antoni, il ministro Giulio Tremonti.

Da Ronchi prenderà il via il percorso a bordo della papamobile: 18 kilometri per raggiungere Aquileia, dove l’arrivo è previsto per le 16.45. Qui il pontefice terrà un discorso, quindi, alle 17, l’ingresso nella basilica e il discorso sul Convegno aquileiese. Alle 18 papa Ratzinger raggiungerà il campo sportivo da dove, in elicottero, partirà alla volta di Venezia.

L’organizzazione auspica che i pellegrini arrivino ad Aquileia entro le 14.30, perché dalle 15.30 dovranno posizionarsi in basilica piuttosto che all’esterno. Le strade di accesso chiuderanno verso le 14.30, mentre quelle percorse dalla papamobile saranno off limits, per motivi di sicurezza, fin dalle 14. Non è consentito portarsi sgabelli per sedere.

Ed ecco la lettera dei quattro vescovi del Friuli Venezia Giulia in occasione della visita del Santo padre:

Durante l’ultima cena Gesù si rivolge personalmente all’apostolo Pietro con queste parole: “Io ho pregato per te che non venga meno la tua fede e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).
La fede di Pietro e dei suoi Successori é custodita da una particolare preghiera di Gesù perché quella loro fede sia il riferimento sicuro per tutti i credenti che formano la Chiesa.
Questo ministero o servizio, proprio di Pietro e dei Vescovi di Roma suoi successori, assicura l’unità della Chiesa, messa spesso alla prova dalle vicende della storia umana.
Gesù tiene unito a sé il suo Vicario sulla terra perché egli, a sua volta, tenga uniti tutti i fratelli battezzati fondandoli sulla Roccia sicura che è Cristo e il suo Vangelo.
Abbiamo la grazia di vivere in un tempo della Chiesa nel quale appare in modo luminoso la verità delle parole che Gesù rivolse a Pietro. Ce ne sono testimoni i due ultimi Successori di Pietro: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Uniti tra loro da una grande fede e da stima e amicizia reciproca, si sono trasmessi l’uno all’altro il ministero – ricevuto dai predecessori – di confermare nella fede i loro fratelli.
Hanno svolto e stanno svolgendo questo servizio alla Chiesa con una santità, una fedeltà e un coraggio che, in questi giorni, è sotto gli occhi di tutti.
Conserviamo viva nella memoria l’esortazione, quasi gridata, di Giovanni Paolo II nella sua prima omelia: “Non abbiate paura. Spalancate le porte a Cristo. Ad essa fece seguire il gesto di alzare il crocifisso del bastone pastorale per indicare che suo unico ministero sarebbe stato quello di attirare sguardi e cuori solo verso Gesù crocifisso e risorto, unica Speranza degli uomini.
Con carità eroica portò avanti con le parole e la vita questo compito: il compito del Successore di Pietro.
Mentre la Chiesa riconosce la santità di questo suo Pastore, accogliamo nelle nostre terre Benedetto XVI che la Provvidenza ha chiamato a raccogliere il testimone di Giovanni Paolo II. Egli quotidianamente conferma nella fede noi, suoi fratelli, con tale forza e coerenza evangelica che gli possono venire solo dalla preghiera di Gesù la quale continua a custodire il suo Vicario nella Chiesa.
Con umiltà dobbiamo confessare che anche nella Regione del Friuli Venezia Giulia i cristiani hanno bisogno di essere confermati nella fedeltà a Gesù, al suo Vangelo e alla grande Tradizione cristiana che ha generato la nostra civiltà.
Seguiamo da vicino il passaggio del Santo Padre da Aquileia a Venezia perché porterà con sé la grazia, ricevuta da Gesù, di ravvivare la fede di ognuno di noi e della nostre Chiese di Gorizia, Udine, Trieste e Concordia-Pordenone.

+ Dino De Antoni
+ Andrea Bruno Mazzocato
+ Giampaolo Crepaldi
+ Giuseppe Pellegrini

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1 commenti a Il Papa atterrerà alle 16.15 all’aeroporto di Ronchi, alle 16.45 l’arrivo ad Aquileia

  1. ufo ha detto:

    Boh. Sono certo che sarà stata una mera coincidenza, ma ieri alla majenca c’è stata una simpaticissima cerimonia coll’innalzamento dell’albero dei diritti dell’Unicef e la lettura della Carta dei diritti del bambino. Mi pare giusto – la festa pagana per eccellenza che mostra la retta via ai seguaci del culto cattolico, mentre il babau e le sue gerarchie cercano di far passare sotto silenzio l’argomento. Avanti così, Ratzi.

    Mi dicono anche che alla loro festa non è vietato portarsi sgabelli per sedersi… 🙂

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