29 Aprile 2011

“Affrontare la crisi partendo dai principi morali”. Il messaggio della Conferenza episcopale Triveneto per il 1° maggio

“Dalla visita del Papa orientamento e speranza anche per il mondo del lavoro”: il messaggio della Commissione per la Pastorale sociale e del lavoro della Conferenza Episcopale Triveneto in vista della prossima Festa del Lavoro

Carissimi fratelli e sorelle che operate a vario titolo nel mondo del lavoro,

Con questo Messaggio, la Commissione per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza Episcopale Triveneta intende partecipare, in occasione della Giornata dell’1 maggio tradizionalmente dedicata al lavoro, la sua solidale condivisione alle profonde aspirazioni di giustizia e di sviluppo integralmente umano che da sempre caratterizzano il mondo del lavoro delle nostre tre Regioni.
La celebrazione della Giornata del 1 maggio di quest’anno è resa più ricca dalla Visita pastorale che il Santo Padre Benedetto XVI farà nei giorni 7 e 8 di maggio ad Aquileia e a Venezia, per confermare nella fede cristiana i popoli delle nostre terre. Anche il mondo del lavoro del Triveneto lo attende con affetto e con fiducia e gli esprime gratitudine per il suo illuminante Magistero sociale, espresso ultimamente con la Lettera Enciclica Caritas in Veritate. La Visita del Papa nelle nostre regioni solleciterà una domanda di orientamento e di speranza, per territori che hanno perseguito modelli di sviluppo che apparivano consolidati e che invece si sono dimostrati, negli ultimi anni, vulnerabili e fragili. Rilevazioni recenti1, infatti, convergono nel delineare una sostanziale ambivalenza del quadro economico nelle tre Regioni: accanto a segnali di ripresa relativi ad alcuni comparti fortemente orientati alle esportazioni, si possono constatare serie difficoltà sulla tenuta complessiva dell’occupazione e, soprattutto, sull’ingresso delle nuove generazioni nel mondo del lavoro. A questo riguardo, il Santo Padre Benedetto XVI ci ammonisce: “Rispetto a quanto accadeva nella società industriale del passato, oggi la disoccupazione provoca aspetti nuovi di irrilevanza economica e l’attuale crisi può solo peggiorare tale situazione. L’estromissione dal lavoro per lungo tempo, oppure la dipendenza prolungata dall’assistenza pubblica o privata, minano la libertà e la creatività della persona e i suoi rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale” (Caritas in .Veritate. n.25).

La diffusa incertezza è strettamente collegata e alimentata dalla crisi economico-finanziaria, che trova una sua preoccupante manifestazione nel progressivo venir meno della coesione sociale, nell’abbassamento del tenore di vita e del livello dei consumi e, in definitiva, in un intorbidarsi degli orizzonti complessivi futuri delle società territoriali, attraversate anche da forte mutamento dei loro assetti demografici. La crisi non può essere adeguatamente affrontata se le soluzioni per risolverla non partono da precisi principi e valori morali: il rispetto della dignità di ogni persona e il riconoscimento della sua centralità; il perseguimento del bene comune; un operare sostanziato di spirito solidale; il coinvolgimento responsabile della società civile nella prospettiva delineata dal principio di sussidiarietà; una rinnovata considerazione della giustizia. Benedetto XVI ci insegna: “La dottrina sociale della Chiesa ha sempre sostenuto che la giustizia riguarda tutte le fasi dell’attività economica, perché questa ha sempre a che fare con l’uomo e con le sue esigenze. Il reperimento delle risorse, i finanziamenti, la produzione, il consumo e tutte le altre fasi del ciclo economico hanno ineluttabilmente implicazioni morali. Così ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale. Tutto questo trova conferma anche nelle scienze sociali e nelle tendenze dell’economia contemporanea”. (Caritas in Veritate n.37)

Per uscire dalla crisi, la collocazione geografica delle nostre regioni si offre come una straordinaria opportunità per coltivare nuove relazioni, non solo tra Est ed Ovest del continente europeo, ma anche tra Sud e Nord del Mediterraneo. Collegare – nel segno della responsabilità e della giustizia sociale – tradizioni secolari di relazioni tra genti e culture e dinamiche di reti innovative2 può riavviare promettenti percorsi di sviluppo, capaci di accogliere e valorizzare le persone e di sostenere e qualificare le nostre comunità. Queste in particolare, facendo tesoro del richiamo di Benedetto XVI al valore culturale del principio di fraternità, sono chiamate a promuovere modelli di progresso economico e di cittadinanza, richiesti dall’interdipendenza globale. Si tratta di originali percorsi che possono concorrere a ridefinire gli indicatori dello sviluppo. Anche per le nostre regioni vale l’esigente richiamo di Benedetto XVI a perseguire un modello di sviluppo economico che sia capace di coltivare e valorizzare la coesione sociale nel segno di una vera fraternità: “La grande sfida che abbiamo davanti a noi, fatta emergere dalle problematiche dello sviluppo in questo tempo di globalizzazione e resa ancor più esigente dalla crisi economico-finanziaria, è di mostrare, a livello sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo i tradizionali principi dell’etica sociale, quali la trasparenza, l’onestà e la responsabilità non possono venire trascurati o attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo nel momento attuale, ma anche un’esigenza della stessa ragione economica. Si tratta di una esigenza ad un tempo della carità e della verità”. Caritas in Veritate n.36)

La Visita del Santo Padre Benedetto XVI ci aiuterà a farci carico di alcuni problemi pastorali, evidenziati nel documento che la Conferenza Episcopale Triveneta ha consegnato all’attenzione delle Comunità cristiane in vista del Convegno denominato Aquileia 2, che si celebrerà nel 2012.. Scrivono i nostri Vescovi: “Il Terzo Millennio si è aperto con grandi attese e con scenari nuovi, in un contesto di globalizzazione e di avanzamento delle cosiddette nuove tecnologie, che hanno cambiato non solo il sistema di comunicare e le dinamiche relazionali, ma anche l’uomo stesso. In Italia, e nel Nord Est in modo particolare, si è fatto sempre più rilevante il fenomeno dell’immigrazione, non semplice da gestire. Le comunità cristiane hanno dimostrato una particolare sensibilità, non senza fatiche e resistenze. Più che mai ora sono chiamate ad intravedere il nuovo che ne deriva in termini di risorse socio-culturali e di ricchezza umana. Accanto a tale fenomeno c’è la cosiddetta “questione delle nuove generazioni”, che sollecita le comunità cristiane a impostare in maniera nuova il rapporto con i giovani. Immigrazione e nuove generazioni rappresentano due grandi fattori di cambiamento, in particolare nel Nord Est”4. Globalizzazione, nuove tecnologie, immigrazione e rapporti tra le generazioni: questa è l’agenda dettata dai nostri Vescovi da assumere con fede nel Signore e con lungimiranza culturale, nella carità e nella verità. A questo proposito afferma Benedetto XVI: “Il rischio del nostro tempo è che all’interdipendenza di fatto tra gli uomini e i popoli non corrisponda l’interazione etica delle coscienze e delle intelligenze, dalla quale possa emergere come risultato uno sviluppo veramente umano. Solo con la carità, illuminata dalla luce della ragione e della fede, è possibile conseguire obiettivi di sviluppo dotati di una valenza più umana e umanizzante. La condivisione dei beni e delle risorse, da cui proviene l’autentico sviluppo, non è assicurata dal solo progresso tecnico e da mere relazioni di convenienza, ma dal potenziale di amore che vince il male con il bene (cfr Rm 12,21) e apre alla reciprocità delle coscienze e delle libertà”. (Caritas in Veritate n.9)

La beatificazione di Giuseppe Toniolo – illustre studioso di economia e fedele servitore del Vangelo della giustizia e della pace – ci proporrà un esemplare testimone di come perseguire il cammino di uno sviluppo integrale e solidale delle genti delle nostre tre Regioni. In questa prospettiva si auspica la ripresa di un dialogo fecondo tra gli operatori pubblici, siano essi impegnati nelle amministrazioni territoriali che nelle autonomie funzionali e nelle associazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori. Dialogo che dovrà essere alimentato da una cordiale accoglienza del Documento finale della 46^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Una sistematica programmazione di spazi di confronto e proposta culturale può consentire a quanti hanno già ora responsabilità nello spazio pubblico non solo di meglio precisare la qualità delle politiche regionali e locali ma anche di accogliere nuove sollecitazioni e nuove energie, che consentano anche di consolidare il bene collettivo della coesione sociale, che nasce – sempre – da processi di inclusione e da esperienze partecipative.

Mons. Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo di Trieste e delegato triveneto per la Pastorale sociale e del lavoro

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2 commenti a “Affrontare la crisi partendo dai principi morali”. Il messaggio della Conferenza episcopale Triveneto per il 1° maggio

  1. Fiora ha detto:

    che gran bel fervorino…d’altronde non penso gli competa e gli sia possibile altro, all’ Eminenza.

  2. aldo ha detto:

    Come ha scritto Il Piccolo, alla messa di Pasqua nella cattedrale, l’Arcivescovo Crepaldi ha fatto appello all’unità per il bene della città. Coro unanime di consensi dei politici, a partire da Antonione e Cosolini, e anche di quegli esponenti cattolici del centro-sinistra in aspra polemica con l’Arcivescovo negli ultimi mesi. Presente alla messa il consigliere comunale cattolico del PD Tarcisio Barbo.
    Dopo un lungo periodo di “guerra”, sembra sia stata siglata la pace tra i cattolici di sinistra triestini e l’Arcivecovo, proprio alla vigilia delle elezioni.
    Questo il fatto. Ma cosa c’è dietro? Cosa ne pensate?

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