7 Marzo 2011

Acegas Trieste: brodino contro Osimo, ma l’ambiente resta elettrico, di chi la colpa?

Si scrive vittoria si legge….brodino!

tutti sotto processo...

Non avevamo suonato la Radetzky march dopo la straripante vittoria contro Pavia, consci della riprova necessaria in quel di Recanati (appunto dico..), non cavalcheremo gli entusiasmi nuovamente dopo la vittoria larga contro Osimo. Sempre con il massimo rispetto di questo mondo, Osimo, e lo ribadiamo dalla partita dell’andata, e’ squadra che faticherebbe a stare nella prima fascia di serie B d’Eccellenza, giocatori volonterosi ma che denunciano limiti evidenti, capaci di andare avanti di 10 punti a Trieste!

Per cui il tempo galantuomo dei quaranta lunghi minuti del match non fanno altro che sostanziare un “brodino” triestino figlio di un’imbarazzante vittoria a rimbalzo (42 carambole contro le 24 osimane) e una buona vena di Raspino e Contento, ma anche la nuova nerissima pagina statistica relativa alle medie di tiro (41% dal campo) e una apatia difensiva rotta dai fischi del Palatrieste; gioco forza, i fischi non presenti in trasferta, fanno permanere l’encefalogramma piatto del gruppo di Dalmasson. Per cui, nuovo giro nuova corsa, Moncalieri prossima tappa….rimandiamo il giudizio a lunedi sera.

DI-GNI-TA’

Quello che deve recuperare a prescindere la Pallacanestro Trieste 2004 e tutto quello che gravita attorno al mondo della prima societa’ triestina. La disamina globale e’ impietosa: il Presidente Dipiazza non ricordiamo che abbia presenziato al Palatrieste piu’ di una-due volte, il consulente operativo Matteo Boniciolli ad allenare a Roma per buona parte della stagione con tutto quello che ne consegue (o non ne consegue), taciti boicottaggi contro coach Dalmasson da parte dei giocatori, fino ad arrivare a imbarazzanti situazioni di contorno come giocatori con divise con il rattoppo, impianto del Palatrieste simile a quelli da spiaggia anni ’80, media in fermo immagine.

Il nuovo corso, se ci sara’, non deve essere per forza dimostrazione di opulenza e potenza economica (anche perche’ a Trieste e’ una chimera), bensi segno di dignita’ nel rispetto di una tradizione cittadina che merita rispetto.

Perche’ nessuno da delle risposte? Perche’ non si parla dei problemi fisici di Maiocco? Perche’ non si chiarisce il malessere di certi giocatori con Dalmasson, fomentato anche su internet? Perche’ non si definisce ancora una linea guida per il futuro?

Anche dare risposte e’ segno di serieta’ e rispetto verso i propri tifosi, e la dignita’ potrebbe essere quella dei giocatori a prescindere da tutto quanto sopra descritto.

La vetrina si riempie di nuovi protagonisti

C’e’ un aspetto, forse l’unico di questa ennesima stagione ibrida, che inorgoglisce la societa’ ma anche gli appassionati di basket giuliani: la lunga serie di esordienti che hanno bagnato il loro impatto con la categoria con convincenti prestazioni; dopo Scutiero, Ruzzier, Coronica…ecco che contro Osimo l’esordio dei due “Luchi” Luca Bonetta e Luca Sauro.

Dopo i primi minuti “di studio” buona gestione dei palloni di Bonetta e qualche ficcante penetrazione, per una decina di minuti convincenti; diverso come giocatore rispetto a Scutiero e Ruzzier, un altro che puo’ stare tranquillamente nelle rotazioni di una serie A Dilettanti.

Spiccioli di partita per Luca Sauro, 213 centimetri di speranza per il basket triestino, la stessa tenerezza nel vederlo muoversi come anni fa si mosse su un altro parquet (Chiarbola ndr.) un grande come Gregor Fucka.. avanti cosi giovani, senza timori!

Eugenio Dalmasson…the untouchable?

Qualcuno ha sibillinamente posto l’accento su una certa accondiscendenza di buona parte della stampa locale verso coach Eugenio Dalmasson, reo secondo certi di essere parte integrante di questa seconda parte di stagione Acegas in brutta copia e di un rapporto con i giocatori sempre piu’ irrecuperabile.

Posto che nessuno, e men che meno il sottoscritto, traesse qualche particolare vantaggio nel difendere l’operato del coach, seppure riconoscendo una non comune onesta’ intellettuale un po’ desueta dalle parti giuliane ultimamente, lo “scagionare” deriva da un presupposto chiave, seppure articolato in diverse sfaccettature.

Se puo’ esserci un errore alla radice, figlio di un mercato fatto in collaborazione con Matteo Boniciolli, potrebbe essere quello della scelta di certi giocatori, mitigato pero’ da un assunto: con 30 mila euro di budget medio per ogni giocatore di certo non si poteva pretendere di piu’, posto che i Carrizo, Farioli, ecc. vanno dai 90 mila euro in su. Il risultato quindi di una posizione in classifica attuale e’ in linea con il valore del roster a disposizione e sfido chiunque a puntare il dito su alcune gestioni dei singoli sbagliate o condizionate da altri fattori.

Sul rapporto con i giocatori, andro’ a fare un esempio per chiarire meglio il concetto: siamo d’accordo che Massimo Bernardi e Eugenio Dalmasson sono due allenatori valenti ma diametralmente opposti nella conduzione di una squadra? Bene, chissa’ perche’ ma entrambe hanno vissuto dei malcontenti in seno al gruppo, addirittura con gli stessi giocatori. Per cui, da sempre il miglior alibi per un giocatore e’ quello di attaccare un rapporto difficile con il proprio coach; questo potrebbe starci, ma il lamento e’ quasi sempre dei perdenti, cioe’ di chi cerca la scappatoia ad un rendimento non all’altezza. Vero e’ anche che un allenatore DEVE cercare il dialogo e di venire a capo di divergenze, pero’ non puo’ snaturare il suo ruolo di timoniere e di vertice della piramide gerarchica, anche perche’ se non garantisse autorita’, dietro la societa’ non garantirebbe “protezione”, essendo assente!!

Anche un altro punto su cui Dalmasson veniva attaccato pregiudizialmente era che fosse un coach legato a giocatori di esperienza: invece i minutaggi di Scutiero, Ruzzier, Bonetta, Coronica sono evidenza di come lui abbia voluto Busca ma anche dato responsabilita’ a giovanissimi del progetto giovani portato avanti con coach Comuzzo.

Ma si potrebbe parlare di tanti aspetti (e lo faremo), per ora rimango personalmente dell’opinione che, Dalmasson come Bernardi, sono coach scientemente scelti da Matteo Boniciolli e di valore per la categoria.

Raffaele Baldini

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