2 Marzo 2011

Arcigay e Arcilesbica: “Basta con lo stereotipo dell’omosessuale dedito alla prostituzione”

“Basta con lo stereotipo dell’omosessuale dedito alla prostituzione o fruitore della stessa” e con “l’enfatizzazione dei presunti orientamenti sessuali”. A prendere posizione è Davide Zotti, presidente del Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica di Trieste, che chiede ai giornali di “non usare l’orientamento sessuale delle persone omosessuali per creare titoli e articoli sensazionalistici, nel rispetto prima di tutto della dignità delle persone (soprattutto quando esse sono vittime) e nella promozione di una cultura (anche giornalistica) che ripudia ogni forma di omofobia”. Lo spunto – come spiega lo stesso Zotti – arriva dall’articolo “Il mistero del gay ammazzato con un cuscino”, comparso nei giorni scorsi sul Piccolo.

“Il fenomeno della prostituzione esiste, è trasversale rispetto a molte categorie (ceto, cultura, professione, orientamento sessuale, stato civile e condizione sociale), come ultimamente è sotto gli occhi di tutti. Cosa ancor più grave è l’interpretazione proposta dal criminologo Francesco Bruno – sottolinea Zotti – in merito all’omosessualità della vittima, che non mi risulta avesse mai dichiarato in pubblico il proprio orientamento sessuale. Scrive il criminologo che un legame troppo intenso con la madre implica una dipendenza che a sua volta comporterebbe l’omosessualità, proponendo una sterile ed arcaica lettura sulle cause patologiche dell’omosessualità stessa (inserendo quindi quest’ultima nella categoria della devianza, nessuno ad esempio rifletterebbe sulle cause dell’eterosessualità) ed accostandola ad una presunta disfunzione delle relazioni, in questo caso tra madre e figlio, abusando di luoghi comuni del tutto antiscientifici. L’orientamento sessuale è una caratteristica dell’individuo che indica l’attrazione sessuale ed affettiva indirizzata verso persone dello stesso sesso (omosessualità), del sesso opposto (eterosessualità) o di entrambi (bisessualità). Negli ultimi trent’anni la comunità scientifica (psichiatri e psicologi in primis) ha avviato una radicale revisione delle teorie che vedevano nell’omosessualità un esito patologico o comunque non riuscito dello sviluppo, tanto che il 17 maggio 1990 l’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha eliminato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, favorendo il superamento del pregiudizio scientifico e della discriminazione sociale nei confronti di lesbiche e gay”.

“Il vero mistero dell’articolo – sottolinea Zotti – è il motivo per cui sia stato interpellato proprio il prof. Bruno, che senza alcuna remora, ad esempio in una recente intervista al blog cattolico “pontifex.roma”, sostiene la natura patologica dell’omosessualità, da lui definita come una condizione contro natura, con caratteri antisociali e lesiva dell’ordinata convivenza, giungendo a descriverla come un caso di disordine mentale, tesi che riportano indietro la società di mille anni, facendo scempio di cultura e progresso civile. Non ci aspettiamo quindi, soprattutto dal prof. Bruno, assiduo frequentatore di salotti televisivi, un approccio attento alle oramai consolidate e condivise conoscenze scientifiche, ma ai giornali chiediamo attenzione a non usare l’orientamento sessuale delle persone omosessuali per creare titoli e articoli sensazionalistici, nel rispetto prima di tutto della dignità delle persone (soprattutto quando esse sono vittime) e nella promozione di una cultura (anche giornalistica) che ripudia ogni forma di omofobia”.

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3 commenti a Arcigay e Arcilesbica: “Basta con lo stereotipo dell’omosessuale dedito alla prostituzione”

  1. La Flores ha detto:

    Contrastando la tesi del tuttologo Bruno, se osservo che effettivamente il rapporto tra molte persone omosessuali è con frequenza particolarmente intenso con la propria madre,
    lungi dal ritenerlo un “marchio” di fabbrica e neppure sintomatico di chissà quali debolezze, mi limito a pensare che in una società che aldilà di asserti teorici tuttora fatica ad accettare con naturalezza ogni orientamento sessuale,l’affettuosa vicinanza materna, sia o meno consapevole,è evidentemente un irrinunciabile supporto e un possibile filtro e promozione di sensibilizzazione sociale e specificamente nei confronti di padri almeno inizialmente spesso più ostili.

  2. alpino ha detto:

    che pesantezza sto articolo signur..

  3. isabella ha detto:

    Beh dal Piccolo non mi aspetto altro!

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