Comunicato stampa del WWF Friuli Venezia Giulia
Negli anni la pineta EFA di Lignano Sabbiadoro, benché tutelata con vincolo paesaggistico, ha subito notevoli manomissioni per la realizzazione di edifici e strutture per il turismo. Si ricordano solo i due ultimi interventi, realizzati nel 2005: il palazzetto dello sport e la piscina coperta, che hanno distrutto rispettivamente 5.000 e 4.600 metri quadrati di habitat naturale e pineta.
Di recente è stato adottato il nuovo Piano regolatore particolareggiato comunale di iniziativa privata sulla proprietà dell’EFA – Ente Friulano di Assistenza, che implica ulteriore consumo di suolo con la distruzione di nuove aree naturali. Infatti il Prpc prevede la realizzazione di un “villaggio albergo” per un totale di 30.000 metri cubi di cemento (per 500 posti letto), che andrebbe a cancellare altri 4.500 metri quadrati di aree di elevato valore naturalistico.
Il consumo di suolo aumenta anche perché il villaggio albergo dovrà essere servito di parcheggi per gli utenti: dal piano si evince che ci sarà un posto auto per ogni stanza realizzata, da ricavare nell’intorno della struttura e lungo la viabilità esistente, con un’ulteriore distruzione dell’ambiente naturale.
Le caratteristiche della pineta EFA di Lignano che andrebbero perdute sono il sistema geomorfologico tipico, la componente arborea a pino, ma soprattutto il relativo sottobosco, costituito da specie tipiche della macchia mediterranea: Leccio (Quercus ilex), Ilatro sottile (Phyllirea angustifolia), Caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca), Robbia selvatica (Rubia peregrina), Salsapariglia (Smilax aspera), nonché varie orchidee, oltre alle specie faunistiche tipiche. Tali formazioni, nei litorali sabbiosi dell’alto Adriatico, sono ormai estremamente rare e localizzate: in Friuli Venezia Giulia si trovano solo a Lignano e a Grado. La pineta EFA di Lignano presenta quindi caratteristiche naturali uniche in regione, che un po’ alla volta il consumo autorizzato di suolo sta facendo scomparire.
Il WWF FVG ha presentato le proprie osservazioni sul Prpc e sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) dello stesso, segnalando, oltre ai problemi già citati, anche altre problematiche, come la mancanza, nelle analisi propedeutiche, di dati sulla fruizione turistica dell’area (i dati su presenze, numero di giornate, ecc. si fermano al 2006), talché risulta impossibile capire se sussista la necessità di ampliare le strutture ricettive a discapito dell’ambiente naturale, o se non sia preferibile una ricalibratura dell’intervento a favore della protezione dei rarissimi habitat naturali costieri.
Inoltre tutte le ipotesi prese in considerazione nel Prpc per diminuire la superficie utilizzata non tengono conto della possibilità di ridurre i metri cubi realizzabili, bensì prevedono l’aumento delle altezze, già stabilite dal Piano Regolatore Comunale, per realizzare così un piano in più.
Nel rapporto ambientale redatto per la VAS sul Prpc manca l’analisi del carico antropico sull’intera area. Che impatto avrà sulla restante pineta l’aumento del numero di persone che frequenteranno i nuovi alloggi? Potrebbero esservi effetti devastanti, con la distruzione del sottobosco unico nell’area, e gravi danni alle formazioni dunose esistenti (per tacere dell’affollamento delle spiagge in misura forse invivibile).
Il WWF si chiede perciò quale senso abbiano nuove edificazioni in un ambiente pregiato e tutelato, che non esiste quasi più altrove: la pineta EFA e il suo sottobosco non devono essere distrutti ma difesi, perché rappresentano una ricchezza il cui valore è maggiore rispetto agli ipotetici benefici apportati dai progetti di sviluppo turistico previsti.
Oltre a richiedere un serio intervento degli uffici preposti alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e della sicurezza idrogeologica, ci appelliamo quindi alla sensibilità del Vescovo di Udine, con riferimento alle parole pronunciate dal Papa all’inizio del 2010 (anno mondiale per la tutela della Biodiversità), affinché egli intervenga contro questo ulteriore scempio su proprietà dell’Ente religioso, dettato da pure finalità speculative e non certo assistenziali.
E dopo vuoi il trasferimento dei beni demaniali statali agli enti locali… pensa che gran tutelatori dei paesaggi sono questi ultimi!!!
L.
E chi è che lo vuole il trasferimento dei beni demaniali statali ai Comuni? Il WWF no di certo.
Lo sappiamo bene che i Comuni (ma spesso anche le Regioni, v. cos’è successo e continua a succedere in Veneto, in FVG, per tacere di molte Regioni del Sud) la tutela del paesaggio non sanno neanche cosa sia.
E sì che l’art. 9 della Costituzione impegna “la Repubblica” (cioè lo Stato, ma anche le Regioni, le Province e i Comuni) a proteggerlo.
L’Italia è forse l’unico Paese al mondo ad aver inserito la tutela del paesaggio nella Costituzione, salvo dimenticarselo subito dopo. Ma tanto, presto la Costituzione sarà “riformata”, non è vero? Cominceranno con l’art. 41, poi con il 118, poi arriverà il resto: lasciate fare a B., Lega e soci.