4 Febbraio 2010

Dialetti triestino, bisiaco, goriziano, muggesano e gradese tutelati da una legge regionale

Una legge regionale tutela, da ieri sera, i dialetti regionali di origine veneta: il triestino, il bisiaco, il gradese, ma anche il goriziano e il muggesano.
Il Consiglio regionale ha infatti approvato all’unanimità la proposta di legge per la valorizzazione dei dialetti.
Entusiasmo, politicamente trasversale, tra i consiglieri. “E’ un risultato storico, l’avevamo promesso e ora, dopo un lungo e attento lavoro tra Commissione, comitato ristretto e audizioni, finalmente ci siamo – il commento di Federico Razzini, della Lega Nord -. Credo siamo tra i primi in Italia a dotarci di un simile strumento che, ad esempio, porterà anche nelle scuole e nella toponomastica i nostri dialetti oltre a sostenere tutte le iniziative culturali nelle diverse parlate locali. Un atto doveroso che si affianca ai provvedimenti sulla lingua friulana e slovena”.
Interventi specifici sono previsti non solo nella toponomastica e nella cartellonistica, ma anche per favorire studi e ricerche, attività culturali, nei campi della comunicazione e dell’istruzione.
“La straordinaria valenza dei dialetti sta nell’essere portatori culturali che attraversano la storia – la posizione di Piero Camber (Pdl) -. La loro tutela, assieme a quella delle parlate locali, significa garantire pari dignità a una pluralità di forme espressive e al considerevole patrimonio culturale della regione”.
Si concentra sul bisiaco Roberto Antonaz (Prc), sottolineando come “le parlate locali rappresentano una testimonianza inestimabile dell’agire umano, delle relazioni, della cultura di una comunità, il cui impoverimento o addirittura la perdita sarebbero un danno per tutti e per di più irreversibile. Rispetto alla mia infanzia – ricorda infine Antonaz – il bisiaco parlato oggi è molto più povero e asciutto. Espressioni e locuzioni di grande immediatezza sono sparite a causa di un’interpretazione poco intelligente del processo di modernizzazione, che prosciuga tutti i linguaggi. Compresi i nostro dialetti”.

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195 commenti a Dialetti triestino, bisiaco, goriziano, muggesano e gradese tutelati da una legge regionale

  1. Diego ha detto:

    this is very good, ciò! 🙂

  2. milost ha detto:

    “E’ un risultato storico, l’avevamo promesso e ora, dopo un lungo e attento lavoro tra Commissione, comitato ristretto e audizioni, finalmente ci siamo …” Che ve vegnissi la pivida a tuti quanti!

  3. MARISA ha detto:

    La legge contiene articoli INCOSTITUZIONALI perchè va oltre la valorizzazione CULTURALE prevista dall’art. 9 della Costituzione italiana…..

  4. Cristiano ha detto:

    Podesi eser magari anche contento de sta roba, pero’ adesso son terrorizza’ che i cominci a far i cartei anche in gorizian e a far i corsi de bisiaco in Provincia.

    Se sa’, a le monade no xe’ mai fine.

  5. MARISA ha detto:

    “Ricchezza culturale presente nel territorio regionale”.

    Qualcuno mi sa dire DOVE in regione sono dialetti autoctoni “l’ISTRIANO E IL DALMATA”?

    Gli esuli istriani e dalmati, attraverso le loro associazioni, sono già ampiamente finanziati dallo Stato italiano relativamente alla valorizzazione dei loro dialetti…..che NON sono parlate autoctone della nostra regione! Perchè sono stati elencati nella legge “l’istriano e il dalmata”? Non bastavano i contributi che hanno già dallo Stato italiano e dalla Regione?

  6. cristina ha detto:

    MAHHHH! Premesso che la libertà di usare il dialetto o la lingua che si vuole sempre, comunque e dovunque per me è sacra, non riesco a non trovare tutte queste “tutele” a destra e manca a dir poco ridicole, oltre che inutili. C’è un solo modo di tutelare lingue e dialetti: mantenendole vive, parlandole con i propri figli, con gli amici … Tutto il resto è circo. Potete far tutte le leggi che volete: se i vostri figli passano ore davanti alla TV ogni giorno, l’unica cosa che parleranno le generazioni future sarà il romano …

  7. effebi ha detto:

    ME RIFIUTO DE FARME TUTELAR !

    ESIGO DE ESSER TUTELADO DAI TUTELATORI DE PROFESSION !

    BASTA CO STE PAJAZADE !

  8. MC ha detto:

    Viaggi – Michael Crichton

    Da Hunza andammo alla valle Hopar nel regno limitrofo di Nagir. Nelle leggende i Nagiri sono disprezzati quanto gli Hunzikut sono idealizzati. Si diceva che i Nagiri fossero più scuri, più deboli e fragili e più depravati degli Hunzakut. I Nagiri sono sporchi, incivili e sgradevoli. Capisci di essere nel Nagir, dicono gli Hunzakut, per la quantità di mosche.

    Come spesso accade quando si visitano stati confinanti, la gente e il modo di vivere sembrano del tutto identici agli occhi di un estraneo. La vicinanza provoca la competitività e favorisce la naturale tendenza umana di localizzare tutti i tratti negativi dell’altra parte valle.

    M.C.

    (tratto dal romanzo di cui al titolo)

  9. effebi ha detto:

    c.ds:

    “La straordinaria valenza dei dialetti sta nell’essere portatori culturali che attraversano la storia”

    LA STRAORDINARIA VALENZA DEL TRIESTIN XE QUELA DE AVER AVUDO SEMPRE LA CAPACITà DE MORIFICARSE E ESPANDERSE (LA TUTELA LO COPA)

    c.sn:

    “le parlate locali rappresentano una testimonianza inestimabile dell’agire umano, delle relazioni, della cultura di una comunità, il cui impoverimento o addirittura la perdita sarebbero un danno per tutti e per di più irreversibile”

    LE PARLATE LOCALI RAPPRESENTA UN OSTACOLO ALLE INTEGRAZIONI E UNA BARRIERA ENTRO LA QUALE LE COMUNITà SE ISOLA

    BASTA ZERCAR DE INGRUMAR VOTI CON STI DELIRI !!!! PENSE’ A COME FAR QUADRAR I BILANCI !!!

  10. Julius Franzot ha detto:

    Sono del tutto contrario a questo tipo di tutela.
    1. Non si tratta di lingue, ma di dialetti
    2. Non e’ facile distinguere il triestino dal goriziano e dal bisiaco. Come mai ci deve essere un solo friulano (trovo giusto che sia uno solo) e 4-5 dialetti venetomorfi simili tra loro?
    3. Se gia’ il tedesco e’ tutelato in modo ignorante e clientelare (solo 3 valli, in 2 delle quali si parlano dialetti incomprensibili), sul friulano ci sono diatribe a non finire, che senso hanno i microdialetti?
    4. Non basterebbe spingere la diffusione di autori conosciuti, come Grisancich e Giust e di qualche significativa canzone in dialetto? A Roma non fanno molto altro. Trilussa e RRoma no fa’ la stupida stassera…

  11. Cristiano ha detto:

    me venisi quasi de eser d’accordo con Effebi,

    messe cosi’ le parlade locali xe’ veramente una barriera, e il rischio xe’ tanto piu’ alto quanto xe’ piu’ chiaro l’intento drio de far su voti facili

    a spese dei taxpayers

  12. effebi ha detto:

    “Espressioni e locuzioni di grande immediatezza sono sparite a causa di un’interpretazione poco intelligente del processo di modernizzazione, che prosciuga tutti i linguaggi. Compresi i nostro dialetti”.

    E CHI SE NE FREGA ! XE LA STORIA DEL MONDO ! SENNò FOSSIMO TUTTI A DIR ANCORA “…GRRRR SGUNT GRUK” !

    EVVIVA “TVB” !!!

    tre lettere al posto de quatordici… tempo e carta risparmiadi (per un istrian come mi tuto ciapado…)

  13. DaVeTheWaVe ha detto:

    la prima roba, figa, xè che Diego podessi domandar un contributo, perchè Monon Behaviour xè una pubblicazion sciementifica de un certo riguardo.
    la seconda xè che in effetti, se podessi sparagnar sui corsi de triestin a Trieste, chè tuti parla triestin a Trieste, e cominciar a insegnarghe triestin ai furlani, che invece ga bisogno…
    =)

  14. ciccio beppe ha detto:

    Io sono favorevole. E non parlo nè triestino nè maranese nè graolese.
    Marano è una realtà evidentemente schiacciata dalla maggioranza friulana della sua provincia con una sua storia che non è quella del Friuli. In questo caso i discriminati sono loro e quindi è giusto che possano salvaguardarsi dallo strapotere di imposizione linguistica friulana.

  15. Cristiano ha detto:

    “Espressioni e locuzioni di grande immediatezza sono sparite a causa di un’interpretazione poco intelligente del processo di modernizzazione, che prosciuga tutti i linguaggi. Compresi i nostro dialetti”

    e invece questa xe’ l’unica frase che veramente me xe’ piasuda.

    e secondo mi non la stona con quel che te ga di’ ti de veramente giusto, rivendicar il diritto de eser tutelado da profesionisti dela tutela.

    Mi una Marisa venetofona no la vojo, punto.

  16. MARISA ha detto:

    @ ciccio beppe

    Talmente schiacciata che Marzio Strassoldo, come Presidente della Provincia di Udine, aprì uno sportello a Marano per la valorizzaione del dialetto maranese. E ovviamente diede anche finanziamenti….

    Cosa che è continuata anche dopo di lui…

    Ciccio Beppe informati prima di scrivere sparate anti-friulani del tutto gratuite!

  17. Fabio ha detto:

    @effebi, per una volta sarìa anche d’acordo – però co’ te disi “viva TVB” vien fora tuta la tua incoerenza: no xe semplicemente credibile, dito de un che fà ‘sai sprechi co’ se firma “effebi” per esteso – inveze che “fb”.

  18. effebi ha detto:

    17 fabio:

    ….t g rgn !

  19. Diego ha detto:

    @DaveTheWave
    no so, monon behavior me sa che no rientra, esendo scrito in inglese patoco…anzi, magari i lo manda al rogo!
    cmq secondo mi xe una roba positiva l’idea de favorir in qualche modo le robe culturali legade al dialeto, parlo de concorsi, publicazioni, ecc.
    no me piasi invece l’idea de corsi de dialeto (se per caso esisti sta idea, no go capì), quel xe el primo modo per ameter che el sta morindo e darghe el colpo de grazia.

  20. viceversa ha detto:

    @ julius franzot
    Prendi un aquileiese doc, un tarcentino e un rivignanese, li ascolti e poi vediamo se esiste un friulano unico… ma fammi il piacere, dai…
    Informati meglio – Cordiali saluti

  21. MARISA ha detto:

    Tanto per inquadrare meglio il tema.

    La valorizzazione dei dialetti della lingua italiana, non può che essere esclusivamente culturale. E questo lo dice la nostra Costituzione.

    E la valorizzazione dei dialetti venetofoni è da sempre finanziata nella nostra Regione: da decenni infatti vengono erogati finanziamenti a tutte le associazioni che vogliono valorizzare i dialetti venetofoni parlati in regione. Solo due esempi. A Trieste, la “Contrada”, quanti finanziamenti si è portata a casa in questi anni per mettere in scena spettacoli in dialetto triestino?
    E, se non ricordo male, le associazioni che si occupano della valorizzazione del dialetto bisiacco, nel solo 2009, si sono portate a casa qualcosa come 40 mila euro. Con questo finanziamento poi hanno svolto attività di valorizzazione della cultura e dialetto bisiacco.

    Dunque la valorizzazione c’era ed è sempre sta finanziata dall’assessorato regionale alla cultura…..

    C’era proprio bisogno di questa brutta legge, in odore di incostituzionalità, per erogare i finanziamenti che già da decenni vengono distribuiti dall’assessorato regionale alla cultura?

  22. ciccio beppe ha detto:

    Tanto per dirne una e senza voler polemizzare perchè su questo tema come si dice ‘ah’ c’è subito chi dice ‘bah’.

    La Lingua veneta ‘È tutelata come lingua dalla Regione Veneto (che pure ne riconosce il carattere composito)[2] ma non dallo Stato italiano, che non la annovera tra le minoranze linguistiche, pur essendo compresa fra le lingue minoritarie dall’UNESCO.[3]’

    Libro rosso sulle lingue minacciate http://www.helsinki.fi/~tasalmin/europe_index.html#Italy

  23. MARISA ha detto:

    L’UNESCO riconosce esclusivamente un VALORE CULTURALE. E null’altro. L’iniziativa del riconoscimento è di pertinenza, aprendo una pratica presso l’Unesco, di “chi vuole il riconoscimento”. Che è tenuto a presentare documentazione in cui dimostra il valore “culturale” del bene di cui vuole il riconoscimento Unesco.

    Così, in ambito ambientale, è stato con le Dolomiti che sono state dichiarate dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”. Ossia un grande valore culturale (ambientale in questo caso) da conservare.

    Così in tanti ci auguriamo possa essere presto per Cividale del Friuli, di cui è in corso la richiesta all’UNESCO della dichiarazione di “Patrimonio dell’umanità” relativamente alla sua storia longobarda e al grande patrimonio artistico (es. tempietto longobardo, ma non solo) longobardo che possiede.

    Tornado al nostro tema, ossia, l’UNESCO non da nessuna patente di “lingua” a nessuna parlata o idioma, ma solo ne riconosce il valore culturale, ad esempio per la sua ricca letteratura. E anche un dialetto può avere una ricca letteratura.

    Quindi l’UNESCO, concludendo, non riconosce “minoranze linguistiche”, nè da la patente di lingua a nessuna parlata. Si limita a riconoscerne il “valore culturale”.

    Per quanto riguarda la legge del Veneto sulla valorizzazione della parlata veneta, nessuno a Roma “si è premurato” di inviarla alla verifica della Corte Costituzionale. Cosa che invece è stata fatta per una pari legge emanata dalla regione Piemonte sulla tutela del piemontese. Questa seconda legge (Piemonte) è quasi certo che sarà dichiarata incostituzionale….

  24. ciccio beppe ha detto:

    Sapevo che avresti detto ‘bah’ ma ormai non mi stupisco più.
    Se per te un ‘valore culturale’ non è niente allora è meglio che chiudiamo qui la discussione. Per te esistono ancora i figli della serva in ogni ambito.
    Constatare questo nell’anno di grazia 2010 è molto triste.

  25. Julius Franzot ha detto:

    Sono andato a vedere il sito dell’ UNESCO ed ho trovato vere curiosita’: EMILIANO tra le lingue minoritarie di San Marino, ben 3 lingue neolatine in Istria, il croato del Burgenland come lingua a rischio (come se fosse una lingua vera e propria).
    Pero’ il Saurano e il Timavese, come pure il Bisiaco, non compaiono, alla faccia dei finanziamenti che le prime due si beccano! 😉

  26. ciccio beppe ha detto:

    Julius il saurano credo rientri nel Bavarian.
    Per bisiaco forse si intende una variante della lingua veneta.

  27. Julius Franzot ha detto:

    @ciccio. Puo’benissimo essere come dici.

    Ora mi togliete una curiosita’: voi distinguete subito uno che parla bisiaco da uno che parla triestino “soft”? Se lo distinguete, si tratta solo di cadenza o anche di differenze lessicali?

  28. ciccio beppe ha detto:

    Julius: io lo indovino dopo due sillabe. 😉

  29. ciccio beppe ha detto:

    L’intercalare con il “ciò” non esiste nel bisiaco, che io sappia.

  30. erec ha detto:

    @ Julius franzot e ciccio beppe:
    lasè perder che no xè per voi… Ciò ma cosa se metemo qua a far elucubrazioni mentali su sotiglieze pseudo-lesicali-fonetico-linguistiche tra le varie parlade (ciamemole così che xè meio…); ‘ndemo vanti che xè più giorni che luganighe muli; e comunque ognidun ciacola come chel vol e come che ghe xè stado imparado a casa sua. Xè logico che i contributi ghe fasi piaser a tuti, ghe mancheria altro, sopratuto ai furbeti che no vedi l’ora de meterghe le man, ma… come dixeva mio pare: xè meio 10 lire de mona che 100 de furbo;
    Oviamente no stago qua a far apologie varie; digo solamente che la nostra tera la xè tropo (meravigliosamente) complessa per eser banalmente inscatolada in definizioni e sotiglieze; come te dixevo prima Julius, già i furlani no i parla ugual tra due paesi tacai (bon, xè la filologica che meti tuti dacordo, ma quanti i “fevela” o “ciacara” o “tabaia” gramaticalmente il furlan…??Dai semo seri) figurite de la de l’Isonzo…
    Cordiali saluti

  31. Richi ha detto:

    Da Triestino DOC: nettamente contrario.

    Questa manovra mi puzza lontano un miglio di furbata italianissima, della serie “visto che Tedesco, Friulano e Sloveno sono delle lingue e c’e’ poco da fare per negarlo, mandiamo tutto in vacca con i micro-dialetti per dire che diamo diritti a tutti”.
    Dopodiche’ tante chiacchiere, qualche conferenza, sprechi di denaro pubblico, immancabili associazioni/enti dove piazzare amici di amici e poi il nulla di fatto.

    Triestini, muggesani e bisiacchi, piaccia o no, parlano da almeno trent’anni in modo quasi del tutto indistinguibile, fatte salve alcune eccezioni lessicali.

    Inoltre, Triestini ( e Muggesani, Bisiacchi ecc.) parlano -a differenza dei friulani- quotidianamente e in quasi ogni occasione i loro dialetti, che sono ben lontani dall’estinguersi.

    Una boutade senza senso, per non dire un mezzo bidone (mezzo?) piu’ che evidente.

  32. Gioia ha detto:

    Bene. Son contenta. Più il panorama linguistico xè variegato meglio xè.

  33. MARISA ha detto:

    Quoto RICHI

    Aspettavo che fosse un triestino a dirlo.

  34. MARISA ha detto:

    @ Erec

    Mi pare tu abbia le idee molto ma molto confuse. Come tutti i sistemi linguistici, anche il friulano ha una lingua comune o standard che si usa per scrivere quando tutti devono capire (esempio per scrivere su un giornale o un libro, o un testo scolastico). Poi ci sono i dialetti della lingua friulana. Tutto qua. Esattamente come per qualsiasi altra lingua.

    Mi pare che dalle parti di Trieste abbiate le idee molto ma molte ben confuse…

  35. alpino ha detto:

    Ciò no vedevo l’ora de leger le opinioni dela siora Marisa…gia la immagino co ga leto Bisiaco, triestino, goriziana che se vegnudi i pei dritti, tanto da chiamare in causa nell’ordine Costituzione Italiana, Corte Costituzionale, UNESCO, manca ancora qualcuno? la corte dei conti il SISMI, la P2, Licio Gelli….scommetto che se al posto dei sopracitati dialetti c’era scritto Friulano era gia in giro a stappare bottiglie di Friulano doc…che ridade che ridade

  36. lcoroll ha detto:

    Mah (per distinguer dal Boh) mi go sempre parlado dialeto gorizian fin de picio e distinguo subito un bisiaco de un triestin rispeto a mi ma sentirme tutelado ma fa i brividi. Lo vedo come una camisa de forza dove qualche dun me vol chiuder. La lingua o dialeto come lo volè ciamar ma per mi xe la mia lingua madre, xe questo misiot de veneto-triestin, sloven, furlan e tedesco.
    Adeso vegnerà qualche dun a inventarse una gramatica del dialeto veneto-goriziàn… Per l’amor de Dio! Ga ragion chi diseva che le parlade va coltivade in casa come go fato con mio fio col quale parlo in dialeto anche se lui se ga travià andando a l’università a TS, difati adeso il suo acento xe più triestin (ma no xe che non dompo per questo).
    Ala fine in ogni caso xe solo fumo nei oci, i problemi xe il lavoro che manca e ste robe le tira fori solo per insempiar la gente…
    Già visto!
    Ciao a tuti,
    Gigi

  37. MARISA ha detto:

    ALPINO….grazie di avermi sempre nei tuoi pensieri!

    Comunque rileggiti il commento 33 di RICHI.
    Si definisce un triestino doc e non mi pare vada giù morbido! Se avessi scritto io il commento 33, chissà che contro-commenti velenosi mi sarei beccata!

    Questa legge sui dialetti è stata voluta da chi ha fatto la guerra più viscerale contro la tutela della lingua friulana. Non faccio i nomi tanto sono stranoti….
    Ma solo questo fatto dovrebbe fare molto meditare…

  38. Cristiano ha detto:

    @41

    Mari, fai sti nomi perche’ non sono per niente stranoti (almeno a me)

  39. ciccio beppe ha detto:

    Marisa ma a te che fastidio dà il fatto che si vogliano valorizzare le lingue minoritarie della regione? Tu parli solo friulano.

    Comunque chiudo smentendo chi tra i commentatori vuole far credere che Da Pieris in giù sia tutto uguale (e anche da Pieris in sù). Io penso ancora che il mondo è bello perchè è vario, soprattutto per le varianti che ci fanno storcere la bocca. Tempo fa si è discusso sulla fusione tra due comuni bisiachi San Canzian e Turriaco. Ne è sorta una querelle con toni del tipo:

    A separare Pieris e Turriaco c’era una ferrovia (ora bypassata da un sottopasso) e c’è il cimitero. La strada si può fare tranquillamente a piedi, trecento metri o forse qualcosa di più. Quanto basta però a trasformare il dialetto bisiác: strascicato e cantilenoso a Pieris, secco e ”nervoso” a Turriaco. I termini, certo, sono gli stessi ma la parlata è tutt’altra. Entrambi i paesi si contendono la palma di ”cuore” della Bisiacaria. Per molti pierissini doc, dire ”quel al xe de Turiác” significa dargli dell’extracomunitario. Per i turriachesi, quelli di Pieris sono paesani, non hanno nemmeno un sindaco… Difficile davvero pensare che Turriaco possa rinunciare a ciò che distingue un paese, sia pure di duemila anime, da una delle tante ”borgate” che compongono il Comune di San Canzian d’Isonzo. E la politica non c’entra, sia chiaro, visto che la sinistra la fa da padrona da sempre in Bisiacaria, sia pure con qualche occasionale defezione.
    Il muro lo alzano le tradizioni, il dialetto appunto. E il calcio. Qui non ci sono dubbi: la capitale riconosciuta è Pieris che ha dato al calcio nazionale giocatori del calibro di Tortul, Spanghero, Bean. E Capello naturalmente. Ma i derby della Bisiacaria sono la vera rappresentazione della rivalità paesana. Il più acceso è il ”derby del canalòn” tra Begliano e Turriaco. Duecento metri di strada e un canale a dividere due comunità che, in quell’occasione, diventano tifoserie accanite capaci di inventarsi battute che fanno ridere quelle di ”Striscia”. La logica forse potrebbe indurre a rendere scontata l’annessione di Turriaco alla ”grande” San Canzian. Ma andatelo a dire ai turriachesi.
    ( tratto da http://italiadeivaloriturriaco.blogspot.com/2009/12/i-soliti-campanili.html )

  40. Cristiano ha detto:

    >Comunque chiudo smentendo chi tra i >commentatori vuole far credere che Da Pieris >in giù sia tutto uguale (e anche da Pieris in >sù).

    E queto e’ vero, magari confondo un bisiaco con un triestino,

    ma io goriziano se voglio imitare un triestino per ciorlo pel cul so benissimo come fare

    e se voglio prendere per il culo me stesso so benissimo come caricare il mio goriziano.

    E no ste dar dei bisiacchi ai goriziani, che ve ariva una maledizion.

  41. alpino ha detto:

    aha aha io prima di venire a vivere a Go e poi PD stavo a Ronchi perchè i miei son di ronchi, sempre parlà bisiac distinguevamo quei de bean, cassean pieris e turiac danl numero de ononon messo davanti alle parole, tanton tantonon, tantononon, bonon bonon, sssai piasso o piasso ssai, ghe voleria o ghe volessi..io comunque sono di parte Ronchi dei Legionari capitale della bisiacheria punto.

  42. Luigi (veneziano) ha detto:

    La maggioranza assoluta dei rappresentanti in regione è friulana, quindi ci sono dei traditori della Sacra Causa Friulana (SCF) che hanno votato contro sé stessi, la loro storia, il loro presente, il loro futuro.

    TUTTI traditori della SCF, visto che questa legge è stata votata all’unanimità!

    U-na-ni-mi-tà.

    Luigi (veneziano)

  43. Giovanni ha detto:

    Per viceversa: prendi il friulano di Forni di Sopra e mettilo vicino a quello di Forni di Sotto. Basta quello per capire quanti friulani ci siano.

    Che poi per convenzione si tenga conto solo di un friulano specifico, è un altro discorso.

  44. Cristiano ha detto:

    Luigi, quindi sono quelli i nomi che Marisa non vuole fare?

  45. alpino ha detto:

    @Giovanni,
    scusa ma a Forno non sono Carnici? da quel che sapevo se dai del Friulano ad un carnico ti salta addosso, esperienza quando ero in caserma, addirittura a Sappada si sento carnici

  46. Franz ha detto:

    Che bello legger i commenti para-razzisti di qualcuno: tutto quanto non sia friulano non ha diritti. Ma per piacere!
    Resta comunque il fatto che non credo ci fosse bisogno di una legge del genere come è ridicola quella sul friulano, la cui versione “ufficiale” è una sintesi astrusa che non parla nessuno.

  47. MARISA ha detto:

    Com’è che NESSUNO risponde al commento nr. 33?
    Allora siete d’accordo con RICHI? La cosa mi fa molto piacere!

    A proposito mentre avete fatto – soprattutto a Trieste – un “casino super” sulla formula del “silenzio assenso” sull’insegnamento a scuola della lingua friulana, insegnamento previsto ESCLUSIVAMENYE nei comuni friulanofoni – in questa legge sono previsti “PROGETTI DIDATTICI” senza limitazioni territoriali (quindi ovunque in regione!), ma soprattutto SENZA CHIEDERE AI GENITORI SE SONO D’ACCORDO! E, (udite, udite!) in “ogni scuola di ordine e grado”!

    Alla faccia del – silenzio assenso – che violava la libertà dell’individuo! Con questa legge sui dialetti venetofoni, sarà la scuola, dall’asilo alle superiori – che IMPORRA’ ai genitori “progetti didattici” in dialetto venetofono…..

    E se io NON VOGLIO che mio figlio partecipi a questi “progetti didattici”? Dov’è la mia libertà individuale? Per la lingua friulana, tutelata da una norma costituzionale, posso dire NO, ma per i progetti didattici in dialetto triestino…….NON C’E’ ALCUNA POSSIBILITA’ DI DIRE “NO”! Laa legge NON PREVEDE l’ASSENSO dei genitori!

    E comunque resto in attesa dei vostri commenti al COMMENTO NR. 33 – O non sapete leggere?

  48. Diego ha detto:

    @Alpino 44: ma la capitale dela bisiacaria no xe Monfalcon? o fa nazion a sè?

  49. Richi ha detto:

    Le tre lingue del FVG sono Tedesco, Sloveno e Friulano. E’ ufficiale e stranoto. Ma e’ meno ufficiale (pero’ stranoto) che in regione siamo pieni di gente, molto spesso nemmeno locale, che ammette solo la lingua di Dante e se potesse spedire al confino “come ai vecchi tempi” chi non la pensa cosi’, non sarebbe nemmeno dispiaciuta.

    Siccome questi individui sono dei bei furboni, usano lo specchietto per allodole della tutela dei dialetti venetofoni.
    Che pero’ sono appunto DIALETTI riconosciuti e non LINGUE riconosciute.

    Ma i polli ci cascano sempre, ed ecco quindi che ogni microfrazione della bisiaccaria avra’ gente che perde ore a menarla in quale cascina si parli il bisiacco originale, Gorizia che pero’ rivendica la sua equidistanza, Trieste e Udine che tornano a prendersi a insulti da stadio per mantener vivo il sano campanilismo e via dicendo.

    Il poco tedesco che rimane viene cancellato (non sia mai che qualcuno abbia nostalgie asburgiche!), i friulani la smettono di rompere e gli sloveni ovviamente stiano zitti che questo e’ sacro suolo italico.

    Non e’ mica difficile veder la fregatura, se si sta un po’ attenti. Ma se proprio non si vogliono fare sforzi, basta informarsi su chi promuove queste iniziative con entusiasmo e fare due piu’ due.

  50. MARISA ha detto:

    Vi dice nulla il nome PIERO CAMBER?

    Vi consiglio di risentirvi o rileggervi i suoi interventi in aula in occasione del dibattito consiliare sulla legge regionale 29/2007 (legge regionale sulla lingua friulana).

    Poi si è convertito sulla via di Damasco ed è diventato l’angelo tutelare del dialetti della lingua italiana parlati in regione…..

    Non vi pare un po’ sospetta la cosa?

    Grande nemico della lingua friulana e grande protettore dei dialetti della lingua italiana….

    Forse c’è qualcosa che non va?

    Comunque nessuno ha ancora risposto al commento nr. 33 firmato da RICHI – triestino doc.!

  51. Julius Franzot ha detto:

    @Marisa: io ho scritto poco sotto “grande Richi”, quindi cvuol dire che lo approvo. Il commento 52 poi esplicita benissimo il concetto, che condivido in pieno. E il nome che citi tu… sarebbe difficile darti torto. 😉

  52. MARISA ha detto:

    Hai ragione JULIUS FRANZOT. Mi sono dimentica del tuo “grande Richi”. Scusami. Mi riferivo a tutti gli altri successivi commenti che non solo si guardano bene dall’affrontare gli argomenti posti sul tappeto da Richi nel commento 33, ma danno via alle danze con i soliti commenti anti-friulani del tutto gratuiti….

    A proposito a Trieste, siete contenti che dall’asilo alla quinta liceo, “ogni scuola di ordine e grado” possa IMPORRE programmi didattici in dialetto triestino SENZA chiedere IL CONSENSO dei triestini?

    Dove sono ora Paolo Rumiz, Luca Visentini, Alessandro Maran e tutti gli altri che hanno scritto editoriali sul Piccolo contro il principio del “silenzio-assenso” relativo alle modalità con cui i genitori friulani dovevano dare il loro assenso al friulano a scuola? TUTTI SPARITI? NON GLIENE FREGA PIU’ NIENTE DELLA TANTO DA LORO DIFESA “LIBERTA’ INDIVIDUALE”? Paolo Rumiz se ci sei….batti un colpo!

  53. ciccio beppe ha detto:

    Mi risulta che il veneto sia una lingua riconosciuta dall’Onu. Come il TLT.
    Non è una lingua riconosciuta dalla Repubblica Italiana come neanche il friulano è mai stato riconosciuto come lingua prima del fatidico 1999.
    Quindi le lingue parlate in regione secondo le classificazioni dell’ONU sono:
    tedesco
    sloveno
    friulano
    veneto
    e italiano
    Punto. Le chiacchiere di Marisa stanno a zero. Non si può criticare l’ONU. Solo i regimi dittatoriali lo fanno.

    E il TLT vive e lotta insieme a noi!

  54. Julius Franzot ha detto:

    @ciccio beppe

    1. Uno se ne puo’ anche fregare dell’ ONU, come fece Bush per invadere l’ Irak. Se consideri gli USA una dittatura, non ti biasimo, ma non e’ la versione ufficiale 😉

    2. Non confondi ONU con UNESCO? Link, prego.

    3. Leggi bene l’ articolo: non si parla di VENETO, ma di dialetti (4-5)di quest’ ultimo, paragonabili non al friulano, ma al ciargnel e simili dialetti friulani

  55. bubez goriziano ha detto:

    Premesso che quando cerco di parlare in dialetto faccio ridere i polli, sono però perfettamente in grado di distinguere una parlata goriziana da una bisiaca, per non parlare del triestino, che è immediatamente riconoscibile per la caratteristica “elle” (anche quando parla in italiano). Ciò detto, la decisione del consiglio regionale mi sembra una pagliacciata per contrapporsi alla tutela del friulano. Se si arriverà alla cartellonistica in dialetto avremo davvero raggiunto l’apice dell’assurdo e appena se ne accorgerà la stampa nazionale saremo lo zimbello di tutti.

  56. ciccio beppe ha detto:

    Primo: L’unesco è un’agenzia dell’ONU come la FAO.
    http://www.onuitalia.it/unesco.php

    Secondo: la lingua veneta (Venetian nel documento) è classificata come tale. Se dovete prendervela prendetevela con l’ONU (se ti lamenti per qualcosa ti lamenti con il capo della baracca 😉 )

    Terzo: se la legge regionale dice dialetti secondo me sbaglia perchè stiamo parlando di lingua veneta che viene parlata nelle sue varianti dialettali (bisiaco triestino graolese maranese etc etc) sul territorio regionale. Quindi per coerenza qui si dovrebbe invocare la protezione della legge italiana sulle lingue (quella famosa del 99 di cui esiste un comitato che conosciamo tutti bene). Il comitato 482 si è mai preoccupato di puntualizzare questa situazione presso le istituzioni italiane? Ci sono lingue non rispettate in italia riconosciute dall’UNESCO e che la Repubblica non tutela. Cosa fanno? Dormono? Aspettano che glielo dica Marisa? fanno distinzioni tra lingue di serie A e lingue di serie B?

    PS Julius su Bush ti sei risposto da solo 😉

  57. MARISA ha detto:

    CICCIO BEPPE,

    ti informo, se per caso non lo sai, che negli accordi internazionali che riguardano il confine orientale (dopo la seconda guerra mondiale), i parlanti in dialetto veneto in Istria e Dalmazia, SONO CONSIDERATI ITALIANI. E sono considerati MINORANZA LINGUISTICA ITALIANA, proprio perchè sono di cultura veneta e parlano in famiglia in dialetto veneto. E le stesse associazioni degli esuli rivendicano la loro italianità, proprio nel nome della loro cultura veneta e del loro dialetto venetofono. Mai in questi accordi internazionali è stato scritto “MINORANZA LINGUISTICA VENETA”! E, ripeto, sto parlando di ACCORDI INTERNAZIONALI !

    E nelle scuole pubbliche della minoranza linguistica italiana di Capodistria……la lingua veicolare è LA LINGUA ITALIANA, non il dialetto istrio-veneto…..relegato in famiglia in quanto considerato giustamente un dialetto.

    Poi, puoi inventarti tutto quello che ti pare….

    Ognuno è libero di scrivere tutte le boiate che vuole…

  58. Cristiano ha detto:

    Mah, a parte il voler buttare nello stesso calderone bisiacco, goriziano, muggesano, triestino gradese e quant’altro,

    (pensiero condiviso solo o chi non e’ mai stato in zona o chi e’ della zona ma probabilmente non si muove dal suo rione da quando e’ nato, o chi semplicemente non ha sufficiente sensibilita’ linguistica),

    il commento 33 e’ abbastanza condivisibile,

    ma se leggi tanti altri commenti (anche miei) poi ti accorgi che in realta’ si e’ un po’ tutti abbastanza d’accordo con Richi.

    Quello con cui sono piu’ d’accordo con Richi e che non voglio trasformare la difesa dei dialetti/lingue in una baracconata Strassoldina di convegni/corsi/associazioni/enti
    a spese del contribuente (leggi:ANCHE IO, ZIO CANAIA)

    ma mettici tranquillamente dentro anche i corsi di friulano in Provincia, stai serena proprio.

    Io ti invito invece a commentare un altro Richi, @56

    >Le tre lingue del FVG sono Tedesco, Sloveno >e Friulano. E’ ufficiale e stranoto.

    – – – zo’, te fazo notar ‘sai somesamente e con voze flebile flebile, ma no te sembra che te se ga’ desmentega’ giusto un ninininin anche…ehm…odìo…il tajan?

    ma no sta dirghe a nisiun…sshhhh… savemo solo mi e ti… tranquilo…- – –

  59. MARISA ha detto:

    @ CRISTIANO

    RICHI nel commento 52 (non 56 come hai scritto) sicuramente intendeva riferirsi alle “minoranze linguistiche storiche” ricosciute dallo Stato italiano ai sensi dell’art. 6 della Costituzione italiana. Un errore nello scrivere che possiamo perdonargli, non credi?

    E’ esatto che nella nostra regione ci siano solo tre minoranze linguistiche storiche: friulani, sloveni e tedeschi. Poi è ovvio che si parla anche la lingua ufficiale dello Stato italiano: la lingua italiana.
    Quindi la nostra è una regione quadrilingue.

    Concordo ovviamente su tutto il restante commento di RICHI (comm. 52)

    Ma non ho ancora avuto nemmeno una risposta ad una mia domanda già posta in un altro commento. Premesso che nella legge di cui stiamo parlando, è previsto espressamente che le scuole – DI OGNI ORDINE E GRADO – mettano in atto PROGETTI DIDATTICI IN DIALETTO VENETOFONO (triestino per Trieste) in maniera autonoma. Premesso che “SENZA ANCUN CONSENSO SCRITTO” (non è previsto nella legge!) DA PARTE DELLE FAMIGLIE, “TUTTI” GLI ALLIEVI O STUDENTI TRIESTINI DOVRANNO “OBBLIGATORIAMENTE” PARTECIPARE A QUESTI “PROGETTI DIDATTICI IN DIALETTO TRIESTINO” ORGANIZZATI DALLE SCUOLE TRIESTINE DI “OGNI ORDINE E GRADO”.

    Domanda: com’è che nessuno a Trieste
    sta protestando?

    Eppure ne avete fatto di casino a suo tempo sul silenzio-assenso previsto nella Legge regionale di tutela della lingua friulana!

    Vi va bene ora che TUTTI a Trieste, dall’asilo all’ultima classe del liceo, siano OBBLIGATI – dal momento che non è prevista dalla legge la possibilità di dire “NO GRAZIE” – a frequentare i progetti didattici in dialetto triestino scelti dal Consiglio docente senza interpellarvi?

    NESSUNO MI HA ANCORA RISPOSTO!

  60. Julius Franzot ha detto:

    Io non parlo il triestino e non ho mai sentito la necessita’ che qualcuno me lo insegni a scuola.
    Parlo malissimo il friulano e mi dispiace che mio padre non abbia avuto il tempo per insegnarmi la sua LINGUA. Mia madre invece e’ riuscita benissimo ad insegnarmi la sua.

  61. Cristiano ha detto:

    Marisa, nessuno ha nulla da farsi perdonare,
    era giusto per far notare che poi si perde di vista sempre qualcosina a voler ossessionarsi a determinate cose, e se finisi a cascar nel’asurdo.

    Vara, son de Gorizia (bon, 3 anni e mezzo che son via) ma in buona fede, no gavevo senti’ sta’ roba che i insegna triestin a scola obligatorio

    e te digo anche la verita’, me sembra tanto piu’ una monada quanto tira via tempo ad altre materie ai fioi, che il triestin se lo pol imparar a giogar a calcio in parrochia o in botega a comprarse un fumetto

    per cui son cui con ti a dirghe al Piccolo/Mesagero/Bora.la/altri opinion leader:

    perche’ non ne gave’ saver prima de sta’ roba a mi e a la Marisa che ades la pensa?

    se’ i watchdog de le lingue/dialetti/parlade, cartelin rosso!

    contenta stela?

  62. Cristiano ha detto:

    Altra storia se un insegnante decidi de suo de far tipo una parte “monografica” de un certo dialetto/lingua/parlada per un po’ de lezioni

    li’ no gavesi nulla in contrario ne’ per il triestin ne’ tantomeno per il friulan, ne’ per il lucano o umbro, xe’ tutta roba sana…

    bravo lui se poi riva a cazzarlo dentro al programma…

  63. MARISA ha detto:

    CRISTIANO:non hai risposto alla mia domanda.

    Va bene l’OBBLIGATORIETA’ ?

    ASPETTO UNA RISPOSTA!

  64. Cristiano ha detto:

    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  65. Cristiano ha detto:

    perdonami ti ho risposto in italiano, adesso lo traduco in friulano:

    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  66. MARISA ha detto:

    Solo il tuo “NO” non basta! Dove sono i grandi intelletuati triestini che hanno “tuonato” contro la lingua friulana per mesi sul Piccolo di Trieste….

    Dov’è finito “il diritto individuale” reclamato in continuazione negli interventi di questi grandi triestini?

  67. Cristiano ha detto:

    ma poi, scusa che ti chiedo, qual e’ la definizione esatta di “progetto didattico”?

    E di che intensita’/durata devono OBBLIGATORIAMENTE essere?

    La (proposta di legge) OBBLIGA le scuole a fare ‘sti “progetti didattici”?

    Mi se mio fio ghe fa perder troppo tempo drio a monade, lo porto via de li’.

    Eccola la mia liberta’ individuale.

  68. ciccio beppe ha detto:

    Marisa tu avrai letto sicuramente il testo evaso dalla commissione. Ora mi spieghi dove sta scritto che c’è l’bbligatorietà perchè sennò mi tocca dubitare della buona fede delle tue critiche

    Art. 7
    (Interventi nel settore istruzione)

    1. Nel settore dell’istruzione al fine di concorrere all’arricchimento dell’offerta
    formativa, proposta anche dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado nel rispetto
    della loro autonomia, la Regione promuove e sostiene progetti didattici diretti alla
    valorizzazione e alla conoscenza dei dialetti di origine veneta, anche ai fini
    dell’apprendimento linguistico e della storia e tradizioni locali.

    Per chi vuole leggersi la legge l’ho trovata qui

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/iterdocs/Serv-LC/ITER_LEGGI/LEGISLATURA_X/TESTI_COMMISSIONE/020-021-047_A_ART.pdf

    Ora io mi aspetto una risposta da Marisa a questa domanda: dove stanno scritte le parola ‘obbligatorio’, ‘consenso informato’ e gli altri vaneggiamenti di cui blatteri (lo sai che il caps maiuscolo non rispetta la netiquette e leggere i tuoi commenti sembra di stare in un’osteria?)

  69. abc ha detto:

    Strano dibattito. Quando si parlava di tutela del friulano tutti a dire che era assurda e dispendiosa.

    Qui invece nessuno ha sollevato il problema dei costi, salvo Richi e Cristiano, (quest’ultimo per altro nel commento 61 con una bestemmia che abbassa notevolmente il livello del dialogo). Alcuni pareri sono condivisibili come quelli di Richi Bubez e Marisa. Altri denotano disprezzo per il friulano come quelli di Alpino e Luigi Veneziano.

    Nella legge regionale vedo inoltre che non è previsto nè il silenzio assenso, nè il silenzio dissenso, nè il dissenso. Come dire che tutti saranno obbligati a seguire queste lezioni.

    Quindi è da aspettarsi nel comune di Udine che si insegni a tutti il veneto udinese e solo a chi ha assentito il friulano.
    Nel comune di Gorizia si dovrebbe insegnare a tutti di dialetto veneto goriziano e l’istriano, ma così si troverà il modo (e si sta già trovando) per escludere il friulano e lo sloveno.

    Il bello è che hanno deciso all’unanimità. Complimenti.

  70. jacum ha detto:

    “dialetti regionali di origine veneta”

    ma che origine ga el triestin col veneto?

  71. MARISA ha detto:

    CICCIO BEPPE…..

    Nella’art 7 è forse scritto “sentito i genitori” o una qualche altra formula che implica l’assenso dei genitori?

    NO, manca….e dunque L’ASSENSO DEI GENITORI NON SERVE! La scuola deciderà a suo piacimento autorizzata dall’articolo 7!

    Articolo che tu non aai ricopiato in maniera completa. Ti invito a farlo. O lo farò io.

    Impara a leggere gli articoli di legge!

  72. MARISA ha detto:

    Scusa ho visto ora che hai linkato il testo di legge.

    Comunque nell’art. 7 Si legge “ai fini dell’apprendimento linguistico”. E non è previsto NESSUN ASSENSO DEI GENITORI !

  73. ciccio beppe ha detto:

    L’apprendimento linguistico deve avere un assenso? Magari anche la matematica e la geografia? O la storia? Tu sai cosa vorrebbe dire dare l’assenso per studiare la storia in questa regione?
    Prima di farti leggere Dante ti chiedono la firma dei genitori?
    Guarda che io non ho niente contro il silenzio assenso. Le mi critiche alla legge sul friulano sono di ben altra natura.
    Ma tant’è. E’ stata intrapresa una strada grazie ai difensori della Sacra causa del Friulano e adesso davanti ai Sacri difensori del Veneto ti scaldi tanto. Perchè? In fin dei conti mi pare che il Veneto abbia una storia ben più importante (se una lingua è un dialetto con passaporto ed un esercito allora il veneto ne rientra a pieno titolo.)
    Quindi dal punto di vista del principio questa legge io la ritengo giusta. Dell’attuazione è ancora presto per parlarne checchè tu possa puntualizzare le virgole che non ti piacciono.
    Non sarò maggioranza qui dentro però credo che se una tutela debba valere per la maggioranza linguistica in regione (il friulano) allora, a maggior ragione, debba valere anche per le minoranze (vale già per la tedesca e slovena) venetofoni compresi.
    E poi è inutile che ti scaldi tanto. Chi è colpa del suo mal dovrebbe piangere solo che se stesso. Sempre che abbia l’onestà intellettuale di ammettere che questa legge è un male.

  74. Cristiano ha detto:

    Non e’ possibile abbassare il livello di questo dibattito con una bestemmia (difendere il friulano e attaccare una bestemmia?? …O____________O …),

    e’ gia’ sotto lo zero da mo’, come ha fatto notare Ciccio Beppe scrivere in CAPS estensivamente e’ come urlare (Marisa, per mi te se agiti troppo),

    virgolettare qualcosa significa citarlo testualmente (“OBBLIGATORIAMENTE”), poi vado a vedere la proposta di legge e non lo trovo

    questa si chiama Manipolazione.
    e non fa guadagnare credibilita’.

    Non so cosa hanno detto Luigi e Alpino di dispregiativo,
    magari ha urtato la tua sensibilita’ e me ne dispiace,

    ma per quanto leggo e’ semplice sarcasmo citando anche fatti veri, ma ripeto, mi dispiace se ha urtato la tua sensibilita’, non posso pretendere di decidere io cosa ti ferisce e cosa no.

  75. Luigi (veneziano) ha detto:

    E’ veramente fantastico notare come chi qui dentro si batte – e giustamente! – per la tutela delle lingue minoritarie metta in testa il cimiero e prenda la lancia per cavalcare a tutta forza contro una legge votata all’unanimità (ropeto per l’ennesima: u-na-ni-mi-tà) dal consiglio regionale del FVG a tutela per esempio della lingua di un Biagio Marin, che a dirla tutta è stato un gigante della letteratura del ‘900. Ci mancherebbe altro che si tuteli il graesan in FVG: che stia al suo posto!

    Si paventano cose ridicole pur di dare addosso a questa legge – votata anche da tutti i friulani e da tutti gli sloveni eletti nel Consiglio regionale, evidentemente in preda ad un violento desiderio di fare harakiri!!

    Riguardo poi al fatto se il veneto sia una lingua o un dialetto, trovo francamente che sia una questione di lana caprina.

    Adesso scrivo una cosa di tipo fantastorico. Sia chiaro che non ho il minimo rimpianto per ciò che non accadde: è un semplice dato di fatto.

    Se Venezia avesse vinto la battaglia di Agnadello (1509) avrebbe avuto campo libero per prendersi la Lombardia, allora come ora una delle terre più ricche d’Europa. Avrebbe avuto ancor più forza per continuare la propria guerra di conquista della terraferma ad ovest, avendo sconfitto in un colpo solo un esercito formato dall’Impero, dalla Francia, dal Regno di Napoli e della Sicilia e dal ducato di Ferrara (che sarebbe stata molto probabilmente la seconda preda, dopo la Lombardia).

    Il toscano potrebbe essere oggi un dialetto del veneto, lingua ufficiale dello stato.

    Luigi (veneziano)

  76. MARISA ha detto:

    Scrive CICCIO BEPPE: “L’apprendimento linguistico deve avere un assenso?”

    Faccio notare che sulla questione di “come” i genitori dovevano dare l’assenso al friulano a scuola, nei media triestini c’è stata una campagna mediatica spaventosa dove si affermava che con il “silenzo-assenso” si “imbrogliava” i genitori “poco informati”. Una campagna dove si affermava che con la legge 29/2007 l’insegnamento del friulano a scuola sarebbe diventato “obbligatorio”.

    Noto con dispiacere che a Trieste avete la memoria molto corta.

    In questa legge art. 7, vengono previsti PROGETTI DIDATTICI in dialetto e l’unico limito posto è l’autonomia didattica della scuola. Non è previsto l’ASSENSO DEI GENITORI!

    A Trieste nessuno ha nulla da dire al riguardo, dopo tutta la cagnara che è stata fatta contro il silenzio-assenso previsto dalla L. 29/2007 (lingua friulana)?

    Complimenti vivissimi!

  77. arlon ha detto:

    Bon, però Marisa non è che Bora.la è “i media triestini” siano due cose sovraponibili. Per dire, qui c’era gente pro e contro il friulano a scuola, con una leggera propensione al “pro”.
    E’ inutile che parli alla seconda persona plurale in questa sede! (“a Trieste avete..”)

    Sarà la centesima volta che ti viene fatto notare che “i triestini” è un’entità unica con la quale tu sembri confrontarti, che nella realtà non esiste.
    E che, se mai esistesse, sicuramente non ti risponderebbe nei commenti di un sito di notizie! 😀

  78. arlon ha detto:

    era: sovrapponibili, ovviamente.

  79. matteo ha detto:

    el triestin iera parlado nel impero e iera una lingua uficial, che poi el triestin no xe venezian

  80. Luigi (veneziano) ha detto:

    No, Matteo: il triestino non fu mai lingua ufficiale nell’impero.

    L.

  81. ciccio beppe ha detto:

    Stavolta quoto Cristiano perchè fare una discussione senza imporecare al cielo è impossibile.

    Dove vedi scritto ‘assenso dei genitori’? Me lo indichi per favore o vuoi tacere per una buona volta?
    Lo capisci che una cosa è una legge e una sono le attuazioni di quella legge?
    Per quanto riguarda i tuoi fantasmi che indichi nei ‘triestini’: sappi che se ogni tanto tu uscissi dal tuo metro quadro racchiuso dalla muraglia mentale che ti sei costruita in testa scoprirai che a Trieste, Venezia, Lubiana ci sono altre persone come te, con due occhi, due orecchie, e una bocca.
    A volte hanno anche più cervello di quello che tu riesca ad immaginare.
    Mi sono stufato, perchè la vuoi buttare in caciara sapendo di avere torto marcio sulle tue convinzioni da tabelana triestinofoba.
    Addio senza alcun rammarico.

  82. AnnA ha detto:

    Non state ad ascoltare Marisa quando parla di scuola, per favore, perché non ne ha assolutamente alba (nonostante suo figlio insegni…), e non riesce fra l’altro a discernere la differenza fra un corso prolungato extracurricolare per l’insegnamento di una lingua e un progetto didattico curricolare mirato alla valorizzazione di lingue o dialetti.

  83. MARISA ha detto:

    @ Arlon,

    il mio riferimento è ovviamente non a Bora.la, ma alla spaventosa campagna stampa dei media triestini contro la legge 29/2009 (legge regionale di tutela della lingua friulana).
    E l’affermazione <> fa riferimento proprio a questa campagna stampa ed agli argomenti usati contro la lingua friulana.

    @ TUTTI

    C’è ora questa legge sui dialetti veneti che presenta notevoli aspetti di criticità costituzionale. Ve ne segnalo uno: l’assenza del criterio di territorialità. Ossia “dove” questa legge è applicabile. E non mi si risponda rimandando ai regolamenti. Un regolamento da attuazione ad una norma “prevista” nella legge!

    Come immagino si sappia, la normativa europea, statale (Italia) e regionale, fissa per la tutela delle minoranze linguistiche storiche (da noi in regione: friulani, sloveni e tedeschi) il principio di territorialità entro il quale possono essere applicate le norme di tutela. Questo è un criterio ovviamente imprescindibile e che non può non valere anche per la valorizzazione dei dialetti della lingua italiana. Bene. Questo fondamentale criterio manca nella legge sui dialetti veneti appena approvata dal Consiglio regionale. Non solo. Sono tutelati due dialetti “totalmente” privi di territorialità nella nostra regione: il dialetto istriano e il dialetto dalmatico. Questi sono due dialetti autoctoni dell’Istria e della Dalmazia (ora Slovenia e Croazia), non della nostra regione. La nostra regione ha un disegno irredentistico nei confronti della Slovenia e della Croazia? In quali scuole, di quali comuni, si attueranno progetti didattici (ripeto: obbligatori per tutti e che saranno fatti senza chiedere il preventivo assenso dei genitori – vedi art. 7 della legge in discussione) per i dialetti istriani e dalmatici? Nel scuole di “ogni ordine e grado” del Comune di Trieste dove è massiccia la presenza degli esuli istriani? Nelle scuole dei comuni slovofoni del Carso triestino dove a partire dagli anni 1950 sono stati creati interi quartieri per gli esuli istriani? A Duino? Ovunque c’è la sede di una associazione di esuli istriani?

    E qui mi fermo. Mi pare che ce n’è di materiale di discussione…..
    Se ovviamente c’è la volontà di discuterne. E non mi pare che questa voltontà ci sia.

  84. MARISA ha detto:

    …l’affermazione “avere la memoria corta”…

    era saltata la frase

  85. MARISA ha detto:

    @ ANNA

    ogni anno nel comune friulanofoni le scuole chiedono (con la sottoscrizione di una domanda “firmata” dai genitori) ai genitori se vogliono aderire o meno al progetti didattici messi in atto dalle scuole per la tutela della lingua friulana. Poi sono le scuole, nell’ambito della loro autonomia, a stabile la tipologia dei progetti didattici e la loro organizzazione.

    Con la legge sui dialetti veneti, al contrario di quanto succede per il friulano, i genitori non saranno interpellati: Lunico limite posto dalla legge ai “progetti didattici” è l’autonomia scolastica. STOP.

    Non sai neppure di cosa di sta parlando….

  86. Cristiano ha detto:

    ma insomma, vai a suonare il campanello al tuo consigiere della Lega Nord votato da te che esulta per questa legge

    e vai a dire a lui che non ti pare non ci sia volonta’ di discutere

    qua si e’ discusso, anche incivilmente soprattutto per merito tuo che cavi la pelle alla gente, ma si e’ discusso

    vedi un po’ tu, io di te mi sono un scassato il cazzo per cui ti ignorero’ per un po’, che poi e’ quello che ti meriti in fondo, con tutto il rispetto

    Anna, mi spieghi tu la differenza tra progetto didattico e tutto il resto che hai citato gia’ che sei qui e che hai esperienza?

    Che durata puo’ avere, e che intensita’?
    si da un voto che influisce sul voto finale?
    viene svolto durante la normale lezione?

    thanx

  87. MARISA ha detto:

    Mai votato Lega Nord….ma consultato testi di diritto costituzionale….Si!

  88. AnnA ha detto:

    Veramente non hai idea della scuola, Marisa. Io ho insegnato in Friuli e ora in bisiacaria, più di te so di sicuro.

    Cristiano, una cosa è tenere un corso che insegna una certa lingua (e in questi casi quasi sempre è in orario “supplettivo”, a parte per le elementari, e facoltativo – ad es. appunto si chiedeva chi era interessato a seguire un corso di friulano, avveniva su base facoltativa appunto), un’altra cosa è invece portare avanti un progetto in cui non si tiene un vero e proprio corso finalizzato all’apprendimento di un idioma, ma si cerca di valorizzare (nel senso di sensibilizzare e promuovere l’uso di parlate – fino a pochi anni fa in fin dei conti parlare dialetto non era considerato “per bene”, certi neppure lo insegnavano più ai figli, perché a scuola bisogna parlare italiano…), ricordando tutto il patrimonio culturale ad esse collegato e appunto l’importanza di tenerle in vita, magari anche con esemplificazioni o cenni basilari di lingua. Sta di fatto che non è poi così circostanziato nei dettagli la messa in atto del tutto (vedi tempo da dedicare). Il che non deve stupire, qualsiasi cosa che si voglia far fare alle scuole è sempre vaga (in pratica buttano là una roba, per poi vedere cosa ne tirano fuori gli insegnanti, regolarmente disorientati).

    Personalmente non sopporto la cartellonistica in più lingue (indifferente quali), confonde tantissimo, specie laddove è importante velocemente (guidando non si ha poi tanto tempo a disposizione) capire un’informazione, per uno straniero poi risulta assolutamente incomprensibile.

  89. Marco ha detto:

    Spero non ti leggano in Slovenia, cara Anna, altrimenti leveranno tutta la cartellonistica bilingue, oltre all’obbligatorietà (spesso bypassata) di comunicare tutto in forma mista.
    A me non danno fastidio, lo stesso in Galles, Catalogna e in altri luoghi dove esistono delle comunità linguistiche minoritarie.
    Se devo sintetizzare, dico che non mi dispiace l’idea di valorizzare anche le comunità venetofone della regione (a parte l’istriano e il dalmatico che non capisco cosa abbiano a che fare), però ha ragione Marisa quando afferma che sul friulano s’è fatta una bagarre dai toni inconcepibili.
    Riguardo il fatto che il si parlino diverse varianti di lingua friulana, sono d’accordo, anche se non vedo il problema. E’ abbastanza naturale, succederebbe la stessa cosa anche se l’italiano prendesse il sopravvento.
    Confesso che la standardizzazione non ha portato problemi particolari, a parte qualche polemica da parte degli esclusi dalla parte decisionale, come Nazzi.
    Vivo in Friuli e lo so, al contrario dei molti soloni che hanno fatto il servizio militare e, per questo, credono di avere la verità in tasca.
    Ci sono giornali, radio e programmi televisivi in lingua, che non cozzano con la realtà. Rispetto a qualche anno fa mi sembrano sempre più apprezzati, com’è naturale.
    Poi non capisco, in una regione così piccola, questa voglia di contrapporsi e annullare l’altro, senza guardare alla ricchezza linguistica. Sarà perché spesso sono all’estero per lavoro, ma lo trovo ridicolo.

  90. AnnA ha detto:

    Caro Marco, che mi leggano pure 🙂 Per me sono cose differenti: personalmente sono a favore di qualsiasi cosa non in due, ma in 50 lingue, tutto meno i cartelli stradali, là preferisco il concreto su qualsiasi altra considerazione: è un fatto che a leggere si sta tempo (e secondi o decimi di secondi guidando contano, eccome), trovo anche fastidioso fare delle rotonde per tre giri perché non si riesce a leggere tutte le indicazioni, la probabilità di incidente aumenta (tanto più se uno rallenta per riuscire a legger tutto).
    Ribadisco che su questa legge, come sulla storia del friulano, non ho mai pubblicato la mia opinione, la mia annotazione qui era solo marginale; sono comunque assolutamente d’accordo con il tuo ultimo capoverso.

  91. MARISA ha detto:

    In Friuli non mi risulta che qualcuno, me compresa, sia mai stato contrario alla valorizzaione dei dialetti della lingua italiana. Nè in nessun commento ho affermato di essere contraria.

    Il problema è un altro: questa legge va bene così com’è stata licenziata dalla Consiglio regionale, o è ambigua e incostituzionale?

    Tutti i miei commenti denunciavano solamente quanto non va, sul piano giuridico e costituzionale, in questa legge.

    Ma evidentemente farlo, da fastidio, al punto tale da considerare, incomprensibilmente, incivili le mie puntualizzazioni giuridiche.

    I dialetti venetofoni vanno valorizzati ma la loro valorizzazione deve essere culturale come previsto dall’art. 9 della Costituzione, articolo richiamato anche all’art. 1 di questa legge.

    Nella legge poi mancano elementi fondamentali di carattere costituzionale come “i criteri” in base ai quali va determinata la territorialità e altro ancora. Sono elementi che obbligatoriamente vanno inseriti nella legge. Senza diventa non applicabile.

    Comunque vedo che aldilà di attacchi personali da parti di alcuni (pochi a dire il vero) manca ogni interesse al dibattito su una legge che creerà moltissimi problemi, soprattutto a Trieste.

  92. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ricapitolando: i rappresentanti del popolo friulano in consiglio regionale (circa i due terzi del totale) si sono fatti abbindolare dai furbisssssimi venetofoni della regione, ed hanno quindi votato compattamente per una legge che oltre a colonizzare in massa la propria gioventù grazie al sotterfugio dei dialetti veneti (cavalli di Troia dell’italico desiderio di annichilire il Friuli), è pure palesemente anticostituzionale.

    Quindi sarà la biechissima Corte Costituzionale del colonialista stato italiota e cassare questa legge antifriulana votata dai friulani.

    Un paradosso dentro una sciarada.

    L.

  93. viceversa ha detto:

    Ciò Marisa, ma te ga bevù il cafè, almeno, stamatina… o te se ga butada giù del leto e te ga ancora i cavei impizadi… ah ah, ciò fate na bona ridada ogni tanto che te son tropo rigida… Senza rancor che se no te se impizi!!!
    PS: vien a beverte un bon bicier de nero e un bon panineto de panceta in qualche privada dale nostre parti (Isontino) e te vedi ben come convivi furlan e dialeto
    Mandi biela

  94. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Cristiano

    Risposta alle tue tre domande:

    1. Durata e intensità vengono scelte dalla scuola.
    2. Sono attività extracurricolari, e quindi non si dà un voto.
    3. Anche qui, lo decide la scuola.

    L.

  95. effebi ha detto:

    100 post

    1 in inglese
    16 in triestin
    83 in italian

    questa xe la statistica, cossa dir gavemo de pensar de tutelar o no ? mah mi ripropongo el mio n° 7….

  96. effebi ha detto:

    ME RIFIUTO DE FARME TUTELAR !
    ESIGO DE ESSER TUTELADO DAI TUTELATORI DE PROFESSION !
    BASTA CO STE PAJAZADE !

  97. Cristiano ha detto:

    Grazie delle riposte.

    ancora mi domando poi di solito quali possono essere le tendenze nelle scelte di una scuola,

    a simili progetti didattici si danno quante ore all’anno, diciamo un range, tra le due e le dieci ore? tra le tre e le 8 ore

    ho capito che e’ ogni singola scuola che decide, ma gia’ che Anna e’ qui, di solito qual e’ il trend per queste cose per sua esperienza?

    ripeto, se a mio figlio o nipote gli si occupa troppo tempo con queste cose (che possono arrivare a diventare monate a un certo punto)

    io lo porto via da li. tanto piu’ quanto poi vedo che le altre materie sono insegnate male (sto parlando di possibili situazioni, non generalizzando)

    considerato che al giorno d’oggi le scuole pubbliche sono praticamente delle PMI il cui destino dipende dalle iscrizioni e dalla soddisfazione dei clienti, credo che questo influisca sulle scelte della scuola in proposito.

    e qui torna utile quello che mi pare abbia detto ciccio beppe, una cosa e’ la legge una cosa e’ la sua applicazione.

    voglio vedere quante scuole si impunteranno a fare megaprogetti didattici di cultura venetofona in tutta la regione.

  98. Enrico ha detto:

    @ Marisa 16
    …tra una raccomandazione e l’altra fatta al telefono… per cortesia citare Strassoldo poi….. dai dai
    PARLIAMO DI PROBLEMI SERI:
    QUI STA MORENDO TUTTOOO!!!!!

  99. Cristiano ha detto:

    effebi

    eeeh, te se ga’ dimentica’ del @68, xe’ in friulan (o te lo ga messo soto al’ingles?)

    in piu’ xe’ del gorizian sparso un po’ li e un po’ la’ (in linea de masima mi e Alpino , ca l’e’ bisiac ma ‘l favela pa gorizian)

  100. effebi ha detto:

    secondo mi xe de tutelar “el missiot”
    dovessimo esser “proprio sicuri” che lingue , dialeti e parlate se missi in maniera totale, completa, assoluta.
    inveze de preocuparse de quel che mori, imaginemo quel che poderia nasser.

    parleamo tanto de contaminazioni co le altre culture e po no rivemo nianche meter insieme una frase con dentro triestin, furlan, bisiac, veneto e sloven…

    ma dai !!! le regioni doveria spender soldi per aprir centri de “contaminazion culturale” e no de ghettizzazion linguistica

  101. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ cristiano

    Non esistono e non possono esistere delle regole fisse in questo campo: ogni scuola ha un certo grado di autonomia didattica e – fatto salvo il rispetto delle norme generali relative agli obiettivi formativi – presenta il suo Piano di Offerta Formativa (POF) in “competizione” con le altre scuole.

    Dove abito io (Lido di Venezia, quindi un’isola), ci sono scuole elementari e medie, poi per le superiori devi andare a Venezia (oltre mezz’ora di strada all’andata e mezz’ora al ritorno). Tutte le scuole presentano il loro POF proprio in questo periodo: tu vai lì e ascolti quello che offrono per gli scolari/studenti. Fai le tue domande, presenti le tue osservazioni, fai le tue critiche, dopo di che scegli dove mandare a studiare tuo figlio.

    Una scuola del FVG potrebbe inserire il discorso della lingua veneta del suo territorio all’interno di un percorso formativo completamente pomeridiano, così come potrebbe invece prevedere – nell’ambito per esempio dello studio delle tradizioni locali – una serie di interviste ai vecchi del luogo nel loro dialetto. Compreso quello veneto. Dopo di che, magari organizzano una giornata di presentazione al pubblico di tutto ciò, con video e recite. Ecco cosa potrebbe capitare.

    Quello che a Marisa pare un attentato gravissimo alla vita stessa del friulano (sulla scorta di ciò che scrive addirittura un giovane praticante avvocato di Udine (!) nell’articolo che lei stessa ci ha segnalato) in realtà all’atto pratico può essere una cosa d’una semplicità disarmante.

    Io ho un figlio che va al liceo ed una figlia che va all’asilo infantile (io e mia moglie ci siamo presi una lunga pausa): nella scuola di mio figlio ci sono una decina di attività extracurricolari, che comprendono corsi di lingua pomeridiani, sport di vario tipo, scacchi, laboratori e chi più ne ha più ne metta. Se gli proponessero una serie di gite in Friuli ad imparare i primi rudimenti della lingua friulana – per esempio nell’ambito di un corso di storia veneta che comprenda la visita alle terre un tempo soggette alla Serenissima – credi che qualcuno qui si straccerebbe le vesti? Sarebbe sconvolto nella sua Sacra Identità di Veneto Verace?

    E’ da anni che mi dice che vorrebbe studiare in Gran Bretagna o negli USA: puoi immaginare quindi a me che me ne può fregare di ‘ste minuzie di battaglie di infima retroguardia nazional-locale!

    Luigi (veneziano)

  102. effebi ha detto:

    po ognidun, se ga voia, che se preocupi inproprio de salvaguardar le proprie “specificità”

  103. Julius Franzot ha detto:

    @effebi

    A me sembra che la composizione linguistica attuale in FVG sia gia’ abbastanza una mistura. Andare oltre vorrebbe dire precludere a chi parla LINGUE minoritarie la conoscenza della sua madrelingua. Questo non sarebbe un arricchimento, anzi…

  104. cagoia ha detto:

    “Andare oltre vorrebbe dire precludere a chi parla LINGUE minoritarie la conoscenza della sua madrelingua.”

    Quindi chi parla dialetti de matrice veneta dovessi rinunciar a farse tutelar per farghe un favor a sloveni furlani e tedeschi?

  105. Luigi (veneziano) ha detto:

    Scusa Julius, ma tu vuoi veramente dirmi che un madrelingua friulano di Pordenone, che già sente parlare veneto tutti i giorni visto che in città si parla prevalentemente quella lingua, se fa a scuola un’attività extracurricolare di conoscenza di questa lingua si vede PRECLUSA la conoscenza della sua madrelingua?

    La legge prevede la valorizzazione di dialetti che e-si-sto-no nel territorio del FVG, non robe astruse.

    Ma lo sai che state usando le stesse identiche argomentazioni che Menia adduce per impedire lo sloveno extracurricolare dalle scuole italiane?

    Mamma mia!

    Luigi (veneziano)

  106. Julius Franzot ha detto:

    Mi sembra che la Regione sia satura di chi parla dialetti di matrice veneta, magari piu’ numerosi di quelli che parlano l’ italiano, non vedo i venetofoni a rischio sparizione.
    Allora bisognerebbe tutelare l’ italiano 😉

  107. effebi ha detto:

    lingue minoritarie, madrelingua…

    forse non ci rendiamo conto che con l’immigrazione stiamo importando lingue e madrelingue da tutto il mondo…

    quale è la funzione di una lingua ? deve diventare la bandiera, lo stendardo di un gruppo, distintivo da un altro ?

    a che serve la lingua ? di che si deve preoccupare un ente regionale ? di fare si che la gente si comprenda e si relazioni al meglio o al peggio ? vogliamo costringere i pargoli tutti a imparare più lingue, dialetti, parlate ?

    che accade infatti ai bambinelli nati da “matrimoni misti” bisiaco-triesin ? triestin-furlan…. e i nipotini che potranno avere 4 nonni diversi ? 8 bisnonni (sloven, taljan, bisiac, furlan, resian, serbo, tedesco, sangiacomin….)

    meno demagogia e più senso pratico please !

    abbiamo paura di perdere un identità ? ne inventeremo tutti assieme un altra… (lo stiamo già facendo… state ingombrando la strada…!)

    i nuovi linguaggi si impongono, a cominciare da internet, ai perditempo e perdirisorse il compito di tutelare l’intutelabile

  108. Cristiano ha detto:

    @105

    Luigi,
    perdonatemi se proprio non riesco a spiegarmi,

    non ho chiesto circa regole, ho capito benissimo che non ci sono e la scuola ha autonomia, ecc ho chiesto empiricamente qual e’ il Trend di queste cose, non la regola

    visto che Anna ha fatto insegnante in piu’ scuole mi pareva potesse portare un contributo significativo,
    ma lo hai fatto anche tu da semplice (!) genitore, gia’ un esempio come il tuo e’ cmq un po’ una risposta.

    Se alla presentazione del POF mi impongono 40 ore di CORSO di lingua friulana/venetofona obbligatoria, dico grazie, ma no grazie, vi escludo subito,

    se invece mi pongono un paio di PROGETTI DIDATTICI (gite o visita agli anziani, o i rudimenti ecc ), a cui non posso dire di no salvo impedimenti di forza maggiore, ok, ci puo’ anche stare, vi tengo in considerazione.

    Quanto all’esperienza inglese/americana, io ho mia cugina insegnante con due figlie in eta’ da prima superiore con le quali gia’ progettiamo le esperienze inglesi da fare nei prossimi anni

    perche’ sa che una lingua la impari veramente solo in loco e per come e’ la situazione in generale li in FVG-Italia per il futuro dei giovani non e’ buona

    tra il serio e il faceto ogni tanto gliela butto li alle cuginette, “ma scusate, invece dell’ingles perche’ no un corso di friulano?”

    il successivo sguardo iniettato di sangue della madre spiega poi i summenzionati quesiti.

  109. MARISA ha detto:

    @ ENRICO

    Commento 102

    mai parlato al telefono con te. Solo qualche e-mail parecchio tempo fa e nulla altro.

    E ti piaccia o no Marzio Strassoldo, quando era Presidente della provincia di Udine aprì uno sportello a Marano per la valorizzazione del dialetto veneto di Marano. E concesse ovviamente anche finanziamenti provinciali. Questo è un dato oggettivo che risponde ad un precedente commento. Se poi Strassoldo è stato così sciocco da farsi incastrare com promesse scritte …..è tutto un altro discorso!

  110. AnnA ha detto:

    Cristiano: qua l’autonomia didattica citata da Luigi (che nei fatti è invece limitatissima,o per motivi economici od organizzativi) non c’entra; del resto, finché non si vede un piano attuativo più concreto non potrei neanche parlare di trend (che presupporrebbe un’esperienza pregressa, questo progetto SEMBRA voler essere un po’ diverso, qua non sarebbe la “singola scuola che decide” molto, solo pochino). Posso immaginarmi che gli insegnanti non faranno salti di gioia, ci sarà poi il problema di CHI porterà avanti questo progetto. Con tutti i punti interrogativi del caso, ritengo comunque che sarà marginale e non lo vedrei assolutamente motivo per far cambiare scuola a tuo figlio (poi perché, per portarlo in un’altra dove vengono fatte 10 ore invece che 12 a riguardo?).
    Mi auguro che le motivazioni alla base della scelta di una determinata scuola siano ben altre 🙂

  111. AnnA ha detto:

    Cristiano: qua l’autonomia didattica citata da Luigi (che nei fatti è invece limitatissima,o per motivi economici od organizzativi) non c’entra; del resto, finché non si vede un piano attuativo più concreto non potrei neanche parlare di trend (che presupporrebbe un’esperienza pregressa, questo progetto SEMBRA voler essere un po’ diverso, qua non sarebbe la “singola scuola che decide” molto, solo pochino). Posso immaginarmi che gli insegnanti non faranno salti di gioia, ci sarà poi il problema di CHI porterà avanti questo progetto. Con tutti i punti interrogativi del caso, ritengo comunque che sarà marginale e non lo vedrei assolutamente motivo per far cambiare scuola a tuo figlio (poi perché, per portarlo in un’altra dove vengono fatte 10 ore invece che 12 a riguardo?).

    Mi auguro che le motivazioni alla base della scelta di una determinata scuola siano ben altre 🙂

  112. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Cristiano

    Mia moglie insegna italiano e latino in un liceo, per cui io di queste cose ne sento parlare ogni anno. E’ da tre sabati che lei sparisce per andare a presentare la scuola in vari incontri pubblici in giro per la città. Anche perché fino a quando gli studenti si iscrivono, il posto di lavoro è tutelato, ma se improvvisamente scelgono un’altra scuola…

    E’ materialmente impossibile che una scuola cacci dentro nel POF 40 ore di corso obbligatorio di veneto. Primo perché perderebbe una marea di studenti, secondo perché c’è un programma da rispettare e già le ore attuali sono poche per terminarlo adeguatamente.

    Con le nuove regole per l’esame di stato, se tu – insegnante – non hai terminato il programma rischi che ti facciano a fette con ricorsi e controricorsi al TAR.

    Non solo: se cacci dentro un percorso extracurricolare in un programma scolastico curricolare e poi procedi ad una valutazione con voto, anche lì possono farti a fette.

    L.

  113. Julius Franzot ha detto:

    @ Luigi

    “un madrelingua friulano di Pordenone, che già sente parlare veneto tutti i giorni visto che in città si parla prevalentemente quella lingua”

    Secondo me, quella persona a cui ti riferisci perdera’ comunque la madrelingua nello spazio di una generazione (mio padre friulano a TS la perse in 10 anni, a forza di sentir parlare venetofono)

    Se io fossi quel pordenonese, preferirei veder tutelato il friulano, molto di piu’ a rischio.

  114. MARISA ha detto:

    JULIUS FRANZOT…..è inutile che ci sfiatiamo, tanto non ce la fanno proprio a voler capire che c’è una differenza fondamentale tra la “tutela linguistica” prevista dall’art. 6 della Costituzione italiana a favore delle minoranze linguistiche storiche, e la “valorizzazione culturale” prevista dall’art. 9 della Costituzione italiana per i dialetti della lingua italiana….

    E la valorizzaione culturale significa: musica, teatro, poesia, letteratura in dialetto e nulla altro.

    Chi ha preso la bidonata sono gli amici triestini della associazione teatrale, che hanno raccolto firme nella speranza di avere una legge grazie alla quale poi riuscire ad ottenere maggiori finanziamenti per la loro attività teatrale….e invece si troveranno a dividere una magra torta con gli esuli istriani residenti a Trieste, le associazionei dei bisiacchi, ecc.

    Era di gran lunga meglio se si accordavano con le associazioni teatrali (filodrammatiche) friulane per fare lobby nei confronti dell’assessorato alla cultura….

  115. enrico maria milic ha detto:

    non sono l’enrico del commento # 102

  116. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ AnnA
    E’ vero che l’autonomia didattica è più sulla carta che altro, però dipende anche da scuola a scuola.

    Il liceo che frequenta mio figlio si è sempre distinto per l’organizzazione di una miriade di attività complementari. Essendo una scuola che presenta una verticale completa (dalle elementari al liceo), nei primi due cicli propone un semiconvitto con pomeriggi organizzati. Tu paghi una quota, tuo figlio mangia a scuola e da lunedì al venerdì sta dentro al pomeriggio fino alle 16:00, facendo i compiti assegnati al mattino assieme ad un istitutore e partecipando ad una serie di attività sportive e non sportive (calcio, pallavolo, hockey su prato, voga veneta, scacchi, corsi di lingua, laboratori informatici eccetera eccetera).

    Al liceo il semiconvitto non c’è, ma le attività extracurricolari sono moltissime. Te ne racconto solo una: la scuola ha organizzato una serie di scambi culturali con la Cina e con l’Australia. Per qualche mese vengono a Venezia degli studenti cinesi e australiani che mangiano e dormono nel convitto, e tu nel nostro periodo estivo (tre o quattro mesi: lì le scuole sono aperte) mandi i figli in quei paesi, pagando unicamente le spese di viaggio e un modestissimo contributo per vitto e alloggio (50 Euro al mese). La cosa è possibile una volta sola nel ciclo quinquennale. Se tutto va bene, mio figlio sarà in una scuola australiana fra giugno e settembre del 2012.

    Luigi (veneziano)

  117. Cristiano ha detto:

    Luigi, hai detto tutto, non serve altro.

    A ragione di cio’, non ho particolari obiezioni all’articolo 7 della proposta di legge e lo vedo un qualcosa che puo’ creare valore.

    Rimane poi tutto il resto della proposta di legge, associazioni ecc… li il rischio Baracconata parastrassoldina e’ ancora immanente.

    Anna, le motivazioni per la scelta saranno decine piu’ o meno importanti, tra le quali anche quelle. Tra 10 e 12 ore non fa differenza, tra 2 e 40 si.

    Chiaro non c’e’ l’esperienza pregressa sui dialetti, ma i progetti didattici ci sono anche per decine di altre cose, per cui si puo’ riportare l’esperienza/trend su quelli e provare a farci un ragionamento.

  118. Julius Franzot ha detto:

    @Marisa

    “meglio se si accordavano con le associazioni teatrali (filodrammatiche) friulane”. Ovviamente e’ cosi’. ma questo dimostra il motivo per cui i politici di ogni colore hanno alimentato odio tra TS e UD (con i corollari vari): per impedire che sorgano lobby geograficamente trasversali. 4 gatti che combattono contro altri 4 gatti sono meglio di 8 gatti che fanno lobby contro la Kasta

  119. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Julius 117
    Certo, ma non facciamo finta di non sapere che quel friulanofono di Pordenone può tranquillamente già adesso fare l’intero ciclo scolastico (anche) in friulano.

    Quindi una tutela specifica e concreta per la sua lingua esiste già. Giustamente.

    Per tutelare ancora di più quel pordenonese friulanofono, si potrebbe vietare l’uso pubblico dei dialetti veneti in tutte le località mistilingui del Friuli.

    La tutela delle lingue di fronte alla petulante invasione dei dialettacci necessiterà pure di qualche misura radicale, cribbio!

    L.

  120. biagio ha detto:

    Sono molto interessanti, per quanto concerne il dialetto e la lingua, gli ultimi due minuti circa dell’intervista in calce

    http://www.youtube.com/watch?gl=US&v=ZO-mUiCaBaQ

  121. effebi ha detto:

    LAVORO

    come si dice in:

    -veneto
    -friuli
    -trieste
    -gorizia

  122. AnnA ha detto:

    Cristiano: no, perché i paletti in questo caso potrebbero/dovrebbero essere altri appunto. Uno scarto 2-40 è assolutamente impensabile (ma anche 10-40): queste cose si fanno in base al finanziamento ricevuto (per questo anche dicevo che l’autonomia scolastico qua non c’entra). Non è un progetto come gli altri in questo senso. Inoltre dubito fortemente che al momento delle iscrizioni (secoli prima…) una scuola ti dica quante saranno le ore programmate per quello. Come criterio di scelta, pure fra altre decine di criteri, lo scarterei proprio a piè pari.

  123. Cristiano ha detto:

    Anna

    tutta roba buona, grazie

  124. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ho appena letto con orrore e raccapriccio che nelle scuole pubbliche di Resia (UD) si svolgono a spese della Repubblica Italiana e della Regione Friuli-Venezia Giulia dei corsi di lingua, musica e cultura resiane.

    Nelle scuole pubbliche!

    A parte il fatto che la parola “lingua” applicata al resiano è contraria a tutto ciò che il buon Dio ha stabilito, è da notare la palese violazione della Costituzione Italiana, e mi sorprendo che il praticante avvocato che da Udine si batte contro la recente legge sulla tutela dei dialetti veneti si sia lasciato sfuggire questa incredibile enormità, accaduta all’interno della sua stessa provincia e quindi sotto il suo naso! Stessa cosa dicasi per Marisa, che adesso dovrà cavalcare sul suo bianco destriero alla conquista delle vallate ai confini orientali della sua Sacra Provincia, infestate da questi dialetti incomprensibili.

    Propongo quindi di attivarsi con estrema forza perché questo sconcio dell’insegnamento del resiano sia immediatamente abolito. In riparazione di tale torto, saranno tosto organizzati dei corsi obbligatori per tutta la popolazione di sloveno, italiano, friulano e tedesco: unici idiomi che possono esser giustamente – e sacralmente – considerati “lingue”.

    L.

  125. AnnA ha detto:

    Luigi: sì, ma questo progetto specifico in particolare non c’entra con l’autonomia didattica. E non dipende tanto da scuola a scuola nel senso “quelli sono più pigri, quelli hanno più voglia di fare”, è solo un becero discorso di soldi e risorse umane: è chiaro che un istituto (grande) con diversi insegnanti perdenti posto o diverse ore da sconvolgere non in cattedra ha ovviamente la possibilità di dare un’offerta extracurricolare più ampia.
    Gli scambi culturali (che per altro ho organizzato anch’io per anni, e spesso vedendo pochissimi soldi, se non direttamente niente, offrendo pranzi e cene, a volte anche il letto, ai colleghi ospitati) non fanno assolutamente parte delle attività extracurricolari in quel senso (ma fanno parte del POF), ossia non seguono dei corsi pomeridiani appositi.

  126. AnnA ha detto:

    da svolgere, non da “sconvolgere” 😉

  127. Luigi (veneziano) ha detto:

    “Offrendo pranzi, cene e a volte anche il letto ai colleghi ospitati”: esattamente quello ch’è accaduto anche in famiglia mia.

    Da un po’ d’anni per fortuna la scuola di mio figlio ha restaurato la vecchia casetta del custode, adibendola a dormitorio per gli scambi culturali, per cui adesso nessuno è più obbligato a prendersi in casa degli ospiti.

    Tornando a bomba: ci si attacca all’articolo 7 della legge in questione, come se sentir parlare i dialetti locali (giacché di dialetti locali si parla, presenti in queste zone!) in una scuola si trasformi ipso facto in una cosa del genere: mandrie di studenti friulani, sloveni e tedeschi obbligati a partecipare a corsi biblici di lingua e cultura veneta, con voto finale e snazionalizzazione assicurata…

    Poi le scuole non riusciranno ad organizzare nulla per vari motivi – non ultimi la carenza di fondi – e queste iniziative locali saranno il premio di poesia in dialetto organizzato dal comune, la mostra Tal dei Tali, la sovvenzione per qualche lettura pomeridiana di testi.

    E tutto ciò dovrebbe costituire chissà quale problema…

    L.

  128. Enrico ha detto:

    @ MARISA 113
    mi ferivo ad altre telefonate del tuo GRANDISSIMO Strassoldo…
    http://www.ideamultipla.it/forum/viewtopic.php?t=5667&sid=8ec51ed4086d7f3b739bdea56193b637

    P.S. non sono l’Enrico Maria Milic! 😉

  129. MARISA ha detto:

    Luigi – commento 123 – 128

    Forse è il caso tu ti informi meglio.
    A Pordenone non stanno facendo nulla di nulla nelle scuole a favore della lingua friulana…

    E la legge 482/99 (legge statale che da attuazione all’art. 6 della Costituzione), per quanto riguarda la scuola è ancora all’anno zero in molte realtà del Friuli occidentale…

    Per quanto riguarda la Val di Resia (tuo commento 128) è da anni che nelle scuole della valle si insegna a leggere e a scrivere in “resiano”. Sorprendente come continui a scrivere di argomenti che non conosci minimamente e sempre con il solito tono sarcastico e offensivo. Allora ti informo che, grazie a un importante linguista, da almeno 10 anni esiste la grafia normalizzata del resiano. Grafia ormai da tempo entrata in uso nella valle. E i finanziamenti per tutte le attività didattiche provengono dalla legge 482/99. A questo aggiungi che la Valle ha conosciuto da diversi anni, grazie alla sua particolarità linguistica (un idioma che appartiene al sistema linguistico sloveno) un grande interesse turistico culturale da parte di molti sloveni, incuriositi dalla scoprire che in questo angolo del Friuli (regione plurilingue!) si parla un idioma appartenente al sistema linguistico sloveno. E come puoi ben immaginare, tu che sai tutto di economia!, questo sviluppo turistico culturale significa molto per una valle dove vivono 2.000 anime in tutto.

    Già…..ma il signor <> non sa nulla di tutto questo e come al solito, fa solo gratuito sarcasmo…

  130. MARISA ha detto:

    ….ma il signor “so tutto mi”….

  131. Luigi (veneziano) ha detto:

    Secondo i dati dell’Ufficio Scolastico Regionale del Friuli-Venezia Giulia relativi all’anno 2008/2009 (gli ultimi che sono riuscito a trovare), in 18 scuole della provincia di Pordenone è attivo l’insegnamento nella lingua friulana.

    Per l’esattezza, su 3.192 nuovi iscritti in provincia, hanno scelto l’insegnamento anche in lingua friulana in 1.056.

    Prendo invece atto che per te il dialetto resiano quindi può essere tranquillamente insegnato nelle scuole pubbliche. A questo punto mi piacerebbe capire in base a quale triplo salto mortale con avvitamento logico/giuridico l’insegnamento dei dialetti veneti sarebbe incostituzionale, a differenza di quello resiano.

    Per cortesia, citami leggi statali e regionali, costituzione e sentenze della Corte Costituzionale per giustificare questa evidente disparità.

    La realtà è molto semplice: gli etno-fascismi regionali sono uguali agli etno-fascismi nazionali.

    Per fortuna i tuoi corregionali sono molto, ma molto, ma moooolto diversi da come tu li fai apparire qua dentro.

    L.

  132. Luigi (veneziano) ha detto:

    Precisazione: i dati scolastici sono riferiti unicamente alle scuole dell’infanzia e primaria.

    L.

  133. MARISA ha detto:

    Purtroppo….una cosa è il numero dei genitori che chiedono l’insegnamento della lingua friulana a scuola…..altro le scuole che rispettano la richiesta dei genitori.

    Il più delle volte le scuole o non fanno nulla con la una scusa qualsiasi (tanto c’è sempre l’autonomia scolastica a “parargli il culo” – scusate la volgarità, ma rende bene l’idea!) o fammi “progettini” del tubo!

  134. MARISA ha detto:

    E lsciamo perdere le assurdità che scrivi quando parifichi un dialetto veneto (che appartiene all’italiano) con il resiano che è un dialetto dello sloveno…..e come ben sai lo sloveno (anche quello parlato nella provincia di Udine) è una delle lingue riconosciute dalla L. 482/99….

  135. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Ricapitolando:

    Lingua italiana —> dialetti veneti. Per te l’insegnamento a scuola è anticostituzionale.

    Lingua slovena —> dialetto resiano. Per te l’insegnamento a scuola va benissimo.

    Ma tu ti rileggi ogni tanto?

    L.

  136. MARISA ha detto:

    Dialetto italiano = articolo 9 della Costituzione italiana = valorizzazione culturale

    Dialetto sloveno = articolo 6 della Costituzione italiana = tutela linguistica

    Capito ora ?

  137. abc ha detto:

    @ cristiano 77

    Forse ci siamo capiti male. In merito al tuo commento 61, io mi riferivo esclusivamente alla riga dodicesima, quella che comincia con “a spese del contribuente”. Converrai che se tutti scriviamo “eufemismi” come quello che tu hai scritto nella parte finale di questa riga, allora il dialogo si degrada, oltre tutto lo hai pure scritto in maiuscolo, che secondo un commento a questo articolo equivale a linguaggio da osteria.

    In sostanza volevo darti atto della tua coerenza, quando dici assieme al solo Richi, che queste attività scolastiche costano.

    Questo è il mio pensiero. Detto ciò voglio precisare che non ce l’ho assolutamente con te, oltretutto ho seguito con interesse i tuoi dialoghi di economia con Luigi.

    @ cristiano 112

    Scrivi: “Se alla presentazione del POF mi impongono 40 ore di CORSO di lingua friulana/venetofona obbligatoria, dico grazie, ma no grazie, vi escludo subito.”

    Se dici prima che non vuoi il corso di friulano, stai tranquillo che non lo avrai (come stabilisce la legge), ma se invece dici che non vuoi alcuna lezione di dialetto veneto, quella ti viene imposta in tutte le scuole della zona.
    Almeno così interpreto anche alla luce dei chiarimenti di Luigi e Anna. Mi si corregga se non è così.

  138. abc ha detto:

    @ diego 124

    Parole sacrosante quelle di Pahor.
    Interessanti anche le ultime tre righe dell’intervista di cui al presente link http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/01/17/NZ_11_SPEA4.html

  139. Richi ha detto:

    Io credo non abbia molto senso la polemica se Tedesco, Friulano e Sloveno sono lingue, vanno tutelate come tali.
    Dubito che si possano imporre a chi non le vuole.
    Meno senso ha mettere i dialetti e tentarne un’imposizione.
    A me da Triestino frega meno di zero di essere tutelato (il mio dialetto lo parlo di continuo, come il 90% ed oltre dei miei concittadini).
    Bisiacchi e gradesi se ne sono sempre sbattuti i maroni di tutelarsi.
    Tutelare l’istriano e il dalmata non ha senso perche’ non sono in regione.
    Il muggesano poi. Muggia ha 14.000 abitanti scarsi.

    Insisto: a me pare sempre di piu’ un modo per disperdere in mille rivoli ogni rischio vero di tutela linguistica, un buttarla in nulla, un incasinamento all’italiana che mira a portare pure quelli favorevoli al bilinguismo a dire “Beh, mi sembrava una bella cosa, ma a me pare che invece sia solo una roba mangiasoldi: la prossima volta col cazzo che voto a favore”. E intanto, enti, presidenze, associazioni e fondazioni, nascono come funghi, giusto per piazzarci i soliti raccomandati.
    Storia gia’ vista, si alimenteranno campanilismi scemi (“Perche’ i furlani si’ e noi no? Ma chi i pensa de esser? Adesso voio el mio dialeto anca mi!”) con effetto domino e ci guadagneranno solo i soliti noti.

  140. AnnA ha detto:

    @abc: veramente a me sembrava di aver detto altro, che un progetto di valorizzazione non è un corso di lingua…

  141. MARISA ha detto:

    Per la “valorizzazione culturale” a scuola non serve una legge! Fa parte dei compiti della scuola la “valorizzaione culturale”.

    Nessuno ha mai proibito, nè è giustamente possibile farlo, lo studio delle poesie di Biagio Marin o altri importanti poeti dialettali. Lo si è sempre fatto, basta avere un’insegnante che inserisca questi autori nel suo programma scolastico.

    Quello che invece con l’art. 7 si vuole imporre con questa legge, è la tutela linguistica a scuola dei dialetti della lingua italiana: non è più valorizzaione culturale.

    Ossia all’art. 1 della legge sui dialetti veneti si fa richiamo all’art. 9, messo lì come specchietto per le allodole, e poi negli articoli successivi ci si infila la tutela liguistica prevista dall’art. 6 della Costituzione italiana: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”

    E speriamo nessuno se accorga!

  142. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marisa 140

    Per cortesia, non fare il giochetto delle tre carte.

    Trovami dov’è scritto nella Costituzione italiana o nelle Leggi della Repubblica o ancora nelle Leggi Regionali che un dialetto (sia pure di ceppo sloveno, come il resiano) si può insegnare a scuola, mentre un altro dialetto (quello veneto) no.

    Sei stata così ampia di spiegazioni di tipo legale, adesso tira fuori fuori il dettato legislativo: voglio leggerlo nero su bianco.

    Luigi (veneziano)

  143. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marisa 145
    Tu vuoi quindi dire che i consiglieri regionali friulani hanno votato compattamente come un sol uomo una legge con la quale essi stessi vogliono “imporre la tutela linguistica a scuola dei dialetti di lingua italiana” a tutti i propri corregionali?

    Quindi tutte le barzellette sui friulani duri di comprendonio sono vere?

    L.

  144. Cristiano ha detto:

    @141

    non spendero’ una riga di piu’ su un moccolo in maiuscolo, il mio pensiero rimane quello di cui sopra.

    ci sono molte persone che hanno cose interessantissime da dire qui, personalmente
    per esempio sono stato colpito dallo scoprire grazie a te che il mon(on)umento di Parco della Rimembranza e’ stato distrutto dai Domobraci (si scrive cosi’?)

    come anche penso che nessuno ce l’abbia con nessuno, ma forse qualcuno ambisce a che tutti ce l’abbiano contro di lei

    l’importante credo sia che tutti quanti si sia piu’ coerenti (e questo vuol dire anche osare a non difendere in toto certi toni e posizioni “esagerati” rinunciando cosi’ alla critica) e meno esagitati, perche’ si perde tut-ti.

    A parte cio’ che di significativo hanno detto Luigi e Anna (che ti ha gia’ dato la stessa risposta che avrei dato io), la cosa piu’ azzeccata di questo dibattito l’ha detta Julius.

    4 gatti che combattono contro altri 4 gatti sono meglio di 8 gatti che fanno lobby contro la Kasta.

    Simple as that.

    W!

  145. effebi ha detto:

    ancora qua se ?!

  146. MARISA ha detto:

    Julius si riferiva alle compagnie teatrali…..

    Please!

  147. Cristiano ha detto:

    esagitati e squadrati

  148. viceversa ha detto:

    @ effebi
    eeeh… cos’te vol, qua no i magna no i bevi e forse nianche (qualchedun) no respira… mah!
    Mi go già dito: andè in qualche bona privada e/o osmiza dale nostre parti e pasa tuto… furlani-ucci-sloveni-goriziani-bisiachi-graisani-istriani-mujesani-dalmati-quarnerini-resiani-beneciani-maranesi (go dimenticado qualchedun???) e minoranze varie tute parlè come che volè/savè, perchè la lingua che gavè sentido per la prima volta dai vostri veci xè quela che sarà la vostra mare per tuta la vita… le altre podrà eser matrigne ma mai madri!
    Cordiali saluti a tutti

  149. MARISA ha detto:

    Peccato che pari consiglio non fu dato quando le prime pagine della stampa locale triestina erano strapiene di interventi deliranti contro la lingua friulana……

    Si vede che questi consigli valgono solo a favore del proprio dialetto…..

  150. maja ha detto:

    In linea di massima sono d’accordo con Richi (e Marisa), però da un punto di vista prettamente utilitaristico come mamma sarò anche contenta se alle scuole arriveranno un pochi de bori.

    Le mie figlie impareranno a cantare Gobbo sentite e magari gli insegnanti riusciranno a mettere da parte qualche soldino per acquistare tutte quelle cose superflue di cui alle volte, nelle scuole si ha bisogno, ma che spesso scarseggiano. Che ne so…tipo risme di carta per le fotocopiatrici o rotoli di carta igienica, per esempio.

  151. Julius Franzot ha detto:

    @Marisa

    Certo, in primis mi riferivo alle compagnie teatrali, ma aggiungo che a me non piace che i politici attizzino la gente a combattersi tra TS e il Friuli. Ovviamente si tratta di comunita’ storiche e linguistiche diverse, ma non ti sembra che un tale litigio:

    1. Sia soprattutto finalizzato a lla distruzione reciproca ed all’ impedimento di fare causa comune contro… beh, io e te (e non solo) sappiamo chi?

    2. Serva a produrre dipendenze dell’ una e dell’ altra parte verso personaggi politici, da Strassoldo ai Camber, che non rifulgono tanto di luce propria e per questo cercano clientele?

    Se fosse per me, io metterei da parte tutte queste animosita’ (io non ho nulla contro i triestini – pur non appartenendoci – e nemmeno contro i friulani – appartenendoci a meta’ – e neppure contro gli altri gruppi in Regione).
    Ma mi fa schifo chi fomenta odio tra genti che tra di loro sono sicuramente piu’ simili di altre (usti, come mi ritrovo diplomatico! ;-))

  152. ciccio beppe ha detto:

    viceversa hai dimenticato gli udinesi (che parlano l’udinese che è un dialetto veneto. Capito? Nella capitale del Friuli non si parla friulano), i palmarini (che parlano il palmarino, altro dialetto veneto peraltro non riconosciuto dalla legge regionale. Vergogna consiglieri regionali!) e sicuramente qualcun’altro. C’è sempre qualcuno escluso.

  153. abc ha detto:

    @ AnnA

    Grazie per la risposta.

    Nel commento 144 scrivi:”@abc: veramente a me sembrava di aver detto altro, che un progetto di valorizzazione non è un corso di lingua…”
    Nel commento 92 alla riga 6 citi “corso di friulano” e nelle righe successive, in merito ai dialetti veneti, parli di “progetto” e “magari…cenni basilari di lingua.”
    Io nel commento 141 parlo di “corso di friulano” e di “lezione di dialetto veneto”, intendendo che i cenni basilari del dialetto veneto vengano impartiti tramite “lezione”, nel significato di “insegnamento dato dalla cattedra”.
    In ogni caso grazie delle risposte che hai dato a Cristiano e quindi a tutti noi.

  154. abc ha detto:

    @ Cristiano 148

    Condivido pure io la battuta di Julius sui 4 gatti.
    Domobranci si legge Domobranzi (come Gorica si legge Goriza). Se vuoi saperne di più
    http://it.wikipedia.org/wiki/Domobranci.
    ciao

  155. ivan crico ha detto:

    Vorrei aggiungere un’unica cosa. Quando in Friuli si parla della valorizzazione degli altri idiomi presenti in regione solo come manovra atta a sminuire l’importanza della lingua friulana, bisognerebbe andare a rileggersi questo passo, segnalatomi da un’amica della Sardegna: ” Né il tabarchino né i dialetti liguri in genere sono riconosciuti dallo stato italiano come lingue, né quindi i relativi parlanti come minoranza linguistica; tuttavia l’art. 2 comma 4 della L.R. dell’11 settembre 1997 della Regione Autonoma della Sardegna sulla Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna riconosce al tabarchino (ed altri dialetti della Sardegna) la stessa valenza culturale delle lingue minoritarie diffuse sull’isola, con queste parole:
    « La medesima valenza attribuita alla cultura ed alla lingua sarda è riconosciuta con riferimento al territorio interessato, alla cultura ed alla lingua catalana di Alghero, al tabarchino delle isole del Sulcis, al dialetto sassarese e a quello gallurese ».

  156. ivan crico ha detto:

    Un’ultima aggiunta: ma perché, quando si parla di questioni culturali, la gran parte dei commentatori non si firma con nome e cognome? Discutere con degli pseudonimi non mi sembra il massimo né rispettoso nei confronti degli altri interlocutori. A meno che non si abbia qualcosa da nascondere.

  157. AnnA ha detto:

    @abc:
    Cerco di essere ancora più precisa, se ho capito cosa non hai capito 😉 (con lezione, insegnamento dato dalla cattedra non capisco bene cosa intendi: le modalità qua mi sembrano secondarie).
    Con corso di lingua intendo proprio un corso finalizzato all’apprendimento di una lingua (“insegno come si parla, si scrive in quella lingua, come viene usata in modo che gli allievi poi sappiano farlo”, le varie abilità e competenze linguistiche, etc.).
    Con “cenni basilari di lingua” (all’interno di un progetto finalizzato principalmente alla valorizzazione di una parlata) intendo invece che magari posso dare qualche indicazione dal punto di vista linguistico, teorico se vuoi, solo a titolo esemplificativo (ad es. come si dice “come stai”, magari confrontato con altre parlate, far notare delle tendenze caratteristiche: desinenze, finali, suoni specifici, costruzioni), ma non teso ad un vero apprendimento (=affinché sia usata), piuttosto a far notare appunto alcune caratteristiche (quello che si chiama la “riflessione sulla lingua”).
    Spero di essermi spiegata meglio 🙂

  158. MARISA ha detto:

    @ JULIUS FRANZOT

    Commento 155

    Completamente d’accordo con te. Certo che ci dovrebbe essere più dialogo tra friulani e triestini. Ed è altrettanto vero che, secondo me, personaggi politici come Piero Camber non aiutano in questa direzione.

    Eppure mi risulta sia stato proprio Piero Camber il relatore di maggioranza, in Consiglio regionale, di questa legge sulla tutela dei dialetti venetofoni…..

    @ TUTTI

    In Friuli nessuno, proprio nessuno, mi risulta contestare il diritto costituzionale alla valorizzaione dei dialetti venetofoni.

    Quello che invece viene denunciato è l’uso strumentale e politico che pare essere stato fatto di questo diritto. Assieme ad alcune contestazioni di carattere giuridico-costituzionale.

    Questi sono i due punti che dovrebbero essere discussi. Non altri. Il diritto alla valorizzaione culturale (art. 9 della Costituzione richiamato all’art. 1 della legge sui dialetti venetofoni) non è minimamente in discussione.

    Spostare la discussione su altri piani, è malafede intellettuale.

  159. abc ha detto:

    @ Anna

    Cerchiamo di capire se non ho capito quello che hai capito o se ho capito quello che non hai capito 😉

    Per quanto riguarda il friulano prima tu e poi io abbiamo parlato di “corso”.

    Per quanto riguarda i dialetti veneti tu hai parlato di “cenni basilari” io di “lezione”. Sono andato al sito http://www.etimo.it/?pag=hom per capire se avessi usato correttamente la definizione di “lezione”. Ho trovato scritto “insegnamento dato dalla cattedra.” (ecco spiegato l’arcano). Concorderai pure tu che i cenni basilari si forniscono nelle lezioni.

    Penso che siamo ambedue sempre stati d’accordo nel constatare che un progetto di valorizzazione nopn è un corso di lingue.

    Grazie per l’ulteriore spiegazione e per la pazienza 🙂

  160. ivan crico ha detto:

    Parlare di malafede quando si continua ad ignorare sistematicamente la marea di insulti che sulla stampa e sui blog sono stati pubblicati negli ultimi tre anni contro i vari idiomi veneti ( “scarts”) presenti in regione, mi sembra un po’ eccessivo. Sul “Messaggero” addirittura, firmandosi, un consigliere comunale scrisse una lettera definendo il veneto goriziano una parlata di serie B che non doveva essere tutelata in alcun modo a differenza del friulano che, ci teneva a sottolinearlo, “è una lingua”. Io sinceramente tutti questi commenti positivi ad una legge sulle parlate venete non li ho mai letti da nessuna parte. Ho sentito negli anni solo parlar bene, da parte di alcuni illuminati, del gradese, del maranese e del bisiaco, in quanto parlate antiche, ma non credo che la tutela del triestino in Friuli raccolga grandi consensi. Il passo che ho riportato sulla situazione in Sardegna era solo per ricordare che qui da noi continua ad esserci uno scontro frontale tra mondo triestino e friulano- legato ad interessi politici ed economici più che culturali – e da questo scontro nascono, in realtà, tutti gli attriti. I friulani ci tengono a sentirsi custodi di una lingua antica e nobile ed i triestini rispondono dicendo che anche la loro dev’essere tutelata. Ripicche più che vere e proprie rivendicazioni culturali. D’altra parte a Trieste non esisteva nemmeno, fino a pochi anni fa, alcuna associazione nata con lo scopo specifico di salvaguardare questa parlata, a differenza della Bisiacaria e di Grado dove queste realtà esistono da decenni. Quando, come accade in Sardegna, tutti i friulani saranno concordi nel dire che il triestino ha la stessa dignità e valore della lingua friulana (e viceversa) tutti questi problemi di fatto spariranno. Ma siamo pronti per sentirci tutti uguali nella diversità?

  161. MARISA ha detto:

    @ IVAN CRICO

    I grandi nemici delle minoranze linguistiche storiche, quelli che dicono “siamo in Italia e in Italia si parla italiano” da sempre stanno usando i tuoi argomenti per negare la tutela alle lingue diverse dall’italiano e i diritti delle comunità che le parlano.

    Mettiamo tutti in un “calderone” e così non tuteliamo più nessuno: nè le 12 lingue minoritarie, nè i dialetti della lingua italiana. Questo lo scopo di chi ha voluto in regione la legge sui dialetti veneti: legge che non è altro che una brutta copia della legge statale 482/99.

    Nessuno ha mai negato il diritto alla valorizzaione dei dialetti venetofoni, ma questa è un legge pasticciata, fatta male, scopiazzando la legge di tutela delle minoranze linguistiche storiche: la legge 482/99.

    Commenta la legge e i suoi articoli, perchè solo questo è in discussione.

    Non continuare a cercare di portare avanti la tua battaglia per il bisiaco, continuando ad attaccando la tutela del friulano. Cosa che fai anche nel commento 164.

    Se vuoi valorizzare il bisiacco fallo lavorando sul territorio nel monfalconese, che poi è quello che stiamo faticosamente facendo in Friuli. E se posso darti un consiglio, non continuare a fidarti dei tuoi amici “italianissimi” che ti hanno promesso meraviglie con questa legge.

    I tuoi amici italialissimi è da due anni che bloccano l’applicazione della L.regionale 29/2007 (lingua friulana): mancano i regolamenti e senza regolamenti la legge è bloccata, è come non ci fosse. E sai chi deve fare i regolamenti? Informati e avrai una grande sorpresa.

    Il tuo grande cavallo di battaglia mi risulta sia: “anche noi bisiachi siamo minoranza linguistica”. E vuoi una legge che lo certifichi. Spiacente ma non è così: non siete minoranza linguistica ai sensi dell’art. 6 della Costituzione italiana. Ma il bisiaco sicuramente è una grande valore culturale che va valorizzato.

    Nessun disprezzo per i dialetti che è giusto siano valorizzati, ma in una situazione in cui la L. 482/99 è totalmente o quasi priva di finanziamenti, in cui si negano i diritti linguistici delle 12 minoranze linguistiche storiche……tu pensi “davvero” che vogliano tutelare i dialetti dell’italiano? O piuttosto è un “fingiamo di tutelare tutti così non tuteliamo nessuno e mandiamo in vacca anche quel poco di tutela che c’è a favore delle minoranze lingustiche storiche”?

    Questo ha scritto RICHI e questa è la realtà, ti piaccia o no.

    Poi…..continua pure nella tua battaglia di voler per il dialetto bisiaco il riconoscimento di “minoranza linguistica storica”. Ma evita per cortesia di attaccare ancora la tutela della lingua friulana.

  162. MARISA ha detto:

    E per quanto riguarda la Sardegna, la legge di tutela della lingua sarda di cui fa riferimento Ivan Crico, solo in un punto e “fuori lista” cita tre dialetti della lingua italiana parlati in Sardegna. Ma poi, in tutta la legge si usa sempre il singolare e mai il plurale, e la tutela è riservata esclusivamente alla lingua sarda: lingua riconosciuta dalla legge 482/99 ai sensi dell’art. 6 della Costituzione italiana.

    Questo giusto per chiarire come stanno le cose.

  163. Luigi (veneziano) ha detto:

    Cito testualmente Marisa:

    “Mettiamo tutti in un “calderone” e così non tuteliamo più nessuno: nè le 12 lingue minoritarie, nè i dialetti della lingua italiana. Questo lo scopo di chi ha voluto in regione la legge sui dialetti veneti”

    “questa è un legge pasticciata, fatta male, scopiazzando la legge di tutela delle minoranze linguistiche storiche”

    Ripeto per la quarta volta: circa i due terzi dei consiglieri regionali del FVG sono friulani. Questa legge è stata votata all’unanimità.

    Di conseguenza, secondo quanto afferma Marisa gli stessi friulani perseguono lo scopo di mettere tutti in un calderone per non tutelare più nessuno. Allo stesso modo, sono stati proprio loro ad accettare e votare in blocco una legge pasticciata e fatta male.

    C’è un’altra chiave di lettura: i due terzi friulani sono stati gabbati dal terzo non friulano, e quindi il loro voto è stato estorto.

    Un’ultima chiave di lettura è invece la seguente: la legge tutela i dialetti veneti, non costituisce nessun pericolo di nessuna natura per il friulano e di conseguenza è stata votata da tutti quanti. Chi si scaglia contro questa legge è una piccolissima minoranza di friulani – nemmeno rappresentati in consiglio regionale – che dietro tutte le belle parole nascondono un vero e proprio livore verso ciò che considerano “italiano”, compresi i dialetti veneti, che in questo caso sono considerati cavalli di Troia che un consiglio regionale imbelle utilizza contro una certa idea di Friuli. Marisa fa quindi parte di tale piccolissima minoranza.

    Faccio notare che ieri sono stato a Udine. Ho parlato con una ventina di persone e meno della metà conosceva questa legge. Nessuno s’è minimamente scomposto, sia di quelli che la conoscevano, sia di quelli che non la conoscevano. Idem con patate a Pordenone (ci devo tornare questo pomeriggio), la cui provincia – soprattutto nei centri principali della sua parte occidentale – è praticamente indistinguibile rispetto a Conegliano (TV) e dintorni, come parlata udibile nei luoghi pubblici.

    Luigi (veneziano)

  164. MARISA ha detto:

    @ Luigi

    Non gli stessi friulani, ma una classe politica regionale (friulana o triestina non fa differenza) che non sa neppure dove sta di casa la L. 482/99, e neppure la Costituzione italiana, e ancor meno ha alba di cosa sia la “politica di tutela linguistica di una minoranza linguistica”.

    In compenso….è molto attivo in regione il nazionalismo italiano che approfitta di questa ignoranza.

    Ma pari ignoranza i nostri cari consiglieri regionali manifestano anche in molti altri settori….

    Non a caso Roma ci rimanda indietro leggi regionali a raffica….

  165. ivan crico ha detto:

    Non credo sia possibile dichiarare né il bisiaco, né il gradese né il maranese “minoranze linguistiche storiche”. Sono piuttosto da considerarsi come “varietà della lingua veneta” come può essere il friulano agordino o sonziaco nei confronti della lingua friulana ufficializzata (costruita a tavolino come hanno fatto con la lingua veneta, si badi, e per tutte le lingue nazionali, italiano compreso…). A me interessava soltanto un riconoscimento ufficiale, da parte della nostra regione, del valore culturale di queste parlate. Poi, se devo essere sincero, sono sempre più convinto che stiamo già precipitando in un baratro da tempo e per questi nostri linguaggi, ormai, non c’è alcun futuro. Siamo, tutti, dentro un processo di declino inarrestabile. Si potrà rimandare, forse, di qualche decennio la loro scomparsa. In ogni caso ciò che importa è ciò che dice un uomo. I mezzi per farlo sono tanti e nessuno in sé insostituibile.

  166. Richi ha detto:

    @ Ivan

    “Poi, se devo essere sincero, sono sempre più convinto che stiamo già precipitando in un baratro da tempo e per questi nostri linguaggi, ormai, non c’è alcun futuro. Siamo, tutti, dentro un processo di declino inarrestabile. Si potrà rimandare, forse, di qualche decennio la loro scomparsa”

    La penso anch’io cosi’ anche se ho idee diverse dalle tue. Magari con lievi accenti diversi, ma mi sa che se la tv di stato continua a proporci quello che ci propone, alla faccia dell’italiano di Dante, le nuove generazioni parleranno tutte un italiano romanesco-napoletano.
    Che si sente in tv a tutte le ore e in ogni programma, in modo piuttosto ostentato. Pero’ sai, quello fa calore umano e simpatia: una cadenza del Triveneto invece viene valutata roba da leghisti picchiaimmigrati tutti grappa e trattore.
    Volemose bbbene e imparamo tutti l’idaliano curretto, guaglio’.

    @ Luigi

    Scusa, ma tu vai a Udine la sera e parli di leggi di tutela linguistica con tutti quelli che becchi? A meno che non ti occupi di questo e la sera hai l’energia e lo spirito per fermare i passanti e interrogarli spietatamente su leggi di tutela mentre questi si allontanano minacciandoti di chiamare le autorita’, e’ ovvio che l’uomo del baretto ti rispondera’ “Ah non c’ho mica idea, ero qua giusto per farmi un bicchierino”.

  167. abc ha detto:

    @ Ivan Crico

    Pure il friulano sonziaco contiene diverse varianti alcune delle quali più vicine al friulano “non sonziaco”.

    Ma approffitto dell’occasione per farti una domanda (so che scrivi in tergestino, antico linguaggio di trieste se non erro di ceppo ladino ora scomparso): come fai a scrivere in tale idioma? da dove hai preso i vocaboli e i modi di dire?
    Grazie

  168. abc ha detto:

    @ Luigi 78

    Concordo sulla tutela del graesano che come ben sai è più vicino al chioggioto che al bisiacco. Del resto a Grado, non ci sono altri idiomi da tutelare.

    Mi preoccupo invece di quanto potrà succedere nei comuni di Udine e Gorizia laddove tutti ripeto tutti) dovrebbero sorbirsi “cenni basilari” dei soli dialetti veneti, mentre non è invece previsto lo stesso trattamento per il friulano (né variante locale né lingua) e per lo sloveno a Gorizia.

    Staremo a vedere come finirà.

    Ammiro il tuo lapsus freudiano laddove scrivi: “E’ veramente fantastico notare come chi qui dentro si batte – e giustamente! – per la tutela delle lingue minoritarie metta in testa il cimiero e prenda la lancia per cavalcare a tutta forza …”

    Ti faccio una domanda: ritieni giusto che a Udine e Gorizia non si tuteli allo stesso modo il friulano?

    Nella parte finale del tuo commento poi effettivamente ti metti in testa il cimiero, per farci credere che il veneto avrebbe potuto sostituire il toscano come lingua italiana a partire dal 1509. Ma prima di allora come ben sai la Toscana aveva dato un notevole contributo alla letteratura italiana, quando la signoria di Firenze (che non comprendeva ancora Siena, Grosseto, Lucca e Massa-Carrara) era uno stato notevolmente più piccolo della Repubblica di Venezia.

    Allora potrei dire che, se la ragazza infastidita dalle avances di Dante, non avesse bloccato le sue pretese con un famigerato “ce fastu”, allora forse adesso il friulano sarebbe la lingua ufficiale italiana 🙂

  169. ivan crico ha detto:

    @ Richi

    Da quando avevo diciott’anni (adesso ne ho 41) mi sono sempre battuto per la valorizzazione e la conservazione di questi linguaggi. Quand’ero piccolo nel mio paese, a Pieris, il cento per cento della popolazione conosceva e sapeva parlare in bisiaco. Non scherzo. In asilo tutte le maestre parlavano solo in bisiaco, altrimenti noi bambini facevamo molta fatica a comprenderle. Anche perché si parlava un bisiaco antico, pieno di termini ed espressioni particolari. Ho appreso la lingua italiana alle elementari e, comunque, in casa con i miei non parliamo mai in lingua. Purtroppo vedo che ormai quasi la totalità dei miei coetanei ha deciso di parlare ai figli in italiano, cosa che succede anche qui a Tapogliano, un paese vicino a Palmanova dove mi sono trasferito per lavoro un paio d’anni fa. Quando esco di casa ed incontro dei gruppetti di adolescenti non li sento mai parlare in friulano, a differenza dei loro genitori o nonni, ma solo in italiano. Probabilmente alcuni di loro lo sanno anche parlare ma, evidentemente, adesso si tende a parlare in lingua quando ci si trova con più persone. Al di là delle giuste politiche di valorizzazione del friulano come del bisiaco, del gradese o del triestino, credo che ormai la catena si sia spezzata. Cioè, la maggior parte delle persone appartenenti alle nuove generazioni, a differenza di noi, non vede più in questi linguaggi il segno distintivo della propria identità culturale. Non voglio fare il disfattista ma è un dato di fatto che quel mondo in cui sono cresciuto e sono cresciuti tanti friulani della mia età ormai non esiste più. Le nostre non sono più le lingue distintive e più diffuse di queste comunità ma stanno diventando, sempre di più, i linguaggi di una minoranza. Probabilmente si incontreranno persone capaci di parlare il bisiaco o il friulano ancora tra trecento anni, non dico di no, ma mi sembra che la lingua italiana o, meglio, un misto di italiano-inglese che farebbe rabbrividire gli accademici della Crusca, si diffonderà nei prossimi anni sempre più velocemente e capillarmente minando dall’interno tutti i nostri antichi linguaggi storici. Peccato! Comunque ancora molto si può fare e lo faremo, nonostante tutto.

    @acb

    Mi sono basato per scrivere le mie poesie sui testi del Mainati, in cui sono stati riportati interi dialoghi in tergestino, e sul vocabolario della parlata tergestina del Doria. Ovviamente si tratta di ricostruzioni ed ho anche scritto una nota segnalando la presenza di possibili errori. Comunque prima di pubblicare ho fatto leggere i testi a due ottimi studiosi della lingua friulana. Il libro, se ti interessa, è stato edito dall’Istituto Giuliano di Cultura Storia e Documentazione di Trieste con prefazione del critico friulano Gianfranco Scialino e postfazione del grande studioso della lingua slovena Pavle Merkù. Ne trovi un’anticipazione anche sul blog “La dimora del tempo sospeso” cercando il mio nome tra gli autori. Comunque non scrivo più in tergestino da più di dieci anni. Scrivo solo se sento la necessità di farlo e, per ora, mi sembra di aver detto tutto quello che sentivo di dire in questa bellissima lingua.

  170. MARISA ha detto:

    La lingua friulana comune non è stata costruita a tavolino, come scrive Ivan Crico.

    Per la lingua friulana esiste una coinè letteraria dal 1600. E nel tempo molti sono stati i tentativi di creare una grafia unificata.

    Purtroppo si confonde troppo spesso la grafia unificata (che ovviamente non è altro che un codice convenzionale), con il “friulano comune” che trae origine dalla coinè letteraria. Esattamente come è successo per tutte le lingue ufficiali.

    Il percorso è sempre lo stesso per tutte le lingue. Prima nascono le varianti; poi una di queste diventa la coinè letteraria e viene utilizzata da tutti come lingua comune. Poi c’è il problema della grafia della lingua. E in qualsiasi lingua si arriva alla grafia comune per passi successivi, con successivi aggiustamenti. Di solito con litigi incredibili. Questo è successo per la lingua italiana….e anche per la lingua friulana.
    Ad inizio secolo nei libri di scuola italiani si scriveve: ” o’ un libro”, oggi si scrive “ho un libro”. E ovviamente c’è stato qualcuno che ha deciso a tavolino questa modifica.

    La lingua friulana è una lingua come tutte le altre. E il percorso che ha compiuto per arrivare alla grafia comune e alla lingua comune è esattamente lo stesso.

  171. ivan crico ha detto:

    Mi scuso con Marisa ma volevo dire le stesse cose che ha detto lei, in forma sicuramente troppo sbrigativa. Intendevo dire che la formazione di una lingua nella sua forma diciamo più “ufficiale” non nasce mai in modo del tutto spontaneo dal popolo ma dalla volontà di intellettuali intelligenti di fornire, a chi voglia impiegare quel linguaggio, spesso frantumato in mille diversi varianti ma con caratteri comuni di fondo, un linguaggio con norme precise ed una precisa grafìa adatta per essere impiegata da tutti i membri di quella comunità. Non c’è niente di male, anzi, la sopravvivenza di molti linguaggi sulla terra deriva proprio da tali scelte.

  172. Cristiano ha detto:

    “Mi preoccupo invece di quanto potrà succedere nei comuni di Udine e Gorizia laddove tutti ripeto tutti) dovrebbero sorbirsi “cenni basilari” dei soli dialetti veneti, mentre non è invece previsto lo stesso trattamento per il friulano (né variante locale né lingua) e per lo sloveno a Gorizia.”

    Ci si ostina a voler far credere che d’ora in poi ogni singolo studente della regione dovra’ farsi i cenni di dialetti veneti.

    Ho fatto un mucchio di domande in proposito proprio per chiarire definitivamente, tutto fiato sprecato.

    Prendo comunque la parte buona del commento.

    Effettivamente nella proposta di legge potrebbero infilare dentro anche il friulano e lo sloveno (e per Dio il tedescoooo!!! rivoglio il tedesco a Goriziaaaaa!!!!),

    poi e’ ogni scuola che decide che progetti didattici mettere in pratica (se trova voglia, tempo, ma soprattutto motivazione)

    Per me sarebbe una buona idea, ogni scuola sarebbe libera di far rivivere culture e valori che paiono piu’ appropriati alla situazione, attraverso progetti didattici, se lo vuole.

    (sottolineo che, to my understanding, una scuola e’ libera anche di fare un beneamato caz…ehm…nulla in proposito).

    Non ci vedrei niente di male, almeno per l’articolo 7. Tutto il resto della proposta di legge, ripeto, ho paura di come i soldi andranno dilaniati, per qualsiasi dialetto/lingua.

    Se qualche farabut..ehm…consigliere regionale sta leggendo prenda in considerazione.

  173. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Cristiano
    Non preoccuparti e scommetti con me: non succederà nulla che già adesso non stia accadendo, e i soldi destinati a questa attività di tutela dei dialetti veneti sarà una pipa di tabacco.

    Tutta ‘sta discussione ai miei occhi è stata semplicemente surreale.

    L.

  174. MARISA ha detto:

    @ IVAN CRICO

    Intanto un attestato di grande stima da parte mia. E’ un grande poeta è mi fa molto piacere che ciò gli venga riconosciuto pubblicamente. Riconoscimenti tutti meritati.

    Per quanto riguarda il futuro delle lingue minorizzate e dei dialetti (anche questi sono un fondamentale patrimonio da conservare), il problema è esclusivamente politico.

    In Galles, la lingua gallese è parlata da un numero di persone di entità pari ai furlanofoni. E in Galles negli ultimi 10 anni, tra le nuove generazioni, c’è stato un forte recupero nell’uso del gallese. Ma in Galles la politica linguistica di tutela della lingua gallese, è una cosa seria e i finanziamenti sono molto elevati.

    Da noi in regione abbiamo invece a che fare con politici che stanno combinando solo guai in tutti i settori della vita pubblica……figurati se hanno alba di cos’è una seria politica linguistica……

  175. ivan crico ha detto:

    Ha ragione Marisa, parlando del Gallese. In realtà è un discorso applicabile a molti altri aspetti della nostra vita. In Italia, ad esempio, i poeti non se li fila più nessuno. E non è che non vi siano, anche al giorno d’oggi, ottimi poeti in circolazione. Ma mentre negli USA Obama o Clinton quando si insediano lo fanno accompagnati da un poeta che legge i suoi versi alla nazione, qui da noi i poeti vengono costantemente ignorati dalla nostra classe politica. Ricordiamo tutti, credo, il grandissimo poeta Mario Luzi, senatore a vita, trattato da vecchio arteriosclerotico ogniqualvolta si pronunciava su temi importanti. Anche se aveva letto più libri lui di tutti i parlamentari degli ultimi vent’anni. Ecco, se le istituzioni non danno il buon esempio, la grande massa tende a vedere come non necessario ciò di cui il politico non si occupa. Se le istituzioni dicono che la conservazione della lingua friulana è cosa giusta e necessaria, la società ne prenderà atto e, anche nelle famiglie, probabilmente si assisterà ad una maggiore attenzione nel conservare e tramandare alla future generazioni il linguaggio dei propri avi.

  176. abc ha detto:

    @ Cristiano

    Guarda con che titolo il Piccolo di ieri deforma la realtà. http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2010/02/12/GO_17_TEST.html

  177. abc ha detto:

    @ ivan crico

    grazie della risposta.

  178. Cristiano ha detto:

    Ma secondo te qual e’ il motivo che Il Piccolo e Il Messaggero Veneto non li compro e non li leggo da 5 anni ormai?

    (a parte oviamente quando il Robi Coco il me incastra a posar per i suoi mega-servizi fotografici, lì devo corer a veder che gran bel tocòn de mulo son vignu’ 😉 )

    E se l’andazzo delle discussioni continuera’ ad essere questo, che i commentatori si ostinano a ripetere inpenitamente cose non vere, anche Bora.la svola via.

    Con un click.

  179. Cristiano ha detto:

    Ciao Ivan,

    adesso non ho in mano le cifre per confrontare gli stanziamenti per il Welsh e per il friulano,

    pero’ se c’e’ una differenza (anche grande), qualche ragione la potrei immaginare.

    Il Welsh e’ insieme al British una delle 2 lingue ufficiali dell’intero UK, mentre il Friulano e’ una delle 12 lingue minoritarie della Repubblica Italiana (o una delle 4 ufficiali del FVG anche se non ho idea se questa formula e’ usata nella legge)

    e i soldi servono per insegnarlo in tutto il UK (60.000.000), non solo in Wales.

    Un altro fatto e’ che i 500.000 friulanofoni sono meta’ del friuli cosiddetto storico, mentre la stessa cifra di Welsh-speakers sono un sesto del Galles (3.000.000).

    Aggiungo che il Galles e’ una zona depressissima (a parte Cardiff e forse il nord dove lavoro e praticamente vivo),

    probabilmente la piu’ depressa dell’intero UK, basta che compari i redditi medi delle contee di qui con il resto, soprattutto il Southern England,

    ma anche i prezzi delle case, l’unenmployment rate, il disagio sociale, il tasso di suicidi,ecc …

    Qui non c’e’ stata la tragedia del terremoto (e non ci sara’, Wales e Midlands formano un antichissimo Cratone) e non c’e’ stata la successiva eroica ed esemplare ricostruzione e lo slancio economico-sociale derivante

    qui c’e’ stata la chiusura delle miniere e in cambio credo il nulla.

    Tutto questo la rende bisognosa di aiuto, e anche per questo si stanziano tanti soldi,

    magari ci sei stato e lo conosci anche meglio di me, ma se dovessi paragonarlo a qualcosa li’ in Italia, non direi al Friuli, piuttosto forse (sparo) alla Carnia… ma neanche quella, almeno li’ c’e’ l’autostrada per andare su in Austria.

    Poi ci sono una serie di considerazioni del tutto personali, da condividere o meno.

    A occhio, il Welsh come lingua credo abbia un valore linguistico e culturale molto ma molto ma molto elevato,

    in tutto cuore e col tutto il rispetto, non so se il friulano gli possa essere pari in questo (ma ogni lingua ha la sua dignita’, per carita’)

    Non pretendo di dire cose a te nuove, ma e’ una lingua che ha pressocche’ nulla a che spartire con quella dominante, l’inglese, a differenza del friulano con l’Italiano.

    ed e’ osticissimo da digerire per i muli de qui; quando lo sento sembra arabo (seriamente, suona simile)

    Poi credo sia aiutato anche da una questione di mentalita’ della gente in UK, per curiosita’ ho cercato nei blog sul Welsh, ho trovato questa discussione:

    http://waleshome.org/2010/01/the-welsh-language-is-under-more-threat-than-ever/

    e’ solo un campioncino, non vuole tendere a essere verita’ assoluta,

    pero’ e’ significativo,

    e’ simpatico vedere che alcune argomentazioni sono pari pari alle nostre qui a Bora.la,

    ma in linea di massima c’e’ molta piu’ distensione e reciproco “acknowledgment”, manipolazioni, malafede, disprezzo, competizione esagitata tra i commentatori: zero, questo facilita l’unita’ e quindi i risultati secondo me.

    Se dovessi “esportare” qualcosa da qui, dal Nord Galles, dall’UK, in primis e’ questa mentalita’, i soldi vengono dopo, da soli, perche’ li si chiede u-ni-ti.

    Io non so da quando hai seguito i commenti in Bora.la,
    ma io, se dovessi considerare solo le discussioni che abbiamo fatto sull’argomento da tre mesi a sta parte e alcuni commenti di alcune persone,

    Potrei dire che lo stesso spirito e’ completamente assente in FVG, e personalmente vedo questo soprattutto da, credo, una piccolissima ala estrema della minoranza (500.000!) friulanofona.

    E anche quando provo a fare passi avanti sento scarsissimo acknowledgment,

    ma soprattutto tanto livore, malafede e squadratezza quando non anche facile vittimismo a bassissimo costo,

    con dietro soprattutto tanto opportunismo, e lo vedo tutto da una direzione (intendo sempre qui, nei commenti fatti da uno forse due supporters su Bora.la, fuori e’ diverso per fortuna).

    E’ anche per questo, tra le tante cose, che dopo 3 anni e mezzo in Galles/UK la nostalgia del FVG/Italy non mi si e’ ancora fatta sentire in maniera troppo pesante.

    Il frico viene buono anche col Cheddars.

    P.S. ti chiedo preventivamente perdono se tutto ‘sto pacco arriva da un “italianissimo”, te lo faranno presente cmq.

  180. Luigi ha detto:

    @ Cristiano
    Io dal Galles esporterei lo spirito rugbistico. Sono stato due volte al Millennium Stadium a vedere il Cymru batterci sonoramente.

    Non hanno più praticanti di noi, ma una capacità di giocare la palla in movimento che non trovo in nessun’altra squadra del Sei Nazioni.

    L.

  181. Cristiano ha detto:

    @Luigi

    Il prossimo giro invita Marisa con te, mi pare di ricordare sia una superfan del Rugby,
    ma mi azzarderei a dire che lo pratica pure…

    scherzo stela!
    (ma anche no…)
    😉

  182. MARISA ha detto:

    Dal volume “Lingue in bilico” di William Cisilino, edizioni Carocci – 0ttobre 2009:

    “pag. 35 – EDUCAZIONE – In Galles esiste una ben radicata educazione bilingue volta a salvaguardare e diffondere tra le nuove generazioni la lingua gallese. L’Education Act del 1988 ha conferito al gallese una posizione fondamentale nel sistema scolastico, includendolo come materia curricolare nel piano di studi. Nell’ambito dell’istruzione obbligatoria i genitori hanno la possibilità di scegliere fra tre modelli d’insegnamento: gallese come unica lingua di istruzione; gallese come lingua d’istruzione accanto all’inglese; gallese insegnato come sola materia di studio (come lingua madre o come lingua seconda). A livello universitario esistono vari corsi di laurea in lingua e letterattura gallese in cui si utilizza tale idioma ccpme lingua veicolare.
    MASS MEDIA – La radio e la televisione in gallese hanno avuto uno sviluppo considerevole negli ultimi vent’anni. Il Briadcasting Act ha permesso la creazione nel 1982 di Sianel Pedwar (S4C), un canale televisivo che trasmette circa 30 ore settimanali di programmazione in gallese. Radio Cymru, il servizio della BBC, esclusivamente in gallese, emette più di 200 ore settimanali di trasmissioni radiofoniche. Operano, inoltre, altre emittenti radiofoniche locali bilingui. Esistono due settimanali in gallese ed alcuni mensili, nonchè riviste specializzate. (…)”
    ————–

    FONTASCIENZA PER LE 12 MINORANZE LINGUISTICHE RICONOSCIUTE E TUTELATE DALLO STATO ITALIANO (con la sola esclusione dei tedeschi della provincia di Bolzano, ma pare che abbiano ottenuto ciò con modalità non del tutto pacifiche…).

    Ovvio che in Galles non c’è conflitto tra il 20% parlante il gallese e il restante 80% che non parla gallese…e del resto l’80% che non parla gallese non fa campagne stampa deliranti contro il restante 20%…

  183. MARISA ha detto:

    Quanti sono i parlanti in gallese in Galles?

    Sempre dal volume di willim Cisilino, pagina 34: “PARLANTI – Circa 582.400 unità, pari al 20,80% della popolazione del Galles”

  184. Cristiano ha detto:

    20.8% che e’ sicuramente piu’ vicino al 50% che al 16,7% di cui ho parlato (sbagliando del 4%)io,

    ma che non mi verra’ sicuramente perdonato, considerato poi la sacra esattezza con cui i censi saranno stati fatti, sarebbe un sacrilegio.

    >e del resto l’80% che non parla gallese non >fa campagne stampa deliranti contro il >restante 20%…

    Davvero?

    Cos’e’ questa allora?

    http://blogs.birminghammail.net/editorschair/2008/06/if-i-was-editor-of.html

    quello che non esiste e’ un welshmen che in un blog strumentalizza la stessa campagna stampa per prendersela col il parlamento che ha votato all’unanimita’ per una proposta di legge

    che dara’ nella migliore delle ipotesi una crosta di formaggio per la pseudo-tutela, che so, dello Scouse, o del Brummi, nella peggiore (a seconda dei punti di vista) lascera’ tutto come prima

    Quello esiste in FVG e da nessun’altra parte.

    Muli, son veramente stufo,
    ho di meglio da fare che cercare di ragionare con i sassi

    W

  185. ivan crico ha detto:

    @ cristiano

    Comunque, sai, in tutto il pianeta la nobiltà di una lingua dipende soltanto, alla fine, se qualche poeta o musicista geniale ha deciso d’impiegarla. Togli Dante, Petrarca, Verdi e l’italiano probabilmente non godrebbe di maggior prestigio del lappone. Puoi spendere milioni di euro ma, vedi, tra le lingue minoritarie in Italia solo il friulano ed il sardo, grazie a gente come Pasolini o i Tenores de Bitti, godono di un certo prestigio a livello internazionale. Senza voler togliere nulla alle altre. E di certo Pasolini non poteva contare, allora, su di una sola lira di finanziamento. Ancor oggi i maggiori poeti che scrivono in friulano, parlo di quelli noti a livello nazionale come Pierluigi Cappello, hanno scritto dei piccoli capolavori in questa lingua completamente al di fuori di ogni contributo economico legato alla legge 482/99. I soldi servono, certo, ma ciò che conta è ciò che si vuol trasmettere in una data lingua. Biagio Marin scriveva in gradese e ancor oggi è tradotto anche in cinese. Perché? Perché lui, in gradese, si rivolgeva al mondo. Ed il mondo è disposto ad ascoltarlo. Ma se tu parli solo ai tuoi vicini di casa o, al massimo, alle altre minoranze linguistiche per parlare dei problemi delle minoranze linguistiche, cosa puoi pretendere? La lingua è uno strumento per comunicare, non dimentichiamo questo, e se non è impiegata per far questo rischia, tradendo la sua vocazione, di rimanere lettera morta.

  186. MARISA ha detto:

    Ivan, nessuna lingua sarà mai salvata nè dai poeti nè dai grandi letterati.

    Solo una seria politica di tutela finanziata il necessario, potrà evitare la morte delle lingue minorizzate. E nulla altro.

    Ci sono lingue morte e sepolte con una grandissima letteratura….conservata nelle biblioteche, sezione…..”lingue morte”!

  187. ivan crico ha detto:

    @ marisa

    Diciamo che le cose devono andare a braccetto. Io lavoro assieme a un giovane ragazzo friulano e lui mi racconta che un personaggio come il rapper Tubet, ma non perché è un rapper ma perché è innanzitutto un musicista ed improvvisatore di incredibile bravura, ha migliorato di molto la percezione della lingua friulana presso molti suoi coetanei. Non ti dò torto, sia chiaro, ma senza Mistral o Alan Stivell quanti, nel mondo, saprebbero dell’esistenza del provenzale o del gaelico? Ma pensiamo alla diffusione dell’inglese. Io ho decine e decine di amici che hanno imparato questa lingua perché amavano alla follia Dylan o i Doors, non per ragioni economiche o altro. Comunque per me i fondi destinati per tutelare e valorizzare le varie lingue minorizzate sono, sia chiaro, soldi ben spesi.

  188. Marisa ha detto:

    Non è certo stato padre Dante a imporre la lingua italiana…..ma la televisione di Stato negli anni ’60 del secolo scorso…dopo decenni di scuola che obbligatoriamente utilizzava come lingua veicolare esclusivamente l’italiano standard…

    Questo per precisare come sono andate le cose…

  189. ivan crico ha detto:

    Vero. Difatti un mio amico, friulanista di antica data (che tra l’altro come me non possiede la televisione), mi dice sempre che la nascita di un canale televisivo fatto solo con programmi in lingua friulana, 24 ore di fila con telegiornali, musica, sport ecc., probabilmente potrebbe aiutare questa lingua più di tutte le iniziative portate avanti finora. Potrebbe essere una buona idea, trovando i fondi.

  190. Marisa ha detto:

    Per quanto riguarda il friulano orale indubbiamente hai ragione. Peccato che la RAI stia violando da sempre la legge 482/99 che prevede trasmissioni in lingua friulana.

    Ma poi c’è anche il friulano scritto e qui è indispensabile la scuola. Abbiamo già tutti gli strumenti che servono: grafia unica ufficiale ormai da tutti accettata e usata, friulano standard ormai usato da anni da tutti coloro che scrivono in friulano, insegnanti formati all’università……manca solo la volontà politica di democraticamente rispondere alla richiesta dei genitori.

    Tondo (così hanno riportato i giornali)a suo tempo ha detto: ” che sarà mai il 64% dei genitori friulani che chiedono l’insegnamento della lingua friulana a scuola!”.

    Che sarà mai un Presidente della regione eletto con il 51% (circa) di voti!

  191. ivan crico ha detto:

    Una situazione strana, davvero, con un presidente della regione che vince manifestando apertamente il suo disinteresse nei confronti dell’uso della lingua friulana nelle istituzioni ed un presidente della provincia che vince presentandosi come paladino della lingua friulana all’interno delle istituzioni.

  192. Marisa ha detto:

    Nessuna situazione strana. Nelle elezioni regionali votano anche i non friulani (esempio i triestini e i bisiachi…). Nelle elezioni provinciali della provincia di Udine, solo i friulani….

    E nella città di Udine Tondo ha perso. E non mi pare gli sia andata molto bene neppure in Carnia. A Trieste invece ha stravinto. Chissà cosa ha promesso a Trieste durante la campagna elettorale….

  193. ivan crico ha detto:

    Adesso le cose mi sono più chiare.

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