11 Gennaio 2010

Croazia, il presidente è Josipovic. “Alcune leggi per le minoranze non sono rispettate. Con me, questo non avverrà più”

Il socialdemocratico Ivo Josipovic, espresso dal principale partito di opposizione, è il nuovo Presidente della Repubblica Croata avendo vinto con il 60,3 % il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Croazia. Succede a Stipe Mesic.

Venerdì sul ‘Fatto Quotidiano’ è apparsa un’intervista di Andrea Luchetta a quello che oggi è diventato il neopresidente della Repubblica adriatica. Josipovic si era soffermato sulle tante questioni che riguardano ancora l’intreccio delle opinioni pubbliche di Italia e Croazia e delle minoranze (non solo italiane) presenti nello stato che fa capo a Zagabria.

BENI ABBANDONATI

Josipovic aveva dichiarato che non c’è necessità, “dal punto di vista croato, di cercare nuove formule” a proposito dei beni abbandonati dagli italiani in Jugoslavia, essendo la Croazia uno degli stati successori della Jugoslavia stessa.

GIORNO DEL RICORDO

“Le foibe sono un evento storico tragico. Molte persone sono morte senza alcuna ragione, e mi dispiaccio per ogni singola vittima. Credo che né il popolo italiano né quello croato debbano cambiare la storia, visto che la successione degli eventi è chiara. La Croazia è stata invasa dai nazisti e dai fascisti: molte persone ne hanno sofferto, e le dobbiamo rispettare allo stesso modo. Ugualmente credo che i diritti umani, al pari di ogni singola vittima, vadano sempre rispettati”.

COMUNITA’ ITALIANA E ALTRE MINORANZE IN CROAZIA

Qua Luchetta aveva sottolineato esplicitamente come “all’interno della minoranza italiana in Croazia esista “il timore di una completa assimilazione. A Lussino, per esempio, gli abitanti italofoni lamentano l’assenza di una scuola in lingua” e Luchetta aveva chiesto a Josipovic la sua posizione. La risposta dell’attuale Presidente è che lui, le minoranze, le supporta pienamente. “Sottolineo che disponiamo di un’ottima legislazione costituzionale in materia. E’ vero però che alcune disposizioni non sono rispettate in tutte le regioni del paese: mi impegnerò affinché questo non avvenga più. E il mio impegno vale tanto per la minoranza italiana quanto per le altre, compresa quella serba. Ogni comunità ha diritto a coltivare la propria identità nazionale”. Josipovic aveva poi detto che la Croazia, con lui presidente, investirà in questo settore, “come più in generale nella difesa dei diritti umani”.

CONFINE CON LA SLOVENIA

Josipovic ha qui dichiarato che accetterà i risultati dell’arbitrato internazionale.

RAPPORTI CON LA BOSNIA

Il neo-presidente aveva dichiarato di non voler interferire negli affari della Bosnia, ma di avere un interesse legittimo a proteggere i croati in quello Stato, a partire dal sostegno finanziario che rimarrà immutato. “La difesa dello stato di diritto è il solo legittimo interesse di tutti, e questo vale ovunque”.
Le preferenze che lui riceverà in Erzegovina, ha detto Josipovic, “marcheranno l’inizio di una nuova politica in Bosnia”.

ECCO IL VIDEO CON IL DISCORSO DI JOSIPOVIC APPENA ELETTO

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44 commenti a Croazia, il presidente è Josipovic. “Alcune leggi per le minoranze non sono rispettate. Con me, questo non avverrà più”

  1. maja ha detto:

    Speremo ben…

  2. Luigi (veneziano) ha detto:

    Encomiabili parole relativamente alla tutela delle minoranze.

    Tutela che – d’altro canto – è di piena competenza dell’esecutivo (attualmente pure di diverso colore politico), quando non alla mercè delle amministrazioni locali. La situazione della citata Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo è un esempio di come l’intreccio di competenze faccia poi nascere degli intrichi che si trascinano per anni e anni.

    Il sindaco di Lussinpiccolo – Gari Cappelli – è il figlio di uno dei rifondatori della Comunità degli Italiani locale Stelio Cappelli. La Comunità venne chiusa negli anni ’50, quando furono chiuse a forza tutte le scuole italiane di Cherso e Lussino, e gli scolari vennero spostati nelle corrispettive scuole croate, e fino al 1990 la situazione languì. Poi un gruppetto di italiani – nel nuovo quadro della Croazia che reclamava la propria indipendenza – prese il coraggio a due mani e ricostituì il sodalizio. Singolarmente – però – Gari Cappelli a differenza di suo padre non si dichiara “italiano” al censimento, ma “croato”.

    Ad ogni modo, è da anni annorum che si parla di questa “mitica” riapertura di un asilo in lingua italiana, all’interno della Villa Perla: una bellissima villa familiare in riva al mare.

    Questa Villa Perla un tempo si chiamava Villa Tarabocchia, ma nel 1945 la famiglia proprietaria fu dichiarata “nemica del popolo” e la villa venne nazionalizzata, divenendo addirittura la sede dell’OZNA (la polizia segreta jugoslava).

    E’ stata acquistata nel 2004 per 750.000 dalla Repubblica Italiana per farne una sede a disposizione della Comunità degli Italiani, ma qui sorsero i primi problemi giacché l’Italia voleva intavolarne la proprietà al Consolato di Fiume, cosa però che le autorità croate vedevano come il fumo negli occhi, e quindi dal 2004 ad oggi all’interno della Villa – opportunamente ristrutturata – non è ancora stato inaugurato questo asilo infantile.

    Si spera che l’anno scolastico 2010/2011 sia alla fine quello buono, sperando altresì che l’asilo non faccia la fine di quello di Zara, boicottato dalle autorità scolastiche con un delirante “filtro nazionale” che l’ha di fatto ucciso in culla.

    Luigi (veneziano)

  3. enrico maria milic ha detto:

    Pare che quest’anno l’asilo a Lussinpiccolo aprirà sul serio, anche perchè l’accatastamento mi pare sia ormai un dato di fatto.
    Va detto che le lungaggini per aprire lo stesso asilo non sono solo in responsabilità allo Stato croato ma anche alla totale assenza di pressione politica dell’Unione Italiana (Fiume) e soprattutto del Governo italiano di Roma. Vergognoso.

    Intanto ho voci di un asilo privato che aprirebbe a Lussingrande.

    P.S. sui Cappelli:
    emblematica la loro famiglia di come ci si debba adattare al potere dominante.
    Per raccontare meglio Gari Cappelli si dica anche che è di madrelingua lussignana (suo padre appunto parla istroveneto) ma è iscritto all’Hdz, cioè il partito fondato da Tudjman… sob.

  4. massimiliano ha detto:

    a questo punto attendiamo un commento da parte di Radin…
    cmq era palese che l’ex sindaco non avrebbe avuto partita vinta.
    nessun croato o quasi, voterebbe un zagabrese e soprattutto il primo cittadino della capitale.

  5. effebi ha detto:

    “Va detto che le lungaggini per aprire lo stesso asilo non sono solo in responsabilità allo Stato croato ma anche alla totale assenza di pressione politica ….soprattutto del Governo italiano di Roma. Vergognoso”

    divertente che sia sempre colpa del governo italiano.

    se ci sono pressioni siamo fascisti irredentisti filonazionalisti, se non ci sono…. non va bene comunque.
    vabbè, adesso è pure colpa del governo italiano se a lussino gli italiani sono del tutto scomparsi.

    manderemo gli eredi della decima ad aprire con la forza gli asili in istria fiume e dalmazia.

  6. Luigi (veneziano) ha detto:

    Forse saprai che su tutta la questione incisero anche i burrascosi rapporti fra il console italiano di Fiume Pietrosanto e i vertici dell’UI, con una “famosa” riunione nella quale volarono gli stracci.

    L.

  7. effebi ha detto:

    recconta racconta, ne ho sentito parlare ma non conosco i dettalgi.

  8. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Enrico

    Concedimi una robusta dose di scetticismo sull’apertura di un asilo italiano a Lussingrande: io frequento la località da parecchi anni, e le pur flebili presenze italiane sono andate via via spegnendosi.

    Ti faccio un solo esempio: un tempo a Lussingrande c’era una messa settimanale in italiano, poi s’è arrivati ad una messa in occasione delle feste più importanti, poi ancora ad un canto in italiano (“Resta con noi”) all’interno di una messa in croato, infine più nulla.

    La mia dose di scetticismo aumenta se penso alla situazione anche delle località minori: a Neresine una volta sentivi parlare in veneto qua e là: oggi la cosa è rarissima. Stessa cosa dicasi per Chiusi Lussignano e Ossero.

    Che questo presidente riesca ad invertire il corso degli eventi, mi pare sinceramente una pia illusione.

    Luigi (veneziano)

  9. marisa ha detto:

    Quando anche Berlusconi farà una pari dichiarazione sulla legge di tutela 482/99 (legge che riconosce e tutela le minoranze linguistiche storiche che vivono in Italia)? Legge che, dopo ben 10 anni della sua approvazione da parte del Parlamento italiano, è in gran parte ancora non attuata e oggi, 2010, anche priva di finanziamenti?

    Brava la Croazia, si vergogni l’Italia….

  10. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    Non c’è molto da raccontare, se non che Pietrosanto aveva manifestamente delle idee molto radicali su certe questioni locali, e che in tale occasione accusò i vertici dell’UI – e segnatamente l’allora dirigente Silvano Zilli – di essere una “quinta colonna”, ovviamente dei croati, all’interno dell’UI. C’entravano questioni di soldi, di potere e di rapporti personali.

    Riguardo la sede di Lussinpiccolo, è da notare che l’UI è proprietaria di parecchi immobili (soprattutto le sedi locali del sodalizio), sia in Slovenia che in Croazia, anche quando i soldi per l’acquisto provenivano dalla Repubblica Italiana (i soldi per i restauri di qualsiasi immobile praticamente arrivano SEMPRE in gran parte dalla Repubblica Italiana). Questa volta invece Pietrosanto si era impuntato: siccome voleva creare un viceconsolato italiano a Lussinpiccolo e siccome i soldi per l’acquisto di Villa Perla venivano dall’Italia, allora richiedeva che l’immobile venisse intavolato al Consolato di Fiume, e non all’UI. La cosa creò molto malumore sia all’interno dell’UI che fra le autorità croate, che hanno spesso visto con sospetto l’acquisto di immobili da parte di italiani (privati e pubblici), e non volevano che nella stessa sede ci fosse un asilo per la minoranza e il viceconsolato italiano: bisogna anche considerare che le spese di gestione dell’asilo pesano in buona parte sulle casse delle amministrazioni locali croate. Praticamente, tutto s’è bloccato principalmente in attesa di risolvere questo problema. Se le mie informazioni sono esatte, il viceconsolato non si farà e il bene diverrà di proprietà dell’UI.

    A mio modo di vedere, Pietrosanto non aveva la stoffa per gestire un incarico così delicato come il consolato di Fiume.

    Ci sarebbe da aggiungere una cosa sulla democraticità dell’UI, con incarichi che si tramandano oramai da parecchi lustri a poche persone che di fatto sono diventate un’oligarchia, ma non credo sia questa la sede adatta.

    Luigi (veneziano)

  11. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa
    Ti faccio sommessamente notare che il corrispettivo italiano di Josipovic non è Berlusconi, ma il noto fascio-nazionalista Giorgio Napolitano.

    Riguardo poi alle parole, Tito era splendido ancor più di Josipovic, affermando a più riprese che i “nostri italiani” (così ancor oggi vengono chiamati gli italiani in Croazia) erano da tutelarsi al massimo livello possibile. Un grandissimo democratico, il maresciallo.

    L.

  12. enrico maria milic ha detto:

    @ effebi, quando scrivi

    divertente che sia sempre colpa del governo italiano.

    non so perchè generalizzi. in questo caso le assenze del governo italiano sono evidenti e se quanto racconta luigi è vero, mi pare che ci sia un altro dato a favore della mia tesi (il console è emanazione del governo o sbaglio?).

    certo, franco, se hai elementi che ti spingono a difendere totalmente e a spada tratta i governi italiani degli ultimi 20 anni per quanto riguarda quanto hanno fatto per lussino… prego, raccontaci
    : )

  13. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ enrico

    All’epoca, i vertici dell’UI inviarono perfino una nota ufficiale di protesta alla Farnesina, contro Pietrosanto. Silvano Zilli (presidente della Giunta Esecutiva dell’UI) sospese qualsiasi rapporto col console, fino a quando non gli avesse rivolto delle scuse. Queste scuse non arrivarono.

    Devo poi anche dire che Zilli entrò in fortissima rotta di collisione anche con i vertici dell’UI, accusandoli pesantemente di essere una sorta di nomenklatura ingessata che aveva ucciso l’interesse degli italiani per le cose interne all’associazione. Oggi la crisi dell’UI è sotto gli occhi di tutti quelli che vedono un po’ sotto la scorza superficiale. Basti ricordare che attualmente meno di un terzo degli iscritti all’UI partecipa alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea dell’UI stessa e in alcune comunità non si è nemmeno votato (Veglia, Gallesano, Stridone e Levade) o hanno votato meno di un quarto degli iscritti (Fiume 17%, Plostine 17%, Pola 21%).

    Luigi (veneziano)

  14. massimiliano ha detto:

    confermo quanto riportato da Luigi, sempre ben informato e preciso.
    infatti, il mio post precedente si riferiva (anche – in parte – ironicamente) all’atteso commento da parte della nomenklatura ormai ventennale dell’UI.

  15. effebi ha detto:

    volevo dire….

    dopo il “trattamento del maresciallo” e “l’autogestione dell’UI” ha un senso sottolineare “l’assenza di pressione politica …soprattutto del Governo italiano di Roma” se non vi è più ombra di italiano in in istria, lussino e dalmazia…!?

    Ritornando però a Josipovic “Le foibe sono un evento storico tragico. Molte persone sono morte senza alcuna ragione….”

    eh eh…”senza alcuna ragione” ma, buon dio, la ragione c’era, eccome…

  16. effebi ha detto:

    @luigi
    ma tu stai parlando di questo silvano zilli ?
    http://www.silvanozilli.com/

  17. Ivan ha detto:

    @Luigi

    “Ci sarebbe da aggiungere una cosa sulla democraticità dell’UI, con incarichi che si tramandano oramai da parecchi lustri a poche persone che di fatto sono diventate un’oligarchia, ma non credo sia questa la sede adatta.”

    Grande Luigi, eppero’ quale sarebbe la sede piu’ adatta? La stampa della minoranza? Controllata – di fatto – da quella stessa oligarchia? O quella locale del FVG? Hai mai letto qualcosa di non “azzerbinato”?

    Credo che ci vorrebbe proprio un servizio di “Bora.la” per smuovere un po’ le acque…

  18. effebi ha detto:

    uno spunto ?

    “Negli ultimi 14 anni dedicati all’attività politica, e quindi pubblica, ne ho viste di tutti i colori.
    Ci mancavano i dirigenti “a vita” della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia che come politici/italiani sono l’eccezione a tutte le regole, e cioè vogliono e riescono ad imporre sempre le loro “regole del gioco”. Il che non sembra un grande fattore di successo per l’Unione Italiana; anzi, tutt’altro. E’ e rimane un fortissimo segno di debolezza della stessa. Far credere, spargere dubbi e incertezze, che senza alcuni nulla sarebbe possibile fare e realizzare, e che gli altri, sebbene capaci, devono essere rifiutati o costretti a rinunciare (che è la stessa cosa) è una politica opportunistica, fatta in perfetta malafede, sostenuta purtroppo da tanti molto ingenui, e che non è nell’interesse della Comunità Nazionale Italiana. E’ la politica del piccolo cabotaggio individuale degli opportunisti. E’ una politica corporativa, un consociativismo deteriore, e cioè la prassi della collusione, delle omertà reciproche, degli accordi spartitori, che nelle ripartizioni dei mezzi finanziari porta a dei “pastrocchi“ di contentini per tutti.
    Li ho conosciuti bene in questi 14 anni. Personaggi al di sopra di ogni sospetto sia del bene che del male, gatti dalle sette vite che possono dire una cosa e fare subito anche il contrario. Con un’unica morale, che sta nella difesa dei propri interessi e nell’esaltazione del proprio io. Elementi con l’aspirazione di fare i re anche se senza il trono. Tanto è vero che si circondano di sudditi con una regola fondamentale : cacciare (o far scappare) chiunque possa togliere loro spazio, visibilità, decisionalità, potere, soldi. Loro che, quali dirigenti, ci campano e vogliono farlo “a vita”. E ci stanno riuscendo già da 15 anni e altri 4 anni se li sono assicurati grazie ai loro sostenitori che non hanno ancora superato la fase del “dilettantismo allo sbaraglio”, “credenti” mediocri ma zelanti, degli “yes man” pronti a votare tutto per poi passare alla “cassa”…..”

    dal sito di silvano zilli

  19. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi
    Esattamente. E’ proprio quello Zilli lì.

    @ Ivan
    Così su due piedi non saprei che dire. E’ meglio non disturbare il manovratore (Radin, Tremul & Co.) che comunque qualche risultato l’ha portato a casa, o sollevare un polverone?

    All’interno della stessa CI convivono già due o più anime, che tutto sommato stanno lì a guatarsi, anche perché poi il potere è saldamente in mano ad una di esse.

    Che dire poi degli investimenti in aziende fallimentari, che dovevano creare quella famosa “base economica” per la minoranza e che invece hanno bruciato bei soldini (soprattutto del contribuente italiano)?

    Comunque sia, per il rispetto che ho nei confronti della realtà locale io direi che un articolo del genere si dovrebbe scrivere solo dopo aver sentito più di qualche campana in loco. Ma chi è che si prende la bisogna di fare un’inchiesta fatta come si deve, che magari visto che c’è vada anche a vedere il “modello Valle”, e cioè il feudo di Cuccurin, che impatto potrebbe avere sulla CI?

    A proposito: avete visto la tremenda intervista di Roberto Battelli sulla situazione degli italiani in Slovenia (“La Voce” di qualche giorno fa)? Sarebbe da far leggere a chi blatera di “situazione ottimale” per la minoranza. Che faccio, vado di copia/incolla?

    L.

  20. enrico maria milic ha detto:

    @effebi

    a lussino quelli che tu chiami italiani ci sono, eccome. si sentono italiani e parlano italiano o almeno istroveneto.

  21. maja ha detto:

    Sì, grazie (se Milic è d’accordo).

  22. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ maja

    Ti indico il link, così non dovrebbero esserci problemi:

    http://www.edit.hr/lavoce/2009/foto/battelli091231.pdf

    L.

  23. Luca ha detto:

    Letta l’intervista..
    Davvero colpisce il tentativo di un minuscolo nell’atteggiarsi statista.
    Nemmeno Truman ha provato tanto per l’atomica…
    Non mi meraviglia, se la comunità esprime uno così, ha quello che si merita.

  24. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Luca
    Veramente pessimo il tuo commento: te lo dico col cuore.

    L.

  25. Luigi (veneziano) ha detto:

    Per chi volesse approfondire la questione della tutela della minoranza italiana in Slovenia secondo il rappresentante della minoranza stessa al parlamento, ecco qui un’intervista a Radio Pola del marzo dello scorso anno:

    http://www.arcipelagoadriatico.it/podcast.php?id_trasm=00012

    Per Battelli si tratta di una situazione drammatica, e il giudizio sulla Slovenia è sferzante.

    Luigi (veneziano)

  26. effebi ha detto:

    @luigi “E’ meglio non disturbare il manovratore (Radin, Tremul & Co.) che comunque qualche risultato l’ha portato a casa, o sollevare un polverone?”

    quali risultati ? e a che prezzo ?

  27. Ivan ha detto:

    @luigi “E’ meglio non disturbare il manovratore (Radin, Tremul & Co.) che comunque qualche risultato l’ha portato a casa, o sollevare un polverone?”

    Io credo che dialettica e alternanza siano indispensabili anche per legittimare chi il potere lo detiene. E’ chiaro che viste le dimensioni dell’elettorato e la situazione da cui si partiva (partito unico) era impossibile pretendere trasparenza e democrazia totali gia’ nei ’90.
    Sono passati pero’ piu’ o meno 20 anni e visto che – come dici anche tu – si tratta di gestione di risorse pubbliche, sarebbe necessaria maggiore trasparenza e rigore.
    “Otium S.p.A.”, “Finistria S.r.l.” tanto per fare due nomi, qualcuno sa quante risorse (pubbliche, dei contribuenti!) hanno drenato? Chi era/e’ nel CdA? Come sono state scelte le cariche?

    E poi leggo che “sarebbe necessaria meno burocrazia…”? Meno burocrazia?!?

    Bada bene, non sto adossando la croce ai singoli, critico il metodo, rilevando una reale assenza di meccanismi tecnici e politici di controllo vero e puntuale.

  28. istro ha detto:

    @effebi: condivido.
    Il problema della tutela delle minoranze non dovrebbe nemmeno porsi: l’identità minoritaria è un valore per ciascuna Nazione.
    Vi è però un problema di fondo, e Zilli lo ha ben evidenziato: parlare italiano, essere di cultura italiana, non basta per “sentirsi italiani”, quando si è scelto di vivere prima sotto i raggi del sol dell’avvenir e poi si è continuato a vivere sotto la scacchiera bianco-rossa. Troppo comodo “sentirsi italiani” solo per avere due identità (anche anagrafiche, a livello di cittadinanza), e una vita con un’opportunità in più, da sfruttare appunto quando fa comodo.
    E poi:
    – Giorno del Ricordo: sacrosanti pensieri, fuori da ogni ombra di dubbio. Dice Peraltro Josipovic: “La Croazia è stata invasa dai nazisti e dai fascisti: molte persone ne hanno sofferto, e le dobbiamo rispettare allo stesso modo.” Nel senso che – così interpreto io – vanno ricordati tutti, sia coloro che sono caduti per la Narodna Oslobolilacka Borba, sia le vittime del massacro di Bleiburg (Pliberk), che- per chi non sa – furono soprattutto (nella minore delle ipotesi 50.000, secondo lo studioso croato Zarjavic) militari croati, ustascia, civili, sostenitori dello stato croato di Ante Pavelic: le vittime erano in fuga dallo Stato Indipendente di Croazia. Ma evidentemente un larvato persistente vetero titoismo cerca di dimenticare tutto ciò, come pure le vittime infoibate in Istria e dintorni (non solo italiani……..).
    E infine, per i beni abbandonati: l’Italia non dice, pretende o rivendica nulla, e se paga qualcosa, lo fa con un pugno di euro sui valori del 1938. Non ha fatto nulla l’Italia con la Slovenia, al momento dell’ingresso in UE, non lo farà con la Croazia, anzi, porte aperte. Per cui, cari Esuli, bisogna accontentarsi del…..Giorno del Ricordo.Quindi dice bene Josipovic “non c’è necessità di trovare nuove formule”. IL CASO E’ CHIUSO. I beni nazionalizzati (ma come la mettiamo con le proprietà ancora libere, che dice la Farnesina??) sono stati pagati dall’Italia con indennizzi da miseria, ora possiamo ricomprarci l’Istria a prezzi di mercato.

  29. enrico maria milic ha detto:

    @istro

    credo proprio che sentirsi italiani sia la condizione per esserlo, visto che qua a trieste di italiani di sentimento ma non di origini linguistiche ce ne sono tanti (bandelli, codarin, biloslavo fausto, eccetera eccetera eccetera).

    se guardiamo invece alla definizione legale di “cittadini italiani”, beh, anche qua gli italiani di lussino lo sono.

    il resto è retorica politica.

  30. Luigi (veneziano) ha detto:

    Il mio personalissimo pensiero su tutte le questioni è il seguente.

    1. Bisogna preliminarmente sgombrare il campo dalle questioni relative ai beni degli esuli. Negli anni io mi sono creato dei convincimenti, che ovviamente possono parere anche delle boutade o dei veri e propri obbrobri, comunque sia li dico.

    I beni degli esuli non sono più reclamabili dalla Slovenia e dalla Croazia. Non esiste nessun appiglio giuridico per farlo, nemmeno per la ex zona B del TLT. Però esistono – giacenti in conti in Lussemburgo – i soldi della Slovenia e in ballo ci sono anche quelli della Croazia. In tutto 110 milioni di Dollari, secondo l’accordo di Roma del 1983. Quindi io direi che si potrebbe rinegoziare l’importo con Slo/Cro in modo da parificare il valore del 1983 a quello attuale (non allarghiamoci e diciamo un centinaio di milioni di Euro in tutto), e poi utilizzare questa somma per creare una società immobiliare di diritto sloveno e una di diritto croato.

    Queste società vanno sul mercato ed acquistano immobili, che vengono dati in concessione (a riscatto?) a quegli esuli o eredi di esuli che vogliono ritornare a vivere da quelle parti almeno per sei mesi all’anno, i quali si impegnano anche a pagare le spese di gestione. Quegli esuli o eredi di esuli che hanno in concessione le case non riceveranno più gli indennizzi dalla Repubblica Italiana, mentre gli altri sì.

    Secondo capitolo legato ai beni: attualmente le associazioni degli esuli ricevono una decina di milioni di Euro all’anno per le loro attività. Siccome le associazioni degli esuli rappresentano una percentuale ampiamente minoritaria degli esuli stessi, metà di questa somma viene devoluta di anno in anno per incrementare il capitale delle società immobiliari di cui sopra, cui possono rivolgersi tutti gli esuli o i loro eredi.

    Con i prezzi attuali, un centinaio di milioni di Euro permettono di acquistare sul mercato almeno 650 immobili da 150.000 Euro l’uno, e con i cinque milioni degli anni successivi si possono incrementare gli acquisti di trenta unità immobiliari all’anno. In dieci anni si superano i mille immobili acquistati.

    La parte della Slovenia e della Croazia è la seguente: devono impegnarsi a non mettersi di traverso all’attività delle società immobiliari di cui sopra.

    La parte degli esuli (o dei loro eredi) è la seguente: girano definitivamente la pagina – cosa che è già stata fatta dalla grandissima maggioranza degli esuli e soprattutto dei loro eredi – e ritornano ad abitare le terre dei loro padri, “rinsanguando” una comunità locale assai malandata.

    La parte dell’Italia è la seguente: gestisce una trattativa diplomatica per spianare la strada a questa soluzione. Oltre a ciò, continua a indennizzare chi ancora dev’essere indennizzato, che comunque oramai è l’assoluta minoranza degli esuli.

    2. Una volta sgombrato il campo dalla questione dei beni (nel modo da me indicato o in qualsiasi altro modo), bisogna garantire lo stesso livello di garanzie per le minoranze dei due/tre paesi: gli italiani di Slovenia, gli sloveni d’Italia, gli italiani di Croazia, i croati d’Italia devono poter essere i primattori della loro emancipazione, con diritto di veto assoluto sulle leggi che li riguardano, nel quadro di un rinnovato accordo internazionale bi o trilaterale (quello che la Slovenia si è rifiutato di firmare). Dev’essere la minoranza di ogni paese ad avere la possibilità di definire il quadro complessivo, sapendo benissimo che ciò che chiede per sé, automaticamente viene chiesto anche per la “controparte” (e cioè per la minoranza nell’altro paese).

    3. La questione più complessa è quella che riguarda una valutazione condivisa dei fatti storici. Al di là della commissione mista italo/slovena, i passi in avanti sono stati pochissimi, ma è necessario che le genti di queste regioni “miste” abbiano piena contezza di ciò che dall’altra parte viene detto, su questi temi. Io personalmente poi sarei per il bilinguismo integrale in tutte le zone storicamente mistilingui, sia in Istria e nel Quarnaro che nelle province di insediamento della minoranza slovena in Italia.

    Per adesso mi fermo qui, anche perché credo – dal mio punto di vista rammaricandomi molto – che nulla di ciò che ho scritto verrà mai posto in essere. In un altro intervento dirò quello che penso sulla CNI attuale.

    Luigi (veneziano)

  31. effebi ha detto:

    arriveranno i veneti, “scavalcheranno” gli esuli, slovenia e croazia saranno più permeabili, si scriverà un altra storia.
    agli esuli più puri resterà un pugno di mosche i più furbetti si sistemeranno ricomprando. L’italia non pagherà i debiti, slovenia e croazia si terrano i conti depositati.
    alle minoranze verrà dato via via sempre di meno (ufficialmente) i personaggi ai vertici delle minoranze e delle associazioni nel frattempo si saranno sistemati per generazioni.

    ….e parafrasando Luigi “Per adesso mi fermo qui, anche perché credo – dal mio punto di vista rammaricandomi molto – che TUTTO di ciò che ho scritto E’ GIA’ posto in essere”

  32. Luigi (veneziano) ha detto:

    Si scriverà un’altra storia: hai detto bene.

    L’importante è prefigurarla quest’altra storia. Se lo si vuole.

    Un’altra storia potrebbe anche essere la seguente: a Corfù negli ultimi vent’anni si sono insediati circa 500 italiani, che sono andati lì per lavorare, principalmente nel turismo. Ovviamente, con i greci non c’è lo stesso rapporto che c’è con gli sloveni e con i croati, per cui nessuno ha avuto nulla a che ridire.

    Recentemente ho letto che questi italiani hanno intenzione di aprirsi un asilo italiano, ed anche su questo nessun locale ha avuto nulla a che ridire.

    Se Trieste riprendesse il suo ruolo di “faro” – almeno per l’Istria – e se intraprendere dall’altra parte del confine fosse conveniente, potrebbe ritornare quel flusso di popolazioni che per decenni fu ininterrotto da e per il capoluogo giuliano.

    Italiani vanno di là, sloveni e croati vengono di qua. Tutti tendenzialmente imparano almeno i rudimenti delle tre lingue “comuni”. E si viva finalmente in pace!

    La storia non si ferma.

    L.

  33. effebi ha detto:

    Italiani vanno di là, sloveni e croati vengono di qua… accade da decenni.
    Trieste un suo ruolo l’ha già avuto se è vero che “el triestin” è la parlata più “parlata” della sponda est dell’adriatico.

    i soldi, i capitali e gli investimenti spostano la ruota della storia posto che -e lo danno per scotato ormai anche i tedeschi- non sono i carrarmati a risolvere qui le situazioni.

    Investire sulle minoranze non serve a nulla se non a creare privilegi e fastidi incrociati. Credo che se l’italia può scieglere tra aprire un asilo o una banca non ha troppi dubbi. la lingua è l’ultimo dei problemi.

    è meglio che a lussino ci siano italiani che depositano in banche croate o croati che affidano il loro gruzzolo a banche italiane ?
    poi parlino come vogliono, cioè in triestin….
    “cossa, la ga scampi freschi !?” “volentieri…!”

  34. asem ha detto:

    Tutto come previsto, il candidato dell’ PARTITO ha vinto ancora una volta.Insomma niente di nuovo (tranne che c’e sempre qualcuno che crede alle “sparate” di questi pseudo-sinistroidi balcanici).
    Insomma come già scritto:

    Insomma niente di nuovo nei Balcani. Fin’ora dalla caduta del regime comunista in Jugoslavia in nessuna repubblica non è MAI stato ancora eletto un presidente che non derivi direttamente o indirettamente dal vecchio partito comunista, ne in Slovenia, ne in Croazia, ne in Serbia , ne in montenegro, ne in Macedonia.

    Sono passati già 20 anni è siccome sia Turk che Josipovic saranno rieletti almeno per un decenio – NIENTE DI NUOVO.

    Tutti questi politici con Tito ne cuore sono però molto attenti all’EU, tutti sempre a parole girati verso l’EU, a parole (o hai soldi?)

    e per concludere:

    Insomma dopo Tudman – il generalissimo di Tito e il funzionario di Tito Mesic seguirà il figlio dell’feroce agguzzino di Goli Otok (dato che difficilmente troverete nei giornali, strano vero?, il figlio dell’aguzzino di Goli Otok….., incredibile…se non fosse vero).

  35. asem ha detto:

    forse anche il padre faceva tutto ciò che ha fatto per senso di “democrazia”, “tolleranza”, “progresso”, per le “varie minoranze”……incredibile, ma c’è ancora qualcuno che ci crede.

  36. matteo ha detto:

    @luigi

    i greci odiano gli italiani per via del fascismo

  37. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Ti sorprenderà sapere che non è così.

    I greci odiano il fascismo ma non assolutamente gli italiani (loro riescono a dividere le due cose, a differenza di ciò che spesso accade in Slovenia e in Croazia), tanto che è pefino stato pubblicato nel 2003 un libro di uno studioso greco (Niko Doumanis) dal titolo “Una faccia, una razza”, sul dominio italiano nel Dodecaneso, nel quale sono state sfruttate ampiamente le testimonianze orali.

    Ne esce fuori un quadro per certi versi sorprendente: i greci più anziani ricordano addirittura in modo molto positivo il periodo di sovranità italiana (trent’anni circa).

    Oltre a ciò, non esiste e non è mai esistito negli ultimi sessant’anni nessun problema diplomatico importante fra Italia e Grecia.

    Infine, da decenni moltissimi greci (soprattutto delle isole) vengono a studiare in Italia, tanto che anche Alexandros Mastoras, fra il 2003 e il 2006 sindaco di Corfù, è medico laureato in Italia come tutti i suoi figli. In un’intervista del 2006 ha dichiarato: “Per molti di noi l’Italia è una seconda patria. Abbiamo molti matrimoni misti, celebrati con il doppio rito cattólico e ortodosso, e in molte famiglie si parla sia il greco sia l’italiano”.

    Se questo significa “odiare”…

    Luigi (veneziano)

  38. effebi ha detto:

    i greci odiano gli italiani !!??
    ma matteo, fatte una vacanza…

    Biglietto da visita di Josipovic:
    “Le foibe sono un evento storico tragico. Molte persone sono morte senza alcuna ragione…”

    Quindi per il neo-presidente della Croazia il Giorno del Ricordo sarebbe il giorno della commemorazione dei “morti senza ragione”….!?

    Nessuno morì “senza ragione” , la “ragione” c’era, eccome, e in Italia si ricordano i morti e pure la “ragione”

    (…avanti un altro….)

  39. Gab ha detto:

    le minoranze italiane sono dstinate a scomparire ,in modo naturale, io ho visto il cambiamento negli ultimi 20 anni e la differenza tra come era e come è ..è abissale. Per quanto riguarda la Bosnia spero che faccia davvero un passo avanti.

  40. effebi ha detto:

    “…in modo naturale”

    e così fu fatto….

  41. Gab ha detto:

    in modo naturale nel senso che in 50 anni verranno assorbite. questo è il mio parere comunque.

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