16 Dicembre 2009

Lo speciale sulle Aree Naturali Protette: cosa rischiamo di perdere dopo i grandi tagli del 2010? Testo e foto

Come già segnalato in un precedente articolo, la regione FVG  intende ridurre dell’80% gli stanziamenti per aree protette e tutela della biodiversità. Oggi Dorian Lorenzutti, guida naturalistica da anni attiva nel settore, ci descriverà la ricchezza naturalistica che la nostra regione può vantare e ci spiegherà come funzionano i nostri parchi e le nostre riserve naturali.

il martin pescatore dopo il tuffoIl Martin Pescatore dopo il tuffo – Foto di Roberto Giannella

La regione Friuli Venezia Giulia paesaggisticamente è molto varia. Ce ne possiamo rendere conto attraversandola in macchina andando, ad esempio, da Trieste a Tarvisio. Vedremo coste marine alte e rocciose digradare in basse e sabbiose, attraverseremo fiumi lungo pianure sia fertili che aride, ci infileremo in valli prealpine, ammireremo laghi naturali e bacini artificiali fino a giungere in pieno ambiente montano, circondati da alte vette. Tutto in due ore di percorrenza.
A questa variazione di paesaggio, costa, bassa pianura, alta pianura, prealpi, Alpi, corrispondono numerosi ambienti naturali. In un epoca caratterizzata da inquinamento, riscaldamento globale e catastrofi naturali la difesa e la conservazione del territorio sono di importanza fondamentale.

46Romantici – Foto di Tullio Marega

La Regione Friuli Venezia Giulia già negli anni Settanta si era dotata di uno strumento innovativo: il Piano Urbanistico Regionale Generale (PURG) per coordinare e sviluppare le politiche territoriali. Ne seguirono la legge nazionale 394 del 1991 e la legge regionale n.42 del 1996 per l’istituzione delle aree naturali protette.
Al giorno d’oggi le aree naturali protette della nostra regione sono di tre tipi: i parchi naturali (2: Parco Dolomiti Friulane, Parco delle Prealpi Giulie), le riserve naturali regionali (12), le riserve naturali statali (2), una riserva marina (Miramare) e i biotopi (30).
mappaParchiRiserveBiotopi In che cosa si differenziano? Innanzitutto per le dimensioni. I parchi sono piuttosto estesi: il Parco delle Dolomiti friulane ha un’area di 37.000 ettari, il Parco delle Prealpi Giulie 9.400.
Le riserve sono più piccole: la Riserva della foce dell’Isonzo è la più vasta (2.340 ettari), la riserva delle Falesie di Duino è invece la più ridotta, con 107 ettari.
I biotopi sono di dimensioni modeste, appena qualche decina di ettari e sono concentrati soprattutto lungo la linea delle risorgive, al confine tra la alta e la bassa pianura friulana.
Ma le differenze non sono solo dimensionali. Ben più importanti sono le finalità.
Il parco, poiché vasto, è un sistema territoriale che si prefigge di conservare, tutelare, restaurare, ripristinare e migliorare l’ambiente naturale e le sue risorse. Deve perseguire uno sviluppo sociale, economico e culturale e promuovere l’incremento della cultura naturalistica.
La riserva ha contenuti naturali notevoli ed è votata esclusivamente alla loro conservazione e protezione.
Il biotopo, anche se poco esteso, presenta particolarità naturalistiche uniche e di alto pregio (soprattutto floristiche) che vanno rigorosamente tutelate per evitarne la scomparsa. Si tratta prevalentemente di torbiere, paludi, risorgive e stagni, ma anche zone di collina e montagna.

17Light up my path – Foto di Enrico Facchinetti

La legge regionale n. 42 del 1996 ha istituito i parchi e le riserve naturali, ma ha anche individuato delle zone meritevoli di tutela e le ha classificate come “aree di reperimento”. Queste aree presentano caratteristiche naturali elevate e al loro interno vigono norme di salvaguardia relative alla modifica del loro stato (boschi, prati, corsi d’acqua, ecc.). La Regione ha individuato 20 zone di questo tipo: una di queste, ad esempio, è la landa carsica in provincia di Gorizia. In futuro queste aree potranno diventare riserve naturali.
Al di sopra di tutte le citate aree protette e zone di reperimento troviamo un altro “strato”: si tratta delle rete europea Natura 2000. Essa consiste in aree definite SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale).

50Tramonto – Foto di Lorenzo Boemo

I SIC includono habitat naturali o seminaturali che vanno mantenuti e/o ripristinati. Al loro interno troviamo flora e fauna rari e vulnerabili e quindi considerati di interesse per la Comunità Europea.
Le ZPS sono siti di importanza internazionale per la conservazione degli uccelli. Esse fanno riferimento alla “Direttiva Uccelli” dove sono segnalate aree importanti per la migrazione, la sosta, lo svernamento e la nidificazione dell’avifauna. Una di queste zone è, ad esempio, la Riserva naturale della Valle Cavanata, presso Fossalon di Grado. Di tutte le zone di questo tipo l’Unione Europea ha un inventario chiamato IBA (Important Birds Area).
Nella nostra regione esistono 56 SIC e 8 ZPS, per un totale del 18,8% del territorio regionale.
E’ importante notare che molte di queste zone corrispondono già alle aree protette che la Regione Friuli Venezia Giulia ha istituito: è perciò suo compito operare in modo che la gestione delle zone protette risponda ai criteri della rete Natura 2000.

91Folaghe in lotta – Foto di Bruno Furlan

Nei prossimi articoli descriveremo alcuni dei nostri parchi e delle nostre riserve, dando anche indicazioni per effettuare delle escursioni al loro interno.

Per informazioni più dettagliate su questi argomenti visitate il sito internet della Regione Friuli Venezia Giulia www.regione.fvg.it alle voci “ambiente e territorio” e “biodiversità e aree naturali”.

Dorian Lorenzutti

71The great autumn explosion – Foto di Davide Scridel

Le fotografie sono di alcuni tra i finalisti del primo concorso fotografico Valle Cavanata, su gentile concessione della Riserva Naturale della Valle Cavanata.

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8 commenti a Lo speciale sulle Aree Naturali Protette: cosa rischiamo di perdere dopo i grandi tagli del 2010? Testo e foto

  1. Marisa ha detto:

    Perchè meravigliarsi di questi “tagli” quando Tondo pare essere d’accordo nella costruzione di autostrade (es. Carnia – Cadore) o superstrade (Sequals- Gemona) o elettrodotti (Terna) che sconvolgerenno parchi naturali (Parco delle Dolomiti friulane), zone SIC e ZPS ( sito del fiume Tagliamento) e tutta la bassa friulana con le sue risorgive e i suoi borghi rurali che si sta cercando di salvaguardare e farne una fonte di turismo culturale? Neppure le Dolomiti friulane, da poco considerate dall’Unesco un patrimonio dell’umanità, si salvano! E non parliamo poi dei disastri che la politica regionale di incentivazione delle stazioni sciistiche, sta compiendo ovunque nella montagna friulana….

    Ovvio che poi tagliano dell’80% i finanziamenti alla tutela dell’ambiente…

  2. Stefano (l'altro). ha detto:

    o si lavora o si guarda il panorama, direi di scegliere.

  3. Marisa ha detto:

    Tanto per capire meglio i termini del problema…

    http://www.frontefriulano.org/public/File0048.pdf

    Stefano anche con l’ambiente si lavora e tanto. Lo sai quanti posti di lavoro sono a rischio grazie al taglio dell’80% del finanziamento ai parchi naturali, ecc.?

    Lo sai quanto turismo producono i parchi?

    O solo il posto di lavoro in fabbrica è un posto di lavoro?

  4. bulow ha detto:

    basta farsi un giro in germania o in francia o in inghilterra, per accorgersi che lì il paesaggio e’ molto piu’ integro che in italia. eppure sono paesi molto piu’ industrializzati del nostro. qualche domanda bisognera’ pur cominciare a farsela. o no?

  5. bulow ha detto:

    vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose

  6. davide ha detto:

    che foto stupende! son indeciso ma scelgo l’uccellino versione Sampei…

  7. Diego Manna ha detto:

    Effettivamente è molto bella. E pensa che è arrivata appena decima al concorso!
    Il cigno al tramonto è arrivato terzo (+ premio del pubblico).
    Le altre foto le trovi qua:
    http://www.vallecavanata.it/concorso_fotografico.html

  8. Gorazd ha detto:

    fotografie fantastice

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