14 Settembre 2009

Omero (Pd) attacca il mercato delle vacche della maggioranza Dipiazza. Ma poco dice sui problemi terreni dei triestini

Il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale a Trieste, Fabio Omero, denuncia sul suo blog “l’inizio del mercato delle vacche” nella maggioranza Dipiazza, in vista delle prossime elezioni a Sindaco del 2011. Purtroppo il politico democratico si impantana in un trattato critico sugli equilibri del centrodestra locale e non fa niente per far emergere problemi concreti dell’amministrazione comunale e dei cittadini di Trieste.

Scrive sul suo blog, Omero:

Il primo Consiglio dopo le ferie sarà convocato forse il 21 settembre, o forse il 28.
Non ci sono delibere? O non c’è la maggioranza?
Il gioco estivo delle deleghe agli assessori sta mettendo in grave difficoltà l’operativa della Giunta e del Comune stesso. [… eccetera]

Insomma, Omero si preoccupa di delibere e bilancini politici tra Assessori e Dipiazza. Omero si svena in analisi post-dalemiane sui giochi di palazzo e non riesce a far campagna puntuale e pratica sulla sua comprensione dei problemi locali. Potrebbe proporre al Sindaco e alla città una scaletta di problemi, come per esempio: quali concreti e ben individuati investimenti ci sono da fare per quale tipo di sviluppo della città; come rifare il piano regolatore da zero; rigassificatore sì o no e perchè; rapporto con la Slovenia, Euroregione e autonomia di Trieste; eccetera. Potrebbe parlare di tutto ciò ma raramente lo fa.

Nel proseguio del suo pezzo, Omero, si impegola a criticare i limiti culturali e politici di Roberto Dipiazza, come se tali definizioni non odorassero di snobismo, politichese fine a sè stesso e di testa-tra-le-nuvolezza. Eccolo all’attacco del popolare Sindaco del capoluogo:

Limiti politici [di Dipiazza], quando, piuttosto che [disegnare il Piano regolatore] partendo dai territori e dalla consultazione di cittadini, categorie associazioni e comitati per conoscere criticità e aspettative, ha pensato bene di secretarlo e di redigerlo con gli uffici con l’unico obiettivo “politico” di soddisfare ben determinati interessi.
Limiti culturali, quando non ha posto alcuna strategia per Trieste, ma lo ha gestito appunto solo nella logica mercantile dello scambio di favori.
Ora, tra i fascicoli aperti dalla Procura, i ricorsi annunciati da associazioni ambientaliste sul non rispetto delle normative europee per la valutazione ambientale e la sua possibile invalidazione dopo la sentenza del Tar favorevole all’Ordine dei geologi, il rischio che il piano sia nullo è reale.

Tutto bello e tutto vero. Ma, da cittadino, se devo prendermi il tempo per leggere Omero, preferirei che non si soffermasse sui dettagli tecnocratici del Piano regolatore ma che, magari toccando pure quelli, mi spiegasse apertamente e in dettaglio quali interessi il piano di Dipiazza soddisfa. Preferirei che Omero mi spiegasse come, invece, un piano regolatore ‘made in Pd’ potrebbe soddisfare gli interessi di me cittadino.

Do una scorsa agli ultimi 10 post di Omero. C’è la volonta di parlare con i cittadini. Questo mi piace. Ma il mio apprezzamento finisce là. Su 10 articoli del blog, 3 articoli parlano di diritti sociali nel dibattito nazionale; 3 articoli parlano del dibattito interno al Pd; gli altri 4 articoli sono gli unici centrati sui problemi di Trieste. Qualche spunto di questi ultimi testi aiuterebbe, se sviluppato per bene, a capirne di più della cosa pubblica locale. E a portare un po’ di consenso in più a Omero e al suo partito.

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