18 Marzo 2008

Gabelli su Mitrovica: “Quasi un gioco di forza tra serbi e soggetti internazionali”

Dopo i disordini di ieri, Gian Matteo Apuzzo ci manda questo pezzo con un’intervista a Guido Gabelli, di associazione per la Pace, che si trova a Mitrovica

Il 17 marzo per Mitrovica è sicuramente una data importante. Esattamente quattro anni fa scoppiavano gli incidenti conosciuti appunto come “gli scontri del marzo 2004” nei quali, in seguito ad una notizia, poi scoperta falsa, dell’uccisione di un ragazzo albanese, rimasero uccisi diciannove serbi e furono date alle fiamme decine di chiese e monasteri ortodossi.

E proprio oggi, 17 marzo 2008, è un mese esatto dalla dichiarazione di indipendenza del Kosovo, indipendenza mai accettata dalla parte serba della popolazione che, soprattutto nella parte nord del paese, si è attivata con continue manifestazioni fino ad oggi sostanzialmente pacifiche.

Oggi però Mitrovica ha vissuto un’altra giornata difficile della sua storia recente. Le notizie di stampa ci hanno riportato le informazioni e le immagini degli scontri, dei feriti, degli arrestati, e le reazioni delle diverse parti in campo.

Non vogliamo qui dare giudizi o in alcun modo giustificare le violenze, eppure, proprio perché il 17 marzo rappresenta una data così simbolica, è abbastanza naturale chiedersi perché proprio oggi si sia deciso di sgomberare il tribunale a Mitrovica nord, occupato da quattro giorni da qualche decina di persone della popolazione serba, in parte lavoratori del settore giudiziario rimasti senza lavoro.

Gli scontri stamattina sono scoppiati immediatamente dopo lo sgombero effettuato dalle forze dell’UNMIK, la missione ONU incaricata di amministrare il Kosovo dopo il 1999. Era l’alba, erano le 5.30, e fin da subito si sono radunati molti serbi intorno al tribunale e ai mezzi ONU che portavano via gli arrestati. Gli scontri sono stati violenti con sassaiole, lancio di lacrimogeni, ma anche con spari e il lancio di una granata. Gli organi di informazione riportano il ferimento di 150 persone, alcuni mezzi ONU sono stati dati alle fiamme, sono stati liberati alcuni degli arrestati.

Anche in questa fase delicata della vita del Kosovo, Mitrovica si conferma quindi la città dove il processo di sicurezza e stabilità presenta molte difficoltà e dove la pacificazione non fa passi avanti. La città dove la miccia della contrapposizione si accende con una tragica regolarità e dove la divisione tra le diverse comunità sembra insanabile.

Per capire meglio il clima che si respira in questi momenti a Mitrovica, al di là dei fatti che possiamo ritrovare su diverse testate anche online (consiglio la testata serba B92), ho sentito Guido Gabelli, il cooperante di Assopace che opera a Mitrovica nel progetto “Dialoghi di pace”, con il quale avevo trascorso in loco proprio un mese fa la settimana successiva all’indipendenza. Guido nel primo pomeriggio è riuscito ad andare nella parte nord della città e queste di seguito sono le impressioni che ci riporta.

Apuzzo: Come è la situazione in serata a Mitrovica dopo gli scontri della giornata?

Gabelli: Ora la situazione è tranquilla, ma si respira una cappa pesante. E’ tutto vuoto, si nota solo la presenza della Kfor (la forza militare Nato). E’ tutto bloccato, come se ci fosse il coprifuoco, anche se in realtà non è stato proclamato. Qualche segnale di vitalità è dato solo da qualche auto che passa nelle strade, ma non c’è nessuno in giro.

A: Dopo gli scontri dell’alba, come è proseguita la giornata?

G: sostanzialmente tranquilla, pur nella grande tensione. Tutto si è svolto nelle primissime ore del giorno, verso le 8 gli scontri più duri erano già finiti. Ho come la sensazione che fossero tutti pronti a muoversi, altrimenti non si capisce come alle 5.30 si siano subito radunati i manifestanti. Poi però ci sono state altre manifestazioni ma senza scontri o incidenti. Ad esempio nessuno riporta il fatto che verso la fine della mattina si è svolta la manifestazione studentesca 12.44 senza alcun atto di violenza. Bisogna ricordare che oggi era prevista l’ultima uscita degli studenti dopo un mese di manifestazioni quotidiane. Infatti gli studenti avevano previsto di finire oggi, come deciso appunto un mese fa, quando il 18 febbraio c’era stata la prima manifestazione dopo la dichiarazione di indipendenza.

A: Questo è un ulteriore elemento che rafforza la domanda sul perché proprio oggi si sia deciso lo sgombero del tribunale

G: questo è incomprensibile, e i fatti di questi giorni rendono gli avvenimenti di oggi poco chiari da inquadrare. Possibile che sia solo stupidità nel non considerare l’importanza della data odierna? Già dieci giorni fa i serbi avevano provato ad entrare nel tribunale, ma senza successo, vista la forte presenza delle forze militari; poi invece quattro giorni fa sono entrati tranquillamente e hanno occupato il tribunale senza l’uso della forza, come se qualcuno li avesse lasciati entrare. E poi si decide di sgomberare e arrestarli oggi. C’è qualcosa di poco chiaro.

A: Oltre al significato del 17 marzo, oggi poi era prevista a Mitrovica anche la presenza del Ministro Slobodan Samardzic, il ministro serbo per il Kosovo

G: esatto, e il suo discorso fatto ai serbi è stato ambivalente, da un lato invitava alla calma, dall’altro difendeva la legittimità dell’occupazione del tribunale, chiedendo la liberazione degli arrestati

A: questo come può essere letto dalle tue riflessioni in loco?

G: sembra stia prendendo forma un gioco ambiguo, nel quale i serbi premono per mantenere la presenza Unmik e evitare l’arrivo della missione Eulex (la missione europea che dovrebbe sostituire l’Unmik). L’occupazione del tribunale può essere letta come una provocazione ma anche come un prova per tastare il terreno, per misurare fino a dove possono spingersi. L’Unmik sta al gioco, li lascia fare ma poi all’improvviso proprio nel giorno più sbagliato usa la forza. Come se avesse pensato che le azioni dei serbi fossero in fondo accettabili ma poi avesse capito che con l’occupazione del tribunale si fosse superata la linea. E quindi stanno sostanzialmente tranquilli per quattro giorni e poi invece usano la forza. In questo gioco delle parti sembra che si sia sviluppato un braccio di ferro a quattro tra Unmik, Kfor, Eulex e serbi.

A: Allora, perché proprio oggi?

G: non ho una risposta precisa. Non voglio pensare che sia superficialità, come spesso accade. Eppure l’occupazione del tribunale era pacifica, non si capisce perché in un certo senso provocare oggi scontri così violenti. Sembra quasi una dimostrazione di forza, da opposti schieramenti. Infatti poi la giornata non ha avuto particolari incidenti, anche quando si poteva aspettarseli. Anche sul ponte oggi non c’era nessuno o quasi, solo pochi giornalisti, non c’era grande dispiegamento di forze e la manifestazione degli studenti è stata assolutamente pacifica.

A: e come ha reagito la popolazione albanese di Mitrovica sud?

G: A Mitrovica sud tutta la giornata è stata tranquilla, come se i fatti avvenissero a centinaia di kilometri di distanza. Basti pensare che non si è neanche radunata la folla vicino al ponte, come avviene in momenti di tensione. Sembra quindi tutto un gioco dentro ai rapporti di forza tra i serbi e le forze internazionali presenti, finalizzato a capire cosa sarà di Mitrovica nord.

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