6 Ottobre 2023

Il Premio Internazionale “R. M. Rilke” III edizione 2023 è stato vinto da Michele Obit con “La balena e le foglie”

Sabato 30 settembre presso il prestigioso Castello di Duino dove cent’anni fa vennero scritte le Elegie Duinesi del poeta praghese Rainer Maria Rilke, si è svolta la cerimonia di premiazione del III premio internazionale Rilke nel corso della quale sono stati premiati i finalisti della Sezione A opera edita Luca Baldoni con “Anno naturale” (Passigli), Michele Obit con “La balena e le foglie” (qudulibri) e Beatrice Achille con “Medeatiche” (Vydia editore, Menzione speciale under 35) con la proclamazione del vincitore Michele Obit con  “La balena e le foglie” (qudulibri) e il vincitore della Sezione B raccolta inedita, il poeta scozzese Christopher Whyte con “Non dimenticare gli angeli” in pubblicazione con Vita Activa Nuova, collana Poiein, testo in traduzione italiana con gaelico scozzese a fronte.

Oltre alle Autorità (l’Assessore del Comune di Duino Aurisina, Irene Blasig e la Senatrice Tatjana Rojc) erano presenti molti dei giurati del Premio Rilke coordinati da Christian Sinicco: la giuria della sezione poesia edita – composta da Sergia Adamo (Università degli Studi di Trieste), Elisa Donzelli (Scuola Normale Superiore), da Elisabeth Faller (Scrittori Carinziani – Austria), dalla senatrice Tatjana Rojc, dallo stesso Christian Sinicco e Mary Barbara Tolusso – ha avuto il compito di individuare una terna di volumi finalista a cui sono andati premi in denaro. La giuria della sezione raccolta inedita, formata da Adriano Cataldo, Isabella Leardini, Gabriella Musetti, Furio Pillan, Silvia Rosa e Alexandra Zambà, ha scelto invece l’opera di White che sarà premiata con la pubblicazione per i tipi della Casa editrice Vita Activa Nuova. L’opera verrà presentata il 25 novembre alla Casa della Pietra di Aurisina.

I vincitori, dopo aver passato la selezione, hanno prevalso su 242  opere partecipanti al concorso che si è chiuso a giugno, con un aumento di oltre il 24% rispetto all’anno precendente. Il Premio Internazionale “Rainer Maria Rilke”, organizzato dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, è cresciuto anche grazie alla collaborazione transfrontaliera tra i comuni di Duino Aurisina, Komen (Slovenia) e Buie (Croazia).

“La Terza edizione del Premio Rilke ha superato ogni tipo di aspettativa – ha voluto sottolineare il Presidente del Gruppo Ermada, Massimo Romita  raggiungendo tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati e aggiungendo contenuti  di alto valore: la diffusione del Premio a livello Nazionale e Internazionale, con la partecipazione di oltre 10 Nazioni Europee, autori provenienti da diverse parti d’Italia, la valorizzazione delle lingue minoritarie, la presenza e la valorizzazione dei luoghi sono stati certamente gli elementi qualificanti del Premio, che guarda già alle prossime due edizioni, che vedranno nel 2025, in concomitanza con Go|!2025, le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Rainer Maria Rilke”.

Sempre nella giornata di sabato 30 settembre al Castello di Stanjel (San Daniele del Carso) nel pomeriggio si sono tenute le letture di Poesia in tedesco, sloveno, italiano e romeno presso la Sala Max Fabiani con Svetlana Carstean, Veronika Dintinjana, Elisa Donzelli, Elisabeth Faller, Luca Baldoni  e Peter Waterhouse.

Il Premio supportato dalla Regione Fvg sul Bando umanistico, godeva del patrocinio di Grad Buje Città di Buie (Croazia), Območna Agencija Krasa In Brkinov D.O.O. (agenzia Regionale del Carso e Brkini – Stanjel Obcina Komen Comune di Comeno) Slovenia, CEI- Central European Initiative, Castello di Duino e il contributo del Comune di Duino Aurisina – Obcina Devin Nabrezina.

Motivazioni della Giuria

Premio Internazionale “R. M. Rilke”, III edizione 2023 – sezione A opera edita

 1° classificato Michele Obit, La balena e le foglie, qudulibri

 È la ricerca del luogo, extra locus, o di un posto ulteriore nel mondo ciò che caratterizza il viaggio di ascendenza quasi melvilliana de La balena e le foglie di Michele Obit. Un grande cetaceo degli abissi, il linguaggio o la sua caccia come ricerca continua; e accanto ad esso le foglie, i tanti passaggi di noi come “figlie” sulla terra (nella prima poesia lontane e sparse) che lasciano tracce della necessità silenziosa di parlare del mondo (altro titolo di uno dei componimenti centrali della silloge), agendo come l’“aratro” sul campo, soprattutto per sottrazione e cancellazione. Sottrazione che in Obit, poeta e poeta-traduttore, diviene per rovescio, o per difetto, valida semina.

2° classificato Luca Baldoni, Anno naturale, Passigli

 Anno naturale di Luca Baldoni preannuncia come profezia i giorni del lock-down e costituisce una meditazione quasi meteoropatica, epifanica, sull’avvento di una tragica costrizione: l’essere statici nel flusso del mondo. Nasce così un poema unitario, il catalogo di un’umanità di ascendenze anche lucreziane, uomini come piante, presenze come erbe osservate con dolcezza terrestre e disposizione filosofica al dettaglio.

La voce è compone un erbario fatto di rifrazioni, tangenze, echi tra diverse creature naturali e viventi ancora desiderose di lavorare sul linguaggio della poesia non solo per linee melodiche ma tramite osservazione a strati di una biologia che si fa botanica dell’esistere. E per scienza acquisita in grado di meravigliarsi, per il tramite del linguaggio poetico, della infinita molteplicità delle specie.

Menzione speciale under 35 Beatrice Achille, Medeatiche, Vydia editore

 Entrare in consonanza con il mito come un arco teso tra antichi e presenti. È questa la spinta di un alfabeto che non teme l’ormeggio nel porto più difficile della memoria: la memoria ctonia. La raccolta Medeatiche di Beatrice Achille ripercorre le vicissitudini di Medea ne Le argonautiche di Apollonio Rodio. Di Medea Norsa nata a Trieste, o nelle terre dell’alto Adriatico, dunque parente di geografie comuni all’autrice. La voce poetica inscena apertamente il rischio in cui può incorrere ogni scrittura definita ‘femminile’. Quello, da A. Rosselli in primis, di essere identificate, o di identificarsi, con l’epica dell’eroina. Ma rifuggire da una logica di clausura dell’io nello spazio del tragico non può che scontrarsi con l’attraversamento – in Achille melodico e al contempo post-moderno, quasi rock – di quella soglia inesorabile che è lo sbaglio legato al desiderio. Amare tutto dell’io per riconoscersi redente dalla colpa dell’unità divina: fuori dalla leggenda che fa ombra all’identità, genetica e di genere, attiva nel reale non immune a se stesso e in continuum diviso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *