9 Giugno 2023

“Sogni trasposti su un foglio di carta”. L’intervista ad Andrea Faggiana

el sunto L'intervista di Maria Fuchs ad Andrea Faggiana, uno primi partecipanti del gruppo di scrittura creativa Scritture Mal Educate

Oggi abbiamo il piacere di conoscere meglio Andrea Faggiana; uno primi partecipanti del gruppo di scrittura creativa ideato dallo scrittore Pino Roveredo e dallo psicologo Cristiano Stea, nel dicembre del 2012, dando la possibilità a diversi disabili e non di potersi esprimere esternando la loro anima artistica più profonda e intima.
È proprio da questo gruppo di scrittura creativa , spiritosamente intitolato: SCRITTURE MAL EDUCATE, che si sono sviluppati molti artisti della scrittura. Tra cui proprio Andrea Faggiana, a cui chiediamo subito:

Il gruppo di scrittura creativa SCRITTURA MAL EDUCATE, creato da Pino Roveredo, cosa ti ha lasciato?

La gioia di avere conosciuto persone straordinarie. Sembra banale, ma è la verità di ciò che ho sentito. Persone che hanno perduto qualcosa e che hanno avuto la forza di riempire quel vuoto con un sentimento di dolorosa felicità.
Un paradosso forse, ma è proprio nella ricerca di ciò che hanno, abbiamo, smarrito che hanno sviluppato un’Amore per la vita che il gruppo ha aiutato e permesso di portare all’esterno, potendolo condividere con chiunque volesse ascoltare i nostri racconti.

Andrea FaggianaAvete portato i vostri testi in teatro. Ma anche nelle scuole e anche in carcere:
tutte emozioni forti. Le descrivi, per i nostri lettori?

Si sono spese tante parole in relazione alla bellezza, alla forza di un incontro con persone che hanno avuto un passato e vivono un presente di sofferenza e disagio.
Leggere i nostri scritti ad una platea di persone private della libertà, persone rinchiuse in un carcere di massima sicurezza mi ha fatto dubitare della possibilità e sensatezza di ciò che stavo, stavamo facendo, ma la realtà supera sempre le nostre aspettative, soprattutto quelle al ribasso.
Alla fine delle rappresentazioni, alcune persone di quello “speciale” pubblico si sono avvicinate per ringraziarci, alcuni con le lacrime agli occhi.
Le classi scolastiche sono state l’esperienza più difficile per me. Tutti siamo stati studenti. Io ben mi ricordo che mantenere l’attenzione nelle occasioni proposte dalla scuola non sempre era facile. Capisco gli studenti. Alla fine delle letture non ricordo momenti di grande partecipazione, ma era ed è assolutamente normale.
La scuola si apprezza solo ad anni di distanza, da adulti, se ci si pensa si realizza che “c’era anche del buono in quei momenti impegnativi.”

Avete creato anche la manifestazione: ”Fuori percorso”; ce la puoi raccontare?

Da un’idea del dottor Stea e Pino Roveredo, è nata l’intuizione di sensibilizzare l’amministrazione della città e la cittadinanza sui problemi della fruibilità delle aree cittadine.
Una goliardica e chiassosa invasione di carrozzine, una parte delle quali messe a disposizione delle persone normodotate per provare l’ebbrezza di scalare gradini, marciapiedi e salite a forza di braccia e determinazione.
Il tragitto è stato inaspettatamente accompagnato dalla partecipazione delle persone e dei negozianti che incontravamo al nostro passaggio.
Una bella manifestazione che spero in futuro trovi nuovi spazi.

Sei considerato un uomo d’altri tempi: ti fa piacere questo complimento?

Beh, in tutta sincerità non saprei o forse sì. Scherzo!
Si, mi piace essere considerato un uomo “fuori dal tempo”, solo per poter osservare il mondo d’oggi da una prospettiva privilegiata. Un mondo che corre forsennatamente, perdendo purtroppo lungo il percorso anche troppe cose preziose.
Come un sorriso per un estraneo, la pazienza per un contrattempo, una parola di apprezzamento per coloro che lavorano per noi, magari tra mille difficoltà. Piccole cose. Sì, forse era un altro tempo…

Qual è il tuo poeta preferito?

Non ho un poeta preferito e senza falsa modestia non credo di scrivere poesie.
I mie brevi scritti sono più pensieri, immagini, piccoli desideri e sogni trasposti su di un foglio di carta. Un uomo di un altro tempo apprezza molto Wilde, Shakespeare, ma ama incondizionatamente King, Asimov, Dick… strani gusti… lo ammetto!

Amare gli animali e la natura , quanto aiuta alla sensibilità poetica e nel nostro comune quotidiano?

Una domanda facile!
Gli animali sono poesia.
Nella durezza della natura trovo la luce della vita. Ogni creatura occupa il giusto e necessario posto nel creato, svolgendo il “suo compito” con la determinazione di un istinto che è divino e poetico.
Perché il nostro mondo è pura poesia, basta solo osservarlo con gli occhi dei cuore.

Hai voglia di risalire su un palcoscenico , insieme alle tue poesie?

È una cosa alla quale ho pensato spesso, ma la magia di “Scritture Mal-Educate” non potrà ripetersi.
(n. d. r. Nel 2019 il gruppo ha subito un’improvvisa sospensione.)
Ma se avessi l’occasione di rimettermi alla prova, non mi tirerei indietro.

Qualche poesia di Andrea:

El gato, la foia e la Bora;
De fora sufia forte la Bora.
El Gato el varda fora come che sufia la Bora.
Come mato diventa el gato,
co’la foia che ghe ga regalà la Bora.
El cori avanti e ‘ndrio che par che el fazi un desio.
Ma el se varda ben de andar fora, el gato, con ‘sta Bora.
Mato si, ma sempre gato.
De dentro al caldo el ‘scolta la Bora che la sufia e canta de fora.
Ma ‘desso el gato dormi sognando el de fora, una foia che cori co’la Bora.

SOGNI
Chiaro scuro,
come il chiaro di luna e l’oscurità,
creata da una eclissi.
Come un capitano coraggioso,
che va ad un arrembaggio occulto,
nuvole e stelle, come sole e ombra che giocano a creare bizzarri disegni astratti.
nuvole dritte, come le scie di un aeroplano, nella sua rotta.
E desiderare di mangiare della panna montata, osservandole.
una consolazione, per chi si sente IN EQUILIBRIO su di un filo invisibile e che può cadere in un baratro da un momento all’altro,
come il tocco di una mano,
pensiero e desiderio, profumo di un ricordo,
immagine di bambino,
memoria di una felicità vissuta e
ora quasi dimenticata,
sogno sul mare,
assaporando l’immensità che
rapisce il cuore,
canto di un uccellino,
che distoglie il pensiero
e lo conduce alla libertà,
come il vento che
soffia lieve facendo rabbrividire le foglie,
strappando loro un sussurro sensuale,
sguardo che si perde sul mondo,
sino a rapire L’EQUILIBRISTA dal suo impegno a non cadere,
anelito di consapevolezza,
caldo tepore,
di un mondo riscaldato dal sorriso del sole,
quasi a ricondurci nel grembo materno,
sogni…

SENSAZIONI
Fa piacere quando; ti fermano per strada perché ti hanno riconosciuto e vogliono farti un complimento.
Fa piacere quando; ti abbraccia un cantante mendicante , dopo che gli hai dato l elemosina.
Fa piacere quando; il sole riflesso dal mare ti riscalda.
Fa piacere quando; il tuo gatto fa le fusa per aver ricevuto una carezza.
Fa piacere quando un profumo ti ricorda una persona cara, un luogo, un’emozione.
Fa piacere quando l’acqua del mare ti ricorda, con un brivido, che sei vivo.
Fa piacere riconoscere un volto amico nella folla indifferente.
Fa piacere sapere che il domani verrà a donarti un sogno.
Fa piacere sentire il canto degli uccelli la mattina, quando i sogni ancora non sono scomparsi dalla memoria.
Fa piacere sentire una lacrima sul volto, quando un ricordo d’amore ci lascia senza fiato.
Fa piacere… Fa piacere sapere che una piccola gioia non ci sarà mai negata dalla vita.
Il piacere di una lacrima sfuggita per la gioia di essere parte del piacere nel cuore degli altri.

MISTERO MISTERIOSO
Mistero misterioso, come un romanzo giallo da inventare e risolvere.
Guardare le persone
che passeggiano
senza essere visti
e immaginare la loro vita quotidiana.
I loro piccoli gesti, le loro abitudini, i loro vizi, i loro desideri.
Cercare di indovinare, scoprire, credere.
Desiderare!
Le vite degli altri. Saranno come le nostre?
Saremo noi come loro?
Le mie debolezze, sono quelle degli altri, come possiamo saperlo?
L’amore?
Si, l’Amore. Come amano gli altri, amano come amo io? Ed io, amo come loro?
Concentrati su noi stessi, vediamo il mondo distorto dalla lente dei nostri pensieri più intimi e nascosti persino a noi stessi.
Ed eccoci, allora, a immaginare le vite degli altri, alla ricerca di conferme o smentite.
Ma importa davvero sapere?
No. È solo un gioco ozioso.
No, non ci serve sapere.
Conosciamo già.
Noi stessi.
Sappiamo già.
Lo so già.
La mia vita è mia.
Il mio Amore è il mio.
Possiamo guardare gli altri scrutarli curiosi, gelosi, ma il vero MISTERO, siamo noi per loro, come loro per noi.
Riflessi in uno specchio.
Io. Noi. Loro…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *