Torna in libreria Il richiamo di Alma, uno dei libri più importanti dell’autore triestino Stelio Mattioni, pubblicato da Adelphi nel 1980, e ora ripubblicato da Cliquot edizioni (una casa editrice che si occupa proprio di questo tipo di recuperi preziosi), con la prefazione della figlia di Mattioni, Chiara, e la postfazione di Gianfranco Franchi; in libreria da pochissimi giorni.
Stelio Mattioni è una tra le voci più originali della letteratura triestina del secolo scorso. Fu scoperto da Bobi Bazlen («Era l’unico amico della mia vita», affermò Stelio Mattioni alla sua morte), ha pubblicato i suoi romanzi con le maggiori case editrici nazionali, tra tutte Adelphi. Impiegato d’ufficio come Svevo, Mattioni attinge dalla realtà che lo circonda il materiale della sua narrativa, collocando i suoi personaggi nelle strade e nelle case di Trieste, scenario costante delle sue pagine seppure spesso trasfigurato. La Trieste di Mattioni è una città surreale e misteriosa, fatta di strade senza fine, porte chiuse, giardini e mondi impensati dietro facciate anonime.
Tra semplicità e segreto, tra mistero e amore, tutta la narrazione, fantasmatica ed evocativa, ruota attorno alla figura di questa donna, Alma.
La «figura bianca» di una ragazza in piedi sulla balaustrata di una grande scala di pietra: è la prima apparizione di Alma, il suo primo «richiamo», fra i molti che attraverseranno poi la vita di un uomo da lei perennemente attratto e insieme incapace di afferrarla o di decifrare il significato di quel richiamo. Importantissima e molto suggestiva in questo libro è la geografia delle strade di Trieste, che seguono i percorsi della mente e dell’anima, il perdersi nel labirinto per inseguire le apparizioni di questa donna, che è una visione sfuggente.
Calvino scrisse di lui sul “Menabò”: «uno scrittore che mi pare del tutto eccezionale. Non somiglia a nessuno, ha un mondo fantastico proprio e di grande forza, ed è misterioso sul serio, senza nessuna compiacenza fumistica». Il fantastico e il grottesco si mescolano nelle sue opere, e da molti venne considerato a tutti gli effetti uno scrittore di letteratura fantastica e messo sulla scia di Buzzati e anche di Pirandello per alcuni meccanismi in alcune sue opere.
ecco finalmente qualcosa per fuggire dalla pandemia e dalla crisi di renzi
Ricordo quando il Piccolo pubblicò a puntate, un’estate, questa storia. Penso tre o quattro anni fa. Mi ha colpito per l’estrema bruttezza dei disegni e per l’insulsaggine della storia in sé. Ma de gustibus.