Sarà presentato martedì 16 aprile alle 17.30, rigorosamente presso l’Osteria da Libero in via della Risorta 7/a, il libro “Libero libera tutti”, scritto da Francesca Sarocchi con disegni di Chiara Gelmini.
Le due autrici dialogheranno assieme alla scrittrice Chiara Gily (Triestini e Napoletani, 2017), accompagnandoci in un viaggio tra jota, patate in tecia, personaggi particolari, invenzioni geniali, telefonate improbabili e aneddoti divertenti, alla scoperta di com’è oggi e com’era ieri l’osteria che ha caratterizzato la storia di Trieste.
Il libro infatti non è centrato solo sulla figura di Libero, storico oste citato nelle guide turistiche di tutto il mondo e descritto da Magris sul Corriere della Sera come “mitico”, ma alterna il ricordo di quel periodo storico con il racconto dell’atmosfera di oggi, alle prese con prenotazioni saltate, scambi di osterie e situazioni tragicomiche. Come quando, ai primi tempi della nuova gestione, è stato assegnato all’osteria un numero di telefono precedentemente appartenuto alla Salus. E così era facile imbattersi in richieste del tipo “La scolti, credo de gaver le emoroidi, podessi venir a farme visitar?”. E che dire dei turisti tedeschi che in pieno agosto domandano di poter assaggiare la tipica jota triestina?
In mezzo a tutta questa umanità, spiccano ancora le idee geniali dell’oste Libero, come quando il suo progetto per raddrizzare la torre di Pisa, nato dall’esperienza di lavoro in miniera, gli è stato poi copiato da più illustri ingegneri.
Il libro, già disponibile in libreria e online tra i libri triestini, fa parte della collana Strafanici, dedicata alle particolarità tutte triestine che rendono la nostra città unica. La collana comprende il best-seller “El Pedocin”, che ad oggi sfiora le 8.000 copie vendute, il suo seguito “Ciacole al Pedocin” e “Mirella Boutique”, dedicato al negozio dove ogni giorno, dalle prime luci dell’alba, si rischia di venire travolti da una folla di donne di tutte le età alla ricerca dell’occasione perduta. I titoli avranno presto un ulteriore seguito, perché gli spunti a Trieste sicuramente non mancano!
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Libero, Nerina cole sue patate in tecia…spetar tempi biblici che le fussi pronte.Prendere o lasiare… e cossa, ciò! spetavimo,no?!
Gnanche ecelse ste patate in tecia, ma volé meter l’atmosfera? altro che chef stelati!
Mai più riasaporà ” Il gusto un po’ amaro di cose perdute,di cose lasciate lontano da noi,dove il mondo è diverso, diverso da qui”.
Coro a cior un per de copie e cussì l’operazion ovo- de Paqua- pei- grandi, xè brilantemente risolta!
co’ Libero in via Risorta iera Libero, co’ Marino in Cavana iera Marino…ma la triestinità se rinova e riva Uolter e ne basta un codindio per sentirse complici.
El come che ierimo rinverdissi nel come che semo e in qualche modo sempre saremo,finché de noi se scriverà e ghe sarà el morbin de inventarse nove iniziative domace.
Eh!Speravo in un fedele più informato amarcord,tale da rendere un’atmosfera…mi è parso piuttosto un pamphlet pubblicitario del ristorante modaiolo portato avanti dal nipote.
Se doveva essere liberatorio, questo superficiale “Libero” qui, mi ha piuttosto imprigionata nei miei ricordi , cui sognavo di dare la stura, magari un po’ dispiaciuta che fossero condivisi…
Mi capita sempre con le cose di Trieste mia. Dalle fictions ,agli articoli sui giornali nazionali…
” come un amore con gelosia” *
ma in questo caso ,non c’ è pericolo!
*(Sempre grazie Umberto S. nostro)
Fiora, per soddisfar le tue esigenze de “amarcord” te segnalo un altro libro: “Libero – storie di un oste triestino” de Gaetano Longo, edizioni Lint
@4
Grassie Furio, zercherò!E bypassando l’esile testimonianza in ogeto (” Libero”, ahah, ognidun de pensarla come che vol…)volessi rifar una domanda zà fata invano in passato, ma che un poco me inquieta.
A qualchedun altro ghe toca come mi de no rivar a vardar la nostra Trieste per televison o ‘ntele pelicole? de no rivar scoltar notiziari o leger articoli nazionali che la riguarda?
Nono , tropo fazile sarìa risponder perché no xe atendibili o roba compagna, maché! Mi leteralmente no rivo gnianche scuminziar…me beca un disagio che no rivo a spiegar e subito molo.
L’unica spiegazion che me son dada xe el stracitado verso de Saba “amore con gelosia” de no volerla divider coi foresti…diritura oltre la curiosità de saver. Quieta follia la mia…po’ penso a ritorni economici del farghe rèclam e me rasegno.