Pearl Jam, a Trieste.
Io sono uno scettico che ha spesso torto.
Ancora saturo delle emozioni e della scaletta di San Siro, passeggiando attorno al Rocco questo pomeriggio, pensavo che difficilmente avrei vissuto un concerto pregno come quello di Milano qui nello sconosciuto territorio di confine.
Un amica lontana mi aveva chiesto di riassumere il concerto di Milano in una parola, e quella parola per me era “Family” (vedi resoconto precedente).
Il concerto dei Pearl Jam comincia con [..]Small Town, il cielo é ancora chiaro e il pubblico del Rocco sembra piu freddo di quello di San Siro. Eddie esordisce dicendo ( Per una migliore interpretazione del contesto storico culturale i discorsi di Eddie saranno tradotti e reinterpretati fedelmente in triestino):
“Muli, a Milano go bevu troppo. Oggi no bevo. Giuro. Bon, va ben, ma solo una ioza, femo un brindisi!”
Mi ci vuole un po per capire che qualcosa, però, é cambiato. A Milano percepivo molta tensione, pensavo fosse il dolore fisico e l’emozione per il ritorno da un pubblico amico.
Stasera a Trieste invece, suonando Why Go, Animal e Corduroy la tensione era sparita e restava solo energia grezza, liberatoria, animalesca sul palco.
“L’altra setimana go perso el mio miglior amico. Iero con lui quando xe morto. No stago ben, son sai triste, podemo saludarlo tutti insieme un ultima volta? Ciao John”
Noi triestini siamo burberi e difficili, ma insostituibili nel momento del bisogno. E il Rocco si trasforma il un cielo stellato fatto di migliai di cellulari e accendini (si, qua gavemo ancora i impizini ai concerti, vecchia scuola po !!), ad accompagnare il saluto commosso.
Piu tardi, Eddie dirà: “Stago ancora zercando de refarme da la morte del mio amico, ma voi me ste iutando un casin a star su, a no esser triste. No stemo pensar a le robe tristi, pensemo a quele bele, vardemo el mar, vardemose nei oci, stemo su”.
L’avete sentita tutti l’energia con cui la band ha suonato, sincera, inarrestabile, come una giornata di vento a spazzar via le nuvole.
Dovendo pensare ad una parola che riassuma il concerto di oggi direi “Release”. Una liberazione, ma anche un rilascio di energie, di tensione e dolore, come una cura.
Come una giornata de Bora.
Cari Pearl Jam torne presto, sé Muloni Onorari e no lo gavé ancora capido.
[foto di copertina di Mauro Loredan]
recension top per un concerto stratop!
OOOOH 😀 me ga piaso anche a mi che no iero ^____^
assolutamente concerto top! e recension toppissima!
Tuto toooooop!!!
…sono arrivata anch’io da una citta’ di mare…ma dal polo opposto dello stivale…dal ‘DEEP’ SUD;….x il concerto dei miei amatissimi PEARL JAM, a TRIESTE (e non Milano)…perché non l’ avevo mai visitata; ci ho lasciato il cuore…perché è una citta’ meravigliosa, diversa da tutte le altre….e per il concerto SPLENDIDO, EMOZIONANTE e COMMOVENTE…..è assolutamente valsa la pena spararsi in macchina 2000 km( bari-trieste / trieste-bari) ed essere al lavoro il giorno dopo; distrutta ma con un fantastico ricordo che, a distanza di due settimane non mi abbandona ancora….
ovviamente recensione azzeccatissima….w i PEARL JAM….a TRIESTE!!!!!!!!