Sabato scorso è uscita L’edizione quindicinale a stampa de “La Voce di Trieste” è uscita con un’inchiesta su “Politici, corruzioni e giustizia” che sostiene l’esistenza nella città adriatica di “un influente sistema parassitico locale di corruzione tra politica e malaffari, dotato di agganci nazionali e coperto sinora da impunità ambientali”, in particolare nei settori degli appalti pubblici, dell’edilizia e dell’urbanistica.
L’inchiesta riassume numerose vicende di cui il periodico si è già occupato, ed analizza come “caso esemplare” la vendita di un terreno del Comune all’allora sindaco Roberto Dipiazza, in violazione senza precedenti in Italia del divieto specifico di legge (art. 1471 c.c.).
Secondo il giornale triestino, nonostante numerose denunce penali dal 2009 e di stampa dal 2010, la compravendita in violazione di legge è stata consentita e coperta a tutt’oggi in anomala solidarietà trasversale dagli apparati politico (incluso l’attuale sindaco Cosolini) e giudiziario locali, consentendo al sindaco Dipiazza di rivendere il terreno a costruttori con un guadagno valutabile sui 200.000 euro, mentre gli illeciti ipotizzati a carico dei corresponsabili si avvicinano a prescrizione.
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