18 Aprile 2013

Fallisce la libreria Fenice

Chiude un’altra libreria a Trieste, dopo la Bancarella di San Giacomo. Le porte della Fenice sono chiuse da stamane per fallimento. Negli ultimi anni avevano già chiuso la James Joyce, in stazione e la storica libreria internazionale Italo Svevo, in Corso Italia.
Sotto, il pupolo beneaugurante di Michele Zazzara.

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9 commenti a Fallisce la libreria Fenice

  1. Bruno Carini ha detto:

    xe sempre un luto quando sera una libreria; la Italo Svevo po!

  2. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    Confermo, purtroppo i margini di guadagno imposti dalle case editrici, gli sconti che si concedono per attirare i clienti, la concorrenza delle edicole, la possibilità di scaricare da internet tantissimi testi, l’arrivo di e.book sono le cause della chiusura delle librerie.
    Soltanto quelle in franchising o di vendita diretta della casa potranno sopravvivere.
    Oppure riciclarsi in libraio specialistico che gestisce da solo , altrimenti il flop e’ garantito.

  3. Erix ha detto:

    Mi dispiace sinceramente. No saprei che altro dire.

  4. michela ha detto:

    è il progresso, bellezza. quando inventarono e diffusero le automobili, cosa dovevano fare i sellai? qualcuno trovò una nuova strada e si riciclò come Gucci e come Hermes. quando inventarono la macchina da cucire, le sartine dovevano suicidarsi in massa? tra la gente che perde il gusto di leggere, l’ignoranza che aumenta, la scuola che non riesce ad ispirare interesse per la letteratura, e la comodità di e-book e testi on line, il cartaceo viene per forza ridimensionato.

  5. Paolo Nanut Standrez-Gorica-Gorizia ha detto:

    Quando chiude una libreria dispiace sempre, ricordo ancora la libreria Equilibri di Gorizia di Gianni Fierro che è stato costretto a chiuderla per gli stessi motivi. Libreria piccola ma graziosa nella quale non mancavano incontri culturali di un certo spessore. Uno per tutti l’incontro con Sergio Endrigo. Fra l’altro oltre a trovare volume particolari fuori dal solito circuito imposto dalle case editrici più importanti, ebbi l’occasione di poter conoscere autori alle prime armi che poi sono diventati di fama come Silvia ballestra, Simona Vinci, Giuseppe Culicchia, Gianluca Morozzi, Marilia Mazzeo, Giuseppe Caliceti ecc…

  6. Fiora ha detto:

    Come vado ripetendo con diretta cognizione di causa sulla mia pelle,in tutti i settori il commercio al dettaglio tradizionale è destinato a scomparire,succeduto da quello on line E’ un’evoluzione irreversibile, in aggiunta ma a prescindere dalla “crisi” cui generalizzando si accenna.
    …Il contatto umano ormai superfluo. Un clic ed il mondo ci entra in casa. Sempre più indisturbati? isolati! Più comodi? statici! e sempre più…soli. 🙁

  7. marco barone ha detto:

    chiudono le piccole librerie, ma nello stesso tempo aprono le grandi catene di librerie, vedi per esempio in galleria a Ts dove a breve aprirà la ubik.
    I pesci grandi divorano i pesci piccoli, quale libreria indipendente? A Trieste ancora alcune tengono banco, difendiamole!

  8. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @7 MARCO BARONE : Io dopo più 30 anni a malincuore ho dovuto chiudere il ramo d’azienda.

    E’ praticamente impossibile tenere aperta una
    libreria con i margini di guadagno lordi,
    25 /33% sul prezzo di copertina.

    I conti sono semplici, costo del dipendente, costo delle utenze, costo della locazione,
    varie ed eventuali ,per attenta che sia la gestione non meno di 6000 € mensili di spese.

    Apertura media 22 gg mensili , bisogna riuscire ad incassare 18,000 euro al mese
    per andar pari ,che vuol dire 818 Euro per giorno lavorativo che ad una media di 30 euro per libro (che non esiste)
    vuol dire vendere 22 libri al giorno !!!

    Trieste che e’ una grande lettrice di libri,
    con tutte le Librerie esistenti tra nuovi ed usati non ce la fa a mantenerle tutte, auguro lunga vita a quelle che restano ma dura la vedo per quelle che sono fuori dai franchising o vendite dirette.

  9. giorgio (no events) ha detto:

    Purtroppo in città vediamo la crisi economica che si abbatte sul commercio, ma quando chiude una libreria, ma anche un cinema o un teatrino, oltre al gestore e i lavoratori, perdiamo tutti qualcosa.

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