30 Gennaio 2013

Scempio in Val Rosandra: ecco i nomi dei responsabili

Chiuse le indagini sullo scempio in Val Rosandra, compiuto il 24 e il 25 marzo 2012 dagli uomini della Protezione Civile. L’inchiesta è scattata dopo un esposto presentato dalla segreteria nazionale del Wwf. Il pm Antonio Maggiani ha reso noti i responsabili. 

Fra i primi nomi c’è quello del vicepresidente della regione Lucia Ciriani. Nel provvedimento di chiusura indagini compaiono anche i nomi di Guglielmo Berlasso, direttore regionale della Protezione civile, il sindaco e il vicesindaco di San Dorligo della Valle, Fulvia Premolin e Antonio Ghersinich, il geometra Mitja Lovriha, caposervizio dell’area ambiente e lavori pubblici del Comune di San Dorligo, Cristina Trocca e Adriano Morettin, funzionari della Protezione civile regionale e infine quello di Loris Bombardier, titolare della ditta specializzata di Arta Terme che aveva provveduto al taglio degli alberi. Gli accusati avranno 20 giorni di tempo dal momento della notifica per chiedere di essere interrogati o inviare al pm, tramite gli avvocati, memorie o documenti. Poi il fascicolo Val Rosandra entrerà nelle competenze del giudice per le indagini preliminari al quale spetterà la valutazione della probabile richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm.

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16 commenti a Scempio in Val Rosandra: ecco i nomi dei responsabili

  1. Paolo Rovis ha detto:

    Responsabili? Sono già stati condannati?

  2. capitano ha detto:

    …secondo l’accusa.
    Si può dire, credo sia corretto in italiano.

  3. hobo ha detto:

    “responsabili” non significa “colpevoli”.

    se poi siano o non siano colpevoli di qualcosa, lo stabilira’ appunto un eventuale processo.

  4. Al Custerlina ha detto:

    Paolo Rovis, essere “responsabili” o “responsabilizzati” vuol dire espletare un lavoro o una funzione dovendo rispondere al committente sui risultati ottenuti.
    Capisco, però, che per un politico questo sia un concetto duro da digerire. 😉

  5. sfsn ha detto:

    El fatto che Rovis no sappi che in qualsiasi atto pubblico esisti una figura che se ciama tecnicamente “Responsabile del procedimento” la disi longa sula sua preparazion come pubblico amministrator

  6. ufo ha detto:

    Previsione: desso tutta la fazenda la finissi in un cassetin come nela milior tradizion dela giurisprundezija de oltre Timavo – fino a quando de colpo no la diventa improvisamente atuale e urgente e roba de prima pagina. Tipo co mancherà un mese ale prosime elezioni in comun?

  7. effebi ha detto:

    24, 25 marzo 2013…
    appuntameno in valle un anno dopo, con macchine fotografiche, spunterà nuove gemme, sarà de taiar l’erba…

  8. Triestin - No se pol ha detto:

    i ga dito che no se pol più profanar la valle, saria sacrilegio…e porteria sfiga; bisogna rimandar tra 40 anni al prossimo intervento della protezion

  9. fabry ha detto:

    Be’, hanno fatto presto: solo 10 mesi per mettere insieme una lista di nomi dei principali soggetti coinvolti. E le indagini preliminari devono ancora cominciare… Quando (se) si arriverà a sentenza in val Rosandra saranno cresciute le sequoie.

  10. effebi ha detto:

    appunto, quindi, allora, qual saria el “tragico danno” ?

  11. ufo ha detto:

    Il perito: «Nessuno scempio in Val Rosandra»

    Il geologo nominato dal magistrato definisce «idoneo a prevenire rischi» l’intervento di deforestazione attuato nel 2012

    Un intervento «idoneo e congruo», messo in atto «in vista di una condizione di rischio di emergenza». Non una manutenzione ordinaria, ma straordinaria, posto che nella zona non erano state effettuate operazioni del genere nel corso almeno dei dieci anni precedenti. Un’azione sì portata a compimento non di fronte a «un’urgenza», fattispecie che avrebbe comportato «pericolo per gli operatori», ma «adeguata a scongiurare il rischio idrogeologico paventato», in particolare in caso di piena del torrente e di compresenza di raffiche di vento. Un rischio che avrebbe potuto avere un riverbero anche a valle, sino all’abitato di Bagnoli della Rosandra. Sono queste le conclusioni alle quali è giunto il geologo Cristiano Mastella, il professionista cui il giudice Marco Casavecchia aveva affidato la perizia per fare chiarezza su quanto accaduto il 24 e il 25 marzo del 2012 in Val Rosandra … Mastella ha messo in evidenza come decisivo fu, per la decisione poi presa, il «sopralluogo dell’8 febbraio 2012» compiuto dall’«occhio esperto» di operatori e delegati degli enti (Comune di San Dorligo della Valle e Regione Friuli Venezia Giulia) e che portò ad accelerare l’intervento nella cornice del progetto “Alvei puliti”, e ha inoltre rilevato che «se fosse stata fatta una manutenzione regolare in Val Rosandra, tutto questo immagino non sarebbe successo».

  12. ufo ha detto:

    Val Rosandra, scempio inventato dal pm

    Dure le arringhe dei difensori degli imputati. Chiesti anche i danni al Wwf e allo Stato: «Processo orientato a prescindere»

    «Pensavo che il pm si alzasse e chiedesse scusa». Non è andato per il sottile l’avvocato Luca Ponti che ieri mattina ha iniziato con questa frase, condita dalla parola «delusione», la sua arringa – come difensore dei vertici della Protezione civile – al termine del processo sulla Val Rosandra. Se nella sua requisitoria il pm Antonio Miggiani aveva parlato di «dramma» e di «evento funesto» e chiesto per gli imputati (l’ex vicepresidente della Regione Luca Ciriani, l’allora capo della Protezione civile Guglielmo Berlasso, il funzionario Crisina Trocca e l’operativo Adriano Morettin) quattro pene identiche a un anno d’arresto e 2mila euro di multa, il difensore ha parlato senza mezzi termini di «dissociazione dalla realtà».

    Lo ha fatto riferendosi alla perizia disposta dal giudice del geologo Cristiano Mastella che aveva definito l’intervento del marzo 2012 idoneo a prevenire i rischi e adeguato a scongiurare il rischio idrogelogico paventato, il taglio di 41 piante di alto fusto nell’alveo del torrente Rosandra. Non solo: Ponti ha chiesto al giudice monocratico Marco Casavecchia di condannare le parti civili (leggasi Wwf e Avvocatura dello Stato) al pagamento di 150mila euro per il danno causato per l’intera durata del processo che «si voleva fosse orientato a prescindere». E poi caustico ha aggiunto: «Devono spiegare come può esserci stato un intervento di danno senza danno». E poi ancora più pungente: «Come può il giudice giudicare un intervento da una foto e far citare dei testi con la stessa logica con cui si fanno i sondaggi del Festival».

    L’avvocato Caterina Belletti – difensore dell’ex vicepresidente della giunta – ha puntato al nucleo della vicenda. «Ciriani – ha detto – non c’entra. Ha semplicemente recepito il contenuto delle relazioni tecniche e non poteva fare altro. E questo – ha spiegato – a prescindere dal fatto che l’intervento è stato eseguito correttamente. Il pm – ha osservato Belletti – non ha tenuto conto del fatto che si è agito sulla delibera della giunta. Ciriani non poteva mettere in discussione la relazione di due organi tecnici. Avrebbe dovuto non firmare. Ma sulla base di quale presupposto?».

    Secco l’avvocato Paolo Pacileo, difensore di Morettin: «Questo è stato un processo che non ha mai avuto alcun senso. In maniera disarticolata ha coinvolto un gruppetto di persone senza alcuna logica. Il paradosso è che lo Stato ha voluto processare la Regione per un atto che è stato di tutela della pubblica incolumità». Si continua il prossimo 29 febbraio.

  13. ufo ha detto:

    Come prognosticato il procedimento giudiziario si è concluso con l’assoluzione degli imputati: “per non aver commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato.

  14. John Remada ha detto:

    Potevi aprire un picchetto ufo…..Assoluzione a 1/10 ….colpevolezza a 20 contro 1 !!!

  15. Kaiokasin ha detto:

    In primo grado e fatta salva la procedura d’infrazione che può aprire l’UE, visto che lo scempio è stato compiuto all’interno di un’area Natura2000 (Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale) oltreché Riserva regionale.
    Comunque aldilà dell’esito del processo (all’italiana) rimangono i soliti problemi.
    Una Protezione civile che agisce sempre in emergenza, anche quando non c’è proprio come nel caso in questione, fuori da ogni regola e controllo, senza pianificare sul lungo termine, senza considerare il parere degli esperti.
    E una politica ignorante dei valori naturalistici.
    Nessun giudice potrà ridarci quell’ambiente che è perso, almeno per me che vivrò ancora 50 anni più o meno. Per cosa poi?

  16. ufo ha detto:

    Primo grado? Procedura d’infrazione? Figurati. In attesa di leggere, eventualmente, il testo esatto della sentenza va rilevato che questo verdetto rappresenta l’atto finale di uno spettacolo rituale senza più scopo di esistere, uno zombie tenuto in vita solamente dalla necessità di salvare le apparenze. Questo processo era un “morto che cammina”, e la data del decesso è l’ottobre del 2014, quando il pubblico ministero ha chiesto il non luogo a procedere e l’archiviazione anche per l’ultimo rappresentante del locale comune. Di ricorrere in appello contro l’assoluzione di Ciriani e di tre passacarte regionali non gliene frega niente a nessuno – così come non gliene fregava niente di mandarli sotto processo: non erano loro il bersaglio, e non puoi ricorrere in appello contro un non luogo a procedere…

    Anche la paventata procedura d’infrazione europea nasce con ben poco ossigeno: è conseguenza diretta del fatto che, alla richiesta di Bruxelles di maggiori informazioni, qualcuno si è “dimenticato” di rispondere per tempo. Sarebbe sommamente interessante a questo punto sapere, con nome e cognome, chi aveva il compito di rispondere alla richiesta comunitaria e perché non l’abbia fatto – ed eventualmente coinvolgere la Corte dei Conti per verificare l’ipotesi di danno erariale?

    Sunto per gli ingenui che prendono in parola un quotidiano comunemente denominato ‘bugiardello’, e che credono che il fulcro del problema fossero platani, ontani e batraci assortiti: no. Questo processo è stata una battaglia di tutt’altra guerra, dove il bottino per il vincente era rappresentato da ben più vile pecunia. Si trattava di soldi, per intenderci, virtuali – in quanto al momento ne esistenti, ne previsti, ma qualcuno ha comunque inteso fin d’ora posizionarsi nella speranza che prima o poi le risorse finanziarie destinate dalla regione a parchi e riserve torneranno a livelli da terzo mondo, se non addirittura europei. E in tutto questo rimestamento un mucchio di personaggi, sia innocenti che meno, ci ha fatto una figura decisamente squallida.

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