9 Novembre 2012

Si inaugura domani al Magazzino delle idee la mostra fotografica di Ziyah Gafic

Sabato 10 novembre 2012 alle ore 19.00 presso il Magazzino delle Idee, S/paesati – eventi sul tema delle migrazioni”, in collaborazione con la Provincia di Trieste nell’ambito del progetto “Bosnia 20 anni dopo – il lavoro al tempo della globalizzazione” , Fabio Amodeo presenterà la mostra fotografica Ricerca di identità di Ziyah Gafić, celebre fotografo bosniaco che commemora la guerra in Bosnia attraverso le immagini degli oggetti che sono stati ritrovati nelle fosse comuni.
Un’orazione silenziosa, perché ogni oggetto diventa intimo, unico e comune al medesimo tempo.
Ricerca d’identità ritrae oggetti semplici, personali, che le vittime del genocidio in Bosnia hanno portato con se nel loro ultimo viaggio e che dimostrano come non avessero idea di ciò a cui sono andati incontro: uno spazzolino, degli occhiali da vista, un accendino, un orologio che segna l’ora della morte.
La devastazione che ha colpito la nazione nei primi anni ’90, ha causato la scomparsa di circa 30.000 cittadini. Come parte del processo di identificazione, gli oggetti personali ritrovati con i resti delle vittime sono stati raccolti dalla Commissione Internazionale per le persone scomparse, fondata nel 1996 dal presidente americano Bill Clinton e dall’analogo istituto del governo di Bosnia, diretta da Kathryne Bomberger, già ospite di S/paesati il mese scorso.
Ziyah Gafić ha fotografato ogni oggetto esumato dalle fosse comuni al fine di creare un archivio visivo che restituisse un nome ai corpi rinvenuti e che i sopravvissuti potessero consultare con facilità. Oltre all’utilizzo come mezzo di identificazione delle vittime, gli oggetti vengono usati anche come prova forense nei processi in corso per crimini di guerra. I sopravvissuti ai massacri vengono a volte chiamati a tentare di identificare questi oggetti personali, ma si tratta di un procedimento estremamente lento e difficile, inefficace e doloroso.
Quando tutte le persone scomparse verranno identificate, rimarranno di loro soltanto le tombe e questi oggetti quotidiani. In tutta la loro semplicità, questi oggetti sono l’ultima testimonianza dell’identità delle vittime, l’ultima, permanente traccia della loro esistenza.
La mostra sarà visitabile dal 10 novembre al 2 dicembre al Magazzino delle Idee – Corso Cavour 2 (ingresso lato mare)ai seguenti orari:
Martedì: dalle 10.00 alle 13.00
Mercoledì: dalle 10.00 alle 13.00
Giovedì: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00
Venerdì, Sabato e domenica: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00
Lunedì: chiuso
Ingresso libero
Ziyah Gafić è nato a Sarajevo, dove si è laureato in letteratura comparata. Nei numerosi viaggi compiuti dopo il 1999 ha documentato eventi di rilievo in più di 40 paesi. Le sue opere sono state esposte in molte importanti gallerie e festival di fotografia come: Visa pour l’image Perpignan, Les Rencontres d’Arles Photograhie, Fovea Exhibitions New York, Oude Kerk di Amsterdam, Tom Blau Gallery di Londra, Galleria Grazia Neri di Milano. Oggi pubblica regolarmente le proprie foto su importanti quotidiani e riviste come Amica, La Repubblica, Time, Telegraph Magazine, Newsweek, L’Espresso, Tank. Il suo reportage fotografico sulla Bosnia è stato pubblicato nel catalogo Tales from Globalizing World di Thames & Hudson, mentre le sue opere sono incluse in varie antologie di fotografia contemporanea, come The Photograph as Contemporary Art di Thames & Hudson e The way people live di Gabriel Bauret. Ha appena completato il suo progetto a lungo termine Troubled Islam.

PREMI E BORSE DI STUDIO
2001. borsa di studio Ian Parry
2001. 2 ° premio World Press Photo
2001. Masterclass World Press Photo
2002. Premio Kodak per giovani reporter a Visa pour l’Image
2002. 1 ° premio World Press Photo
2002. 2 ° premio World Press Photo
2002. menzione speciale Fondazione HSBC

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