10 Settembre 2012

Monfalcone, riunone Ascon e Comune: dopo la liberalizzazione il Comune ha un ruolo marginale

Sono solo le limitazioni urbanistiche, di viabilità e ambientali le uniche applicabili per regolamentare il settore del commercio. Prima con la legge regionale, poi con il recepimento della direttiva europea Bolkenstein, il settore è stato oggetto di una sempre maggiore liberalizzazione, sia per quanto riguarda la media/grande che la piccola distribuzione.
È questa la conclusione a cui è pervenuta la riunione tra Ascom e Comune che, con l’ausilio di esperti del settore, hanno esaminato il ruolo che l’amministrazione comunale può giocare in materia di commercio. Un ruolo che in realtà, a parte la gestione dell’esistente e l’attività di animazione e promozione, è per il resto marginale: le future collocazioni di strutture di media o grande distribuzione sono infatti determinate solo da disposizioni urbanistiche.
E anche per le attività più piccole (inferiori ai 400 metri quadrati) non esiste più alcuna influenza dell’amministrazione comunale. Dal 2006 sono state abolite le distanze minime e le licenze. Il Comune quindi non ha alcuna potestà sull’apertura di nuovi negozi di dimensione fino a 400 metri di superficie di vendita.
Nel 2012 sono poi intervenute altre due norme: la prima è il recepimento della direttiva 2006/123/CE, che vieta di legare l’accesso ad un’attività a requisiti discriminatori fondati direttamente o indirettamente sulla cittadinanza. La seconda è la normativa introdotta dal governo Monti (la 1 del 24 gennaio 2012, nota anche come ”Crescitalia”), che ha abrogato del tutto le norme che prevedono limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti di assenso dell’amministrazione, e quelle che impediscono, condizionano o ritardano l’avvio di nuove attività economiche o l’ingresso di nuovi operatori economici ponendo un trattamento differenziato rispetto agli operatori già presenti sul mercato.
«Tutto questo significa che qualsiasi persona, in possesso dei requisiti morali e professionali, che affitta o compra un locale a destinazione commerciale in regola con le norme urbanistiche, può aprire un’attività di vendita al dettaglio – spiega l’assessore al Commercio, Paola Benes – .E, di fatto, al Comune viene impedito qualsiasi interventi diretto. Questo va spiegato alle tante persone che imputano all’amministrazione la colpa di ”permettere” troppe aperture di negozi gestiti da stranieri in città. Il mercato, dopo gli ultimi provvedimenti, è del tutto liberalizzato, e tutti hanno riconosciuti gli stessi diritti».

1 commenti a Monfalcone, riunone Ascon e Comune: dopo la liberalizzazione il Comune ha un ruolo marginale

  1. Kaiokasin ha detto:

    Beh, per ampliare l’Emisfero hanno fatto una viariante urbanistica. Potevano farne a meno, non è che la direttiva Bolkstein li obbligava, no?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *