1 Giugno 2012

Imprese, lavoro e crisi: la soluzione è fare rete

Pago Equitalia, pago le tasse o pago i miei dipendenti? E’ questa la domanda che sempre più di frequente si pongono gli imprenditori, ma soprattutto le piccole imprese. Da qui nasce tutta una serie di che possono portare ad una forte disperazione, al fallimento dell’attività o addirittura al suicidio. Di questo e di altro si è discusso ieri sera al caffè San Marco all’incontro “Imprese, lavoro e crisi: ne parliamo anche a Trieste”, organizzato dal Popolo Viola e dal comitato Imprese che resistono.
Imprenditori stritolati dalle tasse, da Equitalia, dal costo del lavoro e dalla concorrenza sleale, ma anche  sindacalisti, politici e cittadini hanno portato la loro testimonianza sul tema dell’incontro. E’ stato presentato il progetto Terraferma, un pool di psicologi che in tutta Italia aiuta e supporta gli imprenditori in difficoltà.
Fra i tanti presenti all’incontro, moderato da Enrico Rossini (Popolo Viola) hanno preso la parola: Erika Innendorfer (Fiom-CGIL), Paolo Bassi (Italia dei Valori, Paolo Menis (Movimento 5 Stelle), Gianluca Perna (Assomicroimprese), Adriano Bevilacqua (UILVVF FVG) e Francesco Russo (PD).
Più volte è stata ribadita la necessità di fare rete, ma anche promuovere e investire sulla formazione dei futuri imprenditori. Rossini ha ricordato che soprattutto il Comune e la Regione potrebbero fare molto per aiutare le piccole e le mini imprese in difficoltà, istituendo ad esempio delle gare d’appalto pubblico di importo minori, in modo che possiamo parteciparvi anche le imprese locali. Andrebbero inoltre premiate e incentivate le aziende che cercano di dare lavoro al territori, ad esempio istituendo delle specifiche misure straordinarie anticrisi, così come sta già facendo il Veneto.
Un incontro molto interessante che ha dato la possibilità ai presenti di conoscere alcuni aspetti dell’imprenditoria odierna, si spera il primo di una lunga serie.

8 commenti a Imprese, lavoro e crisi: la soluzione è fare rete

  1. sfsn ha detto:

    i imprenditori vien sia al inizio che ala fine del convegno che i xe scriti 2 volte?

  2. Lauro ha detto:

    “Pago Equitalia, pago le tasse o pago i miei dipendenti?”

    Alcune veloci considerazioni.

    Equitalia chiede il pagamento maggiorato di somme che non sono state pagate. Che dovevano essere pagate e non lo sono state. Che sono perciò state evase.

    Le tasse si pagano su reddito prodotto. Reddito dunque già percepito. Di solito l’anno precedente.

    Se il problema che si pone è il pagare i dipendenti, vuol dire che non ho venduto, oppure che a mia volta non sono stato pagato, nel mentre io ho pagato regolarmente i miei fornitori. Perciò sono “fuori” e non trovo nessuno che mi da una mano, banche comprese.

    Questo è il problema. Equitalia e tasse non centrano un tubo.

    Se il convegno è partito così come è partito questo articolo, allora siam messi proprio male.

  3. Bruno Carini ha detto:

    Da quello che ho sentito nella conferenza, la situazione comune ai piccoli imprenditori è che svolgono il loro lavoro, lo fatturano (quindi le poste vanno in bilancio)e NON VENGONO PAGATI, oppure ciò avviene dopo mesi o anni. Però sulle fatturazioni vanno pagate le tasse! NB: spesso i committenti sono enti pubblici o municipalizzate o grossi gruppi del terziario e magari multinazionali.

  4. Lauro ha detto:

    Dall’art 26 del Dpr 633/72.

    “..Se un’operazione per la quale sia stata emessa fattura, successivamente alla registrazione di cui agli articoli 23 e 24, viene meno in tutto o in parte, o se ne riduce l’ammontare imponibile, in conseguenza di dichiarazione di nullità, annullamento, revoca, risoluzione, rescissione e simili o per mancato pagamento in tutto o in parte a causa di procedure concorsuali o di procedure esecutive rimaste infruttuose o in conseguenza dell’applicazione di abbuoni o sconti previsti contrattualmente, il cedente del bene o prestatore del servizio ha diritto di portare in detrazione ai sensi dell’art. 19 . l’imposta corrispondente alla variazione, registrandola a norma dell’art. 25 . Il cessionario o committente, che abbia già registrato l’operazione ai sensi di quest’ultimo articolo, deve in tal caso registrare la variazione a norma dell’art. 23 o dell’art. 24, salvo il suo diritto alla restituzione dell’importo pagato al cedente o prestatore a titolo di rivalsa. “…

  5. Bruno Carini ha detto:

    LAUROOOO!!! E se un no paga e basta perchè no ga (o el disi de no gaver) liquidità? Ch’el te pagherà tra 6 mesi? Te sa dove che te se pol meter l’art 26 del Dpr 633/72?

  6. mutante ha detto:

    lauro, se vedi che no te ga alba. se i affari no va ben, no xe che i soldi te li cavi dai tombini. te rimandi de pagar e equitalia vol ovviamente la tangente, così i arretrati se accumula.
    ma questo no te lo pol capir, perchè come per tutti quei che ga una paga fissa e o problemi (tipo dove andar in vacanza), l’imprenditor che fa salti mortali per cercar de starghe dentro, xe un criminale.

  7. Rupel ha detto:

    ma cossa volé investir soldi a Trieste, non fin che la xe sotto l ´occupazion taliana. A pochi chilometri xe un paese piú serio e a qualche centinaio de km uno ancora piú serio. Lá si che uno pol investir. Infatti tantissime azienda taliane se stá trasferendo o i se gá trasferido là

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