28 Maggio 2012

Legambiente sui rifiuti dalla Campania all’inceneritore di Trieste: “Indispensabile la massima trasparenza”

Sulla delicata questione dei rifiuti, provenienti dalla Campania e bruciati all’inceneritore di Trieste, Legambiente Trieste chiede la massima trasparenza, che finora è stata invece totalmente negata dai responsabili dell’operazione.
Questo il tenore della lettera inviata da Legambiente Trieste al Sindaco Cosolini ed agli assessori all’ambiente, Laureni, e allo sviluppo economico, Omero (responsabile anche dei rapporti con le società partecipate, come ACEGAS-APS).
Nessuna obiezione, da parte degli ambientalisti, sul fatto che in situazioni di emergenza, ci si debba far carico anche dello smaltimento di rifiuti prodotti altrove, per un ovvio principio di solidarietà nazionale. Purché, ben inteso, l’emergenza non diventi cronica.
Questo deve avvenire, però, in un quadro di totale trasparenza sugli effetti ambientali dell’operazione. L’esatto contrario di quanto accaduto finora, con i convogli di rifiuti di fatto “militarizzati”, nessuna informazione sull’effettiva composizione dei rifiuti stessi, sull’eventuale modifica della natura delle emissioni dal camino dell’inceneritore e sul destino finale delle scorie e delle ceneri così prodotte.
La problematica è rilevante, anche alla luce del fatto che in Campania, per lungo tempo, la gestione dello smaltimento dei rifiuti urbani è stata quanto mai carente, portando ad esempio alla produzione di centinaia di migliaia di “eco-balle”, nelle quali verosimilmente rifiuti urbani erano mescolati illegalmente a rifiuti speciali e tossici e nocivi. Per tacere delle note interferenze della criminalità organizzata nella gestione dell’intero ciclo dei rifiuti.
Risulta peraltro, continua Legambiente, che all’inceneritore di ACEGAS-APS arrivino regolarmente carichi di rifiuti anche dalla Slovenia e dall’Austria. Neppure su questi le informazioni sono esaustive.
Legambiente Trieste conclude rilevando che la “necessità” di importare rifiuti da altre regioni, deriva dal sovradimensionamento dell’inceneritore di Trieste, destinato a risaltare sempre più, man mano che il progresso della raccolta differenziata ridurrà la quantità dei rifiuti urbani “autoctoni” destinati all’incenerimento.
Una ragione di più, osservano gli ambientalisti, per deplorare la miope scelta di costruire – pochi anni fa – la terza linea dell’impianto di ACEGAS-APS (e c’era perfino chi, come l’ex sindaco Dipiazza e la sua maggioranza, puntava a costruirne una quarta!), senza puntare invece, come avviene nei paesi più evoluti, sulla raccolta differenziata ancor oggi poco superiore al 20%, contro l’obiettivo minimo fissato dalle Direttive europee del 65% entro il 2012.
Infine, sottolinea Legambiente, se è vero che il sindaco è il rappresentante del Comune (che è anche il maggiore azionista di ACEGAS-APS), è anche vero che lo stesso sindaco è anche la massima autorità responsabile della salute pubblica.

1 commenti a Legambiente sui rifiuti dalla Campania all’inceneritore di Trieste: “Indispensabile la massima trasparenza”

  1. sergio ha detto:

    e siccome il sindaco è il rappresentante di noi cittadini, che siamo proprietari del 51% dell’inceneritore cittadini che non vogliono altri rifiuti da qualsiasi parte vengano, siamo già incasinati come raccolta differenziata, una ex civile città come Trieste che arriva malapena al 23%, e non si sa perchè il Cosolini e la Poropat non fanno niente per incrementarla ( o si sa, se si vuole bruciare i rifiuti campani ne avremo per qualche decina d’anni, ma a danno della nostra salute e questo non va bene, prima o poi i nodi verranno al pettine, cari signori politici, e non parlo solo del Cosolini e della Poropat ma gli altri politici Menia, Fedriga, Antonione, Rosato e Blazina dove sono??? Non vivono anche loro a Trieste, questi rappresentanti di noi triestini ?????

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