11 Maggio 2012

“‘Demo muli”, il tormentone continua in vista della finale, e’ Acegas-mania!

Sulle ali dell’entusiasmo di quel manipolo di stoici tifosi orgogliosamente presenti a Recanati in un turno infrasettimanale di play off, con i loro occhi ebbri di felicità dopo il capolavoro della squadra di Dalmasson, il tormentone “’Demo muli!” non smette di contagiare la Trieste cestistica, rinata in un moto passionale palpabile, una marea che si sta ingigantendo e che sveglia dal torpore anche i più scettici appassionati.

C’è chi pochi minuti dopo il quarantesimo minuto già guardava con ottimismo alla serie di finale con Ferentino (errore!), chi studiava la strategia per ritagliarsi giorni utili a poter raggiungere il Lazio con ogni mezzo, chi intasava i social network con un entusiasmo dirompente; anche questi sono i play off, anche questo è il “raccolto” di una stagione in cui si è seminato benissimo, in cui col passare dei mesi l’asticella degli obiettivi si è alzata di settimana in settimana.

Ci saranno dieci giorni per preparare la finale,  dieci giorni in cui la società dovrà perseguire nella compagna di coinvolgimento cittadino, la curva sta invitando preventivamente chiunque a vestirsi di biancorosso, usufruendo del merchandising ad hoc o tramite iniziative della Pallacanestro Trieste 2004, perché la sensazione è che tutto debba essere fatto per sfruttare il momento.

Ora Ferentino, l’occasione per redimersi stando attenti ai tranelli di Carrizo e soci

Ironia della sorte, l’unica partita che ha portato strascichi (lievi) sul campionato di Trieste è stata quella con Ferentino, a margine di un episodio stigmatizzabile ma circoscritto; da quel giorno si è montato un polverone forse eccessivo ma che non ha visto brillare per tempismo la società giuliana, un po’ “statica” nel porre le scuse alla società laziale.

Fatto sta che anche questa sarà un ottima occasione per redimersi, siamo sicuri che la curva triestina saprà dimostrare una volta di più come i “colori” siano parte della pallacanestro (forse la parte più spettacolare), gli stessi colori per cui hanno fatto il tifo e gioito, se com’è vero, la curva del Palatrieste è intitolata a Conrad McRae, un idolo mai dimenticato.

Poi c’è quello che conta veramente, la squadra di coach Franco Gramenzi, un gruppo che solo dal binomio Guarino-Carrizo dovrebbe fare alzare l’attenzione di Moruzzi e soci; infatti i due nomi di spicco sono esperti di promozioni, volete dei numeri? Nella serie con Omegna hanno prodotto 76 punti su 149 di squadra, qualcosa come il 51% di Ferentino; certo, per contro uno potrebbe dire che il valore aggiunto del’Acegas di questa stagione è stato il motore a 10 cilindri, cioè l’efficacia di tutto il roster (e oltre) per tutta la stagione. Una chiave di lettura per Trieste potrebbe essere: l’intensità, continuare a proporre ritmi (soprattutto difensivi) esasperati per fiaccare le resistenze dei due leader, cui unico difetto è una carta d’identità non “benevola”: 33 anni per Guarino e 32 per Carrizo.

La società, il Comune e la città, lavorino preventivamente per coltivare questo sogno

Il Presidente Luigi Rovelli dalla radio lanciava segnali ovviamente di gioia post partita ma anche distensivi sul futuro, parlando di contatti avviati con sponsor e realtà che possano supportare il progetto basket in futuro; imperativo è non abbassare la guardia, anzi, cogliere l’occasione di vivere questa euforia e convogliarla nei giusti modi verso soggetti papabili, sensibilizzare con argomenti tangibili (basta vedere il cammino della squadra di Dalmasson), nel dovere morale di non svilire un PATRIMONIO CITTADINO, non uno sport e basta.

Il Comune sappiamo essere vicino alla causa, ovviamente in modo subliminale per imbarazzi retaggio di un infausto finale del 2004, non per colpe proprie; al di là di questo però, come è stato fatto giustamente per la Triestina, è necessario uscire allo scoperto con personalità, essere propositivi ed esporsi per avere credito, alzare la voce per far sentire i sordi, trovare strategie politico-economiche per accontentare ambo le parti. Insomma, il Comune e le istituzioni siano garanti di una tradizione storica cittadina!

Ultima chiosa espandendo il territorio, in ambito regionale: senza far nomi e cognomi ma riportando situazioni accadute: le prime società di basket regionali,  succedute nel tempo in un altalena gerarchica fra Trieste e Udine, hanno goduto giustamente di contributi da parte della Regione a supporto della società, anche con ingenti cifre; tenuto conto del clima di austerity non si pretende tanto, ma un gesto in tal senso è doveroso, perché non si dica che nel Friuli Venezia Giulia ci siano figli e figliastri….

 

 

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

1 commenti a “‘Demo muli”, il tormentone continua in vista della finale, e’ Acegas-mania!

  1. sfsn ha detto:

    ma “demo, muli” xe el motto del acegas co xe de pagar le bolete? (tipo: voce del verbo dare)

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