29 Marzo 2012

Tononi(Pdl): “Chiudere stabulario dell’Ateneo di Trieste.”

E’ necessario intervenire urgentemente affinché venga siglato un protocollo d’intesa tra la Regione e il ministero dell’Università e Ricerca per sospendere ogni attività di vivisezione in Friuli Venezia Giulia e, quindi,procedere alla chiusura dello stabulario dell’Ateneo triestino e di tutti i laboratori di ricerca degli altri Atenei regionali dove si pratica la vivisezione, visto che la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che la sperimentazione su animali non risulta essere attendibile per la specie umana”. A chiederlo con un’interrogazione al presidente della Regione è il consigliere regionale del Pdl Piero Tononi.

Il consigliere fa riferimento a quanto sostenuto dal Medical Research Modernization Committee, ovvero che la sperimentazione animale è un metodo di investigazione delle dinamiche delle malattie umane per sua stessa natura fallace, e al fatto che le facoltà universitarie a carattere scientifico praticano la vivisezione oltre che sui topi anche su animali di affezione come cani, gatti e conigli, per sostenere che sarebbe opportuno prendere in considerazione, dopo la chiusura dello stabulario dell’Università di Trieste, la possibilità di riconvertire la struttura in un vero e proprio centro di ricerca dove l’osservazione clinica delle reazioni venga fatta su malati umani, dato che le scoperte scientifiche hanno rivelato che le reazioni sugli animali non sono attendibili per la specie umana”.

“Considerato anche – aggiunge Tononi – che il Consiglio comunale di Trieste ha inspiegabilmente posticipato la discussione su una mozione che poneva fine alle barbarie derivanti dalla vivisezione negli stabulari dell’Ateneo giuliano, e che in Senato potrebbe venire annullato l’emendamento alla legge Comunitaria dell’ex ministro Brambilla che stabiliva il divieto di allevare animali da affezione per la sperimentazione, sarebbe auspicabile che la questione venisse tratta in sede di Conferenza Stato-Regioni in modo da coinvolgere tutte le Amministrazioni regionali per porre fine a tale barbarie”.

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27 commenti a Tononi(Pdl): “Chiudere stabulario dell’Ateneo di Trieste.”

  1. Manuel Iurissevich ha detto:

    Volessi saver quanti e quai esperimenti fatti in stabulario prevedi la vivisezion (che vol dir tajar una bestia ancora viva) e la morte della bestia; e quanti invece prevedi che la bestia resti viva e sana alla fine dell’esperimento.
    Volessi saverlo de gente che sa de cos’che se parla.
    Magari un due foto?

    Per quanto riguarda i esperimenti su esseri umani:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimenti_nazisti_su_esseri_umani
    http://it.wikipedia.org/wiki/Unità_731
    http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=603

    spero che i collegamenti i funzioni.

  2. claudia58 ha detto:

    caro Manuel, chi sa di cosa parla non si confronterebbe con te, che sei assolutamente OT parlando di esperimenti su esseri umani. Se il tuo intento è quello di sminuire le inutili torture sugli animali,confrontandole con quelle sugli umani, posta i tuoi link anche sull’articolo che parla dello scempio fatto in Val Rosandra… bazzecole pure quello! Qui si parla di vivisezione animale (come lì si parla di alberi), i tuoi link non c’entrano nulla.

  3. isabella ha detto:

    Foto di esperimenti su animali? No, grazie, non servono.

  4. Andrea ha detto:

    Ignoranza con l’idrante. Non si pratica vivisezione in nessuna università. La sperimentazione animale NON è sostituibile, ancora, e chi dice il contrario mente, per ignoranza o interesse.
    E’ agghiacciante che, per raccogliere consensi, si proponga una vaccata simile. Ma d’altronde, visto il partito del tipo, non mi aspettavo niente di meglio. Voglio vedere, se gli verrà un cancro, se sarà coerente con le sue idee e rifiuterà qualsiasi terapia sviluppata sugli animali. Altrimenti è solo IPOCRISIA e PROPAGANDA.

  5. isabella ha detto:

    Uno che si ammala di cancro potrebbe anche decidere di non curarsi con la chemio.

  6. Fiora ha detto:

    @4 Andrea ti ho seguito anche nell’altro thread.
    Non capto in te né sicumera né partiti presi, percui DEVO pensare che tu sappia davvero quel che affermi e che cioè allo stadio attuale non si possa fare diversamente.
    Su questo argomento io mi sento vile e lacerata.
    Non ha alcun senso che spieghi il perché della mia viltà come essere umano incapace di anteporre la sofferenza di un animale a quella di un essere umano…vile per rifiutarmi di conoscerla e fronteggiarla e lacerata per il malessere che tale consapevolezza seppure non dettagliata comunque mi crea.
    Percui ,come pochissime altre volte nella vita confesso che non so come pormi in modo univoco davanti a questa realtà.
    Continuo a credere come mi è stato spiegato che non siamo fatti allo stesso modo delle cavie di ogni tipo e che quindi il loro sacrificio sia crudelmente inutile. Continuo a sperare in un futuro che abolisca la sperimentazione animale, ma non potrei mai accettare la morte di un mio simile per assenza di ADEGUATA sperimentazione…ma se quella animale oltreché crudele risultasse anche inadeguata e quindi inutile,la considerei un crimine.

  7. mutante ha detto:

    non avrei mai pensato in vita mia, di dire bravo tononi.

  8. Claudia58 ha detto:

    Mutante, la penso come te, ma l’argomento vivisezione ha spaccato in due anche il consiglio comunale lunedì, infatti é stata presentata una mozione urgente dai consiglieri Menis, Lobianco e Andolina, tutti e tre politicamente lontani ma compatti nel dire NO allo stabulario e alla vivisezione. L’amore per gli animali e la consapevolezza che esistono mezzi alternativi già collaudati non ha un colore politico specifico.

  9. claudia58 ha detto:

    Andrea, prima di dare dell’ignorante agli altri, guarda te stesso, tu sei in male fede quando scrivi certe cose, sai benissimo che la differenza fra vivisezione e sperimentazione animale è proprio minima, qui la definizione :
    Per vivisezione o “sperimentazione in vivo” si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali.
    La definizione precisa, del dizionario De Mauro (ed. Paravia) è:
    Vivisezione: s.f. dissezione anatomica di animali vivi effettuata a scopo di studio e sperimentazione | estens., qualunque tipo di sperimentazione effettuata su animali di laboratorio che induca alterazioni a livello anatomico o funzionale, come l’esposizione a radiazioni, l’inoculazione di sostanze chimiche, di gas, ecc.
    Quindi, tutti gli esperimenti compiuti su animali in laboratorio sono “vivisezione”. Ogni anno solo in Italia circa 900.000 animali, quasi 2500 al giorno tutti i giorni, vengono utilizzati per prove inutili e ripetitive, inapplicabili per la salute umana, ancora richieste da leggi antiquate e superate. Gli stessi test sono ripetuti successivamente, con altre forme e tempi, sui destinatari ultimi del prodotto in sperimentazione: noi umani. ”

    Sei poco informato (o ancora in mala fede??) quando spacci per verità le tue idee, cioè che non ci siano alternative valide, pensi che un Andolina, di professione medico, chiederebbe la chiusura dello stabulario se pensasse che serve a qualcosa? se non credesse ad una scienza vera, senza inutili sofferenze animali? Arriverà il giorno in cui si eliminerà del tutto, anche in Italia, come già successo a San Marino (http://www.oipaitalia.com/vivisezione/notizie/smarino.html)

    Intanto, chiediamo – e abbiamo chiesto in 600 persone alla manifestazione – a viva voce che le università, e nello specifico la UNiTS rispetti la legge 413 del 1993, la legge sull’obiezione di coscienza ) perchè è una VERGOGNA che gli studenti siano obbligati a fare delle cose che ritengono crudeli, non etiche e scientificamente inutili, perchè viene loro taciuta l’alternativa, cioè l’obiezione, o perchè dai baroni viene loro segata la carriera, è ora di finirla!! Siamo in un paese democratico, dove uno studente ha PER LEGGE la possibilità di scelta, e sel’UNiversità non si adeguerà sappia che sta trasgredendo una legge nazionale da ben 19 anni!!!

  10. claudia58 ha detto:

    ecco la mozione presntata al consiglio comunale dove si parla espressamente di “vivisezione”:

    http://files.meetup.com/207586/20120321-mozione-stabulario.pdf

  11. Alessandro ha detto:

    Andrea,
    tu da bravo vivisettore probabilmente con una visione del mondo piuttosto materialista, come il 90% di medici e biologi del resto, non riesci a capire che certe persone riescano ad anteporre l’etica al comodo, ma sai, non sono tutti come te. Ancora a fare le guerre di vocabolario con noi? Non è forse propaganda questa? Senti, la maggior parte dei friulani è contraria alla sperimentazione animale. Ci sono dei sondaggi, dopo i 30 intervistati se li scelgono bene c’è una buona affidabilità di solito. Se voi non vi sentiste investiti della sacra missione di trovare la cura più efficace per malattie spesso determinate dal modo di vivere della gente (al posto di tentare di cambiare il modo di vivere della gente, ma perché, in fondo vi piace così tanto questa società asettica e materialista, quasi tutti i medici che conosco fumano… una domanda visto che hai buttato in mezzo la politica… sei di sinistra o dei radicali vero?) penso che “la gente”, che voi spesso vedete dall’alto come una massa non pensante (a differenza te lo posso assicurare di altri studenti di altri c.d.l., voi medici no, basta vedere come tanti trattano i pazienti, o basta leggere le vostre pagine per veder spuntare termini come “oclocrazia” e compagnia bella…) semplicemente accetterebbe dei ritardi nella ricerca come una naturale conseguenza della propria opinione sulla s.a. . Detto questo, il PdL in regione è forte e se tutti loro appoggeranno la linea di Tononi, voi chiudete.

  12. Silvia75 ha detto:

    Io vorrei far presente il caso dell’aspirina, del popolarissimo acido acetilsalicilico, scoperto se non sbaglio alla fine dell’800, medicinale largamente diffuso e dai diversi effetti benefici sulla salute umana. Bene, se si fosse seguito l’iter odierno, quindi se la sperimentazione l’avessimo testata su una qualsiasi specie animale utilizzata nei laboratori, l’aspirina non esisterebbe, non sarebbe venduta senza prscrizione medica e non sarebbe consigliata con serenità dai medici ai propri pazienti, perché il tanto salutare acido acetilsalicilico è tossico per la maggior parte degli animali escluso l’essere umano. Se io, che ingoio tranquillamente una pastiglietta di aspirina contro il raffreddore, decidessi per puro sadismo di somministrarla al mio cane, probabilmente nel giro di poche ore dovrei correre dal veterinario e sperare in un miracolo. E questo è solo uno dei tanti esempi. Certo, se vogliamo giocare al gratta e vinci con la s.a. sperando che prima o poi, dopo aver massacrato qualche migliaia di animali, salti fuori qualcosa di utile per l’umanità, allora siamo sulla buona strada. Ma questa strada non mi sembra degna di una specie animale che si considera “superiore” ed evoluta, né di un percorso all’insegna del progresso e dell’innovazione.

  13. Almerigo ha detto:

    Innanzitutto chi afferma che non si pratica la vivisezione nell’edificio è un ignorante o un interessato! La vivisezione si applica eccome, ovunque, compreso nello stabulario! Lo stabulario di Trieste è fine a se stesso: esso serve a mantenere docenti e responsabili, “medici” e “ricercatori”, che si avvalgono della struttura e delle possibilità al suo interno concesse (uccisione di animali in perfetta salute, esperimenti senza anestesia, test “psicologici” aberranti alla Pavlov, test di dosaggio massimo di farmaci, dissanguamento,impianti, e altri ancora..) sfruttando molto spesso lo sadismo degli studenti, oppure, ancora peggio, la possibilità di ottenere crediti extra(ricatto?). Contro le tesi di inutilità e spreco di denaro pubblico, però, vi è sempre qualche studentino o sapiente dottore, che afferma l’utilità dello stabulario al fine della sperimentazione di nuove tecniche mediche o nuove panacee del farmaco!! allora mi sorgono spontanee alcune domande, dalla cui risposta convincente potrei divenire un ardente sostenitore dello stabulario!! alcune domande sono le seguenti: perchè non vi sono resoconti degli esperimenti effettuati all’interno dello stabulario? perchè non vi sono resoconti dei risultati brillanti ottenuti con tali esperimenti? perchè non si trovano video o foto sulle condizioni degli animali o sugli esperimenti? perchè uno studente non stabulatore, che può accedere a qualsiasi edificio, non può accedere allo stabulario, neppure su richiesta??? perchè è data agli studenti la possibilità di scegliere l’esperimento (con o senza anestesia) e le modalità per effettuarlo, compreso l’animale sul quale operare?? MA SOPRATTUTTO, QUANTO DENARO(“medici” e “responsabili”) E QUANTI CREDITI(“studenti” o “ricercatori”) SPORCHI DI SANGUE AFFLUISCONO NELLE VOSTRE TASCHE DALLA REGIONE, DALL’UNIVERSITà E DALLE DITTE FARMACEUTICHE????

  14. isabella ha detto:

    @11 Alessandro dici “una visione del mondo piuttosto materialista, come il 90% di medici e biologi del resto, non riesci a capire che certe persone riescano ad anteporre l’etica al comodo”…”trovare la cura più efficace per malattie spesso determinate dal modo di vivere della gente”….
    Quanto hai ragione!!!

  15. Almerigo89 ha detto:

    Anche se non mi facessi dei problemi morali all’assistere a questi crimini contro la natura, non potrei comunque giustificare questa inutile spesa di denaro pubblico!! IO NON PAGO LE TASSE UNIVERSITARIE PER OTTENERE COME RISULTATO UN AMPLIAMENTO DELLO STABULARIO, PER MANTENERE QUESTI “ESPERTI DELLA SPERIMENTAZIONE”, MEDICI CHE NON DOVREBBERO AVERE IL CORAGGIO DI DEFINIRSI TALI.

  16. claudia58 ha detto:

    intervista al dottor Cagno , Medico chirurgo, psichiatra, autore di testi di bioetica, membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista e della Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione.

    Dottor Cagno, subito una domanda molto secca: è indispensabile la vivisezione per la ricerca scientifica?

    No. Non solo non è indispensabile, ma è dannosa. Utilizzare animale per la ricerca è un grave errore che storicamente ha provocato solo danni alla salute umana, anche se, fino ad un recente passato, i mezzi di comunicazione di massa hanno taciuto su tutto ciò. Così la gente ha continuato a pensare che la morte degli animali nei laboratori potesse essere di qualche utilità per il progresso scientifico.
    Nonostante ciò che dicono i vivisettori, il problema è molto semplice: nessuna specie animale può essere un valido modello sperimentale per nessun’altra specie, esseri umani compresi. Quando, ad esempio, dimostro che una sostanza è terapeutica e innocua nei ratti, devo poi comunque sperimentarla sugli esseri umani per capire se veramente ciò che ho visto negli animali si verifica anche nella nostra specie. Infatti prima di commercializzare un farmaco è indispensabile e obbligatorio per legge sperimentarlo anche sui nostri simili. Se la vivisezione fosse scientificamente valida perché bisognerebbe compiere anche la sperimentazione umana?

    Un altro problema è l’impossibilità di stabilire a priori la specie animale più simile alla nostra. Basta infatti la presenza o l’assenza di un enzima per cambiare il comportamento di una sostanza passando da una specie ad un’altra e questo non si può sapere a priori, ma solo dopo avere sperimentato sui nostri simili. Credo che per comprendere l’errore che sta alla base della vivisezione e i danni provocati sia sufficiente citare alcuni semplici dati. Il 54% delle sostanze cancerogene, ossia in grado di provocare cancro, per i ratti non lo sono per i topi sì. Come possiamo sapere a priori se gli esseri umani si comportano come i ratti o come i topi? Il 52% dei farmaci commercializzati negli USA, ossia nella nazione tecnologicamente più avanzata, hanno provocato gravi reazioni avverse che non si erano verificate nei test sugli animali. Tutto ciò provoca la morte ogni anno negli USA di circa 100.000 cittadini.

    Come è cambiata la prospettiva del fenomeno negli ultimi dieci anni?

    A livello di comunità scientifica purtroppo è cambiata molto poco. Sempre più laureati in materie scientifiche dichiarano la propria avversità alla vivisezione, ma i vertici universitari e le industrie chimico-farmaceutiche rimangono ancorate alle vecchie impostazioni del passato. La società civile, invece, sta dimostrandosi sempre più aperta verso le tesi antivivisezioniste e tutto ciò è la migliore premessa per un cambiamento quanto mai auspicabile, nell’interesse degli animali ma anche degli esseri umani.

    Quali sono stati i passi più importanti nei metodi alternativi di ricerca?

    Non è mai stata dimostrata la validità scientifica della vivisezione e quindi ritengo che potrebbe essere abolita anche senza la possibilità di sostituirla con alternative. Tuttavia le alternative esistono. Alcune sono molto vecchie, come gli studi epidemiologici che hanno reso possibile l’individuazione di tutti i fattori di rischio per le malattie cardio-circolatorie. Altre sono più moderne, come le colture cellulari che forniscono dati parziali, perché riferiti non ad un organismo in toto, ma comunque veritieri perché prodotti utilizzando materiale biologico (le cellule) della stessa specie per la quale stiamo compiendo la ricerca. Ultimamente poi possiamo contare sui sussidi tecnologiche sempre più raffinati: pensiamo al cosiddetto brain imaging (TAC, RMN, PET), alla clonazione cellulare, alle cellule staminali eccetera. Tutte queste possibilità e altre ancora rendono ogni giorno sempre più indifendibile scientificamente il ricorso agli animali nella ricerca.

    Come può un consumatore scegliere e riconoscere prodotti (cosmetici e non solo) che non utilizzano tale pratica nelle fasi di testing?

    Per quanto riguarda le terapie, non esistono soluzioni al problema. Tutti i farmaci, ma anche le altre sostanze terapeutiche naturali, sono stati comunque sperimentati sugli animali. Per i cosmetici il discorso è differente. Dal 1976 esiste una direttiva europea che impone di sperimentare i principi attivi dei cosmetici sugli animali. Se quindi vogliamo essere sicuri di non comprare cosmetici testati sugli animali, dobbiamo acquistare prodotti i cui componenti sono entrati in commercio prima del 1976. In quanto alla famosa dizione “prodotto finito non testato sugli animali” bisogna stare molto attenti perché non vi è alcun obbligo di testare i prodotti finiti, ma solo i principi attivi. A questo proposito consiglio la lettura di un libro interessante e utile al tempo stesso intitolato Guida ai prodotti non testati sugli animali di Antonella De Paola (Edizioni Cosmopolis)

    Ed uno studente universitario che ha intrapreso studi veterinari o medici può evitare questa pratica?

    In Italia esiste una legge (n° 413 del 1993) che garantisce agli studenti ed ai lavoratori il diritto di obiezione di coscienza alla vivisezione per motivi etici. Fino ad ora l’Università ha mantenuto un atteggiamento oscurantista, ostacolando in tutti i modi la possibilità per gli studenti di conoscere questo loro diritto. La legge prevede che non vi sia alcuna forma di ritorsione nei confronti degli obiettori. Inoltre i professori dovrebbero garantire agli studenti laboratori didattici alternativi a quelli che impiegano animali. Ho detto dovrebbero perché in realtà questi laboratori non vengono mai istituiti, poiché creerebbero una cultura alternativa a quella dei vivisettori e questo fatto sarebbe per loro destabilizzante.

    Come vede il fenomeno da qui a 10 anni?

    Ogni anno che passa il fronte antivivisezionista aumenta sempre di più. Internet ha dato la possibilità a tutti di informarsi su un tema come quello della vivisezione per il quale vi era stata, in passato, una assoluta censura da parte dei mezzi di comunicazione di massa. Oggi chiunque ha la possibilità di leggere montagne di documenti che dimostrano i danni prodotti dalla vivisezione sulla salute umana e le atrocità compiute nei laboratori in nome di una falsa scienza, funzionale solo agli interessi di chi la compie. La tecnologia, inoltre, ci sta dando un grande aiuto. Così risulta chiaro a tutti lo scandalo dei vivisettori che impiegano metodi di ricerca vecchi di decenni, quanto non di un secolo. Nell’era della tecnologia avanzata, non può essere giustificata la prosecuzione di test come, ad esempio, il Draize Test nel caso della cosmesi, in cui spalmiamo i cosmetici negli occhi di conigli immobilizzati in apparecchi di contenzione e li teniamo in questa condizione per giorni interi. Oggi anno ogni industria in ogni settore mette sul mercato nuovi prodotti, più belli, più funzionali, più sicuri, ma le industrie dei cosmetici applicano ancora il Draize Test che è stato inventato nel 1944! La gente non è stupida e ora, che grazie ad Internet è finalmente informata, comincia a capire l’inganno a cui è stata sottoposta negli anni passati.

    Vuole fare un invito ai nostri lettori di partecipazione all’incontro di Ancona?

    Credo che l’incontro del 16 ad Ancona possa essere una interessante occasione, non solo per gli animalisti e gli antivivisezionisti, ma per chiunque abbia a cuore la propria salute. La vivisezione è un metodo di ricerca non scientifico e quindi i pazienti diventano le vere cavie sulle quali i ricercatori compiono le ricerche. Purtroppo ognuno di noi un giorno si ammalerà: abolire la vivisezione significa migliorare la ricerca e quindi avere maggiori garanzie ed opportunità di guarire.

  17. Manuel Iurissevich ha detto:

    @Claudia58 «sarebbe opportuno prendere in considerazione, dopo la chiusura dello stabulario dell’Università di Trieste, la possibilità di riconvertire la struttura in un vero e proprio centro di ricerca dove l’osservazione clinica delle reazioni venga fatta su malati umani».

    no me par de esser fora tema.

    Mi no digo che semo autorizzadi a far tutto sulle bestie: son fiducioso (magari me sbajo) che se cerchi sempre novi metodi per non sprecar vite inutilmente (come magari i fa in america dove ogni bambin ga un vermo o una rana de tajar).
    E suvvia, me par difficile de creder che un scienziato sprechi la sua vita a far esperimenti inutili.

    Infine: mejo che se sperimenti su un topo, un can o un coccodrillo, piuttosto che su mio nonno malà che va in ospedal _per farse curar_ e invece el se ritrova cavia senza gaver firma’ niente.

  18. Manuel Iurissevich ha detto:

    «estens., qualunque tipo di sperimentazione effettuata su animali di laboratorio che induca alterazioni a livello anatomico o funzionale, come l’esposizione a radiazioni, l’inoculazione di sostanze chimiche, di gas, ecc.»
    significato dell’estensione: la parola vol dir QUESTO, ma te pol trovar gente che usa parole a sproposito per intender altro.

  19. claudia58 ha detto:

    Manuel, finiamola con questi patetici interventi (nonni malati, ecc.) per voler maldestramente dimostrare che ci teniamo più agli animali che alle persone, quando è proprio l’uso della vivisezione che abbandona l’umano al suo ruolo finale di vera cavia (inconsapevole). A questa cosa ti ho già risposto con l’intervista al dott. Cagno, e ti regalo ancora questo intervento dello stesso medico:

    La vivisezione non serve

    Il bravo consumatore quando fa la spesa, controlla attentamente le etichette sulle quali sono indicati i componenti e le caratteristiche del prodotto che sta per acquistare. Il bravo medico dovrebbe fare altrettanto con i farmaci che prescrive.
    Qualche giorno fa è arrivato nel mio studio l’informatore scientifico di una nota industria farmaceutica per presentarmi un nuovo antiepilettico (oxcarbamazepina), recentemente commercializzato. Come sempre succede, alla fine, mi ha lasciato la cosiddetta scheda tecnica, ossia la documentazione dettagliata di tutte le caratteristiche del farmaco. Appena ho avuto un momento di tempo libero mi sono messo a leggere la scheda tecnica e ho trovato diverse affermazione tanto interessanti quanto sconcertanti.

    Inizialmente sono andato a vedere i dati riguardanti la tossicologia e come al solito ho trovato i risultati ottenuti con l’LD50. E’ utile ricordare che questo test risale al 1927 e consiste nel somministrare ad alcuni animali una certa dose della sostanza in fase di sperimentazione, fino a trovare la dose in grado di uccidere il 50% degli animali trattati. I risultati riguardanti questa nuova molecola sono i soliti: “La tossicologia acuta dell’oxcarbamazepina e dell’MHD [1] nell’animale da laboratorio è stata dimostrata essere bassa. Dopo una singola dose orale dei due componenti, la LD50 variava tra 1240 mg/kg e più di 6000 mg/kg in funzione della specie studiata: topo, ratto, hamster cinese”.

    Vale sempre la pena di osservare che tra il valore più basso e quello più alto vi è una differenza di sei volte e che le specie impiegate sono tutte e tre roditori e quindi, teoricamente, dovrebbero comportarsi in maniera abbastanza simile. Tutto ciò dimostra che non sono paragonabili, da un punto di vista biologico, nemmeno specie tra loro affini.

    Proseguendo nella lettura della scheda tecnica si legge: “Non sono stati inoltre ritrovati effetti teratogeni nel topo e nel coniglio. In uno dei due studi condotti nel ratto, oxcarbamazepina, a dosaggi giornalieri pari a 300 mg/kg e 1000 mg/kg, ha causato effetti teratogeni correlati alla dose”. Anche in questo caso si conferma la teoria, ormai ampiamente dimostrata, che cambiando la specie animale cambiano anche i risultati. Così oxcarbamazepina risulta teratogena in una specie, ratto, ma non nelle altre due, coniglio e topo. Importante sottolineare un altro aspetto: solo in una ricerca su due nei ratti il farmaco si è dimostrato teratogeno. Ciò dimostra che non solo cambiando la specie, variano i risultati, ma basta semplicemente cambiare il ceppo per ottenere effetti significativamente diversi.

    Le affermazioni più interessanti però devono ancora venire. Nel paragrafo riguardante la gravidanza e l’allattamento si legge:

    “Uno studio tossicologico condotto nel topo da Bennet e al. (1996) ha messo in evidenza che la somministrazione per via orale di oxcarbamazepina alla dose di 1100 mg/kg (dose massima tollerata) dal 6° al 18° giorno di gestazione ha indotto un’incidenza di malformazioni dell’8% contro il 5% osservato nel gruppo dei controlli. Tale differenza non ha raggiunto la significatività statistica, (p > 0.05) ma, pur tenendo conto delle differenze nel trasporli alla gravidanza umana, questi dati suggeriscono di utilizzare il farmaco in gravidanza soltanto se strettamente necessario”.

    Successivamente compaiono le solite due affermazioni, ormai comuni a tutte le schede tecniche dei nuovi farmaci:
    “Non vi sono dati per stabilire la sicurezza di Tolep(2) nella gravidanza umana ? Analogamente, non ci sono dati per stabilire la sicurezza di Tolep durante l’allattamento. Non si può escludere la possibilità di effetti collaterali nel bambino”.

    Ma allora cosa hanno sperimentato sugli animali, se poi ammettono per iscritto che i dati che hanno ottenuto non sono trasportabili al genere umano? In questo caso la storia ci viene in aiuto. Tutte le volte che una industria è stata portata in tribunale per risarcire i danni provocati da un suo farmaco, i dirigenti si sono sempre difesi affermando che sugli animali quegli effetti collaterali non si erano verificati, ma, si sa che gli esseri umani non si comportano come gli animali. Ecco quindi che nel caso dell’oxcarbamazepina l’industria farmaceutica mette già le mani avanti e scarica subito ogni responsabilità se si dovessero verificare effetti collaterali non attesi con la sperimentazione animale. Inoltre affermare che non esistono dati sulla sicurezza nella gravidanza equivale ad affermare che le ricerche sugli animali non servono a nulla, come dicono sempre gli antivivisezionisti.

    Da osservare infine il tentativo dialettico di giustificare l’aumento delle malformazioni congenite nei topi, affermando che non è statisticamente significativo, essendo passato dal 5% al 8%. Se questo dato, per caso, dovesse essere confermato anche negli esseri umani, cosa potremmo dire a quel 3 % di madri che avranno un figlio malformato a causa del farmaco che hanno assunto: “Signora, ci spiace, ma è caduta proprio in quel 3% non significativo di malformazioni?”

    Il massimo dell’ipocrisia si raggiunge però quando vengono presentati i dati preliminari di sicurezza. “Sia i ratti che i topi mostrano un lieve aumento dell’incidenza di tumori epatici dose-dipendenti dopo 2 anni di trattamento con oxcarbamazepina ? D’altro canto, l’aumento dei tumori epatici visti con oxcarbamazepina sembrerebbe essere speciespecifico nel roditore e non collegato all’uomo. Inoltre, il metabolismo dell’oxcarbamazepina è molto diverso negli animali da esperimento rispetto all’uomo, in quanto la riduzione al metabolita MHD rappresenta solo una minore via di metabolizzazione”.
    Prima osservazione. Cosa vuol dire “sembrerebbe essere specie-specifico”? Perché l’uso del condizionale? Dopo una sperimentazione che poggia su basi scientifiche si può dire “è specie-specifico” oppure “non è specie-specifico”. Se però uso il condizionale vuole dire che dalla sperimentazione non ho ricavato dati attendibili. Se poi ipotizzo un diverso comportamento tra gli animali e gli esseri umani, vuole dire che dopo gli animali ho sperimentato anche sugli esseri umani e mi sono accorto che questi reagiscono in maniera differente. Ma allora torniamo alla domanda iniziale: “perché sperimento sugli animali se poi devo ripetere le stesse ricerche sugli esseri umani per essere sicuro dei risultati”? Infine l’ultima affermazione è veramente scandalosa. Quando negli animali non si verificano effetti collaterali, i vivisettori affermano che si può stare sicuri. Quando i farmaci nelle ricerche sugli animali manifestano effetti collaterali seri, i vivisettori dicono che non bisogna preoccuparsi perché il metabolismo degli animali è differente rispetto a quello degli esseri umani. Ma allora cosa serve la vivisezione, se in ogni caso, anche quando si sono dimostrate rischiose negli animali, le sostanze in fase sperimentale vengono comunque somministrate anche agli esseri umani?

    Sono da tempo convinto che la vivisezione sia utile solo a chi la pratica. Esiste però un aspetto che proprio non riesco a sopportare: l’ipocrisia. E le affermazioni scritte sulla scheda tecnica dell’oxcarbamazepina sono scandalosamente ipocrite.

    Dalla mia esperienza personale ti posso raccontare che mia madre, con doppia metastasi, di cui una ossea, è stata per così dire “curata” con un farmaco (850 euro !!! la fialetta da fare una volta al mese) per rinforzare le ossa, poi sospeso (quando aveva già fatto decine di flebo, perchè bastava un’estrazione dentaria per provocare una osteonecrosi mandibolare/mascellare, farmaco messo in commercio nel 2002, senza nessuna avvertenza specifica per problemi odontoiatrici. Appena nel maggio 2010 è uscita un’informativa che avvertiva dei rischi, informativa che ho trovato in rete io, mentre ancora i medici lo somministravano a mamma . Concludo dicendo che “il nonno” è ahimè già cavia di chissà quanti farmaci e non sarà grazie alla sperimentazione animale che camperà di più.

  20. Paolo ha detto:

    Qualcuno saprebbe indicare la percentuale di laboratori di ricerca del campo biologico/biomedico si avvalgono dei servizi dello Stabulario di Trieste?

  21. isabella ha detto:

    @19claudia bel commento!

  22. Manuel ha detto:

    Come si fa a sapere _a Trieste_ quali esperimenti si fanno su quali animali e perché?

  23. claudia58 ha detto:

    @20 Paolo, non lo so, interessa anche a me, mi sto informando
    @19 Isabella grazie

    intanto anche il condiglio comunale di Duino Aursina ha redatto una mozione urgente:

    http://massimoromita.blogspot.it/2012/03/chiudere-stabulario-dellateneo-di.html

  24. Paolo ha detto:

    @ 23 Claudia
    Scusa Claudia per la domanda un po’ trabocchetto ma se vuoi ti rispondo io.

    Non entro nel merito se la ricerca animale sia o non sia utile pero’ ti/vi informo che la sperimentazione animale o ricerca che prevede l’utilizzo di animali viene impiegata nella stragrande maggioranza dei laboratori di biologia, farmacologia e biomedica dell’Università’ di Trieste, come nell’Ospedale di Cattinara, alla SISSA, al CIB e all’ICGEB.

    Chi chiede la chiusura dello Stabulario, come chi chiede che la sperimentazione animale sia impedita, dovrebbe realizzare che sta chiedendo essenzialmente di chiudere tutta la ricerca biomedica a Trieste e non credo che ciò sia tra i propositi dei promotori di questa protesta.

  25. AndreaGo ha detto:

    @ Fiora (n.6)
    Ho cambiato apposta nick per non essere confuso. Questo Andrea è un altro. Purtroppo però siamo sempre lì, Fiora. Ho sostenuto e sostengo come nell’altro post di essere contro la sofferenza inutile sugli animali (e ci mancherebbe, non servirebbe nemmeno dirlo), ovviamente thread come questo sono chiaramente mera speculazione elettorale dal momento che ad oggi NON ESISTE alternativa. Ci sono protocolli condivisi in tutto il mondo (tutto il mondo ok??) che prevedono 4 fasi nella sperimentazione, la prima delle quali (fase preclinica), si avvale della sperimentazione, che non è sinonimo di tortura nè di vivisezione, al contrario di quello che vogliono far credere con l’ipocrisia della sineddoche vivisezione-sperimentazione. Andassero davanti alla comunità scientifica e dimostrino che la sperimentazione animale non serve a comprendere fisiopatogenesi di migliaia di malattie, funzionamento di geni essenziali anche in omologhe patologie umane, ecc. ecc. Dimostrino quali valide alternative ci sono con innovative pubblicazioni, nuove evidenze, nuove scoperte ed applicazioni fatte in un modo alternativo e senza danno per l’uomo. La comunità scientifica evidentemente è ancora speranzosa e in fremente attesa che questi luminari della nuova scienza “buona” si manifestino ai loro occhi perchè altrimenti nessuno si sognerebbe di allevare nemmeno un moscerino. Finora solo chiacchiere e propaganda

  26. bonalama ha detto:

    potrebbe anche darsi che in medicina serva, tuttavia se non serve NON LO SI SAPRA’ MAI

  27. claudia58 ha detto:

    Paolo, la Sissa ha il suo proprio stabulario, non usa lo stabulario dell’Units. al tuo post 24 rispondo dicendo che la ricerca DEVE essere portata avanti con i metodi alternativi.
    Siccome non sono nè ricercatrice, nè medico , posto 2 video che spiegano bene i metodi alternativi, usati poco non perchè non siano validi, ma perchè costa di meno la sperimentazione animale, e soprattutto perchè c’è un grandissimo coinvolgimento economico delle case farmaceutiche.

    Il parere è autorevole, trattasi di BRUNO FEDI Laureato in medicina e chirurgia; specialista in urologia, anatomia patologica, ginecologia, cancerologia, citolgia, flebologia, bioetica. Docente di urologia, già Primario di anatomia patologica a Terni, è vincitore di un premio dell’ente Fiuggi. Ha pubblicato oltre 100 lavori scientifici e diversi libri di ecologia e bioetica a carattere divulgativo, tra i quali “L’evoluzione distruttrice” (ATRA,1992), e “Uccidere per avere” (ATRA, 1994). E’ uno dei fondatori delle liste verdi. Vegetariano dal 1975. E’ tra i soci fondatori dal Movimento Antispecista, membro del direttivo dall’anno della fondazione (2001) e co-autore del “Manifesto per un’etica interspecifica”. Ha partecipato attivamente al Comitato di revisione della attuale legge 116/92 sulla vivisezione organizzato dall’on.le G. Schmidt nel periodo 2003-2005, rifiutando di approvare la relativa proposta di legge C_5442 per motivi etici e scientifici.

    Non c’è nulla di sconvolgente nei video, e tutti lo possono ascoltare, non posterò mai altri video che ho, hanno sconvolto me…

    http://www.youtube.com/watch?v=-XDPZM5bfDI&feature=relmfu
    http://www.youtube.com/watch?v=5XxyTqj7slo&feature=relmfu

    Dopo avere attentamente letto nella pagina web dell’Università le info sullo stabulario, una cosa non riesco a digerire e accettare, ed è questa parte:

    ANIMALI MORTI
    Tutti gli animali, sia sacrificati causa esubero, sia causa malattia, sia per donazione di organi, sia in seguito a, o alla fine di, trattamento sperimentale, devono essere consegnati alla struttura al fine di consentire lo smaltimento secondo le normative vigenti.

    SMALTIMENTO RIFIUTI
    Lo smaltimento degli animali morti, delle lettiere e di tutti i rifiuti connessi alla sperimentazione animale dovrà avvenire nel rispetto della legislazione vigente (D. L.vo 152/06 e successive modificazioni ed integrazioni

    Mi batto con passione da tempo perchè gli animali siano trattati come meritano, e chi si limita solo a dare benessere al cagnolino o al gattino di casa , deve ancora fare dei passi avanti per capire che anche il topolino , l’opossum, il coniglio soffrono, che non solo la sperimentazione provoca dolore, ma anche lo stress di sentire e annusare quello che avviene intorno a loro , e la reclusione , deve capire che anche quel gustosissimo panino di prosciutto è il risultato di atrocità per gli animali, oltre a un prodotto sicuramente insano per gli umani.
    Amare gli animali con coerenza comporta modificare abbastanza il proprio stile di vita, per arrivare a capire questo discorso c’è solo l’informazione, c’è da farsi coraggio e vedere i video, vedere i cuccioli di maiale, di vitello strappati alle mamme, vuol dire vedere cosa sono gli allevamenti di mucche per il latte, delle galline per le uova, vuol dire sapere che i pulcini maschi li buttano vivi nel tritacarne, e molte altre cose. Non ci si arriva in un attimo, quindi, concludendo, quando vedo che gli animali , che per me sono esseri viventi quanto noi, per certe persone sono oggetti da torturare (non sempre si usa l’anestesia), se c’è surplus si buttano via (!!) e da morti sono “rifiuti” perchè devo preoccuparmi IO di cosa farà quella gente se si chiudesse lo stabulario?? Visto che tutti loro negano che ci siano dei sistemi alternativi, non faranno ricerca , per me possono anche andare a spalare letame negli allevamenti intensivi.

    A me fa male tenermi informata, quando vedo i video (quelli che riesco) penso ai miei cani, penso al mio piccolino che piange se solo calpesta un rovo e prova dolore, e penso a “loro”, a quelli oggetto di inutili ricerche. Per me tutti gli animali sono uguali, non ci sono quelli di serie A di serie B, quindi – fosse l’ultima battaglia della mia vita- la porterò avanti assieme alla gente (triestini e non ) che ci sostengono, assieme agli studenti che devono essere informati sulla legge sull’obiezione di coscienza, assieme alle vecchiette che sono venute alla manifestazione con i loro cagnolini al seguito, la mentalità sta cambiando, la alta percentuale di giovanissimi che vi hanno partecipato, anche venendo dalla Slovenia, o dal Veneto, mi fa ben sperare per il futuro.

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