24 Ottobre 2011

Acegas Trieste: Napoli ha la mano de Dios, Bernardo Musso, e Trieste capitola davanti ad un pubblico di categoria superiore

L’oro di Napoli: Bernardo Musso

Napoli stoppa Trieste (foto A. Cervia)

Il grande film del 1954 diretto da Vittorio De Sica avrebbe in chiave moderna e sportiva un attore protagonista incontrastato per l’episodio “il professore”: Bernardo Musso, autore di 32 punti, conditi da 10 rimbalzi e un bel 41 di valutazione.

Se Cavani o il Pocho Lavezzi sono i diamanti della squadra di Mazzarri per il calcio, Musso a tratti e’ la BPMED Napoli, un leader capace di mettersi in proprio, prendendosi il rimbalzo, portando la palla e poi trovando il canestro a prescindere dall’avversario; sinceramente il Palatrieste non ricorda nel recente passato una prestazione balistica di questo spessore, acuita da coefficienti di difficolta’ nelle esecuzioni e dal peso specifico notevolissimi. Se poi coach Bartocci puo’ giocarsi alcuni jolly, soprattutto da oltre l’arco, vedi triple di Gatti e Sabbatino, allora si capisce perche’ Napoli ha un percorso immacolato in campionato.

Spettacolo a 360 gradi: match da categoria superiore

Una domenica…. da cartolina!

Non parliamo certo della Barcolana, ma di un contesto cestistico che al Pala “Cesare Rubini” (ma solo il sottoscritto non si e’ accorto della celebrazione per la nuova intitolazione?) ha portato tanta e tanta gente, il tifo in curva caldo e trascinante e pure dei generosissimi tifosi ospiti con tutti i chilometri sciroppati appresso.

Insomma, se la cornice e’ stata degna di un livello superiore, anche la partita dal punto di vista agonistico e tecnico ha regalato momenti di buon basket, pregevoli conclusioni in primis di Musso, ma anche dei giovani Ruzzier o di Carra, il tutto poi servito in salsa piccante per un finale thrilling e la vendetta sportiva di Simone Lenardon davanti ai suoi ex tifosi.

17-37, non sono i numeri del lotto, sono la sintesi della sconfitta giuliana

Con un cotanto parziale nel terzo quarto subito ci sara’ forse una possibilita’ su 100 per ribaltare l’inerzia e vincere un incontro (e Trieste stava per farlo); una terza frazione che stupisce in toto alla luce di quello che e’ stata l’Acegas in questa prime settimane di stagione regolare.

Una difesa inesistente incapace di “rompere” un pick’n roll che sia uno, giocatori lenti e stagnati sulla guardia in pseudo raddoppi inutili e poco aggressivi, lasciando in solitudine il bloccante concludere sotto canestro; purtroppo i primi segnali post Torino si sono materializzati riportando giocatori macchinosi e stanchi, poco reattivi e sfiduciati da una squadra partenopea chirurgica e precisa, se si pensa che nei 10 minuti piu’ belli dell’anno hanno confezionato queste statistiche: 37 punti, con 8/10 da due punti, 4/4 da tre punti e 9/11 ai liberi!

Coach, qualsiasi cosa….ma faccia qualcosa!

Quel terzo quarto poteva capitare (oddio, magari non in quelle proporzioni), ma la passiva accettazione di una esecuzione cestistica non puo’ essere condivisa; ovviamente stiamo usando un’iperbole, Dalmasson non ha accettato proprio nulla, pero’ non ha neanche sfruttato quella serie di espedienti che la pallacanestro suggerisce in questi casi di emorragia perdurante: primo fra tutti il time out per spezzare l’inerzia napoletana, poi scuotere i suoi con magari un tecnico ad hoc, oppure tatticamente provando qualcosa di diverso, qualche difesa aggressiva tutto campo o adattata.

Infine la questione del posseduto Musso: posto che c’hanno provato “gli esorcisti” di turno Zaccariello, Moruzzi, Carra, ecc., pero’ a mali estremi si possono adoperare estremi rimedi, magari raddoppi sistematici. La risposta della “difesa” pero’ e’ scritta per esempio nella conclusione decisiva da tre punti realizzata da Nunzio Sabbatino, quello che non ti aspetti….

La linea della carita’ non e’ quella del tiro libero, ma e’ quella del tiro da tre punti

Non vorremmo essere noiosi, ma la realta’ e’ davanti agli occhi di tutti: una squadra di pallacanestro puo’ certamente trarre discreti dividenti da un’ottima difesa e segnando anche una settantina di punti a partita, ma alla distanza la coperta corta mettera’ a nudo dei limiti evidenti.

Fra l’altro potrebbe anche sembrare una inquietante conseguenza, la difesa dispendiosa richiesta da coach Dalmasson potrebbe anche rendere meno lucidi i tiratori giuliani, certo e’ che la cinica legge dei numeri racconta di 33/130 al tiro da tre punti stagionale per un misero 25%.

Riportate in rosa almeno Scutiero…. HELP!

Raffaele Baldini (www.cinquealto.blogspot.com)

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